Il fattaccio accade dopo che, da una trentina di secondi, è iniziato il quarto ed ultimo minuto di recupero: c’è una punizione a favore del Gubbio, proprio sotto la gradinata dei tifosi di casa, ad una quarantina di metri dalla porta biancoscudata. Sul punto di battuta va l’ultimo entrato per la squadra di casa, Bergamini, che calcia lungo verso l’area, nel grappolo umano il difensore Burzigotti sfiora la sfera, anticipando Guidone, di quel tanto da indurre Bindi all’errore. Morale: clamorosa uscita a vuoto del portiere e gol-partita dei rossoamoblù. I tifosi locali esplodono di gioia, increduli, mentre Trevisan & C. si guardano in faccia basiti. Eppure è tutto vero: il Padova si è fatto fregare nel modo più incredibile ed ingenuo che si potesse immaginare. Sarebbe bastato un briciolo di attenzione in più, tirare qualcuno degli avversari per la maglia, evitare quell’azzardo dell’uscita alla garibaldina da parte dell’estremo difensore (sin lì attento e sicuro), e si sarebbe tornati a casa con un pareggio che non avrebbe fatto una grinza.Invece, la capolista colleziona la terza sconfitta stagionale, sempre in trasferta, dopo quelle con Renate (all’esordio) e Teramo, quest’ultima risalente al 14 ottobre scorso. Sconfitta-beffa, che chiude un girone d’andata comunque estremamente positivo: su 17 partite giocate, 10 vittorie, 4 pareggi e, appunto, 3 ko. Media esatta di 2 punti a partita, così si va su. La Sambenedettese non ne ha approfittato, bloccata sull’1-1 dalla Triestina, per cui da 6 lunghezze di distacco è scesa a 5. Oggi pomeriggio si gioca Renate-Pordenone, e, solo se dovessero prevalere i lombardi, il margine di vantaggio diverrebbe di 4 punti. Insomma, un pugno che fa male, ma in grado di essere assorbito senza particolari traumi da parte della prima della classe. Che, detto per inciso, ha fatto la partita, ma non ha trovato alcun varco utile per perforare la solida (nella circostanza) retroguardia umbra, imperniata sull’ex Matteo Piccinni. Il Padova qualche attenuante ce l’ha, e la principale è quella di aver giocato sotto una bufera per tutti i 94′ in cui si è rimasti in campo. Vento, pioggia battente, a tratti mista a neve, hanno condizionato manovra e idee delle due squadre, con il terreno dello stadio “Barbetti” impregnato d’acqua ma dotato di un buon drenaggio, che non ha potuto evitare, specie nella ripresa, la formazione di vaste pozzanghere, dove il pallone ristagnava. In sostanza, è andata in scena una partita ai limiti del regolamento, e ciò ha penalizzato più gli ospiti che gli uomini di Pagliari, i quali hanno avuto il merito (questo, sì, grande) di crederci sino alla fine. Citazione d’obbligo per la cinquantina di supporter biancoscudati che, infreddoliti e bagnati come pulcini, sono rimasti in curva (scoperta) a sostenere i propri beniamini. Meritano un applauso incondizionato.
[…]Venerdì, per fortuna, si torna a giocare. Impegno tosto, con il Renate, alle 18.30 all’Euganeo. Nessun dramma, a patto di vedere più “cattiveria” in area e fuori, perché il problema del gol va risolto in fretta, e meno distrazioni in difesa. Coraggio, Padova, regalaci un bel Natale.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)