In fondo, Stefano Marchetti si aspettava di leggere il suo nome nel comunicato del giudice sportivo. «Chiedere spiegazioni all’arbitro non serve a niente, l’unica cosa che ti dice è che dopo ti squalifica», era sbottato già nell’immediato dopo-partita riferendosi all’acceso confronto con il signor Abbattista di Molfetta dopo il triplice fischio di chiusura della partita con l’Empoli. […] «Quello subìto è un torto molto grave, perché ci toglie tanto. Non mi riferisco solo ai punti persi, ma anche al colpo inferto al morale ed all’entusiasmo. I ragazzi hanno messo il cuore in campo, dando il massimo. Tutto quello che abbiamo fatto ci è stato portato via», afferma Marchetti, che, vedendo il quarto uomo segnalare i 5′ di recupero, confessa di essere tornato con la mente «alla partita con il Novara, quando ce ne volevano dare 4, poi allungati a 5, dopo che erano state perse delle… ore in campo. Si vede che a Cittadella il tempo scorre per conto suo». Ma è soprattutto il rinvio dal fondo “invertito” che pesa. «La gara sarebbe finita. È un errore che ci può stare, ma è grave e ci ha tolto 2 punti in più meritati. E mi ferisce il fatto che fra tre giorni tutto sarà dimenticato, nessuno si ricorderà più del torto patito».
[…]Marchetti difende i suoi uomini: «Bennacer ha qualità tecniche di categoria superiore, c’era la paura di commettere fallo da rigore su di lui e abbiamo temporeggiato. È sicuramente stato un errore, ma la partita era fi-ni-ta (scandendo la parola, ndr): è inutile fare tanti discorsi se ci viene portato via quello che meritiamo».
(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)