Ore 19.50 – (Il Piccolo) […] Aquaro, innanzitutto come sta? «Sto meglio, ma ci vuole ancora un po’ di pazienza perché ho forzato già a Padova dove ho avuto la ricaduta, e invece di metterci un mese ce ne sto mettendo due per rimettermi». Col senno di poi, una mossa azzardata quella di Padova. «Quando me l’hanno chiesto, non mi andava di dire di no, ma di testa sapevo di non essere ancora al cento per cento. Che dire, mi sarà da lezione. Ora la prendo con calma e rientrerò solo quando sono sicuro al cento per cento». […] Che Triestina ha visto da fuori in questo periodo? E perché tanti alti e bassi? «Il problema della continuità ce lo portiamo avanti dall’inizio: in quel periodo ci sono stati errori dovuti al fatto che ancora non ci conoscevamo bene, con gol presi perché non si erano capiti ancora certi movimenti. Ma ci siamo ritrovati e abbiamo fatto ottime prestazioni. E devo dire che da fuori ho visto una grande Triestina, alla quale manca ancora poco per fare il salto di qualità». Che cosa? «Secondo me non abbiamo ancora la piena consapevolezza di quanto valiamo e quanto siamo forti, ci perdiamo in piccolezze. Il bello è che ne parliamo spesso, ma non siamo ancora riusciti a risolvere il problema. E spero con tutto il cuore che arrivi presto questa maturazione, ci servirebbe ad esempio trovare due vittorie di fila che non le abbiamo mai fatte. Manca davvero solo quel passettino che ti permette di stare in alto. Perché in effetti ti mangi le mani quando pensi che potevi essere ancora più su. Ma fa parte del cammino di una squadra nuova». […]
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La distanza è abissale, nonostante a misurarla si tratti soltanto di un’ottantina di chilometri. Eppure Meda, rispetto al quartiere San Siro di Milano, sembra stare in un altro mondo. In realtà, per il calcio è proprio così. È il mondo che obbliga a tornare con i piedi per terra, a ripensare al campionato di Lega Pro, al fatto che domenica alle 16.30 non si affronterà la prima di serie A, ma la terza in serie C del proprio raggruppamento. Con una opzione in meno: sbagliare. Non si può, perché i 2 punti che separano i lombardi del Renate dal Pordenone lasciano intravvedere possibilità di sorpasso. Anche considerando che gli avversari provengono da un periodo di carestia, quanto a raccolta di punti. Non si deve, perché quel che è stato dimostrato allo stadio Meazza è che i ramarri sanno mordere e non farsi ingoiare da nessuno. […] Prima della maxisfida neroverde, i prossimi avversari avevano lanciato messaggi in vista del confronto diretto. Un tifo non del tutto disinteressato, sposando la linea dell’ironia che tanti apprezzamenti ha prodotto per il club cittadino oltre a un giusto ritocco di stipendio agli incaricati dell’ufficio marketing, annunciato dal presidente Lovisa con un post delle pantere lombarde di augurio e speranza propria. “Sarà una settimana tutta a tinte nerazzurre per i nostri prossimi avversari del Pordenone – si legge su Facebook . Vi auguriamo allora di compiere una grandissima impresa alla Scala del calcio contro l’Inter, così domenica vi sentirete appagati per l’appuntamento contro le nostre pantere. In bocca al lupo, ramarri: rappresentate con orgoglio la categoria che condividiamo”. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […]«Non ho sentito il rumore del legno – ha sorriso Magnaghi -, perché a San Siro c’è troppa confusione. È un rimpianto, certo, ma resta un grande orgoglio il fatto di aver messo in difficoltà l’Inter capolista. Il risultato poteva essere diverso: se fosse entrato il mio tiro avremmo fatto una gara basata sul contropiede, creando altri pericoli all’Inter. Ora vinciamo 6-7 partite di fila e riprendiamo in mano il campionato». […] Nonostante sia un classe 94, Matteo Buratto è il giocatore che milita da più anni nel Pordenone. Ha giocato la sua prima partita con la maglia neroverde contro il Montebelluna, nella serie D 2013-14, e oggi può commentare una partita al Meazza. «Un gruppo fantastico di ragazzi ha scritto la storia di una città e di una società – ha commentato il centrocampista -. Ma nonostante la grinta, il cuore e il sudore che abbiamo messo su quel tappeto verde, la fortuna ci ha voltato nuovamente le spalle ai rigori, quando magari meritavamo qualcosa di più. Le emozioni che ho provato sono state indescrivibili e ne porterò un ricordo indelebile. Grazie, ragazzi: ci siamo fatti questo enorme regalo. Grazie alle migliaia di tifosi arrivati da Pordenone, ma soprattutto grazie a quei 25 fan speciali che non mi hanno mai lasciato solo un momento: la mia famiglia e i miei amici. È stata la classica sera che vorresti non finisse mai». […]
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Ho visto i miei giocatori piangere nello spogliatoio – racconta Mauro Lovisa nella mix zone del Meazza -. L’ho interpretato va avanti il presidente neroverde – come un segnale: la squadra è pronta a giocare anche questo tipo di partite. Ho detto loro di essere orgogliosi, perché il presidente lo è a tutto tondo». Che resti la sconfitta ai rigori brucia, ma fa guardare a quanto è successo e a quanto può succedere con occhi diversi. «Se avessi dovuto scegliere è la tesi di Lovisa – avrei scelto di essere eliminato proprio così, dal dischetto. È un segnale forte, che il Pordenone è riuscito a dare a tutti. Siamo rammaricati, ma allo stesso tempo più maturi». Perché non succede, ma se succede, Lovisa lo aveva detto. Già pronto il programma di ritorno, a piedi. «Ero l’unico a crederci pubblicamente già prima della partita», ricorda il massimo dirigente del club. In città c’è da aspettare Ivan Zazzaroni, il giornalista che aveva annunciato via Twitter Se vanno ai rigori vado a piedi a Pordenone. La società neroverde gli ha risposto: Centro sportivo Bruno De Marchi, via Villanova di Sotto 9, Pordenone. @zazzatweet, sarai il benvenuto!. Zazzaroni pare intenzionato a mantenere la parola: Non vedo l’ora ha ribattuto, Vado, vado: subito dopo #Natale. «Devo ringraziare prima di tutto i tifosi, è la risposta che cercavo dalla città», chiosa Lovisa.
Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) Un’infinita celebrazione della “Pordeneide”, l’epica notte di San Siro. Perché mai come nelle ultime quarantotto ore si è parlato di Pordenone e della sua squadra di calcio. Pordenone ha avuto un primato mondiale, martedì sera. Avete capito bene, i ramarri l’hanno combinata grossa. Per due ore, a cavallo tra i tempi supplementari e l’immediato post partita, #InterPordenone è stato l’hashtag più twittato al mondo. E in televisione è stato senza dubbio frantumato il record di spettatori per una partita dei neroverdi: 3.400.000 spettatori dalle 21 alle 23.45, quasi 5 milioni e 29% di share al momento dei rigori. Sono dati impressionanti. La partita contro l’Inter è stata la molla che ha definitivamente fatto saltare i ragazzi di Colucci nel cuore di tantissimi, in Italia e non solo. «Il Pordenone spaventa San Siro». E poi ancora: «Brivido Inter, il Pordenone sfiora l’impresa». Sulle prime pagine dei principali quotidiani sportivi nazionali si sono letti titoli di questa portata. E i social network, cavalcando l’onda dalla straordinaria campagna neroverde nei giorni precedenti alla partita, sono impazziti. Dai vip agli addetti ai lavori, dagli account calcistici goliardici ai loro milioni di seguaci. Un post su due celebrava i ramarri su Facebook, Instagram o Twitter… l’altro anche.
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) «Il Pordeone non è una sorpresa, perché è da tre anni che gioca a buoni livelli, ma è certo che a Milano ha tenuto testa all’Inter giocando di squadra, con la forza del collettivo. Personalmente è stata un’emozione enorme e di famiglia, con mio figlio Michele in campo a chiudere il cerchio». Il cerchio di cui parla Gigi De Agostini, indimenticato ex di Udinese, Juve e Inter, è quello che regala a volte la vita, di cui il calcio è spesso metafora. Il Pordenone ha portato alla scala del calcio il figlio Michele, esaltando papà Gigi che al Meazza ci ha vinto una coppa Italia e segnato svariati gol, uno speciale anche con la Nazionale. De Agostini, è vero che per seguire suo figlio si è scomodata tutta la famiglia?«Sì, siamo partiti in molti, con mia moglie, la moglie di Michele, figli e nipoti. Ho visto la partita assieme al mio amico Tricella: abbiamo ammirato un Pordenone enorme».Cosa l’ha colpita di più sul piano tattico e tecnico? «Il gioco d’assieme in cui tutti hanno recitato la loro parte al massimo. Un singolo? Una nota in più la spendo per Misuraca, Formiconi e il grande lavoro svolto in attacco da Magnaghi e Berrettoni, che ha classe ed esperienza». Annullare il gap tecnico di tre categorie per 120 minuti non può essere un caso. Questo Pordenone vale già la serie B? «Questo Pordenone è da tre anni a questi livelli. Ha perso due semifinali consecutive per la promozione, ha avuto una serie di infortuni con cinque giocatori importanti fuori uso e non ha sfigurato con tutte le squadre di categoria superiore affrontate. Tutto deve partire dall’unione in spogliatoio». […]
Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) […] «Peccato – afferma Mirko Stefani – per com’è andata, diciamo che i rigori non ci portano fortuna, visto com’è andata nella semifinale play-off col Parma alla fine della scorsa stagione. Siamo stati grandi, ma non nego che rimane un pizzico di rammarico per essere stati a un passo a un’impresa del genere. L’intento di far bella figura è riuscito, ce ne andiamo col sorriso e un po’ di dispiacere. Il rigore sotto la “nostra” curva? Una grande emozione averlo segnato. Avevo il batticuore, anche perché era il quinto. Speravo potesse essere quello decisivo. È un’immagine che mi porterò dietro per sempre. Credo che la prestazione del Pordenone a San Siro – ha continuato il difensore – sia un ottimo spot per la nostra categoria. Abbiamo portato avanti come sempre i nostri principi di gioco a prescindere dall’avversario, senza timori reverenziali, quindi siamo soddisfatti. L’obiettivo serie B? Ci stiamo lavorando, assieme alla società. Non è mai facile vincere, ma dovremo fare in modo che questa grande partita a San Siro non sia stata solo “di passaggio”».
Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) «Quando ho visto Icardi andare sul dischetto, ho pensato: adesso glielo paro e giochiamo un bello scherzetto all’Inter». […] Simone Perilli, portierone romano classe 1995, ci credeva davvero. Se avesse parato quel penalty, nel cuore della gelida notte di San Siro, rovente per i 4 mila tifosi arrivati dal capoluogo del Friuli occidentale, ora i neroverdi sarebbero ancora più nella storia di quanto non ci siano già, dopo il clamoroso colpo alla Sardegna arena e quello incredibilmente sfiorato al Meazza. «Avevo deciso da che parte tuffarmi – ha raccontato Perilli nella “mix zone”, mentre dietro di lui sfilavano tutti i big nerazzurri -, e lui ha calciato proprio lì. Solo che mi ha fatto una finta e io ho cambiato angolo all’ultimo momento. Sono stato un pollo. Del resto se lui è capocannoniere in serie A ci sarà un motivo… Peccato, ci siamo andati vicinissimi». È stato lui il vero eroe dei ramarri, celebrato con voti da capogiro su tutti i media nazionali. «La partita più bella della mia carriera? Forse sì – ha riconosciuto – ma spero di giocarne molte altre così, vorrebbe dire arrivare ad alti livelli. Noi ci abbiamo sempre creduto, mica siamo venuti a San Siro in gita. E se andassimo al Bernabeu, anche lì giocheremmo per vincere, è la nostra filosofia. Adesso però ripensiamo al campionato, non è che possiamo esprimerci bene solo con l’Inter: se giochiamo così non ce n’è per nessuno. Siamo orgogliosi. Ranocchia a fine partita è venuto nel nostro spogliatoio a complimentarsi con noi: siete una grande squadra, ci ha detto». […]
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) […] Lovisa è l’uomo del giorno. Lo invitano alla presentazione del nuovo canale televisivo “Il 13”. Lui raccoglie il plauso del sindaco Ciriani («Il Pordenone è stato un grande veicolo promozionale per la città») e l’incoraggiante invito del presidente degli industriali, Michelangelo Agrusti, ai suoi associati: «Non lasciamo quest’uomo da solo. Oltre ad appassionarci per la squadra, diamogli anche un aiuto concreto». Il presidente neroverde distribuisce gli onori: «Condivido gli apprezzamenti con i miei soci Giampaolo Zuzzi e Maurizio Orenti, dirigenti, collaboratori, giocatori e tecnici, oltre che alla mia famiglia. Abbiamo vissuto tutti insieme una serata di calcio bellissima, mostrando sulla scena nazionale l’immagine di una società seria, di una tifoseria unita e calorosa, di una squadra forte e di uno staff molto qualificato. Tutti di categoria superiore, da guadagnare giorno dopo giorno, attraverso il lavoro. Un grazie al territorio, alle istituzioni e ai nostri partner, che sostengono con grande attenzione e passione il nostro progetto sportivo». Un progetto, come da lui stesso dichiarato alle tv nazionali, che prevede di tornare a San Siro, senza le vesti della rivelazione di serie C. «Fra qualche anno vorrei fosse così – ribadisce Lovisa -, con il Pordenone in serie A. È stata un’emozione indimenticabile entrare alla “Scala” del calcio. Un’emozione fortissima alzare gli occhi al secondo anello blu e vederlo stracolmo dei nostri oltre 4 mila tifosi e sentire riecheggiare i loro cori. Resta, certo, il rammarico per essere arrivati a un soffio da un’impresa straordinaria. Ma San Siro deve essere un punto di partenza per il futuro. In cui il territorio sia sempre più trascinante: anche chi ora resta più “freddo”, sono certo sarà presto dei nostri. In questa maglia e in questi ragazzi possono identificarsi tutti». […] «Recuperiamo energie – chiosa Lovisa – e ripartiamo alla grande. Dobbiamo essere bravi a ricaricare le pile. Dopo una partita così, per un paio giorni sarà dura trovare la concentrazione. Ma dobbiamo tenere alto il morale. Siamo veramente forti e dobbiamo dimostrarlo anche da qui al termine della stagione». Lo esige quel progetto: il ritorno a San Siro.
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Guizza: provate soluzioni su palla inattiva.
Ore 15.30 – Qui Guizza: schemi preparati in maniera scrupolosa da mister Bisoli.
Ore 15.10 – Qui Guizza: prove tecniche anti-Gubbio in corso.
Ore 14.50 – Qui Guizza: lavoro atletico. Solo palestra per De Risio, che però partirà regolarmente per Gubbio.
Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sabato al Menti sarà ora di campionato, visto che alle 14,30 si gioca con l’Albinoleffe, gara con cui si chiuderà il girone di andata. Ma a Vicenza, ormai da oltre un mese, non si parla quasi più di calcio giocato perché al centro dell’attenzione ci sono le vicende finalizzate alla cessione del club. […] Ieri l’ad di Boreas Capital, Francesco Pioppi, in qualità di presidente ad interim del Consiglio di amministrazione del Vicenza, ha convocato un cda straordinario per cercare di accelerare e di trovare una soluzione che sblocchi un contesto che negli ultimi giorni ha di fatto bloccato la cessione del club. Cda con la contestazione all’esterno di una trentina di ultras biancorossi e la presenza degli agenti della Digos vicentina. L’argomento del cda — a cui, oltre a Pioppi, hanno partecipato il presidente di Vi.Fin. Marco Franchetto, l’avvocato Gianluigi Polato e il consigliere Leonardo Adamo — ha riguardato la continuità aziendale, elemento che la società di revisori Audirevi ha richiesto per procedere con l’approvazione del bilancio del club. Di fatto il cda biancorosso ha inviato al consiglio di amministrazione di Vi.Fin., la finanziaria vicentina proprietaria del club, una pec in cui si chiede di spiegare come e in che modo Vi.Fin. garantirà la continuità aziendale della società di via Schio. Risposta che la finanziaria vicentina dovrà dare nelle prossime ore e dalla quale si potrà comprendere se Vi.Fin. intende continuare a gestire il club biancorosso, oppure se si sta apprestando a cedere la società. […] Fare delle previsioni non è semplice, perché già altre volte i soldi per onorare gli impegni sono stati trovati all’ultimo giorno utile, ma la possibilità che le prossime scadenze non vengano rispettate nei termini pare concreta. Con tutto quello che ne conseguirebbe.
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Arrivare al giro di boa sopra i 30 punti, abbiamo il dovere di provarci». Fissa l’obiettivo Pippo Inzaghi alla vigilia della trasferta che domani sera, nell’anticipo della 19. giornata (ore 20.30), vedrà il suo Venezia nella tana del Foggia penultimo in classifica. […] «Arrivare a metà campionato sopra i 30 punti, con la quota salvezza di 50, sarebbe un qualcosa di molto importante spiega il 44enne piacentino . Dobbiamo provarci pur non essendo brillantissimi, anche se in questi momenti perdere poco e restare attaccati ad una certa classifica è comunque un bel segnale». L’1-1 di sabato scorso a Sant’Elena con la Pro Vercelli aveva deluso in primis il presidente Joe Tacopina, domani in tribuna allo Zaccheria. «Il Foggia è una squadra ferita, dal nostro punto di vista però sarà l’occasione giusta per tornare alla vittoria, partendo dal necessario approccio in una gara da affrontare con la massima determinazione, davanti a un pubblico da Serie A e che si fa sentire a contatto col campo. Siamo reduci da uno 0-0 a Palermo (neo capolista, ndr) cui non è stato dato il giusto valore, poi con la Pro Vercelli abbiamo pareggiato 1-1 tirando 16 volte e senza sei titolari: nessuno l’ha ricordato, i sostituti sono stati bravi, ma quale squadra può regalare sei titolari?». […]
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Joe Tacopina è rientrato in Italia martedì e ha presenziato in serata alla cena di Natale. Di buon umore nonostante il pareggio con la Pro Vercelli che lo aveva fatto arrabbiare, il presidente ha dedicato un pensiero ai presenti e si è presto ritirato per la stanchezza dopo l’ennesimo viaggio intercontinentale. Domani, allo Zaccheria, Tacopina ci sarà e il numero uno del Venezia non molla la presa di un centimetro su tutto: stadio, squadra e progetti per allargare ulteriormente il bacino d’utenza arancioneroverde. L’1-1 di sabato scorso lo aveva deluso ma domani a Foggia c’è subito l’opportunità di un pronto riscatto. Proseguono nel frattempo i problemi di formazione per Filippo Inzaghi, che sta ingaggiando una vera e propria lotta contro il tempo per cercare di recuperare più di qualche acciaccato in vista della trasferta in programma domani sera in Puglia. Stulac, per esempio, sembra praticamente out e potrebbe non essere convocato, mentre hanno già alzato bandiera bianca, oltre allo squalificato Domizzi, anche Modolo e Garofalo. Moreo e Falzerano, pur non al meglio, si sono allenati regolarmente e saranno della partita.[…]
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Il Venezia gioca d’anticipo, ma solo perché obbligato dal calendario. Volo per Bari all’ora di pranzo e poi trasferimento a Foggia con Pippo Inzaghi che recupera Bentivoglio a centrocampo, ma Garofalo e Modolo rimangono a casa, in aggiunta allo squalificato Domizzi. Non è al top nemmeno Leo Stulac, che comunque partirà per la Puglia («Vedremo se lo porterò in panchina», ha sentenziato il tecnico arancioneroverde, «mentre l’obiettivo è avere a disposizione Modolo e Garofalo mercoledì sera con la Cremonese»). Pochi cambi, quindi, rispetto alla squadra che ha impattato al Penzo contro la Pro Vercelli. «Affrontiamo una squadra ferita, che è reduce da tre sconfitte consecutive e vorrà ritornare alla vittoria davanti ai propri tifosi», ha sottolineato Pippo Inzaghi, «noi siamo ancora un po’ in emergenza, ma la squadra ha risposto bene anche sabato scorso con la Pro Vercelli. Siamo forse meno brillanti di qualche settimana fa, ma è normale nell’arco di una stagione. Nonostante tutto il Venezia è ancora dentro alla zona playoff con un margine di tre punti sulla nona e 9 sulla retrocessione diretta. Abbiamo la forza di una squadra che ha una classifica tranquilla e che quindi può fare la sua partita a Foggia». […]
Ore 12.30 – (Gazzettino) Nove vittorie nelle ultime dieci gare, nelle quali ha segnato la bellezza di ventotto gol. Numeri da record per il Campodarsego, sottolineati anche dal sito ufficiale della serie D. Che descrive la formazione biancorossa come la più in forma del proprio girone, e forse di tutto il campionato. Unica macchia, il blackout nel secondo tempo con l’Arzignano che è costato la sconfitta. Qualche altra chicca: in sedici giornate di campionato il Campodarsego è sempre andato a segno (finora 37 centri) e solo in cinque occasioni si è fermato a un solo gol. A trovare la via della rete sono stati dodici giocatori: a fare la parte del leone Kabine che è l’attuale bomber della squadra con nove sigilli, seguito da Aliù (sei), Michelotto (quattro), Beccaro, Leonarduzzi e Radrezza (tre), Caporali, Ndoj e Pietribiasi (due), Menale, Nalesso e Trento (uno). «I numeri non mentono, è davvero tanta roba – esordisce Kabine – anche perché a inizio stagione speravamo di partire forte, ma avendo cambiato l’ottanta per cento della squadra avevamo messo in preventivo che servisse un po’ di tempo per amalgamarci. Merito del lavoro svolto dalla società e dallo staff tecnico se stiamo raccogliendo questi frutti, e anche di noi giocatori che andiamo in campo». Soffermandoci su di lei, le statistiche dicono nove sigilli in 854 minuti, il che significa un gol ogni 95 minuti. «Esatto, ma in carriera non sono mai stato un goleador. Ultimamente gioco più sulla qualità e la maturità che ho raggiunto con i miei trentatré anni mi porta a essere più decisivo davanti alla porta». […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) Il Pordenone ha solo accarezzato l’impresa a San Siro, stasera toccherà al Cittadella tentare l’impresa all’Olimpico di Roma, opposto alla Lazio: In palio il passaggio ai quarti di finale di Tim Cup, traguardo mai raggiunto dalla squadra granata. La sfida di Coppa Italia tra le due formazione non è un inedito, perché Lazio e Cittadella si sono già affrontate, sempre agli ottavi di finale, nel 2005: allora si qualificò la squadra capitolina, con il 2-0 dell’andata e il pareggio 0-0 nel ritorno all’Euganeo di Padova. Questa volta sarà gara secca, e nei novanta minuti tutto è possibile. «Proveremo a giocarcela, come sempre – sottolinea il tecnico Venturato alla vigilia – Sappiamo che servirà un’impresa, ma è lecito tentare. Per noi sarà comunque un appuntamento di prestigio». Poi il tecnico aggiunge: «La Lazio gioca in una categoria superiore alla nostra, ha valori importanti e negli ultimi due anni sta facendo molto bene. Sicuramente sarà molto difficile, però è giusto anche provarci. Mi aspetto una Lazio di grande spessore, indipendentemente da chi scenderà in campo all’Olimpico, ha qualità fisiche e tecniche in ogni giocatore della rosa, che attualmente è tra le prime cinque in Italia». Martedì tutti hanno tifato per il Pordenone. «Ha disputato un’ottima gara, dimostrando che l’organizzazione può farti arrivare a grandi traguardi. Ho ammirato il comportamento e l’atteggiamento del Pordenone, penso sia bello che formazioni di categoria inferiori, piccole piazze, provino a sfidare avversarie di primissimi livello come lo sono Inter e Lazio». […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il Citta è chiamato all’impresa, per riscrivere la sua storia. Mai la squadra granata è andata oltre gli ottavi di finale della Coppa Italia maggiore. L’unica volta in cui approdò a questo turno, 12 anni fa, a eliminarla fu proprio la Lazio, che s’impose per 2-0 a Roma, pareggiando a reti bianche al Tombolato. Stasera la squadra di Roberto Venturato ci riproverà, però in gara secca, all’Olimpico.Mister, questa è una vetrina, prima ancora che un semplice incontro. «Sicuramente è una partita di grande prestigio. Sarà un impegno difficile, ma rimane una sfida dove ci si gioca tutto in 90 o 120 minuti, e noi proveremo a dire la nostra, mantenendo le nostre caratteristiche. Sappiamo che servirà un’impresa, ma è un dovere provare a compierla». Dopo l’eliminazione ai rigori del Pordenone contro l’Inter, il ruolo di Cenerentola è rimasto a voi. «I friulani hanno vissuto una serata importante, dimostrando organizzazione e voglia di provarci in casa della squadra che sta guidando il campionato di Serie A. Ho apprezzato molto il loro atteggiamento: è bello vedere piccole realtà che osano sfidare squadre come l’Inter». […] La formazione di partenza sarà più simile a quella vista in casa della Spal o a quella schierata contro l’Avellino? «Abbiamo un impegno ravvicinato, domenica a Brescia, per cui l’idea è di dar spazio a chi in questo periodo ha giocato meno, e tuttavia ho ancora un po’ di riflessioni da fare». […]
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Ai circa 250 sostenitori granata che, stamattina, partiranno per la capitale con 4 pullman, 2 pulmini e diverse auto, il compito di far sentire tutto il loro calore agli uomini di Venturato. Esistesse un campionato dei complimenti ricevuti, il Citta sarebbe in vetta. Buon ultimo ad aggiungersi alla lista dei tecnici pronti a dispensare elogi alla squadra di Venturato è Simone Inzaghi, che, in una vigilia animata dalle furibonde polemiche seguite alla gara persa con il Torino in campionato, ha presentato così la sfida di stasera: «Andremo ad affrontare una bella squadra, che gioca il miglior calcio in Serie B e che due settimane fa ha battuto il Palermo. Per arrivare qui ha vinto contro la Spal e il Bologna disputando due ottime prove in Coppa Italia: è una partita trappola, non dobbiamo sottovalutarla. Devo schierare la formazione migliore, ma anche considerare come hanno recuperato i giocatori dopo l’impegno di lunedì: Luis Alberto e Felipe Anderson hanno preso alcune botte che vanno valutate. Di sicuro giocherà Immobile, dato che è squalificato in campionato (domenica sera la Lazio sarà ospite dell’Atalanta, ndr)». […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) Puntiamo su uno specialista del ruolo con una certa esperienza alle spalle: possibilmente strutturato fisicamente, anche se con meno capacità di spinta rispetto a Madonna. Per rendere l’idea, un giocatore tipo Tait del Sudtirol, anche se non ce lo daranno mai». Stando ai rumors, circola il nome di Salviato. «Può essere un’idea», taglia corto. Ma qualcosa sarà fatto in entrata anche riguardo al reparto avanzato. «Probabilmente sarà così. Ma non è un problema dato che i gol li abbiamo fatti. È solo per trovare un giocatore con caratteristiche diverse rispetto a quelli che abbiamo in vista del girone di ritorno, visto che nella seconda parte del campionato le squadre giocano più chiuse. Ci serve un elemento abile nello stretto e nell’uno contro uno». Se il nuovo terzino destro andrà a coprire in lista il posto di Madonna, in attacco per lo stesso principio vuole dire che qualcuno deve fare le valigie. «Per forza. A meno che non si liberi un posto tra i centrocampisti, reparto nel quale siamo più che coperti». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) Giorni caldi sul fronte dei rinnovi. Già nelle prossime ore il direttore generale Giorgio Zamuner inizierà i colloqui per prolungare il contratto ai biancoscudati che vanno in scadenza a giugno. Un plotoncino che include Bindi, Cappelletti, Russo, Madonna, Mandorlini, De Risio e Mazzocco. «Oltre a questi probabilmente anche Trevisan – sottolinea il diggì – Aspettavo l’ingresso del nuovo socio (il franco armeno Oughourlian, ndr) per muovermi. Vogliamo provare a mantenere un po’ tutto l’attuale gruppo e dare un segnale di continuità». A gennaio comunque con l’apertura del mercato invernale la società provvederà anche a operare un innesto per rimpiazzare Madonna (stagione finita) nel ruolo di terzino destro. Ed è previsto che si aggregherà al gruppo sin da domenica 7 gennaio 2018, giorno nel quale riprenderà la preparazione dopo la sosta. «Esatto, vogliamo inserirlo subito in modo che abbia un po’ di giorni a disposizione per entrare bene nei meccanismi della squadra.
Ore 10.30 – (Gazzettino) […] La disponibilità e le risposte in campo di Carlo De Risio costituiscono sicuramente una delle chiavi di lettura più significative del primato del Padova che può contare su giocatori che sanno farsi trovare pronti quando vengono chiamati in causa. Per lui quattro presenze dal primo minuto e dodici spezzoni di gara, con ingressi quasi tutti curiosamente concentrati nei minuti attorno alla metà della ripresa. «Sicuramente mi sento in buona condizione anche grazie all’allenatore che sin dal ritiro tutti i giorni mi spinge a dare sempre di più». De Risio ha giocato sia al fianco di Pinzi nel ruolo di mezzala destra che al suo posto davanti alla difesa. «Giampiero è un bravissimo ragazzo, possiamo trovare spazio insieme, può giocare lui o io, non conta. Basta che chi viene scelto dia il cento per cento. Ogni giocatore di questa squadra è importante, non ci sono differenze e siamo tutti titolari, con un tecnico che dà sempre delle occasioni a chi si allena bene». Così sulla squadra: «Veniamo da una bella striscia di risultati e siamo contenti e orgogliosi di quanto stiamo facendo, ma con il Gubbio non possiamo permetterci distrazioni. Cosa è mancato con la Reggiana? È una squadra che lotterà per il vertice: con l’episodio giusto e un pizzico di cattiveria e fortuna in più potevamo vincere, ma non possiamo rimproverarci nulla e le stesse concorrenti un po’ balbettano».
Ore 10.20 – (Gazzettino) C’è una buona possibilità che il calcio d’inizio dello scontro diretto con il Renate, ultima sfida casalinga del 2017, venga anticipato di due ore. La gara, in programma all’Euganeo venerdì 22 dicembre, è fissata per le 20.30, ma le due società si sono accordate per cominciare la partita alle 18.30. Adesso spetta alla Lega dare il via libera ufficiale. Non è invece possibile anticipare ulteriormente il match alle 14.30, dal momento che il Renate ha già programmato la trasferta: affrontando il viaggio la mattina dell’incontro, ha escluso di potere scendere in campo nel primo pomeriggio. Oltretutto il club lombardo ha già versato la caparra a un albergo della zona per pranzare e riposare, proprio nell’ottica di giocare alle 20.30. L’orario delle 14.30 sarebbe stato possibile solo se il Renate avesse pernottato la sera prima nell’hotel che ha già prenotato, ma la struttura per quella data non ha camere libere. E cambiando albergo la società perderebbe la caparra già versata. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) In più, trovandosi di fronte all’intero vivaio del Padova, il presidente si è voluto togliere qualche sassolino, dopo le polemiche emerse in estate a seguito dell’addio dello storico responsabile Giorgio Molon e alle voci su un drastico ridimensionamento del settore giovanile: «Si era parlato di tanti cambiamenti, c’era gente preoccupata che succedesse chissà che cosa, ma mi sembra che non sia cambiato nulla, anzi credo che la situazione si sia evoluta anche in meglio. Non ci sono stati quei grossi tagli che qualcuno era preoccupato si verificassero, il lavoro dei tecnici e del nuovo responsabile Simonini è ottimo e sono orgoglio di come si sta muovendo la società». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Siamo ambiziosi e vogliamo crescere sempre di più», le parole del presidente biancoscudato alla platea di giocatori, tecnici e famiglie del settore giovanile. «C’è stato l’ingresso di un nuovo socio che verrà a darci una mano ed è un personaggio di un certo spessore internazionale. Abbiamo chiaro un obiettivo, che non vogliamo nominare ma che è nella nostra testa». La scaramanzia nel calcio la fa sempre da padrona, ma Bonetto in fin dei conti non ha mai nascosto di voler arrivare subito in Serie B e il nuovo ingresso societario è visto anche e soprattutto in quest’ottica: «Per mantenerci a certi livelli sappiamo che è necessario crescere anche dal punto di vista della struttura societaria. Stiamo lavorando in tal senso e l’arrivo di Joseph Oughourlian rappresenta un passo in avanti. Ringrazio lui, così come ringrazio tutti i soci che ci sono stati vicini dall’inizio della nostra avventura».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Stasera sono veramente felice». Poche ore dopo la firma ufficiale dell’accordo con Joseph Oughourlian, l’imprenditore francese che ha rilevato il venti per cento del pacchetto azionario del Padova, il presidente biancoscudato Roberto Bonetto si è ritrovato a cena con gli altri soci. Non si è trattato né di un appuntamento formale del consiglio di amministrazione di viale Rocco, né di un brindisi tra amici, ma casualmente la conclusione della trattativa con Oughourlian ha coinciso con la festa natalizia del settore giovanile. A parte Giuseppe Bergamin e il braccio destro di Bonetto, Moreno Beccaro, si sono presentati al ristorante “da Gambaro”, a Cadoneghe, gli altri soci Giampaolo Salot e Filippo Pancolini, che continuano a detenere il 5 per cento ciascuno del pacchetto azionario. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per la trasferta di sabato a Gubbio mister Bisoli sembra intenzionato a tornare all’antica, riproponendo la formula che tanto bene aveva fatto tra ottobre e novembre. Vale a dire con un centrocampo maggiormente fisico e Capello, il capocannoniere biancoscudato, riportato più vicino alla porta. La buona notizia è il completo recupero di Nico Pulzetti, che è tornato ad allenarsi con la squadra e a Gubbio potrebbe nuovamente ricoprire il ruolo di trequartista. Alle sue spalle si formerebbe quindi un terzetto composto dal rientrante Pinzi, Belingheri e De Risio, quest’ultimo al momento uno degli uomini più in forma dell’intera rosa. E qui arriva la notizia meno buona. De Risio, infatti, all’inizio dell’allenamento di ieri si è fermato per un problema alla caviglia, è rimasto un po’ a terra, quindi ha proseguito l’allenamento ma è rientrato negli spogliatoi senza partecipare alle ultime partitelle. Dovrebbe trattarsi di una semplice contusione e già oggi o al massimo domani il mediano conta di tornare in gruppo. Se non dovesse essere al top, il suo posto sarà preso da uno tra Mandorlini e Tabanelli. […]
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) L’Euganeo? «Lo stadio meno sexy d’Italia». La definizione più azzeccata, senza dubbio, porta la firma del giornalista Everardo Dalla Noce, scomparso proprio l’altro giorno all’età di 89 anni. Il celebre telecronista sportivo, da inviato di Quelli che il calcio nelle stagioni 1994-1995 e 1995-1996, era infatti solito raffigurare così l’impianto di viale Rocco che all’epoca, in occasione degli ultimi due campionati del Padova in serie A, era peraltro ancora privo della curva Sud. Da allora sono passati più di vent’anni e l’Euganeo, che nel cuore dei supporter non potrà mai sostituire il mitico Appiani, è rimasto lo stadio poco attraente che era. Adesso però, con l’obiettivo di renderlo un po’ più caldo, pare finalmente esistere un progetto concreto, non troppo costoso e fattibile in tempi ragionevoli. Ovvero quello che il sindaco Sergio Giordani (presidente del Padova proprio negli anni della serie A) e il suo fedelissimo assessore allo Sport Diego Bonavina (che ha chiuso da calciatore proprio con il biancoscudo) hanno spedito al ministero dello Sport e al Coni, chiedendo un contributo iniziale di due milioni di euro. Ma il piano elaborato dagli uffici del Comune insieme con quelli della E2B Srl, almeno dando un’occhiata ai social, non sembra piacere troppo ai tifosi, la maggior parte dei quali continua a preferire il restyling del Plebiscito, avviato dall’ex primo cittadino Massimo Bitonci e stoppato dalla giunta in carica.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il 12 dicembre 2017 rimarrà a suo modo una data storica per il Padova. Nella stessa giornata, infatti, due notizie di primissimo piano che coinvolgono il club di viale Rocco: il via all’iter per il rifacimento dell’Euganeo e l’ingresso in società di Joseph Oughourlian, nome di spicco della finanza internazionale che affiancherà il presidente Roberto Bonetto in un percorso presente e futuro. Testimone e parte attiva di questa doppia svolta è l’assessore allo sport del Comune di Padova, Diego Bonavina. Bonavina, possiamo definirla una svolta storica per il calcio cittadino? «Io direi che è un momento bellissimo: la squadra è prima in classifica, la società si sta rafforzando e l’Euganeo verrà rifatto». Cosa ne pensa dell’ingresso di Oughourlian all’interno del pacchetto azionario di viale Rocco? «Non lo conosco ma mi fido di Roberto Bonetto, che ha sempre lavorato per il bene del Padova e che vuole dare un presente o un futuro a società e squadra». […] Le Tribune rimarranno lontane dal campo? «Il problema essenziale sono le curve e bisognava chiudere lo stadio, il progetto prevede in una seconda fase che si possa ulteriormente ammodernare l’impianto. Con gli interventi proposti si avrà uno stadio da 23mila persone e abbiamo preservato anche la possibilità di ospitare i grandi concerti». Quindi come sarà il nuovo Euganeo? «La delibera che abbiamo approvato prevede uno stanziamento di 3,2 milioni relativi al primo stralcio: di questi, due milioni devono arrivare dal bando periferia e i restanti 1,2 milioni vanno trovati. Parliamo con diversi finanziatori, col Padova e pensiamo alla realizzazione degli Sky Box che sono una fonte di reddito importante». […] Sembra il momento giusto per cominciare questo percorso col Padova primo in classifica: che ne pensa? «La cosa bella di questo progetto è che prevede che la squadra possa giocare anche durante i lavori. Il mio sogno è che il Padova il 6 maggio abbia finito il campionato. E tutti sanno bene cosa significherebbe: in quel caso il 7 maggio comincerebbero i lavori. È un sogno, speriamo che la squadra ci aiuti a realizzarlo. Il fatto che abbia aumentato il vantaggio sulla seconda dopo due pareggi è un segnale molto importante e che ci fa essere tutti fiduciosi».