Padova-Ravenna, l’analisi de “Il Gazzettino”

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Come all’andata, sono bastati appena trenta minuti al Padova per archiviare con facilità la pratica Ravenna. Una vittoria nel segno di Guidone, autore di entrambi i gol. Il tutto sotto gli occhi del nuovo socio Joseph Oughorlian, per la prima volta allo stadio Euganeo, che ha seguito la partita al fianco del presidente Bonetto sfoggiando con orgoglio al collo, per la gioia dei tifosi, una sciarpa biancoscudata. «Il mio nome significa portafortuna» ha detto ai cronisti il finanziere di origine armena prima di sedersi in tribuna d’onore. E i fatti gli hanno dato ragione. Senza contare che sono saliti a undici i punti di vantaggio della truppa di Bisoli nei confronti del Feralpisalò, secondo in classifica e ieri fermato sul pareggio in casa dal Teramo, quando mancano dodici giornate alla fine del campionato. Ma c’è sempre da tenere d’occhio la Reggiana, staccata di dodici lunghezze, ma con una partita in meno e che avrà il vantaggio del fattore campo nello scontro diretto. Ottimo l’approccio del Padova, dopo che nelle ultime uscite la squadra aveva sempre faticato in avvio ad entrare in partita. Evidentemente la soluzione studiata da Bisoli e dal suo staff per ovviare alle partenze ad handicap ha prodotto gli effetti sperati. La manovra è apparsa subito fluida ed incisiva di fronte a un Ravenna preoccupato soprattutto di chiudere gli spazi.

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Gli ospiti hanno cominciato la ripresa con un attaccante in più (Costantini al posto di Maistrello). Proprio l’ultimo arrivato dopo una cinquantina di secondi dal suo ingresso in campo ha avuto tra i piedi il pallone che avrebbe potuto riaprire la partita, ma da posizione favorevole non è riuscito ad inquadrare la porta. I biancoscudati hanno risposto con un’azione ben confezionata da Sarno e rifinita di testa da Fabris per Capello che proprio all’ultimo è stato anticipato da un difensore. Ma è stato un fuoco di paglia perché il Padova non è più riuscito ad accendersi, lasciando di fatto l’iniziativa nelle mani del Ravenna e badando quasi unicamente a gestire il risultato. Di fronte a questo atteggiamento troppo compassato, Bisoli è corso subito ai ripari operando un doppio cambio: spazio a Gliozzi e Serena che hanno preso il posto di Sarno e Pinzi. La squadra ha alzato di nuovo il baricentro e ha condotto in porta la vittoria senza più correre rischi.

(Fonte: Gazzettino, Claudio Malagoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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