Presidente Andrea Gabrielli, non le sembrano tutti segnali premonitori? Il fatto che abbiate sconfitto per la prima volta sul suo campo la vostra “bestia nera”, che abbiate infranto i tabù di Perugia e Cesena, che nessuno vi fermi più in trasferta… «Non vorrei che passasse l’idea che siamo lassù perché c’è la buona sorte ad accompagnarci. È vero, invece, che la squadra sta dando prova di essere matura a certi livelli e forte in campo, e di saper reagire, come ha sempre fatto, a certi risultati demoralizzanti ottenuti al Tombolato. Tre giorni prima era successo quel che sappiamo, martedì sera ci siamo ripresi quanto avevamo perso con l’Empoli. Avete visto la capolista? Le è successo un po’ quello che era accaduto nella sfida diretta con noi, raggiunta all’ultimo minuto sugli sviluppi di un calcio d’angolo contestato. Il calcio è bello anche per questo…». Certo che questo filotto di successi esterni, che fa da contraltare alle sconfitte interne, accentua il rammarico per quanto lasciato per strada. Con 5-6 punti in più sareste oggi la “regina” della Serie B. «Qualche volta faccio anch’io la stessa considerazione, però mi è stato giustamente fatto osservare che noi non sappiamo cosa hanno realmente perso le altre concorrenti dirette. Quest’anno sicuramente nel nostro stadio le cose sono andate in un modo un po’ più sfavorevole rispetto al passato, ma è anche vero che abbiamo recuperato in fretta le posizioni cedute per colpa nostra e della malasorte. In ogni caso, il latte versato è versato, non si può mica continuare a rimpiangere ciò che non avremo più».
[…]Papà Angelo vi aveva chiesto, quando passò la mano lasciandovi la società, di portare davvero il Citta così in alto? Era questo lo scopo della mission? «Nostro padre aveva tracciato il solco, noi abbiamo proseguito su quella linea. Oggi sarebbe felice di vedere cosa è stato realizzato, soprattutto nel rapporto con i tifosi ed il territorio».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)