Ore 19.30 – (Il Piccolo) Una certezza nel cuore della difesa alabardata, confortata da numeri invidiabili non supportati d’altro canto dal rendimento della fase offensiva. Luci e ombre di una Triestina che negli ultimi due mesi appare invalicabile e non a caso dopo l’impiego in pianta stabile di Lambrughi e Coletti ha concesso pochissimi gol agli avversari. Per il salto di qualità, o meglio, per acquisire una posizione di maggior privilegio in vista dei play-off, il rendimento complessivo in avanti non è ancora del tutto sufficiente. Prova a motivarne le ragioni l’esperto centrale Alessandro Lambrughi, autore dell’ennesima prestazione elegante.”Quando le partite finiscono 0-0 è segno indubbiamente che le due squadre hanno fatto bene la fase difensiva. Di sicuro abbiamo regalato il primo tempo nel quale sono mancate l’euforia e l’entusiasmo che avremmo dovuto mettere per novanta minuti, sempre votati all’arrembaggio”. Manca un po’ di coraggio a questa Triestina, per il definitivo salto di qualità? «Più che coraggio secondo me si tratta di consapevolezza dei nostri mezzi, sapere quello che dobbiamo fare quando scendiamo in campo. Certo un po’ di coraggio non guasterebbe ma spetta a noi giocatori alzare l’asticella per cercare di trasformare questi pareggi che stiamo facendo in vittorie». […] L’Unione riparte dunque dalla solidità della difesa? «Preferirei prender qualche gol e vincere le partite» sorride Lambrughi. «La buona solidità difensiva è un fondamento sul quale proseguire, e quando riusciremo a migliorare anche la fase offensiva avremo una bella quadratura complessiva».
Ore 19.00 – (Il Piccolo) In un Triestina-Vicenza che, cornice di pubblico a parte, ha fornito ben poche emozioni, quella più forte l’ha forse provata lui, Stefano Lotti, chiamato ieri a guidare la Triestina in panchina per la squalifica di Nicola Princivalli. Una bella soddisfazione per il tecnico triestino, che ieri ha vissuto l’esordio da titolare in panchina da professionista, dopo tante esperienze in serie D negli anni difficili dell’Unione 2012, con un Rocco che all’epoca presentava panorami certamente meno incoraggianti. «Per me è stata davvero un’emozione forte – ammette Lotti – perché entrare al Rocco con tutta questa gente, con questo clima nuovo e importante portato dalla società, non poteva che darmi una forte emozione. Ringrazio Milanese, Princivalli e tutta la società». Poi Lotti passa ad analizzare il pareggio, ammettendo le difficoltà del primo tempo, ma rivendicando una ripresa più brillante da parte della Triestina: «Nel primo tempo abbiamo avuto poco coraggio, ci hanno messo in difficoltà, non abbiamo tenuto bene le distanze. Forse avevamo anche un po’ di paura. Nella ripresa però siamo riusciti a fare meglio quello che avevamo preparato, siamo rimasti più alti, abbiamo insomma disputato una buona gara, con più coraggio. Ma è vero che non è arrivata l’occasione limpida, qualcosa sicuramente è mancato in fase realizzativa. Non siamo stati molto lucidi, qualche cross sbagliato di troppo, e qualche palla andava sfruttata meglio». E visto che l’Unione è arrivata al terzo risultato a occhiali consecutivo, il tecnico prova a indicare cosa servirebbe in partite chiuse come queste: «In certe occasioni dovremmo essere più bravi a prendere qualche palla sporca, a prenderci qualche fallo e a procurarci qualche punizione pericolosa, in modo da sfruttare qualche palla inattiva. Perché certe partite, soprattutto match di questo tipo, si possono sbloccare anche così. E loro infatti di punizioni dal limite ne hanno prese tre o quattro, possono essere importanti per cambiare una partita». […]
Ore 18.30 – (Il Piccolo) Era cominciata con il muro umano della curva a srotolare la coreografia con il Faro della vittoria. È finita con gli alabardati a salutare e a ringraziare i loro supporters. Come ogni partita, ma il saluto di ieri vale di più. Perché l’unica vittoria è stata quella della Furlan, l’unico Faro quello dei seimila accorsi al Rocco a ribadire, se mai ce ne fosse stato bisogno, quale sia l’attaccamento della città alla sua squadra. Come spesso è capitato da queste parti, i più contenti a tornarsene a casa sono i quasi mille vicentini con il punto che la loro squadra ha dimostrato sul campo di volere. Tanto rumore attorno per un derby sentito e che mancava nei tornei importanti da otto anni, molto meno sull’erba inzuppata e malconcia del Rocco. Uno 0-0 tutto sommato equo nonostante l’Unione abbia tenuto in mano il gioco e abbia cercato con più foga nella ripresa di infilzare l’avversario. Ma il Vicenza di Zanini, che prima del crac societario ormai consueto nel Belpaese era complesso costruito per la promozione, ha dimostrato tutta la sua compattezza. Fisicità, esperienza e lucidità sono stati gli elementi contro i quali è andata a sbattere la Triestina. Manovriera quanto si vuole ma anche leggera così come è stata costruita nonostante i rinforzi Coletti e Lambrughi. Unione tanto in difficoltà contro l’arcigna difesa biancorossa da non riuscire stavolta a impensierire mai il portiere Valentini. Tutta un’altra musica rispetto al risultato in bianco di nove giorni fa con il Bassano. In quel match erano fioccate le occasioni mal sfruttate da tutti gli alabardati. Altra musica ieri anche perché l’avversario ha neutralizzato senza troppi affanni i tentativi dei ragazzi guidati da Stefano Lotti in panchina e da Nicola Princivalli punito in tribuna. […]
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Al triplice fischio tanto entusiasmo. L’impresa è stata compiuta, l’ennesima di questa fase della stagione per una squadra unita e compatta in ogni situazione. […] Il più contento è Fabbri, autentico match winner con un assist ed un gol servito anche a festeggiare nel migliore dei modi il suo compleanno. «Mi sono fatto un gran bel regalo. È stata una vittoria importante dove abbiamo dimostrato un grande carattere. Non era facile, loro si sono dimostrati una grande squadra. Quando ci hanno imposto il gioco sono stati impressionanti. Però, dopo essere andati sotto, abbiamo reagito. Il pareggio ci ha fatto prendere fiducia per affrontare il finale di gara a mille, quindi ho fatto gol io ed abbiamo vinto. È stata davvero una gran bella partita, rimetterla in sesto come abbiamo fatto noi è stata tanta roba, un grandissimo segnale lanciato». È contento anche il mister che pretende che tu vada con più frequenza alla conclusione. «Beh, la finalizzazione so che è un mio limite e dunque ho ben presente dove devo migliorare. Questa volta è andata bene, cercherò di riprovarci». Obiettivoo cambiato? «Beh, adesso godiamoci questa vittoria e pensiamo alla prossima partita con il Ravenna. Dobbiamo vincere anche con le piccole che sovente ci hanno reso la vita difficile». […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La soddisfazione di mister Zironelli è tanta. Del resto non potrebbe essere altrimenti, dopo l’ennesima vittoria al cospetto di una di quelle squadre costruite per puntare al massimo dei traguardi. Per il Mestre il match con il Pordenone costituiva una sorta di bivio in grado di far capire davvero quali obiettivi potersi dare . Un esame importante, superato a pieni volti e quindi in grado di far sognare. «È stato un derby spettacolare giocato in un clima da lupi ha esordito penso che la nostra vittoria sia meritata. Sarebbe stato un peccato il contrario, nonostante il Pordenone abbia dimostrato di essere una grande squadra. È stata una partita simile ad un incontro di boxe, con i due pugili sul ring a colpirsi ripetutamente. Noi siamo stati bravi a restare in piedi, sempre sul pezzo. Era per noi uno spartiacque importante che ci ha fatto capire la nostra dimensione. Stiamo bastonando tutti, non è più solo fortuna come qualcuno poteva azzardare qualche tempo fa. Penso che nel nostro rendimento ci sia tanta bravura dei ragazzi, chiunque viene chiamato in causa riesce a dare sempre il massimo». […]
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Adesso si può sognare. L’incredibile vittoria maturata ieri al Mecchia su un Pordenone che ad un certo punto sembrava aver messo in cassaforte la partita, non può che spalancare definitivamente le porte ad obiettivi di ben altro lignaggio rispetto ad una semplice salvezza. Squadre che si presentavano appaiate in classifica, tuttavia scese in campo con due stati d’animo completamente diversi. Il Mestre con la consapevolezza e l’entusiasmo di aver sino a qui disputato una stagione di notevole spessore e soprattutto con la voglia di continuare a sognare, il Pordenone, invece, pervaso da una delusione generale per aver visto venir meno, strada facendo, quelle che potevano essere le ambizioni estive di primato assoluto, ma pur, dopo il recente cambio di allenatore che ha portato sulla panchina neroverde mister Fabio Rossitto, con un gran desiderio di recuperare un andamento altrimenti fallimentare e conseguentemente provare la scalare in classifica per poi giocarsi tutto ai playoff. L’incredibile match del Mecchia va letto in questo senso. Le premesse per una partita vibrante alla vigilia c’erano tutte e così si è rivelata sin dalle primissime battute. Mister Zironelli non tradisce il 3-5-2 foriero delle ultime affermazioni, con le uniche varianti rispetto alla vittoria con il Feralpi di Beccaro in campo sin dal primo minuto e Favaro tra i pali. Sul versante pordenonese, invece, mister Rossitto cambia modulo tattico presentando un 4-2-3-1 con Nocciolini punto di riferimento nel reparto avanzato. Match bagnato, su Portogruaro tanta pioggia venuta progressivamente ad appesantire il campo che tuttavia ha retto in maniera soddisfacente. […]
Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) È uno Zironelli fradicio quello che arriva in sala stampa e non per la pioggia ma per il “bagno” che gli hanno riservato i suoi giocatori. «È una vittoria meritata. Sul 2-1 abbiamo sprecato due palloni per chiudere il match, uno importante con Rubbo, poi quando siamo passati al 3-4-3 abbiamo ripreso la partita e ribaltato tutto. È stata una gran partita, bravi i ragazzi a rimanere sul pezzo e bellissimo derby. Incredibile che abbia tirato in porta Fabbri, che non aveva mai tirato in porta fino a questa gara e non so più in che lingua dirglielo, ma forse ieri l’ha capita».Poi un accenno alla difesa, nonostante i tre gol presi. «Perna è il nostro spartiacque e stiamo raccogliendo ora ciò che avevamo lasciato nel girone d’andata. Forse saremo meno belli ma più cinici e cattivi. Basta dire che veniamo dalla serie D. Non è questione di fortuna ma di bravura».In chiusura la rassicurazione ai tifosi per le tante voci di mercato. «Non tengo in considerazione le offerte che sento girare perchè ho due anni di contratto. So cosa ha detto il presidente se arrivasse un’offerta da una squadra di categoria superiore ma ora penso al Mestre perché in testa ho solo l’arancionero. Il Pordenone aveva cambiato molto e puntava in alto ma ci sono annate così». […]
Ore 16.30 – (La Nuova Venezia) Partita non adatta ai deboli di cuore. Il Mestre però il cuore lo mette in campo e dopo un primo tempo che sembrava preannunciare una passeggiata contro un Pordenone non in forma smagliante, va sotto ma riprende la partita e la chiude mettendo ko gli avversari e confermandosi l’ammazzagrandi del campionato. Dopo il minuto di raccoglimento per ricordare Astori, neanche il tempo di iniziare che il Mestre sblocca la partita con Perna che su calcio d’angolo si fa trovare pronto sulla ribattuta di Perilli con il pallone spazzato fuori area. Il capitano non ci pensa due volte e da 20 metri la manda alle spalle dell’estremo pordenonese. Il Pordenone prova a rimettere la partita sul pari ma il Mestre controlla bene. Al 10′ il campo bagnato favorisce i neroverdi: cross da destra di Ciurria sul secondo palo dove Nocciolini fa da ponte verso il primo. La palla si blocca sul terreno e il più lesto è Misuraca che in scivolata la spinge dentro. Tutto da rifare. Ma passano solo 4′ e Neto Pereira fa vedere la sua classe. Recupera palla sulla trequarti, salta due uomini, entra in area resistendo ad una carica, fa uscire Perilli e lo batte rasoterra per il nuovo vantaggio mestrino. […] Arriva al 22′ il pari del Pordenone con Stefani che da fuori riesce a bucare l’estremo arancionero con un preciso tiro a mezzaltezza mentre Gritti era a bordo campo a ricevere cure. Il Mestre sente il colpo e due minuti più tardi subisce il sorpasso con Berrettoni che, smarcato in area, riceve palla e batte Favaro con un piatto sul secondo palo. […] Ma al 35′ il Mestre riprende la partita e stavolta è Sottovia che su cross teso di Fabbri a due metri dalla porta rimette in corsa i ragazzi di Zironelli. Poi accade ciò che non ti aspetti. Al 38′ Fabbri entra in area e sfrutta bene il terreno bagnato con un preciso rasoterra che sbatte sul palo e si infila in rete. […]
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Fabio Rossitto non le manda a dire. «Quando ci sono queste situazioni bisogna analizzare cosa non va – fatica a trattenersi l’allenatore del Pordenone – Sui gol presi c’è da riflettere. Ci sono state cose importanti, vedi la capacità di ribaltare il risultato. Ma i gol subiti non mi stanno bene, con la fatica che facciamo a farne. Alziamo la testa, le difficoltà si sapevano quali erano, con grande lealtà dico che bisogna lavorare tanto. Anche dopo Gubbio non mi ero illuso, questa volta ho visto una crescita, ma il risultato non sta bene a nessuno. Dobbiamo aumentare la fame e crescere di condizione e concentrazione: 3 gol su 4 li abbiamo regalati noi. Dobbiamo cambiare atteggiamento, va corretto immediatamente ciò che non va». Gara buttata via avendola in mano? «Quella che sembrava una partita finita l’abbiamo ribaltata e poi persa. Dobbiamo guardarci dietro, partendo da un concetto di squadra e di gruppo. Chiedo maggiori sacrifici ai giocatori, oltre a non mollare, senza alibi esterni». Doveva avere un portiere anche il Pordenone? Rossitto non risponde, saluta ed esce. […]
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Avevano promesso spettacolo Mauro Zironelli e Fabio Rossitto e spettacolo è stato. Certo, se l’è goduto di più Ziro, che alla fine oltre agli applausi si è portato a casa anche i 3 punti. Gara dalle mille emozioni con il Mestre andato in vantaggio subito con Perna in seguito alla prima papera di Perilli in giornata nerissima. Pronto il pareggio neroverde di Misuraca (15′). L’altalena è proseguita con il nuovo vantaggio mestrino firmato da Neto, il rovesciamento del risultato con Stefani e Berrettoni e la rinascita finale dei neroarancio capaci ancora una volta di sbancare il tavolo e incassare l’intera posta. Rossitto cambia modulo per esorcizzare le difficoltà di andare a segno e schiera un 4-2-3-1 con Misuraca e Burrai a centrocampo e Ciurria, Bombagi e Zammarini alle spalle di Nocciolini prima punta. Zironelli sceglie invece il suo 3-4-1-2 con Neto in supporto a Beccaro e Spagnoli. Martignago resta in panca. Piove a dirotto e i fari del Mecchia vengono accesi ancora prima del fischio d’inizio. […]
Ore 15.20 – (Messaggero Veneto) «Sono incazzato nero. E se non andiamo almeno ai playoff è un fallimento». Le parole di Emanuele Berrettoni pesano come macigni. Al termine di Mestre-Pordenone, partita in mano ai neroverdi e buttata al vento, il fantasista fa ben capire il momento difficile della squadra e la rabbia per il risultato finale. «Abbiamo subìto l’ennesimo ribaltone stagionale e anche stavolta dobbiamo commentare una partita che non è andata bene – afferma il numero dieci dei ramarri -. Non è la prima volta che succedono queste cose ed evidentemente abbiamo dei problemi. Bisogna migliorare: a partire da me, che sono il più vecchio, passando per Stefani che è il capitano, e arrivando a tutti gli altri dobbiamo metterci qualcosa in più per uscire da questa situazione e da quest’annata particolare». Berrettoni riconosce che è arrivato il momento di guardarsi alle spalle: «Basta dire che dobbiamo arrivare nelle prime posizioni – attacca -. Meglio dare un’occhiata a chi sta dietro e cominciare a vincere: non basta più un pareggio, qui servono i tre punti. Bisogna essere umili e realisti: oggi (ieri, ndr) abbiamo perso un’opportunità per stare in zona post-season. Adesso dobbiamo lavorare e riprendere a fare risultati. Sono sicuro che questa squadra ha le qualità morali, fisiche e tecniche per risalire la china». […]
Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Se non basta neppure segnare tre gol – fra i quali anche il colpo di genio del ritrovato Berrettoni – per vincere una partita, allora pensare di centrare l’obiettivo minimo dei playoff diventa davvero difficile, quando restano appena sette gare da giocare. Il Pordenone perde incredibilmente una partita che ha in mano sino a 10′ dalla fine, ed è una sconfitta pesantissima. In primis perché rimediata in uno scontro diretto, e poi perché è davvero forte la sensazione di averla letteralmente buttata via, con una prova difensiva imbarazzante: la cura Rossitto non sta dando i frutti sperati, anche se il cuore, rispetto all’ultimo periodo di Colucci, indubbiamente c’è. Dopo lo scialbo pareggio casalingo con l’Albinoleffe, Rossitto cambia sistema di gioco pur recuperando in extremis Burrai, nel ruolo di mediano al fianco di Misuraca, con Ciurria da una parte, Bombagi dall’altra, Zammarini trequartista e Nocciolini punta avanzata. Avvio choc, col Mestre che spinge subito sull’acceleratore e guadagna un corner per una presa difettosa di Perilli. Cross dalla bandierina, Nocciolini anticipa il suo portiere e mette fuori, ma al limite dell’area arriva capitan Perna, che con un gran sinistro rasoterra indovina l’angolino. Sono passati appena 44 secondi dal fischio d’inizio. […]
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «La nostra forza? Non essere mai contenti». Plaude alla mentalità avida e vincente Leandro Rinaudo, direttore sportivo di un Venezia balzato al quinto posto dopo aver piegato anche l’Ascoli. Una vittoria di rigore al termine di un match con poche palle-gol, giusto un paio come in occasione dell’1-0 contro il Cesena che aveva inaugurato la splendida serie di successi nel fortino del Penzo. «Tra tutte le recenti 5 vittorie casalinghe quella con l’Ascoli è stata senz’altro la più difficile. Anche solo inconsciamente si poteva pensarla più semplice, invece è stata dura e proprio per questo abbiamo mostrato una maturità molto importante». Per spiegare le complicazioni incontrate Rinaudo rende merito agli avversari. «Loro sono stati bravi facendo un grosso lavoro su Stulac, il nostro fulcro di gioco nelle ultime partite, poi hanno tenuto gli esterni molto alti per costringere soprattutto Garofalo a spingere meno. Era complicato verticalizzare, abbiamo dovuto girare palla in orizzontale per trovare spazi. Il rigore mi è sembrato netto, Falzerano altrimenti avrebbe tirato o passato palla, un episodio che ha premiato il buon lavoro di tutti i reparti. Pesano come non mai questi tre punti contro squadra che meriterebbe e vale un’altra classifica». […] «Tutti assieme stanno facendo qualcosa di speciale – prosegue il ds – e dobbiamo essere consapevoli, dagli addetti ai lavori alla gente, di poter lottare per qualcosa di alto. Piacerebbe anche a me avere più gente allo stadio, un Venezia così meriterebbe di più ma piano piano siamo fiduciosi che gli appassionati si avvicineranno. Ci contiamo, abbiamo bisogno di tutti loro». […]
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia è tornato supersonico. Da sette gare a questa parte ha ritrovato il passo dei tempi migliori e ha conquistato 17 punti su 21 disponibili, inanellando ben cinque centri consecutivi al Penzo. Dimenticato definitivamente il periodo meno brillante sul finre del 2017, il team di Pippo Inzaghi ha già virtualmente ipotecato l’accesso ai playoff – anche se il cammino è ancora lungo – dimostrandosi affidabile e costante nel rendimento. Anche quando il gioco non è spumeggiante e l’avversario fa di tutto per non farti giocare come accaduto sabato pomeriggio con l’Ascoli. Proprio la squadra di Serse Cosmi si è arresa solamente di fronte a un rigore – netto – pur combattendo per buona parte del match alla pari con i lagunari. Ma una squadra che vuole essere protagonista deve riuscire a vincere anche queste gare con la determinazione e con la giusta dose di cinismo, che paiono non mancare ai lagunari. Quattro punti da quota 50 – l’obiettivo posto dal tecnico quale traguardo-salvezza – quinto posto in classifica, sei punti di margine all’interno della zona playoff: per il Venezia l’avvio del 2018 non poteva essere migliore. E se a ciò si aggiungono le buone prove offerte dai nuovi arrivati ma anche da quelli lanciati nell’ultimo periodo, il futuro non può che essere roseo. […]
Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Il Venezia ritorna in Versilia, dopo 13 anni. Segnali di una società che punta a crescere, non solo con la prima squadra. Scatta oggi la 70ª edizione della Viareggio Cup e tra le 40 protagoniste ci sarà anche il Venezia di Stefano Daniel, che si sta comportando dignitosamente nel campionato Primavera 2. Il Venezia si ripresenta a Viareggio dopo le due edizioni consecutive disputate nel 2004, eliminato in semifinale dall’Empoli con quarto posto finale alle spalle della Roma, e nel 2005, quando gli arancioneroverdi non passarono il girone eliminatorio. Due annate che precedettero il primo fallimento con due squadre irrobustite dai giovani sudamericani portati in Italia da Franco e Michele Dal Cin e guidate in panchina da Andrea Manzo. Un club che cerca di ampliare la sua presenza nell’universo calcistico mondiale, attraverso i viaggi di Paolo Poggi o gli incontri del responsabile del settore giovanile Mattia Collauto, non poteva non partecipare alla Viareggio Cup. Per il Venezia si tratta della quinta partecipazione al torneo di Viareggio, se l’ultima è del 2005, la prima risale al 1993 quando la squadra venne battuta negli ottavi di finale (3-0) dall’Inter, dopo essere finito al secondo posto nel girone alle spalle della Fiorentina. Il Venezia è stato inserito nel girone 4 ed esordirà stasera ad Altopascio (Lucca, ore 20.30) contro il Pisa, mercoledì si sposterà a Levanto (La Spezia, ore 15) per incrociare la Sampdoria allenata da Simone Pavan, club che ha vinto in due occasioni il torneo, infine sabato 17 marzo ultimo incontro a Larderello (Pistoia, ore 15) contro il Partizan Belgrado, finito nell’albo d’oro nel 1951.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) È probabilmente la stagione più difficile dell’ultimo decennio, per il patron dell’Abano Gildo Rizzato. Con la prima squadra ultima in classifica in Serie D e costretta all’impresa per entrare nei playout, il presidente neroverde, nelle ultime settimane, ha dovuto pure fare i conti con le dimissioni in blocco di gran parte della dirigenza (dal d.g. Massimo Albieri al consulente amministrativo Andrea Berti, passando per i responsabili del vivaio Fabio Moro e David Valarini) per alcune divergenze insanabili sulla gestione finanziaria e sportiva. Rizzato, che è tornato da pochi giorni da un viaggio di lavoro in America, preferisce però minimizzare l’accaduto: «Come si dice in gergo, morto un papa se ne fa un altro», osserva. «Se questi dirigenti hanno deciso di dimettersi perché non si trovavano bene e non erano più felici ad Abano, li rispetto, ma preferisco guardare avanti e pensare al bene della società». «Sicuramente arriveranno altre brave persone, com’è già successo in passato», prosegue. «Sono 25 anni che tiro la carretta e che provo a fare il bene dei ragazzi della prima squadra e del settore giovanile. A me interessa soltanto che i giocatori e le famiglie che li seguono si trovino bene». […] «L’altro giorno ho parlato con i ragazzi e mister Gabrieli», puntualizza il presidente termale. «Ho detto loro che non voglio vedere musi lunghi. Anzi, fino all’ultima giornata mi piacerebbe vedere calciatori che danno il massimo e vogliono a tutti i costi entrare nei playout per provare a salvarsi». […]
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) L’Este è arrivato alla sosta con 47 punti e un quarto posto che promette ulteriori colpi di scena. Un po’ perché, a playoff ormai acquisiti (si parla ovviamente di media punti), gli uomini di mister Michele Florindo si possono permettere qualche sfizio in più, ed un po’ perché i tre punti di distacco dall’Arzignano Valchiampo di Vincenzo Italiano non sono poi così tanti.«Penso che l’attuale posizione di classifica rappresenti la nostra dimensione», afferma il portiere e capitano dei giallorossi Alessandro Lorello. «È anche vero, però, che con questo ruolino di marcia possiamo ancora coltivare le nostre ambizioni e questa è la dimostrazione della qualità del gruppo». Tuttavia, anche Lorello ha qualche motivo per battersi il petto: «Abbiamo perso un po’ di punti nel girone d’andata, anche se siamo stati sfortunati per una serie infinita di infortuni, una vera e propria “calamità”», osserva l’estremo difensore 31enne. «A dirla tutta, forse avremmo potuto racimolare qualche punto in più negli scontri diretti, visto che all’andata abbiamo perso con Virtus Vecomp, Mantova, Campodarsego e pareggiato con l’Arzignano Valchiampo», aggiunge. «Poco male: ne siamo venuti sempre fuori con la forza del gruppo e, da qui alla fine del campionato, ci toglieremo altre soddisfazioni. Ne sono sicuro». […]
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) […] «Sapevamo che saremmo potuti incappare in un incidente di percorso», sottolinea il centrocampista Matteo Marcolini. «Soprattutto dopo 4 o 5 mesi in cui abbiamo pedalato tantissimo per raggiungere e mantenere la testa della classifica». «Di sicuro», aggiunge l’ex Este e Venezia, «tutta la squadra e lo stesso staff tecnico hanno beneficiato della bella vittoria con l’Imolese per riscattarsi e ritrovare fiducia, anche e soprattutto in vista del ritorno in campo». Il 2-1 strappato al “Romeo Galli” di Imola è stato pure una sorta di “prova del nove”: «Abbiamo affrontato una squadra che ha speso tanto e che si sta giocando il professionismo nel rispettivo girone», sottolinea il mediano 32enne. «Il fatto di averli battuti e di essere fra le prime quattro in Italia ci riempie d’orgoglio». Tuttavia, l’obbiettivo resta il campionato, che al momento vede i “Gabbiani” al comando con due lunghezze di vantaggio sulla Virtus Vecomp e quattro sull’Arzignano: «I punti in palio sono ancora tantissimi», ammette. «Può succedere di tutto. Quando giocavo a Venezia, nella stagione 2011/12, a dicembre sembrava che avessimo vinto il campionato. A cinque giornate dalla fine, invece, ci ritrovammo in un clamoroso testa a testa con il Porto Tolle. Ciò significa che non bisogna mai sentirsi troppo al sicuro. Non avevamo “ammazzato” le concorrenti prima delle due sconfitte consecutive e ora non siamo diventati più scarsi».
Ore 12.00 – (Gazzettino) Manuel Iori ed Enrico Alfonso: sono stati loro i protagonisti dell’1-1 di Cremona, un punto che se da un lato ha interrotto il favoloso score in trasferta delle cinque vittorie di fila, dall’altro ha restituito un Cittadella maturo, capace di recuperare lo svantaggio iniziale su un campo e di fronte a un avversario difficile per chiunque. La squadra di Venturato ha così allungato la serie positiva e raggiunto quota 49, che virtualmente significa salvezza. Ora nelle restanti dodici partite la truppa granata può davvero togliersi grandi soddisfazioni, trainato dal suo capitano che proprio oggi spegnerà 36 candeline. […] Ed eccoci al portiere, che indica proprio la parata su Scappini come la più difficile dell’intero incontro. «È stato un riflesso, sono partito d’istinto, arrivando bene sul pallone. Sono interventi che a volte nemmeno riesci a spiegarti, arrivano da soli». Alfonso inoltre ha parato un rigore, e l’altro l’aveva intuito: «Conoscevo il modo di calciare di Brighenti, avevo visto le immagini. Ho fintato un lato per andare poi sull’altro. Non conoscevo invece Gomez, ho aspettato sino all’ultimo prima di tuffarmi, l’ha calciato davvero bene, era difficile arrivarci, ho soltanto sfiorato il pallone». La soddisfazione di parare un rigore sotto la curva della Cremonese, dove ha giocato in carriera, è stata doppia. «Non ci siamo lasciati troppo bene, sono andato via con l’amaro in bocca. A Cremona però ho amici e tifosi che tutt’ora mi vogliono bene». […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) […] Paragonare Iori a quei vini buoni che migliorano con lo scorrere del tempo è quasi scontato…«Il primo anno, dopo il mio ritorno al Citta, ne ho segnati 5 in Lega Pro, poi ne ho realizzati 8 nello scorso torneo e altri 8 adesso. Fanno 21 in tre stagioni. Che dire, sono contento, ma più che altro lo sono per la reazione che abbiamo avuto nella ripresa». Restiamo sul gol: è stato bravo a trovare un pertugio per far passare la sfera. «Non ho neanche visto di preciso dove si è infilata, so solo che ho provato a variare il mio movimento sui corner, perché nel primo tempo avevo sempre Arini su di me ed ogni volta che mi spostavo sul secondo palo mi seguiva. Così mi sono mosso in avanti per eludere il suo intervento e non ho dovuto nemmeno staccare per colpire la palla». […] Questo è un punto che pesa.«Vanno riconosciuti i meriti della Cremonese, mentre noi ci siamo espressi un pochino al di sotto delle nostre possibilità. Ma proprio per questo dobbiamo essere contenti per il pareggio, ottenuto in casa di una squadra che non molla, che ti fa giocare male e che ha molte risorse, pensate alla girata di Scappini, che era appena entrato e che ha costretto Alfonso a superarsi nella ripresa. In più è anche il caso di cominciare a pensare alla classifica: questo 1-1 ci consente di tenere la Cremonese a 9 lunghezze di distanza, ed è una squadra che ha gli scontri diretti con noi a favore. Inoltre ci dà continuità, perché questo è il quinto risultato utile consecutivo. È quello che il mister ci chiede dall’inizio della stagione, no? È la dimostrazione che stiamo migliorando: si può continuare a farlo anche andando verso la fine del campionato». […]
Ore 11.10 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Bindi; Salviato, Ravanelli, Cappelletti, Contessa; Serena, Pinzi, Belingheri; Sarno; Guidone, Capello.
Ore 11.00 – (Gazzettino) È da novembre che siamo in vetta e giocare per vincere è molto difficile. Dobbiamo evitare di commettere errori dettati dall’eccessiva foga, dalla voglia di vincerla subito, e dal pensare che dobbiamo dimostrare qualcosa in più. Non dobbiamo dimostrare niente, solo cercare di vincere il più possibile da qui alla fine». […] Rispetto all’andata Bisoli si attende un Bassano diverso. «Hanno cambiato anche l’approccio alla partita, attuano un calcio molto corto fatto di fraseggi e con grande aggressività sulla palla, per cui dovremo stare molto attenti quando la recuperiamo. È una squadra organizzata, nella quale i giocatori sanno quello che devono fare. Sarà una partita che si può decidere sugli episodi, e dobbiamo portarli dalla nostra parte». Fermo restando che giocate sempre per vincere, anche con un pareggio tagliereste fuori il Bassano dalla corsa al vertice. «Sicuramente. Fermo restando che noi giochiamo sempre per vincere, è importante farlo sempre con il giusto equilibrio. Non dobbiamo sbloccarla subito, la gara è lunga. E se dovesse capitare qualche avversità, dobbiamo prenderla con tranquillità. Non dobbiamo essere nervosi, sono gli altri che devono fare la corsa su di noi».
Ore 10.50 – (Gazzettino) […] «Bisogna andare a caccia di un risultato positivo, meglio se è una vittoria – esordisce l’allenatore – Fare risultato ci consentirebbe di dare continuità al nostro lavoro. Dopo questa gara finalmente ci toglieremo a livello mentale anche il piccolo handicap legato alla sosta che osserveremo nel prossimo turno, e nelle ultime otto gare potremo proseguire sulla strada che abbiamo tracciato bene. Senza farci prendere dall’ansia, perché con il Teramo è stato un incidente di percorso. Qualche settimana fa avevo detto che la gara con il Bassano sarebbe stata il primo punto per iniziare a tirare le somme, e dobbiamo dare il duecento per cento per portare a casa un risultato positivo». La prima sconfitta casalinga non ha scalfito le certezze, anche sul piano mentale. «Già a fine gara avevamo analizzato la partita con toni non accesissimi, ma neanche pacatissimi. E tutti abbiamo convenuto che è stata una concatenazione di errori, dall’allenatore all’ultimo giocatore a disposizione. Meglio averli concentrati tutti una sola volta: potevamo giocare anche per anni, era una partita stregata. Non ha assolutamente minato le nostre certezze, fa parte di un percorso di crescita.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Ampia possibilità di scelta per Bisoli. «Per un allenatore è importante avere tutti a disposizione, anche se mi dispiace avere dovuto lasciare a casa per la prima volta Zambataro. Perché lui? Nel suo ruolo abbiamo tanti giocatori». Unica defezione è quella di Trevisan («Abbiamo fatto ricorso, ma bene che ci vada gli tolgono una delle quattro giornate»), al suo posto ci sarà Ravanelli che è al rientro. «Gioca di sicuro». Sempre in tema di rientri, anche Belingheri sarà della partita. «Gioca al 95 per cento». Diverso il discorso per Pulzetti che partirà dalla panchina. «È un giocatore che ci manca, ma tra i rientranti è quello più indietro. Anche l’anno scorso allo Spezia ha avuto qualche problemino ed è stato fuori oltre due mesi, per cui non vorrei perderlo». […]
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “I granata possono mirare alla serie A. E i Biancoscudati…”) Se il risultato di stasera a Bassano dovesse essere positivo, il Padova staccherebbe un altro petalo della sua rigogliosa margherita e potrebbe davvero fare i conti per fissare tra Pasqua (1º aprile) e la metà del prossimo mese la data attendibile della promozione in Serie B. Lo ribadiamo ancora una volta, solo la squadra di Bisoli può gettare alle ortiche una stagione che l’ha vista, e la vede, superba protagonista, tantopiù dopo che ieri la Reggiana, ritenuta la rivale più credibile anche per il minor numero di partite giocate sin qui, ha mancato una vittoria pesantissima, che l’avrebbe portata a – 7 dai biancoscudati, facendosi raggiungere sul 2-2 (dal 2-0 a fine primo tempo) e lasciando nelle Marche due punti che rimpiangerà a lungo.La curiosità della sfida ad un Bassano comunque temibile è legata non solo alla qualità della reazione che la capolista eprimerà dopo l’inatteso ko casalingo con il Teramo, ma anche al ritorno di elementi importanti per lo scacchiere del tecnico, come Ravanelli, Belingheri e Guidone, senza contare Pulzetti (in panchina). È il Padova migliore o quasi, e con le “grandi” del girone non ha mai tradito. Essere ottimisti è doveroso. […]
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Bindi; Salviato, Ravanelli, Cappelletti, Contessa; Serena, Pinzi, Belingheri; Sarno; Guidone, Capello.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) C’è da scacciare, quindi, ansia e nervosismo che si sono visti nell’ultima uscita, sebbene lei sia convinto che non sarà una sconfitta a minare le certezze costruite. «Per vincere bisogna soffrire e noi stiamo tirando la carretta dall’inizio. Non avevo mai detto che avremmo stravinto il campionato, solo che a maggio saremmo stati nelle posizioni che contano e sarà così. La classifica per ora è parziale e, se anche ci dovessimo trovare a + 4, dopo l’ultimo recupero della Reggiana a 4 gare dalla fine, saremmo in un’ottima posizione. In avvio di campionato avrei firmato per una classifica del genere». Cosa teme del Bassano?«Colella si è reso protagonista di una grande striscia e ha portato i suoi in una condizione ottimale. Erano partiti con ambizioni alte e l’allenatore ha dato la giusta mentalità. Giocano corti, fraseggiano bene e sono aggressivi. Si sbilanciano raramente e questo mi fa pensare che la gara potrà essere decisa da un episodio». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Ho detto che dopo questa partita avrei tirato le somme e lo confermo. Andiamo a Bassano, cerchiamo di ottenere un risultato positivo e poi sfruttiamo la sosta in vista delle ultime otto giornate». È un Pierpaolo Bisoli carico come nei giorni migliori quello che si prepara ad affrontare la partita finora più importante dell’anno. […] L’ultima sconfitta, la prima casalinga della stagione, ha lasciato qualche scoria negativa nella squadra? «No, abbiamo reagito bene, anche perché di negativo c’è stato solo il risultato, non la prestazione. Abbiamo analizzato molto la gara contro il Teramo, sia a fine partita con toni un po’ accesi che dopo. Abbiamo convenuto che c’è stata una concatenazione di errori, a partire dall’allenatore, che si sono concentrati su questa partita. Potevamo giocare anche per ore, ma non saremmo riusciti a vincere».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Saranno 617 i tifosi biancoscudati che domani riempiranno il settore ospiti – la cui capienza è poco più di 700 posti – dello stadio “Mercante” per il posticipo tra Padova e Bassano. La prevendita, iniziata con qualche difficoltà nell’acquisto dei biglietti per i possessori delle Tessere del Tifoso più vecchie, è terminata ieri sera. Oggi gli appassionati residenti in provincia di Padova non potranno comprare il biglietto in nessun settore, viste le recenti limitazioni imposte dall’Osservatorio per questa sfida.Il Padova è chiamato anche a sfatare il tabù del “Mercante”, visto che negli unici due precedenti in campionato (nelle ultime due stagioni in Lega Pro) ha sempre perso per 2-1 e stasera affronterà un Bassano reduce da quattro successi consecutivi tra le mura amiche. Mister Colella dovrà fare a meno dello squalificato Botta a centrocampo, così come dei lungodegenti Grandolfo e Andreoni. Potrebbero recuperare per la panchina, invece, gli altri infortunati Bianchi e Barison. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Anche il Padova ha voluto rendere omaggio a Davide Astori. Una maglia con il n. 13 del difensore della Fiorentina, firmata da tutta la rosa, sarà messa all’asta sul sito ilovelive.it, assieme ad una fascia di capitano speciale. I fondi andranno ad un progetto per la distribuzione di defibrillatori sui campi da gioco.