Live 24! Bassano-Padova, -5: alta intensità alla Guizza, con la speranza di recuperare tutti…

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) Mano pesante del giudice sportivo nei confronti della Triestina, dopo la partita con il Bassano: sono state infatti comminate al mister Nicola Princivalli due giornate di squalifica «per comportamento gravemente antisportivo, in quanto dalla panchina ritardava più volte deliberatamente la ripresa del gioco trattenendo il pallone (espulso)».Motivazione certamente strana perché la Triestina non aveva nessun interesse a ritardare il gioco, anzi stava cercando di accelerare per trovare il vantaggio. Tra l’altro, come spiegato dallo stesso tecnico a fine partita, Princivalli era stato allontanato per un diverbio con il massaggiatore avversario, che si era avvicinato all’area tecnica alabardata. Fatto sta che il tecnico alabardato è stato squalificato per due turni e toccherà a Lotti guidare la squadra in panchina.Ma non è finita: il massaggiatore alabardato Giovanni Marzi è stato inibito fino al 20 marzo e ha avuto un’ammenda di 500 euro «per comportamento offensivo verso l’arbitro durante la gara»: anch’egli era stato espulso.Inoltre alla Triestina è stata comminata un’ammenda di 1000 euro «perché alcuni sostenitori tre volte durante la gara intonavano cori inneggianti alla discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria (sanzione ridotta per le chiare manifestazioni di dissenso da parte degli altri sostenitori)». […]

Ore 20.00 – (Il Piccolo) «I tifosi alabardati devono darsi una svegliata. Troppi apatici che se ne fregano, qui bisogna darsi una mossa». Il durissimo appello arriva direttamente da Sergio Marassi, presidente del Centro di coordinamento dei Triestina Club, sconcertato dalla scarsità di presenze allo stadio nella partita di venerdì sera contro il Bassano, ma anche dal complessivo seguito avuto dalla Triestina in questa stagione.Un appello che arriva ovviamente alla vigilia della partita con il Vicenza di domenica, una delle più sentite dalla tifoseria. Ma il discorso di Marassi parte da lontano: «È vero che la Triestina ha passato anni infami con presidenti inqualificabili, e questo ha portato le gente ad allontanarsi dallo stadio. E questo in passato lo si poteva capire. Ma ora che c’è una nuova società, sana, con un presidente che ha possibilità economiche e che sta investendo dall’altra parte del mondo per la squadra, la gente dovrebbe rispondere in modo massiccio». E la risposta, secondo Marassi, è stata invece deludente: «Purtroppo bisogna riconoscere che quest’anno la squadra non è molto seguita: per carità, ci sono gli orari difficili, i giorni che cambiano, il freddo di questo periodo ma sento un disinteresse che non è positivo e non è giustificabile. Anche perché abbiamo una Triestina che pur con risultati altalenanti, sta giocando molto bene e ci mette sempre il massimo dell’impegno. E invece venerdì scorso lo stadio era patetico: tv o non tv, freddo o non freddo, si è preferito restare a casa. Eppure non c’era la neve, non c’erano condizioni proibitive. Una volta si andava allo stadio con tanti gradi sotto zero». […] «Il Vicenza è una società fallita che porta quasi 10mila spettatori allo stadio. Dobbiamo pensare a questo, numeri che noi possiamo solo sognare. Per cui diamoci tutti una svegliata».

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dopo il rinvio della gara tra Reggiana e Mestre, slittata sabato a causa del gelo, il Mestre ha ripreso ieri il suo cammino di avvicinamento alla gara contro il Pordenone in programma domenica al Mecchia, dove gli arancioneri proveranno ad allungare la serie positiva di risultati e continuare nel suo percorso di crescita. Un cammino che, come sottolinea il presidente Stefano Serena, non è che agli albori. «Abbiamo preso consapevolezza della nostra forza, ma la nostra crescita non si ferma qui. C’è ancora margine di crescita sotto ogni aspetto, perché il nostro obiettivo è quello di crescere giorno dopo giorno». L’exploit compiuto dal Mestre in questo girone di ritorno ha fatto schizzare alle stelle l’entusiasmo nell’ambiente arancionero, ma nonostante le ambizioni siano molte, il focus resta sempre sul primo traguardo da raggiungere. «Noi dobbiamo arrivare a salvarci quanto prima, poi tutto quello che verrà sarà meritato. La classifica resta molto corta anche verso l’alto, dove la Reggiana può tornare vicina al Padova. Per questo dobbiamo andare avanti per la nostra strada, consci dei nostri mezzi e senza fare sconti a nessuno». […] E avviandosi verso la fine della stagione, si inizia a guardare al futuro. «Ci stiamo già muovendo per i giovani, un argomento che sarà affrontato a breve dal direttore sportivo ed i suoi consulenti. Per quanto riguarda il mercato invece non faremo nulla fino a fine stagione, perché credo sia solamente una distrazione per tutti». […]

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mezzo milione di euro. È la valutazione che sarebbe stata attribuita al portiere Marco Meneghetti, classe 2001, cresciuto nelle giovanili neroverdi e ora conteso da West Ham e Inter. La voce filtra sia da Stratford (quartiere situato nel borgo londinese di Newham, dove si trova lo stadio degli Hammers) che da Milano. […] Se l’operazione venisse condotta a termine alla cifra riportata sarebbe non soltanto un beneficio importante per il bilancio neroverde, ma anche il primo frutto della politica di valorizzazione del vivaio avviata da Mauro Lovisa quando rilevò la società, esattamente 10 anni orsono. Meneghetti è uno dei protagonisti della formazione Under 17 allenata da David Rispoli che sta dominando il campionato di categoria. Marco, dopo aver assaggiato la prima squadra negli ultimi 10′ dell’amichevole di gennaio con il Venezia, ha esordito in campionato a febbraio contro la FeralpiSalò, subentrando al 1′ della ripresa a un Perilli rimasto negli spogliatoi per problemi alla schiena. Il risultato era già sul 3-0 a favore dei gardesani. Contribuì nell’occasione a non aggravare il passivo con buona sicurezza nelle uscite e un grande intervento su un insidiosissimo diagonale.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Oggi alle 15.30, al duomo di Lugugnana di Portogruaro, si celebrano i funerali di Sergio Pinzin, ex direttore sportivo del Pordenone, vinto dal male a 52 anni. Il dirigente veneto, che portò i ramarri in Lega Pro vincendo anche lo scudetto di serie D, ha lasciato il segno nella vita di tantissimi addetti ai lavori. E la giornata di ieri è stato un susseguirsi di pensieri dedicati a Sergio, uomo di gran vitalità e positività.Particolarmente commosso e sentito il ricordo di Giancarlo Migliorini, ex direttore generale del club cittadino, al fianco di Pinzin nel suo percorso al Pordenone dal 2012 al 2015. «Ho ancora in mente la prima volta che ci siamo incontrati – racconta -: era il 2011, eravamo negli spogliatoi dopo la sfida tra il Concordia, di cui era il direttore sportivo. Fu il contatto da cui si sviluppò poi il suo passaggio tra i neroverdi. Da quel momento partì un rapporto professionale vero, sfociato poi in un’amicizia sincera: con lui ho condiviso periodi belli e altri in cui ci chiedevamo cosa fare. Ho sempre in testa – prosegue il ricordo – il momento in cui a Este, poco dopo il 90′, ci abbracciamo commossi dopo aver conquistato la promozione. Non dimentico la gara di Pescara di Tim cup e tanti altri match. Ci eravamo sentiti nell’ultimo periodo, mi aveva raccontato della sua malattia e di come sarebbe stato difficile guarire. Non so cosa più dire: con la sua scomparsa si è spenta una parte di me».Sentito anche il pensiero di Fabio Rossitto, attuale tecnico neroverde, che ha lavorato assieme a Pinzin nelle sue due precedenti esperienze di trainer del Pordenone. «Ricevere la notizia della sua scomparsa è stato come subire un pugno nello stomaco – afferma -. Sergio era una bella persona, seria, positiva: domenica col Mestre sogno di vincere per dedicargli il successo». […]

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Carattere forte e deciso, non scende a compromessi. Idee calcistiche super-offensive: i numeri da declinare in modulo sono 3-4-3 e avere il pallino del gioco non è una tendenza, ma un obbligo. È l’identikit, in breve, di Mauro Zironelli, allenatore del Mestre, prossimo avversario del Pordenone. Un tecnico che piace da anni al presidente dei neroverdi, Mauro Lovisa, che ama un modo di fare calcio coraggioso e spregiudicato come soprattutto “Ziro” sa fare.Feeling. La stima nei confronti del condottiero veneto risale ai tempi della Sacilese. Era il campionato 2013-2014: ramarri a lottare per la serie C (poi conquistata), liventini partiti con l’obiettivo playoff. Zironelli venne ingaggiato dall’allora ds biancorosso, attuale responsabile del vivaio del Pordenone, Denis Fiorin per sostituire Carmine Parlato, appena passato in riva al Noncello. Con un manipolo di giocatori da rilanciare (Beccia, Favret) e giovani di prospettiva (Spagnoli, Paladin), la Sacilese chiuse al terzo posto dietro i ramarri e il Marano con 66 punti, 55 gol segnati e un modo di giocare molto offensivo. Lovisa si appuntò tutto. “Ziro” si ripetè l’anno successivo, lasciando la squadra al terzo posto prima di dare le dimissioni a metà stagione. Al suo posto venne promosso il tecnico della juniores Carlo Marchetto, attuale vice di Bruno Tedino al Palermo, che mantenne il gruppo sul gradino più basso del podio. Sempre in quel torneo Zironelli valorizzò al massimo Spagnoli, Beccaro, Boscolo Papo, Sottovia e Favaro: tutti calciatori che adesso militano nelle fila del Mestre e che per il loro allenatore sono pronti a dare tutto. […]

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 15.50 – Qui Guizza: continuano i test anti-Bassano.

Ore 15.30 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-3-1-2.

Ore 15.10 – Qui Guizza: buone notizie per mister Bisoli, che recupera pienamente anche Pulzetti, Belingheri e Ravanelli.

Ore 14.50 – Qui Guizza: lavoro atletico.

Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Da gennaio il Vicenza non ha mai potuto trovare continuità perché, tra soste ed interruzioni, spesso ha giocato ogni quindici giorni, cosa che accadrà anche a Trieste. «Loro hanno giocato con continuità e senza dubbio non è uno svantaggio — sottolinea Valentini — il bello è che dopo essere stati costretti a stare fermi tra fine marzo e aprile il calendario ci costringerà a giocare ogni tre giorni e in quel periodo dovremo essere bravi a gestirci bene, perché saremo nella fase finale della stagione e la stanchezza potrebbe anche farsi sentire». A Trieste però ci sarebbe da «vendicare» la sconfitta dell’andata. «Niente da dire sulla loro vittoria ma è stata la classica gara in cui a loro è andato tutto bene e a noi tutto storto — sottolinea il portiere del Vicenza — ricordo molto bene la traversa clamorosa colpita da Lanini e la palla che è rimbalzata sulla linea di porta: nel contropiede successivo il loro tiro è rimbalzato sul palo ed è finito in gol. Nel calcio gli episodi sono importanti e stavolta dovremo essere bravi a farli girare dalla nostra parte. Noi lotteremo su tutti i palloni e giocheremo anche per i nostri tifosi, che saranno presenti in tanti a sostenerci e vorremmo regalare a loro una bella vittoria».

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con l’Ascoli inizia il tour de force e il Venezia si tuffa in apnea nella lunga rincorsa ai playoff. È un calendario a dir poco intasato quello che attende gli arancioneroverdi di Pippo Inzaghi, con quattro gare tra il 10 e il 29 marzo, addirittura sei ad aprile, per poi chiudere con un ultimo poker di sfide tra il 1. e il 18 maggio. Una scalata da affrontare tutta d’un fiato, partendo dal match di sabato con l’Ascoli (stadio Penzo ore 15) che, alla luce del penultimo posto dei marchigiani, è sulla carta il più agevole. Vittoria obbligata quindi sarebbe la quinta di fila a Sant’Elena prima di affrontare tre big che nella graduatoria della Serie B stanno davanti a Domizzi e compagni: sabato 17 marzo trasferta ad Empoli, domenica 25 derby al Penzo col Cittadella (ore 18) e giovedì 29 la visita all’attuale capolista Frosinone. A inaugurare aprile, invece, sarà con ogni probabilità il recupero in casa del Carpi martedì 3 (manca solo l’ufficialità) saltato domenica scorsa per la tragedia-Astori. «Proprio la situazione dell’Ascoli rende la partita di sabato la più delicata di tutte mette in guardia Nicolas Frey perché affronteremo una squadra ferita, affamata di riscatto e quindi molto pericolosa».

Ore 12.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La notizia del giorno è che Marcello Falzerano non è ancora rientrato in gruppo e la sua presenza contro l’Ascoli è in forte dubbio. Il centrocampista del Venezia conta di riuscire ad aggregarsi ai compagni nella peggiore delle ipotesi nella giornata di venerdì e in quel caso potrebbe quantomeno andare in panchina nella prossima partita casalinga in programma sabato al Penzo. Chi, invece, ci sarà sicuramente è Gianluca Litteri, pronto a cercare di aumentare il suo bottino di gol in maglia arancioneroverde. Sinora il suo ingresso in squadra è stato eccezionale, con tre gol segnati nelle cinque partite disputate. Ma secondo il diretto interessato, il vero Litteri si deve ancora vedere. «L’inserimento in squadra è stato molto rapido — spiega l’ex centravanti del Cittadella — e io sto abbastanza bene. Non mi sento ancora al 100% della condizione, però a livello fisico sto migliorando. Con il gruppo mi sono integrato bene da subito perché conoscevo già tre dei miei attuali compagni e questo ha favorito tutto. Nessun problema, sotto questo punto di vista. Siamo in un buon momento, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché la serie B è un campionato difficilissimo. Per quanto riguarda l’Ascoli, è una squadra un po’ in difficoltà, ma, come tutte le compagini in quelle situazioni, hanno il dente avvelenato e devono riscattarsi. Quindi bisogna stare attenti, concentrarsi e lavorare molto bene». […]

Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) Trentaquattro anni e non sentirli. Anzi. Il Venezia sembra aver ridato una seconda giovinezza a Nicolas Frey, che ieri ha festeggiato il compleanno, ritornato in campo dopo aver vissuto per mesi ai margini del Chievo Verona. Ultimo innesto del mercato invernale di Leandro Rinaudo, Frey ha avuto bisogno di qualche settimana di rodaggio per eliminare le tossine accumulate in oltre sei mesi, poi Inzaghi gli ha dato fiducia contro l’Avellino, riconfermandolo a Parma e poi con la Ternana. «All’inizio ho avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarmi» spiega il difensore francese, «e ritrovare anche la condizione. Spero di aver ripagato la fiducia dell’allenatore quando mi ha fatto giocare. Sono stato anche agevolato ad arrivare in un momento favorevole della stagione del Venezia, ma fin dalla prima partita che ho visto mi sono accorto di essere arrivato in un gruppo fantastico, in una squadra che gioca anche un bel calcio per essere in Serie B. Al Venezia si può fare qualcosa di importante. Non sono ancora al 100% perché vorrei dare di più, ma sto lavorando molto bene e sto ritrovando le mie sensazioni». Un campionato condizionato dalle tante partite rinviate, una classifica virtuale che si deve analizzare con moderazione, anche se il sesto posto del Venezia è tangibile. «La classifica è molto concentrata, non bisogna guardare troppo oltre all’obiettivo primario della società, che è quello di garantirsi la permanenza in Serie B e pensare adesso a staccare le ultime cinque squadre della graduatoria. Se poi, tra qualche settimana, ci ritroveremo nella stessa posizione, proveremo a conservarla. Sarebbe ingenuo non farlo». […]

Ore 11.30 – (Gazzettino) […] Il suo secondo debutto in maglia granata allo stadio Del Duca di Ascoli non poteva essere più beneaugurante: vittoria del Cittadella con rete decisiva proprio dell’ex Primavera del Milan. Poi Vido ha alternato presenze più o meno gratificanti e con un gioco non tanto appariscente, ma fatto di funzionalità a servizio della squadra. Il gol però non è più arrivato. «Personalmente non è un problema -chiarisce la punta vicentina- l’importante è che la squadra faccia bene come è stato nelle ultime partite. Nel calcio moderno l’attaccante oltre a segnare deve aiutare la squadra. È chiaro che il gol è sempre una cosa fondamentale per gli attaccanti, ma io sono tranquillo, arriveranno anche altri miei gol e mi auguro solo che siamo decisivi per la nostra classifica, altrimenti non servirebbero a niente». Nell’ultima partita vinta al Tombolato contro il Pescara, il ventunenne nato a Bassano del Grappa ha procurato il rigore, poi trasformato da Iori, e si è mosso in modo molto diligente. «Devo ancora migliorare sotto tutti gli aspetti, cerco di fare dell’essenzialità dei movimenti la mia arma. Sono arrivato a gennaio a Cittadella con tanta voglia di fare, ma con pochi minuti di gioco sulle gambe. Ho dovuto recuperare la condizione che mi mancava e adesso mi sento pronto per l’intera partita». […] I play off comunque adesso solo l’obiettivo e magari potrebbe arrivare qualcosa in più. «Non guardiamo troppo avanti – conclude Vido – cerchiamo di ottenere il massimo vivendo alla giornata. Ho ritrovato un Cittadella che in un anno è migliorato ed è più sicuro nei propri mezzi. Anche a livello personale alcuni mesi di serie A con l’Atalanta mi hanno giovato, ma adesso conta solo quello che riusciremo a fare da qui alla fine della stagione». […]

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Il “Profeta” ritrova il suo passato. L’amichevole in cartellone questo pomeriggio alle 15 tra Marosticense e Cittadella (allo stadio di via Maroso 23, a Marostica, con ingresso ad offerta libera) potrebbe sembrare un test qualsiasi, di quelli che la squadra più quotata affronta a metà settimana per provare schemi, ricevere applausi e dare spazio a chi ne trova poco. Non è così.La partita di oggi ha un sapore speciale, perché sulla panchina della squadra di casa, che milita in Eccellenza, siede proprio Ezio Glerean, l’uomo del “miracolo” granata, quello che portò per primo il Citta in Serie B, nel 2000, facendo rumore in tutta Italia con il suo iper-offensivo 3-3-4. «Quando da Cittadella ci hanno proposto quest’amichevole, per far riposare i loro campi provati dal maltempo, siamo stati ben contenti di accettare», rivela il 61enne tecnico di San Michele al Tagliamento. «Tutto il nostro settore giovanile assisterà alla partita, sarà una festa». […] «Guardate, sabato ho avuto la possibilità di tornare al Tombolato dopo un po’ di tempo per vedere la partita con il Pescara. Ritrovare ancora all’opera le stesse persone che lavoravano quando c’ero io, dai massaggiatori sino al direttore Marchetti, che ha iniziato con me nel 2000 partendo dal settore giovanile, e poi vedere com’è stato migliorato lo stadio in questi anni, beh… mi ha inorgoglito. È una delle poche realtà in cui alle parole si preferiscono i fatti e in cui ogni figura rispetta il suo ruolo. E Venturato, oltre che un allenatore, è anche un educatore, un po’ come lo è Bisoli nel Padova. Ormai, invece, i presidenti hanno spesso più contatti con i procuratori che con i propri dipendenti. Ma si può?».Quindi, facendo due più due, non è troppo stupito dall’attuale terzo posto del Citta in Serie B.«No, perché questa è una squadra che propone un bel calcio e punta su un’intelaiatura rodata negli anni, la sintonia si vede. E poi, se permettete, allargherei il discorso: mi sembra che negli ultimi anni il tasso tecnico generale sia sceso, oggi non vedo in campo attaccanti come Maniero, Di Napoli o Flachi. L’impressione è che i valori si siano livellati, mentre, per contro, è aumentato il ritmo di gioco. Ne consegue che le squadre più organizzate, come il Cittadella, hanno più possibilità di emergere rispetto ad un tempo. Poi è chiaro che chi conta su elementi di qualità, come ad esempio il Frosinone, è destinato a stare in alto, ma il Citta si potrà giocare la promozione sino alla fine». […]

Ore 10.40 – (Gazzettino) Beninteso, non mi sto giustificando: ho commesso un errore, ma è stato più accentuato di quello che era». […] Tutti i compagni comunque le sono stati vicini. «Fa piacere. A volte sbaglio perché ci metto troppa foga. Del resto vivendo qui so cosa significa per tutta Padova tornare in serie B». Un anno fa giocava nella Reggiana: è questa la squadra che può impensierirvi di più? «Sì, perché tra le inseguitrici è quella che ha avuto maggiore continuità di risultati ed è potenzialmente a meno quattro da noi dovendo recuperare due gare. Sono stato lì, conosco la forza che hanno e questo deve essere per noi un ulteriore stimolo a fare bene. Fino a quando non arriva la matematica, sarebbe da folli pensare di avere già vinto». Giocherete il posticipo a Bassano, sapendo già il risultato delle rivali. Una pressione in più? «Ormai ci siamo abituati, ma arrivati a questo punto del campionato sarebbe giusto che tutte le formazioni in lizza per lo stesso obiettivo giocassero allo stesso orario». […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) Si aspettava due giornate, gliene hanno date il doppio. È arrivata una mazzata dal giudice per Trevor Trevisan che è stata squalificato per quattro turni: uno per recidività, tre per somma di ammonizioni e per avere colpito volontariamente con una gomitata alla nuca un avversario. […] Ecco proprio Trevisan nell’incontro con i cronisti, prima di conoscere l’entità della squalifica: «Provo un grandissimo dispiacere perché sapevamo quanto fosse importante questa partita, e ho lasciato la squadra in dieci con tutto quello che ne è seguito. Di sicuro l’ammonizione ricevuta pochi istanti prima mi ha innervosito, sbagliando perché già pensavo che avrei saltato la sfida con il Bassano essendo in diffida. Avevo perso palla ed ero arrabbiato perché l’arbitro non aveva fischiato prima un fallo ai miei danni: in questi casi bisogna essere bravi a restare lucidi, e non lo sono stato». Sul contatto da espulsione. «Ho rivisto le immagini, ero dietro all’attaccante e ciò che ha indotto l’arbitro a espellermi è l’avere alzato il braccio prendendolo sul collo, ma non è stato un gesto cattivo.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Invece l’arbitro ha ammonito me e questa cosa mi ha innervosito perché ho immediatamente pensato che avrei saltato Bassano. Non dovevo pensarci, serviva restare lucidi e non lo sono stato. Quando è stata battuta la punizione, sono entrato a contatto con l’attaccante, l’ho colpito con il braccio in un movimento tipico da difensore. Il contatto è stato accentuato, ma ho sbagliato io. Ci stava la doppia ammonizione, l’espulsione diretta l’ho trovata esagerata, anche perché non c’era cattiveria». Per farsi perdonare offrirà una cena a squadra e staff…«Pagherò più che volentieri. Per quanto tengo a questa stagione, la foga mi ha portato a commettere l’errore. Vivo a Padova, ho passato tanti anni qui e so cosa significhi per la piazza tornare in Serie B. Sono davvero dispiaciuto e adesso non potrò nemmeno dare una mano ai miei compagni nella fase più calda della stagione». […] Marzo sarà decisivo?«Sì. Iniziano le gare pesanti e affrontiamo le squadre che possano darci noia fino all’ultimo. All’andata in queste quattro gare abbiamo raccolto 10 punti su 12, dando un segnale di forza al campionato. Ed è quello che vorremmo ripetere».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È andata anche peggio del previsto. Il giudice sportivo della Lega Pro ha squalificato per quattro giornate Trevor Trevisan, per cumulo di ammonizioni (era in diffida ed è stato ammonito al 28′ del primo tempo contro il Teramo) e per l’espulsione diretta arrivata per la gomitata alla nuca rifilata a Gondo, nella partita del Padova di sabato scorso. […] «Speravo in due giornate», aveva commentato il giocatore prima dell’ufficialità della sentenza. «Mi spiace per ciò che ho fatto, ho commesso un errore e ci rimugino tuttora. La mia espulsione ha compromesso l’andamento della partita, condizionando il risultato. Era una gara importantissima che, se avessimo vinto, avrebbe lasciato una grande impronta sul campionato».Ma cos’è successo in quel fatidico minuto, nel quale prima ha rimediato un “giallo” per un fallo a centrocampo, quindi, sulla successiva punizione, ha colpito al collo l’avversario beccandosi il “rosso” diretto?«Premetto che non cerco scusanti. L’intervento che ho commesso a metà campo è stato preceduto da un fallo che avevo subìto.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È ancora presto per capire se Ravanelli, Belingheri e Pulzetti saranno disponibili per la prossima trasferta di Bassano. Ieri i due centrocampisti hanno lavorato solo parzialmente con la squadra, svolgendo la parte atletica, ma non partecipando alla partitella e agli esercizi con il pallone. Ha lavorato tra palestra e campo pure Ravanelli, mentre Candido e Marcandella sono rientrati in gruppo. Da valutare in questi giorni, invece, le condizioni di Gliozzi, che ieri ha abbandonato il campo poco dopo metà seduta lamentando un dolore alla zona inguinale. […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È la seconda volta che viene a Padova, parla con la società e guarda l’allenamento. Ci dobbiamo aspettare un suo ingresso nell’organigramma tecnico, visto anche il legame con il nuovo socio Joseph Oughourlian? «Non si sa mai nella vita, ma non credo, adesso le mie priorità sono altre e riguardano la mia famiglia. Ho avuto da poco un figlio piccolo e voglio godermelo. Per quanto riguarda Oughourlian, lo conosco solo tramite amici in comune, visti i suoi rapporti con i Millionarios de Bogotà in Colombia. So che è un grande uomo di affari». […] «Il progetto del Padova è sicuramente serio e interessante. Il presidente Bonetto mi ha fatto un’ottima impressione, ha le idee chiare, sa qual è la sua dimensione in questo momento e lavora passo dopo passo per raggiungere gli obiettivi. Faccio un “in bocca al lupo” enorme al club, il Padova ha una storia ricca e potrebbe tornare ad essere protagonista nel calcio italiano».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) […] Ivan Ramiro Cordoba, l’ex difensore dell’Inter del “triplete”, era a Padova anche ieri, consolidando il proprio rapporto di collaborazione con la società di viale Rocco. Il colombiano ha pranzato alla foresteria del Centro Geremia assieme ad alcuni amici ma soprattutto al fianco di Conrado Conde, centrocampista argentino classe 1998. […] «È un centrocampista italo-argentino che ha caratteristiche da fantasista», lo descrive l’ex difensore nerazzurro, che si è concesso con grande disponibilità alle domande dei cronisti. «Spera di far bene in Italia e resterà a Padova fino a sabato. Alcune squadre mi hanno chiesto la possibilità di visionarlo, nel caso sarebbe un’operazione per la prossima stagione. Ma non voglio fare paragoni con altri giocatori, mi auguro possa mettersi in mostra e far vedere le sue qualità».

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Ore 13.30: « Spero che mi diano due turni di squalifica, di più mi sembrerebbe esagerato». Ore 17: i turni di squalifica diventano ben quattro, uno per cumulo di ammonizioni e altri tre «per somma di ammonizioni e per aver colpito volontariamente con una gomitata alla nuca un avversario». Si abbatte la mannaia del giudice sportivo sul difensore Trevor Trevisan e pure sul Padova, con la squalifica per due giornate del vice di Pierpaolo Bisoli, Danilo Chiodi e con l’inibizione fino al 20 marzo del team manager Marcelo Mateos. Provvedimenti assunti dopo che tutti i diretti interessati erano stati espulsi dal contestatissimo direttore di gara Luca Zufferli. La società farà sicuramente ricorso chiedendo gli atti, nella speranza di farsi ridurre la sanzione quantomeno di una giornata. Ieri Trevisan si è scusato per il gesto, ma dalle sue parole non trapelava neppure in minima parte la sensazione di poter essere fermato per un periodo così lungo. «Sono veramente dispiaciuto per quello che è successo — ha detto — da difensore mi è venuto spontaneo alzare il braccio, come gesto è stato sbagliato. Secondo me sarebbe stata giusta la doppia ammonizione, c’è stato il braccio alto ma l’arbitro, secondo me un po’ esagerando, mi ha espulso. Mi dispiace di aver messo in difficoltà la squadra, ma l’ho fatto per troppo amore, ho sbagliato. Spero e penso di poter rimediare, sono tornato a Padova perché voglio aiutare la squadra a raggiungere un traguardo importante come la B». […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Per la seconda volta nello spazio di qualche settimana si è rivisto ieri a Padova Ivan Ramiro Cordoba, ex difensore centrale dell’Inter divenuto mediatore internazionale di un’agenzia calcistica dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Cordoba ha portato nella città del Santo un giovane centrocampista argentino, che rimarrà ad allenarsi agli ordini di Pierpaolo Bisoli fino al termine della settimana. Si tratta di Conrado Conde, trequartista di vent’anni che spera di strappare un contratto nella prossima stagione con il club di viale Rocco. La presenza di Cordoba, però, suscita non poca curiosità, considerata la stretta conoscenza del colombiano con il nuovo socio biancoscudato Joseph Ourghourlian, che detiene una partecipazione anche nel Club Millonarios. «Conosco Oughourlian — dice Cordoba — e questa conoscenza è avvenuta dopo il suo ingresso nel Club Millonarios. Con i proprietari c’è un’amicizia di vecchia data, diciamo che le strade si sono incrociate e ci sono alcuni interessi in comune. Ho portato qui Conte, un ragazzo che sta inseguendo il sogno di giocare in Italia e credo che abbia potenzialità importanti. Merita di essere visionato da Bisoli». […]




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