Ore 20.50 – (Il Piccolo) […] «Un vero peccato perché abbiamo preso gol proprio negli ultimi minuti della partita» sintetizza Miori. «Non siamo stati particolarmente fortunati perché sulla ribattuta eravamo tutti messi bene ma il pallone è andato proprio sui piedi del loro attaccante. Mi sarebbe piaciuto esordire con questa maglia e portare a casa i tre punti. Portiamo invece a casa una buona prestazione». […] «A Fano non era stata una delle partite più belle della Triestina, ma dal campo si percepiva che questo è un grande gruppo con dei ragazzi molto uniti. Infatti vorrei ringraziare di essere arrivato in questo gruppo, fatto da bravissime persone. Sono contento». Perché non è arrivata la vittoria sul Ravenna? «Non siamo stati fortunati, il loro portiere ha fatto un paio di interventi importanti. Bravo lui, sfortunati noi. Peccato, perché a creare così tanto e non portare a casa la pagnotta girano le cosiddette». E’ arrivato a Trieste stimolato dall’obiettivo play-off? «Certamente. Con la squadra che si sta creando penso sia il minimo. Anzi, dovremo cercare di arrivare nelle prime quattro-cinque posizioni che sappiamo bene possono portare a dei vantaggi. Ce la faremo».
Ore 20.30 – (Il Piccolo) Un gol così si ricorda per tutta la vita. […] Raccontata dallo stesso Petrella, sembra tutto molto più semplice: «Ho fatto scorrere la palla, non volendo calciare di destro per paura di buttarla in tribuna, ho fatto la veronica, poi in velocità è una questione di frazioni di secondo, mi sono ritrovato davanti la porta: è stato tutto nel pensare a come passare tre difensori. Sinceramente devo rivederla, perché non me ne rendo ancora conto. Se è stata un’invenzione po’ folle? Il mister ci chiede di tirare fuori il meglio di noi, la tranquillità delle sue parole mi ha aiutato a pensare anche questa giocata». Peccato che alla fine un simile gioiello, che comunque resta stampato indelebile nella memoria di chi era al Rocco, sia stato vanificato sul piano del risultato dalla beffa finale e da quel pareggio giunto al 95′: «Meritavamo i tre punti – dice Petrella – ma il calcio è così. Credo che per quasi tutta la partita abbiamo giocato nella loro metà campo, poi hanno buttato una palla in mezzo ed è andata così. Dobbiamo saper evitare queste situazioni, ma siamo comunque consapevoli che la squadra c’è, che siamo un gran gruppo e da qui ripartire con fiducia». […] «Sullo 0-0 nel primo tempo ci manca un rigore clamoroso, il difensore che ha anticipato Mensah l’ha fatto con la mano tutta aperta. Se ricordiamo che a Reggio Emilia ci furono due episodi su di me più che dubbi, e che poi a San Benedetto su punizione di Bariti nel finale ci fu un altro mani dubbio in area avversaria, i punti che mancano cominciano a pesare, visto che oltre alle disattenzioni che dobbiamo migliorare, ci sono anche gli episodi arbitrali che non ci stanno venendo a favore per niente».
Ore 20.10 – (Il Piccolo) Non è bastato un gol da spellarsi le mani di Petrella, non è bastata un gruzzolo di palle gol (con una paratona del portiere ospite), non è bastato l’inserimento di Lambrughi. La Triestina contro il Ravenna mette nel paniere del girone di ritorno i primi due punti lasciati per strada. Un paniere già riempito nell’andata da almeno 4-5 punti che mancano rispetto al gioco espresso in campo dalla squadra. Nè il cambio di anno, nè l’aver superato il giro di boa, nè la lunga sosta invernale hanno tolto agli alabardati un vizietto di cui molti, Sannino compreso, avrebbero fatto volentieri a meno. La prestazione offerta contro una squadra ordinata ma senza grandi individualità ha messo in evidenza un’Unione capace di imporre il gioco (facendo poi la volontà degli ospiti) con una certa continuità ma capace di accelerare solo in alcuni periodi del match. I momenti migliori in fase offensiva attorno alla mezz’ora della prima e della seconda frazione. Per il resto tanto possesso palla ma anche grande difficoltà ad aggirare un sistema difensivo ben architettato dal tecnico Antonioli. Insomma, come già era successo all’andata, la Triestina ha fatto difficoltà a superare un avversario arcigno anche se non scorretto. In più anche il sistema difensivo ha lasciato qualche spazio di troppo ai giallorossi che hanno avuto almeno tre occasioni (oltre al gol) per passare.Se l’inserimento di Lambrughi è stato positivo e di personalità, nonostante l’ex Livorno debba ancora adattarsi alla sua posizione e a quella dei compagni, sono mancati all’appello i terzini. Talvolta in copertura ma soprattutto nella spinta e nell’apporto qualitativo ai tre di centrocampo. […]
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Almeno si è parlato, con profitto, di mercato. Come annunciato, la partita tra Pordenone e Fano era anche l’occasione per concludere due operazioni in uscita che lo staff neroverde stava programmando da tempo. E su questo versante la società ha fatto centro. Matteo Buratto ed Eros Pellegrini oggi firmeranno proprio per la società marchigiana, che ha inchiodato i ramarri sullo 0-0. Particolarmente significativa la cessione del centrocampista veneto. Buratto era rimasto come un baluardo che testimoniava la scalata del club di Lovisa dalla serie D, vinta nel 2014, ai vertici della C. Ma quest’anno, con Colucci, si è ricavato davvero poco spazio. L’arrivo di Bombagi e Zammarini, poi, ha permesso di emettere la sentenza definitiva. Nei suoi due primi anni di C era finito anche nel mirino di alcuni club cadetti. Poi però la sua crescita ha subìto diverse battute d’arresto: ora ricomincerà dal fanalino di coda del girone B. Pellegrini invece ha alle spalle una storia diversa. Doveva lasciare il Pordenone già in estate, ma la cesseione-lampo di Boniotti, terzino destro rientrato a luglio dal Brescia, aveva bloccato tutto. Così si è ritrovato di nuovo prigioniero del suo ruolo da panchinaro. Poche presenze anche nella stagione in corso, una crescita mai completata e infine la cessione. Entrambi oggi diranno definitivamente sì al Fano, club con il quale il Pordenone si è accordato al termine della partita di sabato. La formula? È praticamente irrilevante, dal momento che i due giocatori in uscita avrebbero terminato il loro impegno con il Ramarro a giugno. Spetterà al Fano, a fine stagione, decidere se rinnovare il matrimonio con loro, oppure rimettere gli ormai ex neroverdi sul mercato. […]
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La pazienza messa troppe volte alla prova diventa rabbia. Lo diceva Publilio Siro, drammaturgo latino del primo secolo avanti Cristo, originario di Antiochia. Nella tranquilla e industriosa Portus Naonis del XXI secolo dopo Cristo non succederà mai. Soprattutto per una partita di calcio noiosa o una stagione inconcludente. I fischi piovuti dagli spalti del Bottecchia verso i giocatori durante il match con il Fano e su Colucci dopo che Pashaku con il triplice fischio aveva sancito il definitivo 0-0, sono indice però che la pazienza del popolo neroverde comincia a vacillare. Una sola vittoria (3-2 sul Vicenza l’ormai lontano 26 novembre 2017), 5 pareggi e altrettanti ko nelle ultime 11 gare sono il magro bottino di un ramarro in profondo letargo. Per fortuna e indubbia abilità, Stefani e compagni nelle tristi sere di fine gennaio potranno ricordare le imprese di Cagliari e Milano in Tim Cup. Anche i fan hanno goduto in tali circostanze, ma non basta. Vogliono quella B promessa più volte da re Mauro. Intendiamoci, non tutto è perduto. C’è ancora la speranza di una clamorosa rimonta, contemporanea a un altrettanto clamoroso crollo del Padova (sabato a riposo e comunque 12 lunghezze e 7 gradini sopra). E pure quella meno fantasiosa di un buon piazzamento nella griglia dei playoff, base di partenza per un over season in cui giocarsi ogni carta a disposizione. Tutto però, alla luce della prestazione di sabato contro il fanalino Fano, appare sfuocato e sbiadito. […] La fiducia di re Mauro in Leo non è stata incrinata nemmeno dalla deludente prestazione del nuovo Pordenone con il Fano. «Leo resterà con noi ha detto infatti almeno sino a fine stagione». Nessuno può dirgli nulla, fino a quando a pagare per le gioie e le delusioni è sempre e comunque lui. L’operato dei dipendenti si valuta a giochi chiusi. Siamo certi che chi ora fischia Colucci sarebbe pronto ad adorarlo in caso di conquista della B a fine stagione. […]
Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Il ruolino di marcia del Pordenone è preoccupante. Se il campionato fosse iniziato undici giornate fa la squadra di Colucci sarebbe ultima in classifica. È un raccolto misero quello racimolato da ottobre in poi da parte dei neroverdi: solo 8 punti totalizzati nelle ultime undici partite, ha fatto meglio pure il Fano, attuale fanalino di coda, capace di 11 “gettoni” e autore di due pareggi insperati con Padova e appunto Pordenone. Anche il Bassano è riuscito a fare meglio, il team che prima di Natale precedeva Stefani e soci: per i prossimi rivali 11 punti grazie ai successi con Ravenna e Santarcangelo.Era dal primo anno di serie C, dal 2014-2015, che la formazione cittadina non faticava così tanto. La media dice 0,72 punti a gara, ritmo di marcia da discesa in serie D diretta se non ci fosse un campionato come quello di questa stagione, che manda ai playout soltanto l’ultima e la penultima classificate. Fabio Rossitto, nella sua gestione, in 24 match riuscì a totalizzare 29 punti (1,2 a gara) mentre solo Lamberto Zauli e Luciano Foschi fecero peggio del Pordenone di questo scorcio di stagione, con una media rispettivamente di 0,4 e 0,375 punti a partita. Il punto è che la squadra attuale, a livello di nomi, è nettamente più forte rispetto a quella del primo torneo dopo 11 anni di assenza di serie C.Sono numeri che evidenziano molto bene la crisi che sta attraversando l’attuale Pordenone, costruito per giocarsela sino alla fine col Padova per la promozione in serie B e invece costretto a rimboccarsi le maniche per uscire al più presto da questo stato: non si può vivere di ricordi e le partite con Lecce, Venezia, Cagliari e Inter in Tim cup non sono sufficienti – almeno per ora – a salvare la stagione. […]
Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) La partita col Fano, tra le più anonime degli ultimi anni, porta inevitabilmente sul banco degli imputati Leonardo Colucci assieme al suo staff tecnico. Premessa: il trainer del Pordenone è un grande lavoratore, passa ore sul campo ed è attaccato al suo mestiere, vive il calcio come una missione, è una persona credibile e sincera. Ma se, a distanza di un mese dall’ultima partita ufficiale, la squadra che guida non riesce a essere mai pericolosa con l’ultima in classifica e anzi, risulta involuta rispetto a inizio stagione, vuol dire che qualcosa non va dal punto di vista dei meccanismi tecnico-tattici. Tre i capi d’accusa: ritmo basso, modulo non convincente e manovra offensiva sterile, lasciata il più delle volte alla fantasia degli interpreti. […] Anche il modulo lascia perplessi: il 4-3-3 (o 4-3-2-1, ma cambia poco) sono schemi di difficile interpretazione, che ad alti livelli e con eccellenti risultati riesce a praticare solo il Napoli, che oltre ad avere un tecnico attento alla fase offensiva, dispone di esterni “top player” come Callejon e Insigne. A questo punto, visti i risultati, sabato prossimo è auspicabile un cambio, si dovrebbe passare a un 4-3-1-2 con Berrettoni alle spalle di Gerardi e Nocciolini: con la doppia punta la squadra dovrebbe risultare più pungente (si è visto nella ripresa col Fano). A ogni modo la manovra d’attacco è il grande problema di questa squadra, testimoniato poi anche dalle quattro partite di fila senza segnare (compreso, va detto, il match con l’Inter in Tim cup). Il motivo va anche trovato nel fatto che, spesso, a curare questa fase in allenamento sia il secondo di Colucci, Gianni Migliorini: il segnale che dà alla squadra – è evidente – è che il capo dello staff tecnico curi meno l’attacco rispetto alla fase difensiva. […]
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Se oltre a mancare i gol degli attaccanti adesso anche la difesa non tiene più, allora c’è davvero poco da sorridere per il Venezia. Il volto della delusione nel post-Salerno è quello del portiere Emil Audero, incolpevole almeno sui primi due gol (indisturbato Zito al tap-in dopo la sua parata su Rossi; nettamente spiazzato dalla deviazione di Domizzi sul tiro di Ricci), mentre sul terzo è rivedibile la sua smanacciata da cui è scaturito il 3-0 sottomisura di Palombi. Un pomeriggio da incubo all’Arechi per l’estremo difensore lagunare.
«Abbiamo preso tre gol in mezzora, nessuno di noi poteva immaginarlo, non ci aspettavamo di fare un primo tempo così anche perché avevamo preparato la partita in tutt’altro modo. Cos’è successo? Non c’è una spiegazione, siamo stati disordinati in campo, volevamo fare gioco ma senza riuscirci, come non ce la facevamo a rimediare ai grossi buchi lasciati in difesa». […] «Contro la Salernitana eravamo messi male in campo, lunghi, sbilanciati e abbiamo concesso ripartenze importanti ai nostri avversari. I tre gol? Voglio rivederli, ci poteva stare più attenzione da parte di tutti, sicuramente potevamo fare qualcosina in più su tutti e tre, questo è evidente. Il primo è arrivato dopo 5′, per la sua dinamica purtroppo non potevo farci più nulla, davvero trovarsi sotto 3-0 in così poco tempo sarebbe stato pesantissimo per chiunque da recuperare».
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un Venezia sempre più in crisi dopo il brutto ko con la Salernitana corre ai ripari acquistando Litteri dal Cittadella.
Una punta centrale per provare a scuotersi interrompendo quanto prima la serie nera di 8 gare senza vittorie e appena 5 punti all’attivo. Il calciomercato chiuderà il 31 gennaio e il colpo grosso di riportare in Italia il 36enne centravanti argentino German Denis rimane un sogno realizzabile, tant’è che il tanque ex Atalanta e Udinese avrebbe già dato la sua disponibilità al trasferimento in arancioneroverde. Prossimo step trovare l’accordo col Lanus vicecampione della Copa Libertadores. Intanto però proprio in attacco è da ieri in arancioneroverde Gianluca Litteri. Il classe ’88 catanese ha firmato un contratto fino 30 giugno 2020 lasciando il Cittadella dopo 84 presenze e 33 gol, 15 in Lega Pro con vittoria del campionato, 18 in un anno e mezzo di B compreso quello che fatale al Venezia nel derby del 24 ottobre scorso. «Ci lavoravamo da tempo, lo conosco bene perché all’Entella giocavo con lui e Moreo spiega il ds Leandro Rinaudo Si tratta di un colpo molto molto importante che dimostra come il presidente Tacopina continui ad essere vigile e a credere in questo progetto che porta avanti da tre anni. Noi possiamo anche lavorare giorno e notte come stiamo facendo ma il fulcro è lui, ci dà forza, ambizione e la possibilità di prendere giocatori di lusso come Litteri». […] «Denis? Vediamo, non è così scontato la prudenza di Rinaudo perché ha altri sei mesi di un contratto importante col Lanus, non è semplice ma ci lavoriamo. Ora però mi sto concentrando sulle uscite (Signori, Fabris, Mlakar e Geijo, ndr) perché non ci sono ancora piste concrete. Spero arrivino negli ultimi giorni, per alleggerire la nostra rosa ma soprattutto per consentire a loro di giocare senza finire fuori lista a Venezia». […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ahia, l’inizio del girone di ritorno non porta sorrisi in casa lagunare: anzi l’amarezza dello scivolone per 3-2 a Salerno.
Il momento delicato avviato dopo due terzi dell’andata non pare volersi interrompere: e così le gare salgono a otto sempre, con solamente cinque punti incamerati. Il nuovo anno inizia con i vecchi difetti. La difesa fa sempre più acqua e l’attacco è a sua volta più annacquato. Quattordici partite da protagonista, una parte di stagione che ha visto i lagunari addirittura al vertice, sembrano solo lontani ricordi, adesso si inizia a guardare indietro anche se non è certamente il caso di farsi prendere dal panico. Di certo la bellissima favola del Venezia neopromosso che per la terza annata consecutiva era protagonista della stagione si è già conclusa. Poco male, già in estate si era parlato di un campionato di transizione in attesa di crescere come squadra e come società. Quello che dispiace è che la formazione di Inzaghi stia sprecando quanto di buono seminato senza riuscire a trovare una soluzione. Tutti si attendevano che dopo la sosta il Venezia si sarebbe presentato in campo con un nuovo piglio, una rinnovata voglia di essere protagonista, invece il primo appuntamento è stato toppato. Probabilmente perchè un mercato sempre aperto e la voglia di alcuni giocatori di trovare spazio e nel contempo la necessità della società di cedere qualche pezzo in eccedenza, sono fattori condizionanti per alcuni elementi. […]
Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) […] «Non siamo stati noi» fa autocritica Agostino Garofalo anche a mente fredda «e dobbiamo lavorare tanto sin da subito, per farci trovare pronti per il doppio impegno al “Penzo” con Cesena e Bari. Dobbiamo invertire la rotta degli ultimi due mesi, dove abbiamo pareggiato o perso». Guarda caso, è stata proprio una rete dell’esterno sinistro a regalare contro il Perugia l’ultimo successo alla squadra di Filippo Inzaghi a metà novembre. Da allora, solo delusioni e recriminazioni, specie a Foggia e Pescara. «Per Salerno ci eravamo preparati bene» continua il mancino «e già dopo la sconfitta di fine anno in Abruzzo avevamo pensato a rifarci all’Arechi. Invece Palombi e Sprocati ci hanno creato dei problemi e ogni ripartenza era un pericolo. In Serie B basta poco per salire o scendere e ora dobbiamo rifarci già da sabato con il Cesena e poi il Bari». […] «I prossimi due impegni a Venezia» continua Garofalo «possono rappresentare il nostro rilancio. Noi “vecchi” dobbiamo trascinare i giovani, cambiare registro e in questi giorni analizzeremo gli errori. Non è solo un problema dell’attacco se non si segna, così come se si subiscono delle reti non s’incolpa la difesa. Ognuno di noi è importante: quando meriti e colpe vanno suddivisi fra tutti». […]
Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) Il Venezia piazza il secondo colpo di mercato. Dopo Marco Firenze, ecco Gianluca Litteri, preso a titolo definitivo dal Cittadella con il prolungamento del contratto, sottoscritto ieri mattina nella sede di viale Ancona, fino al 30 giugno 2020. Litteri è un giocatore che Leandro Rinaudo, responsabile dell’area tecnica del Venezia, conosce bene. «Siamo stati insieme alla Virtus Entella» conferma Rinaudo, «c’era anche Moreo. Ho sempre tenuto un buon rapporto con lui ed era da tempo che stavo portando avanti questa trattativa, che non è legata all’arrivo di Vido a Cittadella». Due anni e mezzo di contratto per Gianluca Litteri, corregionale di Rinaudo, essendo nato a Catania. «La trattativa con Litteri è andata a buon fine grazie all’ennesimo sforzo economico compiuto dal presidente Tacopina, che mette non solo entusiasmo, ma ci consente anche di realizzare certe operazioni di mercato con nuovi investimenti. Come era avvenuto con Firenze, che era seguito anche da Bari e Parma. Litteri negli ultimi due anni e mezzo è stato uno degli attaccanti più forti in Serie B, ha l’età giusta per l’investimento fatto dal Venezia».[…] Infine curioso il siparietto nel prepartita allo stadio Arechi con Inzaghi che ha per qualche minuto confabulato con Riccardo Bocalon, finito in panchina. Solo una coincidenza o un tentativo per sentire la situazione dell’ex arancioneroverde? Vedremo se si è trattato soltanto di una curiosità o se ci saranno sviluppi.
Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro atletico.
Ore 15.10 – Qui Guizza: esercitazioni per migliorare il giro palla.
Ore 14.50 – Qui Guizza: tornano in gruppo Mandorlini e Marcandella, al lavoro con la squadra anche Sarno.
Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.10 – (Gazzettino) […] Luca Vido ha così concluso in grande stile una settimana intensa e movimentata. «C’erano tante voci attorno al mio nome, sono stato accostato a più squadre ma io volevo questa maglia, e desideravo essere della partita. La mia speranza era quella di poter giocare sin da subito un pezzo di partita, coronandola magari da un gol». Debutto, gol, e tre punti per il Cittadella. Nemmeno nei sogni più belli capitano cose del genere. «Il sogno si è trasformato in realtà, e il Cittadella ha vinto. Sono contento per me stesso, ma prima di tutto per la mia squadra». Dopo l’euforia del gol, Vido torna a ragionare a mente fredda e guarda subito avanti: «Sono contento a metà, perché mi mancano i minuti nelle gambe, e so che dovrò lavorare ancora tanto per ritrovare il ritmo partita. Alla fine infatti non mi sentivo tanto bene fisicamente, era da diverso tempo che non giocavo, ma il gol mi restituirà fiducia e ancora più voglia di lavorare». Gli ingressi in campo di Vido e Settembrini hanno di fatto cambiato il volto della partita di Ascoli. Venturato ha scelto bene i cambi, ed è stato ripagato. «L’allenatore sa come motivare il gruppo, e ogni singolo calciatore. Mi ricordo dall’anno scorso, Venturato sa tenere tutti all’erta nell’intera settimana di allenamento, senza mai svelare chi scenderà in campo al sabato. Tutti siamo quindi pronti e sul pezzo, come si suol dire, aspettando le scelte dell’allenatore». […]
Ore 13.50 – (Gazzettino) «Il Venezia ha fatto al Cittadella una proposta importante, di comune accordo con il giocatore abbiamo concluso il tutto. Vido ha sbloccato il trasferimento, non avrei ceduto un mio giocatore se non ne fosse arrivato un altro», ha spiegato il diggì Stefano Marchetti, ritenendo comunque completo il suo reparto offensivo anche senza Litteri. «Penso che il Cittadella abbia attaccanti validi per il nostro gioco e a sufficienza per ogni esigenza: Arrighini, Strizzolo, Kuoame, Vido, Fasolo, Iunco e Bizzotto». Il pensiero del direttore generale granata è poi su Litteri: «Lo ringrazio personalmente per i due anni e mezzo ricchi di soddisfazioni e successi. Ha offerto un contributo importante a questi colori». Tutto si è deciso e risolto in fretta. L’accordo tra le società, poi quella con il calciatore. «Il Venezia cercava a tutti i costi un attaccante, mi ha proposto un’offerta importante, e seppur a malincuore ho accettato il trasferimento. Alla soglia dei trent’anni ho pensato anche al lato economico», ha confidato Litteri. Filippo Inzaghi voleva prendersi Luca Vido, sfumato l’obiettivo principale, il candidato numero uno è diventato Gianluca Litteri. «Inzaghi mi ha chiamato una volta, mi ha detto che era interessato a me, a un attaccante con le mie caratteristiche. Gli piaceva il mio modo di giocare, aveva bisogno di una punta e tra i candidati potenziali rientrava pure il mio nome». […]
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) […] «Tutto si è svolto abbastanza all’improvviso», ammette Gianluca Litteri. «Il Venezia cercava una punta per sostituire Moreo, ceduto al Palermo, e ha avanzato un’offerta a me e alla società, superando la concorrenza del Foggia (le cifre non trapelano, ma risulta che il giocatore fosse valutato 500 mila euro dal Cittadella, ndr). A me è stata presentata una proposta economica che mi accontentava più di quella attuale, ma non è stato facile accettarla, perché sapete tutti quanto importante sia stato il Citta per me: rimarrà per sempre nel mio cuore e ricorderò per tutta la vita i due anni e mezzo trascorsi sotto le Mura e le tante persone che mi hanno sempre sostenuto. Nei prossimi giorni tornerò a raccogliere le mie cose in spogliatoio e riabbraccerò i compagni, il mister, il direttore e chi mi è stato vicino. Credo che il ricordo della promozione in Serie B rimarrà indelebile come una delle più belle esperienze della carriera». Per Litteri si è speso in prima persona anche “Pippo” Inzaghi. «Sì, mi ha telefonato. Da uno come lui posso solo imparare, sia come tecnico sia per quanto riguarda i segreti che può insegnare ad un attaccante, perché sappiamo tutti chi è Inzaghi. Al Venezia l’obiettivo dichiarato pubblicamente è la salvezza, ma siamo in corsa per i playoff e punteremo ad arrivarci». Gianluca ha salutato di persona alcuni dei vecchi compagni. «Quelli che non sono partiti per Ascoli e che erano rimasti con me a Cittadella. Gli altri li ho avvisati nella chat del gruppo e, appunto, li saluterò nei prossimi giorni. Io, comunque, al “Del Duca” non sono andato perché sul serio avevo ricevuto una bella botta al ginocchio in allenamento, non era un bluff». […]
Ore 13.00 – Roberto Bonetto (presidente Padova): “Il mercato in linea di massima è chiuso, ringrazio il direttore per aver completato queste operazioni, con Salviato, Gliozzi e Sarno la squadra è completa. Abbiamo portato giocatori che sono teste di serie come si dice in ambito tennistico. Lancio un appello importante alla tifoseria, questo derby a Vicenza crea un’attesa importante per una serie di circostanze. Abbiamo bisogno di voi, la società ha fatto la sua parte, se vogliamo rendere più bello questo stadio dobbiamo uscire da questa categoria. Ce la possiamo fare, vorrei 10mila persone allo stadio con la Sambenedettese. Smettiamola con le critiche e aspettiamo i giocatori, abbiamo un sogno e abbiamo bisogno del vostro aiuto per poterlo organizzare. Senza di voi non andiamo da nessuna parte”
Ore 12.50 – Giorgio Zamuner (dg Padova): “Ringrazio il presidente per le belle parole, sono particolarmente contento, il mio augurio è quello di aver azzeccato le caratteristiche umane di chi arriva come Sarno perché su quelle tecniche nessuno ha dubbi. Dobbiamo avere pazienza perché Vincenzo ha bisogno di ricondizionarsi e spero ce l’abbia anche la gente. Salvo un centrocampista giovane che potrebbe rimpolpare la rosa al 99% il mercato è chiuso”
Ore 12.40 – Queste le dichiarazioni rilasciate in occasione della conferenza stampa di presentazione da Vincenzo Sarno: “Ringrazio il presidente e il direttore per essere qui. Sono determinato a dare una grossa mano a poter fare qualcosa per questa squadra. Comincio a Vicenza, 5-10-15 minuti li posso fare, mi metto a disposizione del mister. Abbiamo stilato un programma da fare per ritrovare a breve termine la condizione. Sono quelle partite che adoro giocare, penso in 2-3 settimane di poter essere a posto. Dopo cinque mesi che non toccavo la palla già sabato ho riassaggiato in campo. In 2-3 la trattativa si è chiusa, avevo anche offerte di C sempre a vincere abbiamo trovato subito l’accordo. Col mister avevo parlato prima della firma, Bisoli è un bel martello, lo conoscete bene. Sono contento di essere qui, avendo Michele Russo un mio amico qui, mi sono informato e pensavo che questo sarebbe stato il posto giusto. Ho firmato fino al 30 giugno 2020. Sono stato a Cesena da Marco Cola, un amico e un professionista che conosciamo tutti per tenermi in forma perché a Foggia non riuscivo più ad allenarmi. La mia famiglia è ancora a Foggia, non devo dire e dimostrare più nulla. Lì ho vissuto una storia d’amore, all’inizio ero dubbioso, poi è esplosa una passione, mi hanno fatto sentire veramente importante e sono stato accolto come uomo e poi come giocatore. A Foggia eravamo in 10mila all’inizio alla fine eravamo in 30mila: abbiamo bisogno anche a Padova dei nostri tifosi. So tutto del Padova e sono qui per vincere”
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) L’ultimo posto, ora, spaventa meno. Perché, contro la Calvi Noale, l’Abano tira fuori una prova tutta corazòn prendendosi così quei tre punti che, forse, ne valgono 5-6-. Lo slancio, si sa, è importante pure nel calcio: più bella e sofferta è la vittoria, più facile è presentarsi alla sfida successiva con la voglia di bissare la gloria. Non può dire lo stesso la Calvi Noale, ancora penultima, che con l’inciampo nelle lande padovane fallisce l’occasione di atterrare definitivamente una diretta concorrente. Allo stadio delle Terme (gremito di ragazzini del settore giovanile con le rispettive famiglie) la compagine veneziana subisce infatti le iniziative garibaldine dell’Abano. […] L’ardore e il cinismo premiano i termali che passano in vantaggio alla mezz’ora con Franceschini, bravo a superare Fortin con un pallonetto tanto beffardo quanto preciso. […] Nella ripresa i biancoazzurri trovano l’1-1: è Franciosi, stavolta, a trovare il colpo di stecca da biliardo che si infila alla destra dell’estremo dell’Abano (51′). […] Cambia ancora tutto al 78′, quando Carteri riceve palla sulla fascia sinistra e al momento del cross viene intercettato dal braccio di Toso. Per l’arbitro è rigore, che Cecconello realizza senza far troppo caso ai precedenti di Fortin, che dagli undici metri ha fermato, giusto per citarne due, Totti e Kakà. […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Un’Este corsara espugna di misura il difficile campo dell’Ambrosiana e si porta a casa tre importantissimi punti. Pronti, via ed è subito gol. Passano solo 2′ e Pizzolato, ricevuta palla al limite dell’area, spara un rasoterra che non dà scampo a Cecchini mettendo la palla nell’angolo alla destra del portiere di casa. Dopo un altro tiro di Pizzolato, prova a reagire la squadra di casa, prima con un’incursione di Manconi e poi con l’ex Ferrara che va giù in area, ma per Baronti è tutto regolare. L’Este rimane attento e ben disposto, con l’Ambrosiana che cerca il pareggio da punizione: Ferrara mette in area per Giacomi, che conclude a lato da due passi. La squadra di Florindo non ci sta e risponde subito con una punizione di Viviani respinta malamente da Cecchini, ma Bigoni non ne approfitta e calcia alto da ottima posizione. Passa un solo minuto ed è ancora Pizzolato a cercare il raddoppio con una staffilata dal limite sulla quale si immola Rivic deviando in angolo. Poco dopo, da un angolo dell’Ambrosiana si innesca un micidiale contropiede concluso da Bigoni che chiama in causa Cecchini che para a terra. Lo steso Bigoni ci prova ancora , ma Cecchini è bravo a mettere in angolo. È un buon momento per l’Este che mette pressione alla difesa di casa che però riesce in qualche modo a sventare. Nel recupero ci prova Rebecca che appoggia a Ferrara senza impensierire Lorello. […]
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Il Campodarsego va sotto, rimonta, stringe i denti e conquista i tre punti che gli permettono di mantenersi in testa alla classifica. Si sapeva il compito potesse essere non facile, in casa di una squadra si neo promossa, ma reduce da sei risultati utili consecutivi. A fare la differenza le individualità, ma soprattutto gli innesti dalla panchina, Kabine su tutti, in grado di dare forza al Campodarsego con la rete che, di fatto, ha chiuso la contesa. Ha vinto la squadra più forte, in una partita che non tarda a spiccare il volo con il colpo di testa di Aliù, da calcio d’angolo di Radrezza, che chiama agli straordinari Calligaro la cui respinta è superlativa. Pericolo scampato e vantaggio trovato per i locali che poco dopo passano: Dussi lavora al meglio il pallone sull’out di sinistra con il traversone basso sul quale irrompe Samuele Leonarduzzi il cui destro si infila. Per il centrocampista friulano la gioia per la prima marcatura stagionale personale. Prova a reagire il Campodarsego, difende bene il Cjarlins/Muzane con Pietribiasi a provarci irrompendo sul traversone dalla destra di Ndoj, con il destro che si perde alto sopra la traversa. Fino al pari ottenuto, al tramonto della prima frazione, quando Dukic atterra, dentro l’area, Aliù. Per il direttore di gara si tratta di calcio di rigore, che Pietrabiasi trasforma. Ripresa che si apre nel migliore dei modi per il Campodarsego con il filtrante di Pietrabiasi a pescare, dentro l’area di rigore, Aliù il cui sinistro non dà scampo a Calligaro completando la rimonta. […] È il Campodarsego a trovare il tris con il sinistro, dal vertice dell’area di rigore, di Kabine che tocca il palo prima di chiudersi in rete. […] Fallisce il colpo del ko il Campodarsego, che vede, dalla parte opposta, il Cjarlins/Muzane accorciare le distanze con il diagonale di Bussi che batte Pirana aprendo un finale incandescente. […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) E in più c’è Sarno che può facilitare il compito dei compagni, creando superiorità numerica con le sue giocate e calamitando l’attenzione dei difensori avversari. «Come Candido, si stacca dagli avversari, è bravo nei dribbling e di sicuro per le punte avere dietro un giocatore così è importante». Nel frattempo a Padova Capello ha pure ritrovato il suo vecchio soprannome di Shark, che significa squalo, nato ai tempi delle giovanili del Bologna. «A ritirarlo fuori è stato Bisoli che nei suoi trascorsi con la squadra emiliana evidentemente l’aveva sentito dato che era stato un mio vecchio allenatore a chiamarmi così». E ora occhi puntati sul derby di sabato sera al Menti (ore 20.30), sfida che fino a qualche giorno fa, alla luce della situazione critica del club berica, sembrava destinata a saltare. «Le vicende vissute dal Vicenza, anziché far sembrare la sfida più abbordabile, la rendono durissima perché ci saranno tantissimi tifosi e la squadra sarà ancora più invogliata a lottare per la città e la maglia». E il Padova? «Noi ci faremo trovare pronti. Siamo molto carichi anche perché fermi da un mese e abbiamo tanta voglia di ricominciare. Farlo con un derby così sentito penso sia ancora più bello per dare una gioia ai tifosi e alla società che ci stanno dando molto. Non vediamo l’ora di giocare». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) […] «Sono contento per il gol – le parole di Alessandro Capello – ed è stato bravo soprattutto Gliozzi a mettermi questa palla all’indietro. In generale la prima parte di stagione a Padova mi sta regalando tante soddisfazioni, non solo per le otto reti, ma anche perché mai mi ero trovato con una mia squadra in testa con un certo vantaggio sulla seconda. Per me si tratta del momento più alto di questi primi tre anni da professionista. Al di là del mio gol, quello che contava per sabato era soprattutto riprendere il clima partita e arrivare pronti per il derby di sabato prossimo a Vicenza». […] Davanti, per effetto delle operazioni di mercato, ora ci sono varie soluzioni a livello di uomini e di gioco. «Sicuramente. La concorrenza è sempre importante per tenere alto il livello degli allenamenti e delle partite. Siamo diversi attaccanti con diverse caratteristiche e quindi ci sarà da sgomitare tra di noi, ma poi conta dare il massimo in campo». […]
Ore 10.30 – (Gazzettino) Per cambiare ruolo occorre scendere invece al quinto posto, con Belingheri a quota 1.539. Non c’era all’esordio con il Renate come Pinzi è stato ingaggiato la settimana dopo ma poi è sempre stato schierato nell’undici di partenza e nove volte è stato sostituito. Poi è il turno di due attaccanti che, anche se non dall’inizio o per intero, hanno timbrato sempre il cartellino, con diciannove presenze all’attivo per entrambi. Guidone (1.430) ha disputato cinque partite intere, undici volte è stato rilevato da un compagno e tre volte è partito dalla panchina. Capello (1.347) è invece il giocatore maggiormente sostituito (13 volte), con quattro incontri al completo e i primi due di campionato in cui è stato lui a prendere il posto di un compagno. Considerate le sue le sue otto marcature, ha segnato un gol ogni 168′. […]
Ore 10.20 – (Gazzettino) Ventiquattro giocatori schierati di cui dieci con una media di almeno sessanta minuti a partita e con i difensori utilizzati finora con maggiore continuità. […] In testa alla classifica quest’anno c’è il portiere Bindi che ha giocato per intero tutte le partite, tranne quella pareggiata a reti bianche con la Fermana per un guaio fisico. Per una curiosa coincidenza l’estremo toscano ha collezionato gli stessi minuti (1.709, compresi i recuperi) del passato torneo in cui le diciannove gare coincidevano con l’intero girone di andata. Alle sue spalle, staccato di poco, Cappelletti (1.677) che non ha saltato alcun impegno, subentrando a partita in corso nelle prime due giornate e uscendo anzitempo nell’ultima a Fano. Il gradino più basso del podio è appannaggio di un altro difensore, con Trevisan a quota 1.654: per lui sedici incontri interi, uno saltato per squalifica (Albinoleffe) e due in cui è stato sostituito. Segue Contessa (1.623), mai subentrato o sostituito, ma assente in due occasioni contro Santarcangelo e Fermana.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Altro che storie, il mercato è servito. E sabato sera…”) Bisogna andare su, perché Bonetto ha investito in tal senso (e non osiamo pensare a cosa accadrebbe se, per caso, l’obiettivo non fosse raggiunto), e perché la piazza merita ben altri palcoscenici. Bisoli pretende molto dai suoi, è vero, ma il campo gli dà ragione ed è questa la strada giusta per arrivare a maggio davanti a tutti. I risultati delle avversarie dirette sono per fortuna favorevoli a Pulzetti & C., per i quali tutto sommato (vedremo cosa farà stasera il Renate in casa dell’Albinoleffe) il turno di riposo previsto alla terza di ritorno non ha comportato contraccolpi negativi. Motivo in più per non sbagliare sabato prossimo al Menti, in un derby che non ci si aspettava più venisse disputato e che ora si profila all’orizzonte come un passaggio-chiave per il futuro tanto degli uni che degli altri.Spiace solo rilevare che le regole del calcio confermano, nella loro contraddittorietà, quanto ci sia bisogno di rifondare il sistema. Un club fallito, già ripescato tre volte, va avanti lo stesso, come se nulla fosse, altri invece vengono cancellati. Ma, tant’è, bisogna affrontare pure le forche caudine per diventare grandi. La Serie B lo richiede…
Ore 09.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Altro che storie, il mercato è servito. E sabato sera…”) Auspicavamo, in occasione della sosta invernale di Serie B e C, che la finestra di gennaio del calciomercato si rivelasse la migliore alleata possibile per Cittadella e Padova, consentendo ai direttori generali delle due società di casa nostra, Stefano Marchetti e Giorgio Zamuner, di chiudere positivamente le trattative per l’inserimento di 2-3 innesti, tali da migliorare ancora il già alto livello tecnico dei propri organici. Ebbene, dai movimenti sin qui effettuati (ma mancano ancora 10 giorni alla chiusura della campagna trasferimenti), sia granata che biancoscudati sembrano decisamente più forti di prima. […] Ma il mercato è servito soprattutto al Padova per completare il puzzle della propria rosa, irrobustendola sul piano fisico, dell’agilità e della fantasia. Tre giocatori come Salviato, Gliozzi e Sarno sono, come suol dirsi, “tanta roba”. Va dato atto alla proprietà di non aver lesinato gli sforzi finanziari per puntare con ancora maggiore convinzione al salto di categoria, in un campionato falsato purtroppo dai fallimenti di Modena e Vicenza ma nel quale l’occasione per poter approfittare di un lotto di concorrenti dirette piuttosto modesto è davvero a portata di mano.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il primo arrivato, Gliozzi, le è stato subito messo al fianco. Come lei, è un classe 1995, reduce da due stagioni positive in Serie C. «Lo conosco bene perché abbiamo giocato spesso contro nelle giovanili. Sono contento che sia arrivato e di poterci giocare assieme. È bravo ad attaccare la profondità, veloce, forte fisicamente. E mi ha già fornito un ottimo assist. Ci completiamo a vicenda e ci troviamo bene. Così come mi sono sempre trovato bene con tutti gli altri compagni di reparto». Quindi si è aggiunto anche Sarno, il brevilineo che la società cercava con insistenza. «Simile a Candido come caratteristiche. Sarà molto importante per noi attaccanti avere un giocatore del genere alle spalle, bravo ad attirare gli avversari». Sabato sarà derby, dopo un mese di sosta e tutte le vicissitudini che hanno accompagnato l’inizio anno del Vicenza. Che partita sarà al “Menti”? «Difficilissima. Perché i tifosi saranno tanti e la squadra avversaria sarà ancora più invogliata a lottare per la maglia e la città. Noi ci faremo trovare pronti, abbiamo grande carica e non vediamo l’ora di ricominciare dopo tutta questa attesa. Ritornare in campo in un derby è l’occasione migliore per provare a dare una grande gioia ai nostri tifosi e al club». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) In una sola partita il Padova è riuscito a mettere insieme tanti gol quanti ne aveva segnati nell’intero mese di dicembre. Certo, non può essere un’amichevole contro il Gavorrano, arrivata al culmine di un’intensa fase di preparazione, ad essere indicativa sullo stato di salute degli attaccanti biancoscudati. Ma se c’è un reparto sul quale sia il tecnico che la società hanno lavorato con attenzione in queste settimane di sosta, è senza dubbio quello avanzato. […] Il capocannoniere della squadra Alessandro Capello ha timbrato il cartellino anche contro il Gavorrano e sabato con il Vicenza sembra essere l’unico quasi sicuro del posto, lì davanti. Proprio nel derby d’andata debuttò dal primo minuto e dal quel momento non è più uscito dall’undici titolare. «La fiducia dell’allenatore mi fa molto piacere, ma per avere il posto da titolare ci sarà da sgomitare ogni giorno», sorride Capello. «La concorrenza è importante per mantenere alto il livello degli allenamenti e delle partite. Noi punte abbiamo caratteristiche diverse l’una dall’altra, avremo tante soluzioni e deciderà il mister come impiegarci».