Pro Vercelli-Cittadella, Marchetti: “Abbiamo grandi potenzialità, ma dobbiamo finalizzare di più! E c’è chi deve migliorare…”

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Poteva essere un Natale dai contorni (quasi) trionfalistici per il Cittadella, che si deve invece accontentare di essere ai margini della zona promozione. Per carità, è un risultato di assoluto rilievo per i granata, ma visto il gioco espresso e le tante occasioni create nell’arco di ogni partita, la squadra poteva avere qualche punto in più. Che sarebbero stati tra l’altro meritatissimi. Così non è successo, e il diggì Stefano Marchetti ripensa all’ultima occasione persa, quella di giovedì scorso, in casa, con il Carpi: «Abbiamo disputato un’ottima partita, però in qualcosa siamo mancati, ecco perché abbiamo perso. I gol bisogna farli, il Cittadella è una squadra che costruisce tanto, ma deve finalizzare di più. Inoltre, bisogna migliorare in alcuni frangenti, pecchiamo certe ingenuità che puntualmente paghiamo. Commettiamo errori evitabili. All’interno di una buonissima prestazione abbiamo fatto un paio di sbagli in fase difensiva che ci sono costati cari, punendoci in maniera esagerata, perché la partita l’aveva fatta il Cittadella. Alla fine però abbiamo perso, questo resta al novantesimo». Senza andare troppo a ritroso nel tempo, analizzando le ultime tre partite ci si accorge che il Cittadella ha buttato via due punti con l’Avellino, mentre a Brescia e contro il Carpi, in virtù di quanto si è creato, i risultati potevano essere ben diversi. È solo una questione di mira degli attaccanti? «Non è semplice dare una risposta, e non c’è solo una verità. Abbiamo fatto vedere che il Cittadella ha grandi potenzialità, il futuro lo vedo comunque roseo: abbiamo l’ultima gara del girone di andata e tutto il ritorno per migliorare quanto di buono è stato fatto finora. Vogliamo riprenderci tutto quello che è stato lasciato per strada». Il diggì spiega cosa fare: «Si cresce in allenamento, durante la settimana, con il lavoro. Poi c’è qualche giocatore che deve migliorare per fare il salto di qualità. Il messaggio che voglio dare alla squadra è questo: sappiamo di dover essere più concreti, di poter fare meglio nel tiro e in fase difensiva, ma tutto passa attraverso il lavoro, è l’unica medicina che conosco».

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(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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