Padova-Sambenedettese, l’analisi del “Corriere del Veneto”

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Mettere insieme i pezzi del puzzle stavolta è un’impresa. Novanta minuti rompicapo, un pari che soddisfa (molto) Pierpaolo Bisoli e che invece manda di traverso la cena del sabato sera a Eziolino Capuano. Padova-Sambenedettese è 1-1, la capolista rimane a +8 sulla concorrenza con una giornata di meno da giocare. Sotto questo profilo, un successo su tutta la linea. La Reggiana spinge, ma è molto dietro anche se ha una partita in meno e sabato andrà proprio al Riviera delle Palme, mentre il Padova andrà a Santarcangelo. Scintille in campo (botte da orbi, insulti fra le panchine, spinte, tensione alle stelle ma nessun cartellino rosso), scintille pure fuori dal campo.

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Sul campo ne succedono di tutti i colori. Capello timbra per la nona volta dall’inizio dell’anno al 17’, la Samb tutta grida allo scandalo per un fuorigioco che a velocità normale è impossibile da certificare con certezza. Bisoli lamenta due rigori non concessi, insomma solito tran tran e solite schermaglie: «Ognuno tira acqua al suo mulino», per usare le parole di Bisoli. Al tirar delle somme il pari sembra tutto sommato giusto. La Samb pareggia con un’autentica prodezza di Miracoli (voluta e cercata), poi costruisce altre due palle gol nitide con Bellomo (bravo Bindi) e con Marchi, che spreca l’impossibile nella ripresa. Il Padova non sta a guardare, sfiora il gol con Sarno, Salviato e attacca a testa bassa. Trema, ondeggia, restituisce ogni colpo subito. Alla fine porta a casa l’1-1 e pazienza se più di qualcuno storce il naso a vedere Cappelletti mezzala. Cosa si può dire a un allenatore primo in classifica con otto punti di vantaggio su chi insegue? Niente, appunto. Solo dettagli.

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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