Un punto d’oro, di quelli che alla fine peseranno tantissimo. Perchè le nuove concorrenti dirette più vicine – adesso Reggiana e Bassano – hanno, sì, vinto, ma sono staccate di 10 lunghezze (con una partita in meno gli emiliani, una in più i vicentini), ma soprattutto perché il Mestre ha cacciato ancora più lontano la FeralpiSalò, ora a – 12 dai biancoscudati e superata anche dalla Sambenedettese (- 11). Il Padova non abbatte il tabù del “Druso”, ma il terzo pareggio su quattro confronti diretti con il Sudtirol (due 0 a 0 in precedenza e la sconfitta per 1 a 0 dell’aprile 2017) conta tanto in prospettiva. Un altro piccolo passo verso il traguardo del 6 maggio. Settima divisione della posta nella stagione, raggiunta in rimonta come a Fano, ed era successa la stessa cosa con l’Albinoleffe, superato invece nella ripresa. La squadra di Bisoli non è solo la più forte, come testimonia la classifica, ma anche la più tosta sul piano caratteriale, perché non era facile, nell’occasione, centrare un risultato positivo. E i motivi sono presto spiegati: gol degli altoatesini “viziato” da una netta posizione di fuorigioco del suo autore, Costantino, e un rigore e mezzo almeno negato agli ospiti. Quindi, doppi meriti a Trevisan & C., perché hanno lottato tenacemente contro un avversario valido, fisicamente prestante e tra i più in forma del campionato (sesto posto, 30 punti in 18 giornate dopo la sconfitta all’Euganeo, l’8 ottobre scorso), e perché sono incappati in un arbitraggio insufficiente, compreso l’assistente Bercigli, che operava sotto la tribuna principale e che, a sentire Bisoli, ha ammesso di aver sbagliato valutazione sull’azione da cui è scaturito il vantaggio dei biancorossi. Ma, tant’è, il paradiso bisogna guadagnarselo, a dispetto anche degli errori di chi dirige.
[…]Rimangono 10 partite. Quota 63 è distante 14 punti. Dài Padova, stringi i denti che la meta è sempre più vicina.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)