Partiamo da un presupposto semplicissimo. Quanti avevano pronosticato in estate un Padova dominatore del campionato l’estate scorsa? La risposta: nessuno. Quanti avrebbero firmato per trovarsi a inizio marzo con dieci punti di vantaggio (e una partita in più) sulla seconda della classe? La risposta: tutti. Da quanti anni il Padova non era primo in classifica con un vantaggio simile? Spulciate gli almanacchi e troverete molto presto la risposta. Il ragionamento successivo segue questa traccia. Ha senso leggere su blog, social e forum vari continui messaggi di allarme (“ho brutte sensazioni”, “faremo come l’Alessandria”, “stiamo frenando” e chi più ne ha più ne metta) che mettono in discussione il primato netto e indiscutibile di questa squadra? No, non ha proprio senso, anche perché la mini-crisi di dicembre, quando si pareggiò in casa con la Fermana, si perse a Gubbio e a Fano ci si salvò per il rotto della cuffia è già ampiamente alle spalle, il Padova si è rialzato e ha ripreso a correre. Se qualcuno ne avesse approfittato, quella frenata controllata avrebbe potuto riaprire il campionato, invece nessuno lo ha fatto, neppure la Reggiana che per esempio nello stesso periodo perse a Salò. Con il nuovo anno il Padova è tornato a marciare: ha vinto a Vicenza, ha pareggiato con la Sambenedettese, ha vinto a Santarcangelo, ha vinto col Ravenna e ha pareggiato a Bolzano. Fanno 11 punti sui 15 disponibili, un cammino che, se proseguirà con questo ritmo, porterà dritti in Serie B. Certo, non è ancora finita. Certo, sabato a Bolzano e pure in Reggiana-Santarcangelo qualche decisione arbitrale ha fatto storcere il naso: detto che non ho le immagini per valutare la posizione di Costantino in occasione dell’1-0, ho rivisto al ralenty il fallo su Bellemo. Sembra appena fuori dall’area, ma quello che proprio non sta in piedi è che non sia stato fischiato nulla con l’arbitro a cinque metri dall’azione. Chi mi conosce sa che non amo parlare di arbitraggi, quello che però posso dire è che ben difficilmente anche quest’anno, se non forse in un’occasione, ho visto un Padova favorito da decisioni del direttore di gara. Niente alibi, però. Meno ci si concentra su eventi esterni e più le possibilità di vincere il campionato aumentano. Chi sta davanti, dev’essere più forte di tutto e di tutti e questo Padova ha tutti i mezzi e le potenzialità per arrivare a dama contando solo sulle proprie forze. Sono gli altri che inseguono, che non possono sbagliare, che non hanno margine di errore, non chi è in testa. Se poi pensiamo che Bisoli debba vincere il campionato con 15 punti di vantaggio allora siamo fuori strada. Non era nelle previsioni, non è realistico pensarlo ed è giusto camminare passo dopo passo fino al traguardo, curando anche i dettagli. Tenendo la guardia alta, certo, ma allontanando qualsiasi elemento ed atteggiamento che possa essere di disturbo. Non ci sono complotti, non ci sono trame oscure. Se il Padova farà il Padova, arriverà primo. Mettendo tutti gli altri in fila dietro di sé. Punto.