Quando si pensa al Ravenna, avversario del Padova domani all’Euganeo (ore 16.30), torna alla mente la semifinale play off del campionato di C 2008-09 in cui l’undici guidato da Carlo Sabatini conquistò a spese dei romagnoli la finale promozione, poi vinta con la Pro Patria. In casa solo un pareggio, ma al Benelli arrivò una storica vittoria, al termine di una gara dalle emozioni forti e con protagonista l’aretino Gianluca Falsini, autore di una rocambolesca quanto pesante rete che siglò il definitivo 2-1.
[…]«Conservo in primo luogo un ricordo di grande gioia – raccolta l’ex giocatore – per avere regalato tanta felicità a tanta gente. Ho ancora in mente la curva padovana allo stadio romagnolo, un vero e proprio muro umano, in una gara altalenante e con il mio gol di spalla che ci permise di andare in finale». Per Falsini, che una decina di anni prima con la maglia biancoscudata, prima di calcare i campi della serie A, aveva vissuto pure la delusione per una retrocessione in serie C, una soddisfazione ancora più grande: «Nella precedente esperienza al Padova aveva solo vent’anni e facevo pure il servizio militare, ma quando si è in una squadra si vince e si perde tutti assieme. Si può comunque dire che si è chiuso un cerchio, anche perché nel 2009 è poi finita la mia carriera da giocatore professionista, con la grande delusione pochi giorni dopo la promozione per la mancata conferma nonostante trenta presenze e un bel campionato. Posso al tempo stesso dire aggiunge che è bello vincere all’ultimo anno, a maggiore motivo se si riporta una piazza nella categoria che più le compete». Quest’anno la gioia potrebbe ripetersi: «Seguo sempre i risultati dei biancoscudati e mi fa tanto piacere vederli così avanti meritatamente. Incrociando le dita, sono pronti per tornare in serie B e poi l’appetito viene mangiando». Dell’attuale squadra Falsini conosce molti elementi: «Oltre a Zamuner, alcuni calciatori contro cui ho giocato come Pinzi, lo stesso Bisoli che è un ottimo allenatore, capace di spronare i suoi a dare sempre il massimo. In più sono stato compagno al Verona di Pulzetti, a quei tempi giovane, ma già un ragazzo di spessore tecnico e umano».
(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)