Tutto resta come prima, con una differenza: che le partite da qui al traguardo finale del 6 maggio scendono da 14 a 13 (visto che il secondo riposo coinciderà con la giornata in cui si sarebbe dovuto affrontare il Modena). Il Padova mette sempre più a fuoco l’obiettivo della Serie B, conservando il vantaggio di 8 punti sull’immediata inseguitrice, la Sambenedettese, contro la quale raccoglie un pareggio, che, visti i risultati delle altre, va più che bene. Ha perso (in casa) la FeralpiSalò, per mano del rinato Vicenza, ed è rimasto al palo il Renate, che ha ceduto l’intera posta alla Reggiana, staccata dai biancoscudati di 10 lunghezze ma con una gara in meno, e che forse, in prospettiva, rappresenta l’unica vera minaccia da cui guardarsi.È il sesto nullo della stagione, il quarto all’Euganeo (dopo quelli con Vicenza, Fermana e Reggiana), e tutto sommato rispecchia meriti e demeriti delle due avversarie. Perché i biancoscudati hanno saputo approfittare dell’errata posizione dei difensori rossoblù, nell’applicazione della tattica del fuorigioco, in occasione del vantaggio di Capello, e perché la squadra di Capuano ha rimesso in piedi il match con una gran giocata del suo attaccante migliore, Miracoli (di nome e di fatto). La navigazione della capolista procede, dunque, sicura e senza intoppi, confermando quella che, più che una sensazione, appare come una verità difficilmente confutabile: il Padova è superiore per manifesta inferiorità delle concorrenti dirette, non ce n’è una che dia l’impressione di poter ridurre il divario attuale. E questo è un merito da ascrivere a Bisoli e ai suoi ragazzi.
[…]Il Padova sblocca lo 0 a 0 al 17′, quando Capello, su lancio magistrale di Pinzi, si ritrova solo soletto oltre i difensori marchigiani e punta dritto su Perina. Non è in fuorigioco, secondo Affatato, l’assistente che opera sotto la Tribuna Est, e l’attaccante bolognese ha tutto il tempo per guardare il portiere, aspettarlo e batterlo con uno “scavetto” nell’angolo alla sua destra. Tre minuti dopo l’arbitro annulla un’altra rete ai primi della classe, realizzata da Belingheri, che ribatte un pallone non trattenuto dall’estremo difensore su conclusione di Capello, ma è in posizione di fuorigioco.Il pareggio ospite. Da qui in avanti la partita cambia gradualmente corso, perché la Samb si scuote, prende campo, approfitta di un calo del Padova, che nel settore centrale soffre gli scambi in velocità dei marchigiani e le loro ripartenze. Il fatto è che Cappelletti non ha il passo del mediano, ci mette tanta buona volontà ma sembra un pesce fuor d’acqua in quel ruolo. Domanda: non sarebbe meglio schierare un centrocampista vero, da scegliere tra i vari Mandorlini, Bellemo, Fabris e Mazzocco? Succede così che intorno alla mezz’ora suonano i campanelli d’allarme nell’area biancoscudata. Contessa sbroglia una situazione pericolosa, su un cross basso di Esposito con la palla che danza davanti alla linea prima che il terzino rinvii di… tacco su Miracoli (31′), ma pochi secondi dopo i marchigiani centrano l’1-1 con l’invenzione di Miracoli, che, spalle alla porta, controlla la sfera al limite, si gira su se stesso, manda a vuoto Ravanelli e supera Bindi con un bellissimo tiro all’angolo (32′).
[…]Gli dei del pallone sono dalla parte del Padova e lo proteggono. Avanti così, non lo ferma più nessuno.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)