Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Quello che gli arancioneri stanno attraversando è il momento più difficile da quando Zironelli ha preso le redini della squadra ma, come spiega il presidente Serena, la giornata di sabato ha lasciato, oltre all’amarezza per il risultato in campo, anche un altro strascico: “La delusione non arriva solo dal campo, perché sono davvero stanco di sentir parlare ancora del Baracca. Chi lo fa o è incoerente o non capisce la situazione, perché ogni volta sento il coltello girare nella piaga, ed è assurdo sentire offendere o sminuire Portogruaro perché se giochiamo in questa categoria è solo grazie al Comune. Quella di ieri è stata una giornata particolare, che mi porta a pensare di rivalutare la mia posizione, perché anche se il progetto dello stadio va avanti questo non significa che automaticamente io stia alla guida della squadra. L’amarezza provata sabato va oltre il risultato”. […] Sabato qualcosa non è andato per il verso giusto: “Dobbiamo trovare meno scuse e pedalare di più, perché ho visto più di qualcuno camminare in campo. E’ giusto difendere i giocatori ma fino a un certo punto, speriamo di ricominciare a correre perché altrimenti non porteremo a casa il risultato”.
Ore 20.00 – (La Nuova Venezia) […] «Un momento di appannamento – spiega Zecchin – capita a tutti, nello sport, nella vita quotidiana, nel lavoro. Non stiamo attraversando un periodo brillante fatichiamo contro squadre che vengono a giocare con l’obiettivo di difendersi a oltranza. Già così diventa difficile fare gol, se poi vai anche sotto la rimonta diventa un’impresa. Quando, invece, incontriamo squadre che giocano a viso aperto per vincere come Padova o Pordenone allora possiamo esprimere al meglio le nostre qualità». Zecchin accenna anche alla malasorte. «La fortuna non ci sta aiutando. Basta pensare alla partita del Santarcangelo. Se il tiro di Spagnoli invece di infrangersi sul palo fosse entrato adesso staremmo parlando di altre cose». […] «Cerchiamo di chiudere bene le ultime due partite e poi riusciremo a ricaricare le batterie e riprenderci i punti nel ritorno dove saremo tutti più maturi. Il nostro obiettivo rimane la salvezza. Se verrà fuori qualcosa in più meglio. Ma anche lasciando qualche punto per strada abbiamo fatto un ottimo girone di andata. Siamo neo promossi e nessuna squadra, nemmeno le più quotate ci hanno mai messo sotto. In chiusura Zecchin lancia un messaggio ai tifosi, per le polemiche di fine partita. «Più che una polemica è stato uno sfogo. Ci può stare ma non è piacevole. Hanno messo in mezzo la politica in una partita di calcio. Capisco l’amarezza di non avere lo stadio “proprio”, il Baracca, ma dovrebbero sapere che gli stessi sforzi che fanno loro li facciamo anche noi giocatori e lo staff».
Ore 19.30 – (Il Piccolo) […] Tra i gregari, anche a San Benedetto del Tronto, il terzino destro Lorenzo Libutti non ha deluso. E poco male se non ha colto l’occasione del 2-0. Sarebbe impossibile catechizzare un ragazzo umile e ricettivo come l’ex Melfi, così raro da trovare nell’ambiente calcio. «Se ci avessi creduto di più probabilmente sarebbe finita in modo diversa» risponde il giovane lucano. «Dovevo essere più lucido, non sono abituato a trovarmi in quella zona del campo». Come giudica la prova della squadra sul difficile campo della Samb? «Era un campo difficile e le condizioni atmosferiche hanno contribuito a complicarla. Eravamo consapevoli di dover affrontare una delle squadre più forti di questo campionato, ma siamo andati a giocarcela con l’atteggiamento giusto, come richiesto dall’allenatore. Un punto importantissimo». Da Tomi all’estroso Esposito, nella ripresa Valente. Non era facile difendere su quella corsia? «Non era semplice, il mister a questo proposito ci aveva fatto vedere i video della Samb nel corso della settimana di preparazione ed eravamo pertanto preparati ad affrontarli. Devo dire che tutti i miei compagni mi hanno aiutato molto in campo, anche perché era una partita difficile a livello ambientale. Dico la verità, all’inizio mi tremavano un po’ le gambe, per me sono stati importanti l’aiuto e la fiducia dei miei compagni». […]
Ore 19.00 – (Il Piccolo) Eziolino Capuano versus Giuseppe Sannino nel dopo partita di Sambenedetto. «Qualcuno pensa che questa Sambenedettese sia attrezzata per vincere il campionato? Io non sono d’accordo. Ci sono almeno tre-quattro squadre con una rosa più attrezzata. Anche la Triestina…» è il verbo dell’allenatore dei marchigiani. «Il valore tecnico dei singoli è meno importante delle qualità morali della squadra e della società. Noi abbiamo ragazzi eccezionali e stiamo lavorando anche con alcuni giovani che rappresentano il futuro» è la riflessione del tecnico alabardato. Il gap in classifica tra le due squadre è di quattro punti al termine del girone d’andata. Quello visto al Riviera delle Palme martoriato dalla pioggia non c’è proprio. Almeno attualmente. Anzi in una partita chiusa con un pareggio scolpito nella pietra, soprattutto per quanto visto nell’ultima mezz’ora, se una squadra meritava qualcosina in più quella è stata la Triestina. Due occasioni gol clamorose (con Libutti e Mensah) non possono essere compensate da una chance da rete sciupata nell’ultimo minuto di gioco da Miracoli. E non è la prima volta che l’Unione raccoglie qualcosina in meno di quanto seminato. Questo è stato un aspetto che ha accompagnato le gesta della Triestina in un girone d’andata che è stato molto positivo. Per i punti raccolti che collocano la squadra in zona play-off, per le emozioni date ai tifosi (le vittorie di Vicenza e Pordenone), ma anche per il gioco brillante espresso anche se con una certa discontinuità. […]
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «Incredibile, è ancora difficile trovare le parole per commentare un qualcosa di imprevisto e inedito, perché onestamente da quando gioco non mi era mai successa una cosa del genere – allarga le braccia Zigoni -. Doveva finire 4-0 per noi, abbiamo disputato senza dubbio la miglior gara del nostro campionato. Siamo tutti delusi, quel 2-2 pesa come una finale persa, ma dobbiamo essere bravi a ripartire subito». Fosse finita con la normale vittoria del Venezia nessuno avrebbe tolto al 26enne di Oderzo l’etichetta di Zigo-gol data la sua prima doppietta in arancioneroverde. «Più che i due gol ho ancora in testa la possibile tripletta, avessi fatto centro anche in quell’occasione la partita sarebbe davvero finita lì. Sono stato abbastanza bravo a concludere in girata, ma il loro portiere ha fatto davvero una gran parata. Episodi, purtroppo, come il palo Falzerano, altra grande chance per il 3-0». Il finale è stato dunque amarissimo con le reti pugliesi all’87’ e al 95′. «Un po’ di sfortuna e un po’ di demeriti, dall’80’ in poi ci siamo abbassati troppo, abbiamo pensato troppo solo a difenderci anziché ripartire ancora. Così da un corner è arrivato il 2-1, inaspettato dopo non aver rischiato nulla, poi negli ultimi minuti ce la siamo fatta sotto, un po’ come a Terni, purtroppo è capitato ancora. Audero è stato bravissimo con una paratona, avevamo già rischiato, prendere il 2-2 ci ha fatto malissimo». […] Mercoledì urge ritrovare la vittoria. «Occorre recuperare energie, il campionato non finisce adesso, siamo ancora nei playoff, e dobbiamo usare la rabbia di Foggia per fare bene in una gara molto dura. La Cremonese è forte ma è il momento di dare una gioia ai tifosi, con ancor più concentrazione e cattiveria perché alcuni black-out nei finali ci sono costati molto cari».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «Così non va bene, è ovvio, non posso essere contento, dobbiamo cambiare passo l’analisi di Tacopina . C’è qualcosa da sistemare, troppe volte ci capita di smettere di essere aggressivi verso la fine e di arretrare con paura. È un problema di testa, non di qualità». Non meno incredulo è il ds Leandro Rinaudo. «A Foggia abbiamo dimostrato di essere nettamente superiori, fosse finita 4-0 non ci sarebbe stato niente da dire. Si è rivisto il Venezia di qualche settimana fa, purtroppo solo per il 98% del match, ma sono arrivate risposte molto importanti da Zigoni con due grandi gol da attaccante, e pure da Suciu. Bravi, non è semplice dimostrare il proprio valore quando le cose non vanno». Come spiegare il clamoroso harakiri? «Quando vinci e manca poco capita di arretrare troppo, inconsciamente viene automatico in situazioni simili, avanti 2-0 quasi al 90′ non so quale squadra avrebbe continuato ad attaccare in maniera sfacciata. Sarebbe importante recuperare tutti gli effettivi, con la Cremonese sarà tosta ma per noi può essere la partita giusta per sbloccarci tornando a vincere. Per questo è fondamentale mantenere la propria autostima, dobbiamo avere il coraggio di continuare ad esprimere il nostro gioco».
Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) Appassionati e curiosi hanno partecipato ieri all’iniziativa per gli auguri di Natale organizzata a Mestre, in Piazza Ferretto, dal Venezia. Un momento per incontrare i tifosi e fare festa, a due giorni dalla delusione per il pareggio di Foggia. La squadra si è allenata al Taliercio ieri alle 14, quindi tutto il gruppo si è trasferito in piazza, arrivando vicino al palco accanto alla pista da pattinaggio poco prima delle 17. La squadra di Inzaghi era presente al completo, accompagnata dallo staff tecnico, dal presidente Tacopina e da tutti i dirigenti. Sul palco sono stati chiamati uno a uno dallo speaker Filippo Ferraro, e un giocatore per reparto ha risposto alle varie domande che hanno riguardato la stagione in corso, a sole due giornate dalla fine del girone di andata. Non poteva mancare una domanda anche sullo stadio, diretta al presidente Tacopina, che ha ribadito che il progetto andrà avanti, e si è detto anche soddisfatto per quello che la squadra ha fatto fino a oggi. […]
Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Dai fischi e la sostituzione nella partita contro la Pro Vercelli alla doppietta di Foggia, e senza quel finale assurdo Gianmarco Zigoni avrebbe ricordato con un ampio sorriso la serata in Puglia. «Beh, non potrò dimenticarla a lungo lo stesso, considerando quanto è accaduto negli ultimi minuti» osserva l’attaccante veronese arrivato la scorsa estate dal Milan, «in tanti anni non mi era mai capitano di vivere una situazione del genere. A Foggia dovevamo vincere almeno 4-0, siamo andati vicinissimi due-tre volte al terzo gol, sbagliandolo per sfortuna, ma anche per demeriti nostri, poi quel finale difficile da commentare». Con la doppietta di Foggia, Gianmarco Zigoni è salito a quota 5 nella classifica marcatori, ritrovando la strada del gol che mancava dal 14 ottobre quando realizzò ad Ascoli il primo gol dopo un quarto d’ora. E finora, l’attaccante di scuola Milan è andato a segno solo in trasferta, a Bari e Terni prima di Ascoli, adesso Foggia. «Quel che conta è segnare, in casa o in trasferta non fa differenza. Farei la firma se mi dicessero che segnerò tantissimi gol e tutti lontano dal Penzo». […] Era dal 21 ottobre, Moreo contro l’Empoli, che un attaccante del Venezia non andava a segno. «Non era il massimo sentire tante critiche, anche perché l’impegno da parte di tutti noi attaccanti non è mai mancato. Il nostro modo di giocare impone un grande dispendio di energie e le occasioni riusciamo sempre a costruirle, non solo con gli attaccanti. Dobbiamo ripartire dalla grande prestazione offerta a Foggia, facendo tesoro di quanto accaduto nel finale. Ci siamo abbassati troppo negli ultimi dieci minuti, concedendo al Foggia quello che non avevamo permesso in precedenza. Prima del 2-2 Audero era stato fantastico a evitare il pareggio. Un peccato aver lasciato due punti a Foggia, visti anche i risultati la vittoria ci avrebbe fatto compiere un bel salto in avanti in classifica». […]
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 15.40 – Qui Guizza: esercizi per migliorare il possesso palla.
Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro atletico, assenti Trevisan e De Risio.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) C’è ovvio rammarico in tutta la truppa neroverde al termine della gara di Meda. Non può non esprimerlo Leo Colucci, che prima del match aveva chiesto ai suoi una prova di maturità dopo i riflettori di San Siro. «L’amarezza esordisce il tecnico nasce soprattutto dal fatto che siamo stati noi a fare la partita, che abbiamo costruito almeno quattro o cinque palle gol e che c’erano almeno tre situazioni da rigore a nostro favore». Il Pordenone però non ha mostrato l’ardore agonistico necessario per vincere una gara d’alta classifica. «Non l’abbiamo presa sottogamba garantisce Leo e non abbiamo risentito della fatica della sfida in Tim Cup. Se proprio devo rimproverare qualcosa ai ragazzi aggiunge è l’assenza di quella cattiveria che bisogna esibire su ogni pallone. A livello di prestazione però non posso che essere soddisfatto. Ci è mancato solo il risultato, ma se giocheremo sempre così raccoglieremo i frutti che ci meritiamo. Sconfitte così capitano raramente. Il risultato di oggi è frutto solo di un episodio negativo che ci ha penalizzato molto oltre i nostri demeriti». In campo di nuovo fra 5 giorni, al Bottecchia per affrontare il Santarcangelo. «Certo annuisce Colucci -. Oggi è finito il girone di andata, non il campionato. Dobbiamo rimboccarci le maniche e riprendere il nostro cammino». […]
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sono nerazzurri anche gli avversari dell’ultima di andata, come quelli degli ottavi di Tim Cup, ma non giocano in serie A nel Meazza degli 80mila. Sono le pantere di Renate e giocano nel Città di Meda da 2500 posti. Soprattutto lo fanno con l’umiltà di chi sa di non attraversare un buon momento (2 soli punti nelle quattro gare precedenti) e di affrontare quelli che hanno costretto l’Inter sullo 0-0 per 120′. Tanto sarebbe bastato ai ragazzi di Cevoli per portarsi a casa il pareggio. Per la vittoria c’è voluto il regalino dell’arbitro Zanonato che, in occasione del gol siglato al 93′ da Di Gennaro non ha visto la manata che il difensore centrale ha dato sulla schiena di Pellegrini per liberarsi e andare a deviare di testa il cross dalla bandierina di Pavan. Sconfitta ingiusta che fa male e non consente al Pordenone di approfittare dello scivolone del giorno precedente del Padova capolista a Gubbio. I neroverdi hanno comandato il gioco per tutti i 95′ minuti, ma è anche vero che, sulle ali della gloria e notorietà procurata loro dall’impresa di San Siro, hanno dato l’impressione di farlo con un po’ di presunzione. È mancato l’ardore agonistico che avrebbe meritato uno scontro d’alta classifica, è mancata anche la velocità nel girare la palla necessaria per capitalizzare l’indiscussa superiorità territoriale. Colucci ha cominciato con lo stesso 4-3-2-1 del Meazza, con l’unica variante di Danza al posto dello squalificato Misuraca per finire poi con Magnaghi, Sainz Maza (Martignago), Berrettoni (Ciurria) e Raffini contemporaneamente in campo nell’inutile tentativo di violare il bunker lombardo, intasando i 16 metri davanti a Di Gregorio. Da Milano a Meda la differenza si vede. Sugli spalti non 4 mila, ma 40 tifosi naoniani. […]
Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) Grande soddisfazione per il tecnico del Renate, Roberto Cevoli, nel post-partita: «Tre punti importantissimi – esordisce il trainer – anche se, devo riconoscerlo, non del tutto meritati. Diciamo che il risultato più giusto sarebbe stato un pareggio per quanto s’è visto in campo. Però ce li teniamo stretti, perché questi tre punti ci volevano proprio. Li abbiamo ottenuti dimostrando una grande personalità soprattutto nel primo tempo, mentre nel secondo siamo arretrati troppo, anche e soprattutto per merito dei nostri avversari, che sono una grande squadra e non so se hanno risentito della stanchezza di San Siro, perché a me sono piaciuti molto».Pordenone che per Cevoli è una delle due migliori squadre viste nel girone d’andata, conclusosi proprio ieri: «Assieme alla Reggiana – dice Cevoli – è stata quella che mi è piaciuta di più. Entrambe le abbiamo battute 1-0, quindi bene così, forse ci esaltiamo contro le migliori. Adesso ci presentiamo a Padova venerdì senza timori, da secondi in classifica a 4 punti, ce la giocheremo». […]
Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) È rammaricato Leonardo Colucci al termine della partita col Renate, che ha punito i neroverdi in piena in zona Cesarini impedendo loro di avvicinarsi al Padova: «C’è un po’ di amarezza per questo risultato – afferma – perché la prestazione è stata fatta e siamo andati vicini al gol almeno 4 o 5 volte». La direzione arbitrale non è stata apprezzata dal tecnico di Cerignola: «Secondo me c’erano dei rigori a nostro favore, ma non voglio commentare l’operato dell’arbitro. Certo che prendere gol nel recupero è una vera beffa, i ragazzi non la meritavano». Gli episodi a volte decidono le gare e al Pordenone è successo proprio così.Occasioni ce ne sono state, ma è mancata è la cattiveria. Proprio su questo aspetto si sofferma Colucci: «La brillantezza c’è stata, mentre la cattiveria è mancata e nelle competizioni bisogna averla. È l’unico rimprovero che mi sento di fare ai ragazzi, che non hanno preso la partita sottogamba, anzi». […] A chi dice che la rosa neroverde possiede potenzialità superiori all’attuale posizione in classifica, Colucci risponde con chiarezza: «Se siamo lì è perché meritiamo quella posizione, la classifica racconta questo e penso che il nostro organico sia comunque equilibrato ad altri». Allo stesso tempo, accuse rispedite al mittente: «Fa comodo agli altri dire che noi siamo una corazzata». […] È rimasto a secco Simone Magnaghi, il quale evidenzia come l’episodio finale sia stato giudicato male dall’arbitro: «La spinta su di me è stata netta: era rigore». L’attaccante è conscio dell’occasione persa: «Siamo molto dispiaciuti perché fare risultato oggi ci avrebbe permesso di fare un bel balzo in avanti. A pochi giorni dalla gara con l’Inter non si è però vista la stanchezza, abbiamo comandato a lungo la gara, contro un avversario tosto. Stava arrivando il punto, aver incassato il gol è stata una beffa clamorosa e immeritata. Peccato, ora rimbocchiamoci le maniche, venerdì dovremo assolutamente riscattarci con il Santarcangelo». […]
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Se sabato pomeriggio l’Udinese poteva ringraziare i cugini del Pordenone per avere stancato l’Inter, ieri il Renate ha potuto fare lo stesso con i cugini nerazzurri per avere sfiancato i ramarri, poco pungenti a Meda e beffati al 93′. Anche se – va detto – la sconfitta è senz’altro immeritata per quanto fatto soprattutto nel secondo tempo. A pochi chilometri da San Siro, teatro delle gesta epiche di Tim Cup, finisce male il primo ritorno alla normalità per la squadra del Noncello, che sciupa la grande occasione di riavvicinarsi alla capolista Padova e recrimina, non solo per il gol incassato in pieno recupero, ma anche per un rigore non concesso a Magnaghi poco prima. Fatto sta che ora i lombardi, trascinati da un ottimo Finocchio, ex dal dente avvelenato, sono a 4 punti dalla vetta, alla vigilia dello scontro diretto. Il Pordenone rimane invece sesto, a meno 9 dai biancoscudati, in compagnia di Triestina e Albinoleffe. Colucci prosegue nel segno della continuità e non cambia formazione: i titolari sono quelli che hanno messo paura all’Inter, fatta eccezione per lo squalificato Misuraca. Quindi l’eroe Perilli tra i pali, Formiconi, Stefani, Bassoli e Nunzella, Danza con Burrai e Lulli in mezzo al campo, Sainz-Maza e Berrettoni alle spalle di Magnaghi in attacco. Il Renate risponde con un ordinato 4-3-3, che bada soprattutto a non prenderle. […] In pieno recupero, il Pordenone va vicino al gol dopo una confusa mischia in area con lo stesso Magnaghi, che reclama pure il rigore per una presunta spinta ricevuta. Ma sul rovesciamento di fronte il Renate conquista un calcio d’angolo: batte Palma, Di Gennaro svetta su Nunzella e Pellegrini e mette dentro il gol della beffa. Una distrazione che costa carissima, anche se, pure in questo caso, ci sarebbe una spinta “galeotta” ai danni di Pellegrini. Ma l’arbitro indica il centrocampo, sancendo di fatto la sconfitta del Pordenone. Bravissimo al Meazza, squadra-simpatia e beniamina dell’Italia non interista per una settimana. Ma la cui classifica in serie C piange: nelle ultime 9 partite, una vittoria, 4 pareggi e 4 rovesci. Troppo poco per pensare davvero di poter andare in serie B.
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) L’Abano, se non altro, potrà godersi le feste natalizie con una buona dose di speranza. La salvezza, infatti, passa anche attraverso i punti strappati alle big del girone e, di conseguenza, il 2-2 raccolto fra le mura amiche con il Belluno potrebbe fornire ulteriori energie nervose per risalire la china. I neroverdi, allo stadio delle Terme, dimostrano fin dai primi minuti di avere la forza necessaria per farsi valere, soprattutto con l’esterno Damiano Franceschini, bravo a sorprendere la retroguardia ospite con un destro a giro che colpisce la traversa prima di rimbalzare a una spanna dalla linea di porta. Il Belluno, però, non ci mette troppo a ristabilire le gerarchie: alla prima occasione utile, Daniele Rocco trova la serpentina perfetta e poi infila Bettin in diagonale. 0-1. A dire il vero, succede poco altro fino al 27′, quando l’Abano riesce pure a pareggiare: nell’occasione Franceschini riprova la parabola velenosa e costringe Vencato al tuffo. Sulla respinta si avventa Boreggio che rimette il pallone in mezzo per Cecconello, pronto al tap in. La gioia aponense dura pochissimo: un minuto più tardi il solito Rocco, su punizione, calcia dritto per dritto e trova l’1-2. […] I neroverdi festeggiano al 73’con un calcio d’angolo di Boreggio che trova la deviazione di Carteri all’altezza del primo palo e termina in rete con la complicità della mischia. […]
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Prova di forza dell’Este che, senza apparenti affanni, riesce ad espugnare il difficile campo del Tamai al termine di una partita lungamente in mano alla compagine di Florindo. Nonostante il potenziale degli avverari, su un campo che ha saputo mietere vittime illustri, il team padovano prende subito in mano l’inerzia della partita e, soprattutto grazie ad un inizio di ripresa da grandissima squadra, liquida la pratica in poco più di un’ora di gioco. L’Este, che alla vigilia deve rinunciare al febbricitante Pozza e che deve fare i conti con il lungodegente Florian e con Munaretto ancora a mezzo servizio, si presenta in campo con un solido 4-4-2: la linea difensiva formata da Cassandro, Ferrando, De Poli e Ostojic è protetta dal solito mix di tecnica e fisicità della zona mediana presidiata da Rondon, Tomasini, Pizzolato e Viviani. Davanti Bigoni e Fioretti. […] Alla squadra di Florindo serve un calcio piazzato per riuscire finalmente a rompere il ghiaccio con il solito Bigoni, bravo a smarcarsi all’altezza del dischetto del rigore, che calcia al volo battendo l’incolpevole Zonta. […] L’Este controlla con compattezza e ordine e alla prima occasione affonda nuovamente il colpo andando a segno in contropiede ancora una volta con Bigoni, il cui movimento taglia fuori tutta la retroguardia locale. Il raddoppio, di fatto, spegne ogni velleità di rimonta del Tamai. E l’Este, con concretezza, ne approfitta per chiudere i conti e ipotecare l’importante successo. All’11’una perfetta punizione di Rondon vale la rete della sicurezza, con Fioretti che 7′ più tardi fa poker andando a segno con un bello spunto personale, liberandosi al tiro con un movimento a rientrare dal vertice dell’area di rigore e insaccando con un diagonale di destro. A gara ormai archiviata iIl Tamai trova un calcio di rigore che permette il gol bandiera.
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Al Boscherai non si perde mai. Neppure contro il Campodarsego che ha vinto nove delle ultime dieci partite disputate, e di certo salita a Pedavena con l’intenzione di proseguire la rincorsa alla vetta. Tanto il merito dell’Union Feltre, imbattuta nella terza sfida di fila giocata sul sintetico, brava ad imbrigliare gioco e potenziale offensivo del Campodarsego. E c’è pure rammarico nello spogliatoio verdegranata, perché il vantaggio per la verità un po’fortunoso di Pinton è stato quasi subito pareggiato da un rigore alquanto dubbio trasformato da Kabine. Una situazione che in serie A sarebbe stata da rivedere alla Var, in quanto il pallone carambolato su Gjoshi era finito prima sul petto e solamente in un secondo momento sul braccio del numero tre di casa. Nessun dubbio invece nella testa del direttore di gara. In ogni caso, l’1-1 finale ha rispecchiato abbastanza fedelmente quanto visto in campo e, specie dopo la beffarda sconfitta di Este, consente ai feltrini di andare in vacanza sorridenti. Complice la rosa di per sè ridotta, le assenze degli infortunati Salvadori e Tanasa costringono Pagan a un bel rimescolamento di carte. Gjoshi è dirottato nuovamente al posto del capitano come terzino sinistro, mentre nella mediana a tre ecco l’esordio dal primo minuto sia di Giacomazzi e sia di Solagna. Almeno inizialmente in panchina Rizzo, mentre il resto delle riserve ha un’età media da Juniores. Il Campodarsego invece si permette in panchina l’ex Pordenone Pietribiasi, perché davanti ha elementi di spessore quali Kabine, Aliù e Michelotto. Ma i padovani capiranno poco nel corso del primo tempo. L’Union aggredisce alto, mandando spesso in confusione i biancorossi. […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) Una volta raggiunto il pareggio, alzi la mano chi non avrebbe scommesso sul Cittadella vincente al Rigamonti. Di sicuro più un pensierino l’aveva fatto Roberto Venturato: in virtù del secondo tempo disputato dai granata, possiamo parlare di altri due punti persi per strada? «Potevamo essere più incisivi – ammette l’allenatore – Una volta siglato l’1-1 avevamo la partita in mano, e potevamo andare in vantaggio. Ci siamo lasciati sfuggire la vittoria per alcune incertezze, episodi in cui dobbiamo fare meglio. Alla vigilia avevo parlato di un Cittadella che deve crescere per migliorare i risultati dell’anno scorso, possiamo farlo perché ci mancano tante partite da giocare. Dispiace per il pari di Brescia, ma nello stesso tempo guardo al bicchiere mezzo pieno: siamo al quinto risultato utile di fila, tre vittorie e due pareggi». Cos’è mancato nei primi 45 minuti? «Nel calcio si corre, si contrasta, si cerca di prevalere sull’avversario per far saltare fuori le proprie qualità. Tutto questo non è stato fatto. Abbiamo perso tanti contrasti, non riuscivamo a tenere un pallone, il Brescia ci ha messo in difficoltà. Dobbiamo essere più bravi nell’affrontare sfide come queste, e sapere incidere negli ultimi venti metri dove abbiamo tanta qualità». L’ingresso di Bartolomei ha portato grande vitalità. «Paolo sta vivendo un buon momento di forma, ha fatto una grande partita anche a Roma. Ho cercato di alternare in mediana i due giocatori che avevano corso molto all’Olimpico. Rispetto a Settembrini, Bartolomei ha fatto qualcosa in più. Nella ripresa abbiamo sbagliato tanto, colpito una traversa, ma potevamo anche perdere la partita, con Alfonso che ha compiuto grandi interventi». […]
Ore 11.50 – (Gazzettino) Brescia ancora una volta non ha sorriso ai colori granata, che perlomeno ieri hanno raccolto un punto prezioso, grazie a un secondo tempo giocato con ben altra determinazione rispetto alla prima frazione, molle e incolore. E con l’1-1 del Rigamonti si allunga a cinque la striscia di risultati utili consecutivi (tre vittorie e due pareggi). Venturato voleva continuità e la sta ottenendo, anche se tra Avellino e Brescia, i punti raccolti potevano e dovevano essere di più. Allora ha ragione il tecnico del Cittadella quando dice che manca ancora qualcosa per competere per le primissime posizioni di classifica. A Brescia si è regalato un tempo ai padroni di casa mentre nella ripresa, una volta acciuffato il pareggio, è mancato l’ultimo passaggio nelle ripartenze, con i granata che sembravano avere in pugno la partita. L’undici iniziale granata conta nove volti nuovi rispetto alla formazione scesa in campo all’Olimpico in Coppa Italia. Non c’è Benedetti, inizialmente convocato ma poi lasciato a casa perchè reduce dall’influenza: lui come Chiaretti torneranno a disposizione giovedì sera nella sfida del Tombolato con il Carpi. […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) […] Alfonso, qual è stata la parata più difficile? «Senz’altro quella sulla punizione di Caracciolo. Pensavo di aver già preso gol perché la palla era passata in mezzo ad una selva di gambe. È stata una reazione così veloce ed istintiva che mi ha aiutato a parare. Non sono un amante del tuffo levagamba, ma in quel caso lì il gesto tecnico è servito». L’abbiamo sentita urlare molto nel primo tempo contro i suoi compagni. Cosa non funzionava, secondo lei? «Abbiamo sbagliato un po’ l’atteggiamento, non ho visto il Citta aggressivo di altre volte e questo mi dispiace. Non vorrei che ci fossero stati strascichi delle partite con Avellino e Lazio. Ho urlato tanto perché ci tenevo a riprendere subito quel che di bene avevamo fatto sino al 90′ contro la squadra di Novellino. È troppo importante per noi questa stagione, spero che tutti ce l’abbiano bene in testa. Siamo lì, vicini alla vetta, e con una vittoria si sarebbe saliti al terzo posto». Insomma, puntate per davvero alla Serie A? «Certo, per salire basta anche chiudere da secondi. Il pensiero lo faccio più dello scorso anno, questo è un campionato molto livellato ed equilibrato e in un torneo del genere i dettagli fanno la differenza».
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Roberto Venturato, nel primo tempo non si è visto il solito Citta. «La base del calcio è correre e contrastare, per poi mettere in gioco la propria qualità. Noi nel primo tempo non l’abbiamo fatto: abbiamo perso troppi contrasti, arrivando dopo sulle seconde palle e ritrovandoci in difficoltà. Dovevamo essere più determinati, in modo da poter incidere negli ultimi 20-30 metri, nella zona del campo dove abbiamo maggiore qualità. Nella ripresa siamo migliorati». E avreste potuto ribaltare del tutto il risultato. Ma anche subìre il loro secondo gol. «Abbiamo colpito quella traversa con Bartolomei e creato tante occasioni pericolose, ma anche rischiato, perché Alfonso è stato determinante in un paio di interventi. Mi spiace commentare questo risultato, perché sono convinto che questa squadra abbia un grande potenziale, ma non riesca ad esprimerlo con continuità. Dobbiamo continuare a lavorare, insistere e provarci ancora. Saremo subito in pista giovedì, dovremo essere concentrati sulla gara casalinga contro un avversario molto fisico come il Carpi, che affronteremo senza il nostro capitano, Iori, che sarà squalificato, e poi su quella di Vercelli, per cercare di finire al meglio questo 2017». […]
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Due partite in una. La prima, sino all’intervallo, interpretata male, con un atteggiamento improduttivo, e costata lo svantaggio; la seconda, dal rientro in campo sino alla fine, giocata da squadra che sa ciò che vuole, determinata, capace di colpire una traversa, di pareggiare e di sfiorare in almeno 5-6 occasioni il bis, che avrebbe quasi certamente significato vittoria. Al “Rigamonti”, stadio che non gli porta molto bene, il Cittadella conquista il suo secondo pareggio consecutivo, dopo quello rocambolesco e beffardo con l’Avellino di nove giorni prima. È il quinto risultato utile di fila (in precedenza tre successi con Palermo, Salernitana e Foggia), il che significa 11 punti sui 15 a disposizione. Eppure… Eppure, neanche stavolta Venturato e i suoi possono dirsi soddisfatti di quanto combinato contro un avversario costretto a giocare una partita con il coltello fra i denti, per non finire risucchiato nella zona playout, da cui dista adesso solo una lunghezza. E il motivo di questa mezza delusione va ricercato nell’atteggiamento sbagliato con cui la squadra ha affrontato la frazione iniziale e poi, una volta messasi in riga e ritrovato il feeling con la manovra, nella pessima interpretazione di una mezza dozzina di ripartenze, che avrebbero potuto e dovuto sfociare nel punto del sorpasso. […] Giovedì sera al Tombolato arriva il Carpi. Brutto cliente, ma il Citta vuole tornare ai 3 punti in un colpo solo. Chissà che sotto l’albero si faccia festa per davvero.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Poi ci sarà modo di ricaricare le pile, fare un richiamo della preparazione, un ritiro di una settimana a Cesenatico dopo le vacanze e il mercato». A tale proposito al numero uno biancoscudato, fermo restando il primo posto in classifica con l’ottima media di due punti a partita, non c’è bisogno di ricordare i possibili aspetti da rivedere, come ad esempio il fatto che la squadra non segni da tre gare. «È da ottobre che lo leggo o lo sento dire e non c’è bisogno di ripeterlo ogni giorno, anche perché prima di gennaio non si può intervenire». […] Niente negatività, ma nemmeno cali di tensione. «Nessuno deve fasciarsi la testa e al tempo stesso dobbiamo ripartire da zero con umiltà, dimenticando l’attuale vantaggio. Da quando si è cominciato a dire che siamo campioni d’inverno le cose non hanno girato».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Purtroppo siamo stati ancora penalizzati e spero che con l’anno nuovo la musica cambi e ci tocchino arbitri più competenti. Alla resa dei conti, in una gara da 0-0, hanno deciso due uscite sbagliate dei portieri». Prima di archiviare la gara di Gubbio, il patron biancoscudato non dimentica i cento tifosi presenti nella gradinata scoperta dello stadio Barbetti: «Hanno cantato e sostenuto la squadra sotto la pioggia e vorrei stringere loro la mano a uno a uno. Ci dispiace di non averli premiati, ma il nostro impegno è quello di non deluderli». […] «Questo è un periodo un po’ così che ci può stare. Stiamo sereni e tranquilli, mancano ancora due partite in cui dobbiamo essere tutti compatti, accompagnando i ragazzi e remando nella stessa direzione.
Ore 10.30 – (Gazzettino) «I tifosi possono stare tranquilli; società, dirigenza e allenatore hanno le idee chiare su quanto c’è da fare per un ulteriore salto di qualità del Padova». Il giorno dopo la sconfitta beffa in terra umbra Roberto Bonetto lancia un segnale chiaro alla piazza, chiedendo sostegno e compattezza per le due ultime sfide che precederanno la sosta di gennaio, a partire da quella di venerdì all’Euganeo con il Renate che, vincendo ieri in extremis con il Pordenone, è tornato secondo con un ritardo di quattro lunghezze. […] Rimane poi il rammarico per il gol annullato a Capello dopo che era stato il portiere a perdere la palla: «Ho letto che lui stesso ha ammesso questa circostanza, dichiarando di avere sbagliato l’uscita e di essere stato bravo a deviare la sfera sul braccio del nostro attaccante, il che significa che non c’era volontarietà e che la rete era regolare.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Quasi 220 ragazzi, accompagnati dalle famiglie e, insieme a loro, tecnici, dirigenti e collaboratori, per un totale di 550 presenti. Una serata decisamente affollata e un bel clima di festa al ristorante da Gambaro a Cadoneghe per il consueto ritrovo natalizio del settore giovanile del Padova. Oltre a loro il presidente biancoscudato Roberto Bonetto, i soci Salot e Pancolini, il diggi Zamuner e naturalmente Fulvio Simonini, responsabile del settore giovanile. E poi c’erano tanti giocatori della prima squadra: da Pinzi a Belingheri, da Tabanelli a Guidone, ma i più ricercati sono stati i giovani Cisco e Marcandella, forse perché i ragazzi del vivaio vedono in loro, cresciuti nel Padova, l’esempio più vicino. Nel corso della serata sono stati trasmessi i video delle dieci squadre e non è mancato un momento di solidarietà dedicato alle onlus Progetto Mattia Rigon e Passa le scarpe che vede i biancoscudati raccogliere dai propri giovani il materiale sportivo non più utilizzato per essere inviato in Kenia. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “E’ il momento di non farsi prendere dall’ansia”) In C (girone B) il Padova è più che mai capolista, con 34 punti, ma il margine sulla seconda, che non è più la Sambenedettese bensì il Renate, si è ridotto a 4 lunghezze, rispetto alle 6 che caratterizzavano il quadro prima dell’ultimo turno. […] Il Padova ha impresso una poderosa frenata al proprio incedere, fatto di successi (spesso risicati, con diversi 2-1 consecutivi) e di buone prove. I due 0 a 0 raccolti con Fermana e Reggiana e la sconfitta-beffa di Gubbio hanno fatto affiorare una “crisetta” di gioco che un attento navigatore come Bisoli ha sicuramente pesato bene e sulla quale lavorerà per riportare a pieno regime il motore della sua nave. Crisetta che i numeri certificano così: 2 punti in 3 partite (quindi 7 lasciati per strada), zero gol segnati e uno incassato, peraltro conseguenza di un brutto errore del portiere Bindi. […] Avversario migliore del Renate, come stimoli e forza d’impatto, il Padova non poteva incontrare, perché questa è una sfida che si carica da sè e che può servire, sul piano della concentrazione e della determinazione, a ridare slancio ai nostri. In una stagione lunga e difficile, ci può stare di avere un appannamento, più mentale che fisico, anche se il problema del gol – tre reti in due hanno segnato le punte di peso, Guidone e Chinellato, non Capello, che ne ha realizzate sette – rischia di trascinarsi sino alla pausa come una tara complicata da eliminare. L’unico rischio che il Padova ha il dovere di non correre è quello di farsi prendere dall’ansia. Un gruppo di spessore si vede proprio nella difficoltà: per cui nervi a posto e tornare a credere di più in se stessi. Ricetta semplice, ma che porta lontano.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) L’astinenza da gol dura da tre partite, che succede? «È un dato che teniamo in considerazione e che siamo chiamati ad invertire già per la prossima importantissima gara contro il Renate. Dobbiamo ritornare sui binari che ci hanno visto concludere il girone d’andata alla media di due punti a partita. Con questo ritmo a fine anno si viene promossi, è per questo che dobbiamo rimetterci subito a pedalare». Dalle parole di Zamuner si evincono anche quelle che saranno le prossime strategie sul mercato di gennaio. Già entro i primi dieci giorni arriverà un terzino destro che sostituirà Madonna, mentre al più presto il dg vuole concludere per un attaccante in grado di fare la differenza sotto porta. Il posto in lista glielo lascerà Chinellato, destinato ad essere ceduto (su di lui Piacenza e Bassano). Questa settimana la società comincerà anche i colloqui con tutti i giocatori in scadenza di contratto a giugno, ai quali sottoporrà le proprie proposte di rinnovo. L’intenzione è quella di confermare in blocco l’ossatura del gruppo. […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Il giorno dopo la “beffa natalizia” (copyright mister Bisoli) il Padova si lecca le ferite ma non fa drammi: «Non sono preoccupato, un periodo poco brillante ci può stare al culmine dell’ottimo girone d’andata che abbiamo disputato», analizza il direttore generale Giorgio Zamuner. «Abbiamo giocato su un terreno impraticabile, probabilmente la partita non doveva nemmeno disputarsi. Detto questo lo zero a zero era il risultato giusto, siamo stati beffati alla fine da un errore individuale. Ma non credo sia giusto, in tal senso, gettare la croce contro Bindi che da un anno e mezzo sta fornendo ottime prestazioni. Così come non rimprovero niente alla squadra che ha lottato fino alla fine, dando tutto in campo. È stato un incidente dei percorso che dobbiamo lasciarci subito alle spalle». È indubbio, tuttavia, che il mese di dicembre ha fatto registrare una vertiginosa involuzione della squadra sotto porta.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Questa sera, a partire dalle 20, nella splendida cornice di Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta, si terrà la cena di Natale biancoscudata. La proprietà del Padova ha chiamato per l’occasione la prima squadra e lo staff tecnico a fare gli auguri, insieme a sponsor, addetti ai lavori e collaboratori. A fare gli onori di casa saranno i Bonetto, papà Roberto, presidente del club, ed il figlio Edoardo, suo vice. Saranno presenti anche i soci Bergamin, Salot e Pancolini, mentre bisognerà aspettare gennaio per conoscere l’ultimo socio, il finanziere Joseph Oughourlian. […]