Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ezio Maccan interista imperituro e già socio del Pordenone, per chi tiferà martedì sera? «Resto sempre interista, lo sono stato e lo sarò, ho attraversato i periodi di gloria, adesso la squadra va bene, ho resistito comunque quando andava male. Che l’Inter si trovi a giocare con il Pordenone è certamente una cosa storica. A prescindere da cosa succederà in campo, già un evento a San Siro con 40 mila persone è fuori norma per noi. Sarà certamente una serata che rimarrà nella memoria di tutti. I neroverdi non penso vadano a vincere, ma a farsi una gara di gloria e sarà una gran bella cosa». Che impressione le fa solo sentir nominare InterPordenone? «Sono contento che i ramarri siano lì. È un’impressione impensabile finché non è diventata realtà. Può starci dopo essere stati bravi a Cagliari, hanno meritato per tutto quello che hanno fatto. Penso che martedì sia una sera da sorriso pieno, nel senso di allegria sportiva ai massimi livelli. Non ragiono nemmeno sul piano della competizione, anche se nel calcio può starci di tutto. Qualcosa si è già visto». Come vede il club neroverde da quando lei ha lasciato? «Sul piano societario non so più niente, su quello sportivo assolutamente bene. Due volte secondi, adesso di nuovo a lottare: meglio di così non si può fare. Meglio di così c’è solo la B. Che sarebbe una cosa grande per società, città, squadra, tutti». Almeno la B, oppure è lecito ipotizzare una futura serie A? «Con quello che dice il presidente Mauro Lovisa, sì: dichiara che la B si può fare e in prospettiva anche la A. Io so cosa bolle in pentola a casa mia, non a casa sua. Se lo dice lui significa che avrà fatto i suoi conti e ha le capacità di sostenerli». Con Lovisa ha ancora contatti o collaborazioni? «Gli ho mandato un messaggio di complimenti dopo la vittoria di Cagliari». […]
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Oggi mamma Rai si coccola i ramarri, domani Inter Pordenone diventa realtà virtuale, martedì sarà il vero grande giorno. Già stasera la Domenica sportiva si collegherà in diretta dal centro sportivo De Marchi, alle ore 23.30 circa. Martedì il Pordenone e l’Inter apriranno il palinsesto televisivo dedicato agli ottavi di finale in Tim Cup. A trasmettere la sfida del Meazza sarà Rai2, la stessa che il giorno dopo proporrà le dirette di Fiorentina Sampdoria (alle 17.30) e Milan Verona (20.45). Giovedì 14, infine, la lista sarà esaurita da LazioCittadella (calcio di inizio alle 21). Intanto, la convocazione diramata dal club neroverde sta pre-riscaldando il tifo cittadino. Prima di poter dire io c’ero allo storico confronto milanese, saranno molti i sostenitori dei ramarri che faranno da cornice alla diretta della Domenica sportiva dal De Marchi. Per il collegamento con lo studio presenzieranno i dirigenti, capitanati dal presidente Mauro Lovisa, insieme ai collaboratori. Vista l’ora e gli impegni del giorno dopo, sarà assente la squadra. La storica trasmissione di Rai2 dedicherà nuovamente uno speciale spazio al confronto più sorprendente negli ottavi di Tim Cup, sottolineando il distacco fra una realtà di vertice in serie A e chi è ben posizionato in Lega Pro. Solo LazioCittadella mostra un altro, comunque inferiore per distanza, test fra organici di categorie differenti.
Non resta un episodio isolato la rubrica Facchetti Football Club in cui, domenica scorsa, Gianfelice Facchetti centrò tutto il suo intervento sulla favola dei neroverdi al cospetto dei nerazzurri. […]
Ore 20.30 – (Messaggero Veneto) Al Meazza ci ha giocato. E proprio con l’Inter. Ma col Pordenone si è rilanciato ed è per i colori neroverdi che tiferà nella storica sfida di martedì. Simone Pasa, doppio ex di nerazzurri e ramarri, attualmente al Cittadella in serie B, sta al fianco dei suoi “vecchi” compagni per l’incontro di San Siro: «Si scriverà un’altra pagina di questa incredibile storia – afferma -. E poi, io, sono juventino: non posso che tifare per il Pordenone… (sorride, ndr)». […] Pasa, innanzitutto: cosa vuol dire San Siro?«Un’emozione straordinaria per tutti. È lo stadio più bello d’Italia e giocarci può mettere pure soggezione. A chi fa questo lavoro, trasmette un’adrenalina incredibile già quando si è negli spogliatoi». […] Per il Pordenone si tratta di una vera e propria missione impossibile…«Attualmente l’Inter è una squadra fortissima, molto organizzata. Però il Pordenone deve provare a fare il suo calcio. Sarà difficile, perché di fronte ha una super-rivale, ma vale la pena tentare qualche giocata per impensierire gli avversari. Servirà sicuramente grande spirito di sacrificio e tanta fortuna. Davanti ha le qualità per poter creare dei pensieri». […]
Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Le ultime della classe, un incubo vero per gli arancioneri in questa stagione. Dopo il pareggio casalingo col Fano, Mauro Zironelli si arrende 2-1 a Santarcangelo, al ritorno in panchina dopo sei anni di inattività in Italia del trevigiano Alberto Cavasin. Delusione cocente, quella subita dal Mestre e soffocata a fatica dalla solita sfilza di occasioni e dalla qualità del gioco più che soddisfacente. […] Poi, all’improvviso, passa il Mestre: filtrante di Sodinha per Spagnoli, che scarica un destro fantastico sotto la traversa facendo esplodere i tifosi arancioneri che occupano il settore ospiti e si godono lo spettacolo. Siamo al 40’ e la partita si mette sui binari più attesi alla vigilia, con il raddoppio sfiorato tre minuti più tardi da una grande percussione di Rubbo. La ripresa comincia con un’altra occasionissima per il Mestre, che colpisce un clamoroso palo con Spagnoli al’ 5’ mentre dall’altra parte è Capellini a trovare il pari per i romagnoli un minuto dopo. E la beffa è in agguato: al 32’ Dhamo tira dalla distanza, Gagno respinge lateralmente ma Piccioni è rapido quanto abile nel ribadire in rete da posizione impossibile. Il Mestre cerca il pari, che sfiora al 42’ quando Casarotto trova un super Bastianoni a negargli il 2-2, sulla ribattuta interviene Toninelli rischiando il fallo da rigore e scatenando le proteste della panchina del Mestre. Ma non c’è nulla da fare, la macchina sembra essersi inceppata.
Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) È furioso, Mauro Zironelli. Non gli è andata giù la decisione di convalidare il gol dell’1-1 di Capellini, frutto, secondo lui, di un evidente fallo a metà campo in fase di recupero palla da parte del Santarcangelo. «L’avete visto tutti, c’era un fallo evidente» commenta il tecnico «siamo stati bravi a non reagire troppo, ho trattenuto i ragazzi in panchina perché anche loro erano arrabbiatissimi. Lì si sarebbe dovuto fischiare fallo e il gol non sarebbe arrivato. Abbiamo preso gol dopo l’atterramento di un nostro giocatore e lì per lì abbiamo perso le staffe. È dura da digerire, dopo un primo tempo dominato». Un episodio che ha cambiato la partita. «C’è stato quel palo, poi quel tiro di Rubbo uscito di poco dopo il nostro vantaggio» prosegue Zironelli «alcune occasioni nelle quali magari avremmo anche potuto fare meglio. Insomma, avremmo potuto chiudere la partita. Nel secondo tempo non siamo stati determinati come nel primo ma il gol, ribadisco, l’avete visto tutti. Il campo? Ce l’abbiamo messa tutta per produrre una buona partita tecnica e secondo me per larghi tratti ce l’abbiamo fatta. Magari su qualche contrasto non siamo stati efficaci. Ma ormai è andata così e portiamo a casa questa sconfitta». […]
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Rabbia e rimpianti. Il Mestre esce sconfitto dal “Valentino Mazzola” dopo aver dominato una gara che non è mai sembrata in discussione. Inutile il vantaggio siglato da Spagnoli, il Santarcangelo regala ad Alberto Cavasin (tornato in Italia dopo la parentesi inglese sulla panchina del Leyton Orient, League Two), un esordio da sogno con una rimonta costruita in poco meno di mezz’ora. Un Mestre che lascia qualche perplessità dietro ma davanti si dimostra squadra capace di far male in qualsiasi momento. Decisive le lacune di un pacchetto difensivo troppo sofferente in fase di contropiede, impeccabile la cura dei dettagli in fase offensiva. Zecchin fa quel che vuole, dialoga costantemente con Sodinha che è pronto ad innescare poi gli esterni alti e larghi. […]
Ore 18.30 – (Il Piccolo) Una doppietta decisiva, il consueto apporto generoso alla fesa difensiva, particolarmente dispendiosa se rapportata alla vocazione offensiva dell’Unione e alla forza dell’avversaria, e tanti abbracci per il furetto alabardato Mirco Petrella, grande protagonista al Rocco con due gol che bissano quelli di ottobre al Menti di Vicenza. «L’importante era portare a casa la vittoria come primo obiettivo. Le occasioni sono capitate a me, sono stato bravo a sfruttarle. Siamo molto contenti ma adesso dobbiamo proseguire così». Continuità che Petrella sembra aver trovato in fase realizzativa. «Devo considerare il fatto che negli anni scorsi ho giocato in rare occasioni da vero attaccante, ho sempre fatto l’esterno di centrocampo. Non mi era facile trovare la porta. Quest’anno stanno arrivando anche i gol oltre alle prestazioni. E’ il mio terzo gol di testa, per me era una palla a mezza altezza – scherza Petrella – Mi sono sentito di colpirla così». […] E’ una Triestina che sa cambiare disegno tattico in corsa, dal 4-4-2 al 4-2-3-1 al 4-3-3. «Sono numeri che lasciano il tempo che trovano, l’importante è applicare in campo quelle che sono le indicazioni dell’allenatore». L’ingresso di Bariti per il 4-3-3 un chiaro segnale. «Il cambio ci ha trasmesso qualcosa in più, il coraggio per farci capire che a noi il pareggio non bastava».
Ore 18.00 – (Il Piccolo) «Una vittoria importantissima, ottenuta contro una grande squadra, probabilmente la più esperta dell’intero girone»: Sannino fotografa così l’impresa della Triestina, che dopo un primo tempo di sofferenza chiuso però in vantaggio, proprio dopo il pareggio della Feralpi, ha trovato nuove forze ed è andata a prendersi una meritata vittoria. «Un successo da dedicare a questi ragazzi che fanno tanti sacrifici, nonostante quelli che sono i nostri limiti. Perché sarà che io non riesco mai a godermi fino in fondo una vittoria, ma va detto che la partita si era messa nei giusti binari per noi, e ancora una volta l’abbiamo rimessa in binari non consoni alle nostre caratteristiche. Il gol preso mi dà fastidio, perché lavoriamo tanto su questo e poi ci ricadiamo sempre. Ma alla fine abbiamo vinto e siamo tutti contenti. Loro nella ripresa hanno inserito un giocatore che l’altro anno era in serie B, ma noi siamo riusciti a fare un gol di ottima fattura con il giocatore più piccolo». […] La mossa di inserire Bariti per Meduri, è stato il segnale che la Triestina la partita la voleva vincere: «Niente è fatto a caso – spiega il mister – abbiamo provato durante gli allenamenti. E soprattutto in casa Bariti può fare la mezzala, in trasferta è già più difficile. Comunque sono contento perché era l’ultima al Rocco di questo 2017, e volevamo lasciare un segno positivo».
Ore 17.30 – (Il Piccolo) Gli alabardati segnano nel momento migliore del Feralpi. I bresciani pareggiano quando la Triestina spinge. Ma gli alabardati ci credono e trovano l’affondo decisivo ancora una volta con il bomber tascabile. Nel giorno dell’ultima gara dell’anno al Rocco, nel giorno in cui tutti vanno ai mercatini l’Unione fa il regalo più gradito ai suoi tifosi e soprattutto a quelli che preferiscono il freddo del Rocco allo shopping. Nel giorno di Petrella non solo la Triestina ha vinto ma ha giocato una delle sue migliori partite. Perché gli uomini di Sannino se la sono vista con un ottimo Feralpisalò, terzo in classifica, ma soprattutto formazione che in campo sa starci eccome. La Triestina ha saputo reggere la forza d’urto dei bresciani prima (anche un palo salva il bravissimo Boccanera), è stata capace di colpire con freddezza e soprattutto di reagire quando il Feralpi ha trafitto la porta sotto la Furlan. Il segreto sta nella capacità del gruppo di non arretrare mai eccessivamente il baricentro e nelle potenzialità dell’attacco a tre nonostante il periodo poco brillante del bomber Arma. Ancora una volta l’Unione ha confermato di trovarsi a suo agio con le squadre che giocano e non si chiudono ma dimostra anche di saper stringere i denti quando è stata aggredita. Sannino fa giocare l’osannato Petrella dall’inizio. Il piccoletto gioca a destra, con Mensah sull’altro fronte e Bracaletti al centro alle spalle di Arma. Ma non sarà così per tutto il match. […]
Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Partita brutta ma in sala stampa Nicola Zanini si tiene stretti i tre punti e mette in secondo piano la prestazione dei biancorossi. «E’ un successo che per noi vale molto, venivamo da tre sconfitte consecutive e tornare alla vittoria era fondamentale. Non è stata una bella partita, vero, ma in campo c’erano due squadre che avevano più paura di perdere che voglia di vincere. E tutto questo ha senza dubbio avuto un suo peso nell’andamento del match». […] Felice è anche Nicola Ferrari, al suo primo gol in biancorosso. «Finalmente è arrivato ma sono contento soprattutto perché è valso la vittoria — spiega il bomber trentino — questi tre punti li abbiamo presi compattandoci, andando a dimostrare che siamo un gruppo sano e forte. Il campo ha confermato che abbiamo lottato insieme, chi era in panchina è stato il primo tifoso di chi ha giocato». […] Dall’altra parte la faccia triste di mister Giovanni Colella è lo specchio della delusione del Bassano per una sconfitta ritenuta immeritata. «Credo di poter dire senza tema di smentita che non meritavamo di perdere — precisa l’allenatore dei giallorossi — il pareggio avrebbe meglio rispecchiato quando visto in campo, e se una squadra doveva vincere quella era il Bassano, visto che abbiamo creato più occasioni del Vicenza. Purtroppo è un momento che non gira bene, ma sono convinto che questa gruppo vale molto di più della classifica attuale e sono convinto che risaliremo molto presto la classifica».
Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una delle due doveva vincere per cercare la luce in fondo al tunnel. Alla fine l’ha spuntata il Vicenza, in una partita oggettivamente brutta e dominata dalla paura di perdere, che ha reso il derby del Mercante utile solo per la classifica dei biancorossi. L’unico fotogramma degno di nota nel match di ieri sera tra Bassano e Vicenza è l’attimo decisivo della gara, quando Bizzotto cintura in area Ferrari e l’attaccante trasforma il rigore che vale il primo successo per mister Nicola Zanini. Ed è anche, guarda caso, il primo gol stagionale dell’attaccante ex Venezia. Ai punti, va detto, lo 0-0 era il risultato più giusto, al termine di una partita con poche luci e tantissime ombre. Alla fine però conta la vittoria e quello che nel prosieguo della stagione potrà lasciare. Animi speculari alla vigilia del match con entrambe le squadre reduci da sconfitte a ripetizione che hanno messo in fermento le tifoserie. In particolare quella biancorossa che popola tutto il settore ospite e srotola un unico striscione: «Liberate il Lane» che resta a perenne monito per 90 minuti. Va detto anche che per il Vicenza i prossimi giorni saranno decisivi per il closing societario. Colella per il debutto sulla panchina della Virtus conferma il 4-3-2-1. Il primo sacrificato è Fabbro, con Diop che si prende il posto da titolare davanti. Altre novità? Karkalis in difesa al posto di Proia e Salvi che subentra a Stefanin. Per Zanini scelte «obbligate» con Romizi che torna titolare a centrocampo. […]
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La rete di capitan Cernuto aveva illuso di poter tornare alla vittoria dopo quasi un mese, invece la zampata di Firenze sul finire del primo tempo ha punito un errore di valutazione di Audero e, nel finale, il «giallo» per un presunto rigore su Mlakar, a detta di mister Filippo Inzaghi evidente. Questi i tre episodi salienti nell’1-1 fra Venezia e Pro Vercelli vissuti dai diretti responsabili. «In campo da titolare, la fascia di capitano, il gol. Poteva essere la giornata perfetta, invece ci è mancata la vittoria. Avrei preferito che la rete la segnasse un compagno se fosse servito a portare a casa i tre punti» rivive Francesco Cernuto il colpo di testa che, sull’angolo battuto da Del Grosso, ha portato in vantaggio i lagunari. «Classifica a parte, sapevamo che la Pro Vercelli è una buona squadra. Sono venuti a Venezia giocandosela alla pari, forse avremmo dovuto fare qualcosa in più ma la prestazione è stata buona, ci è mancata solo la vittoria». Tre punti sfuggiti proprio nell’ultimo minuto del primo tempo per un’uscita non impeccabile di Emil Audero. «Ho visto la palla in mezzo all’area e ho deciso di uscire, nel mentre sono stato sbilanciato ma non ho capito da chi. Non mi piace cercare alibi, ma ho sentito un contatto che mi ha fatto perdere l’equilibrio e non sono riuscito a impattare come avrei voluto. Per questo ho chiesto il fallo. Mi spiace perché stavamo controllando piuttosto bene e il pari ha dato coraggio alla Pro Vercelli». […]
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Da lontano arriva il commento del presidente Joe Tacopina, atteso in città nei prossimi giorni. «Amo questa squadra ma sono molto dispiaciuto per il risultato. Le squadre vincenti quando giocano in casa non devono perdere punti contro squadre a loro inferiori. Le squadre vincenti vincono partite come queste. Soprattutto quando i 3 punti sono necessari. Sono sicuro che supereremo questo momento e continueremo a giocare come una delle migliori squadre del campionato». Commento seccato quello del tecnico Pippo Inzaghi a fine gara. «Di sicuro questo arbitro (lo stesso di Venezia-Parma 0-1, ndr) non ci porta bene, c’era un rigore netto su Mlakar nel finale che non è stato ravvisato». Terzo pareggio e terzo punto nelle ultime quattro gare. Un bottino non eccezionale, che però non spaventa l’allenatore. «Se in classifica siamo dove siamo vuol dire che i punti li avevamo fatti prima, quella con la Pro Vercelli era una partita nella quale abbiamo dovuto fare i conti con tante defezioni alle quali la squadra ha risposto alla grande. Non pensavo che i ragazzi potessero avere una tale reazione a questa situazione, è la dimostrazione del grande spirito di questa squadra, va fatto un plauso a tutti specialmente a Cernuto, una garanzia assoluta nonostante questa fosse la sua prima completa. Sono davvero contento che abbia segnato, si merita questa gioia». […]
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È Ciccio Cernuto, l’uomo-bandiera, a salvare il Venezia da una figuraccia. Pessima partita contro la Pro Vercelli, impattata 1-1 al Penzo, che i lagunari hanno interpretato nella maniera peggiore, rischiando sino all’ultimo di capitolare, mostrando la grande differenza che esiste tra titolari e riserve, confermando le difficoltà ormai croniche in fase realizzativa delle punte: anche ieri quattro quelle schierate. Ma in più contro i piemontesi è mancato anche il carattere, il giusto piglio che dovrebbe sempre accompagnare il cammino del Venezia, ancor più in occasione del ritorno al Penzo dopo il ko con il Novara. Pesanti le assenze, d’accordo. Specie dietro, ma anche in mezzo al campo. E i sostituti non si sono dimostrati all’altezza di Modolo e Domizzi in difesa, di Bentivoglio in mediana. Pensare che Inzaghi dopo aver sbandierato – per la seconda volta in stagione – un possibile cambio di modulo ha scelto invece di mantenere il tradizionale 5-3-2 per essere coperto (?) a sufficienza e non rischiare visti i numerosi volti nuovi nel suo schieramento. E così il vantaggio del Venezia, firmato da Cernuto con incornata su un angolo di Del Grosso dopo 9′, creava solamente una bellissima illusione alla tifoseria di rivedere la propria squadra riprendere il cammino vincente. La Pro Vercelli, a scapito della classifica deficitaria, riusciva invece ad affrontare il match con una verve e una determinazione encomiabili. Mai paura, mai un passo indietro, sempre voglia di pareggiare, di riaprire la gara, sbilanciandosi anche non poco in avanti. A rendere più facile il gioco ospite ci pensavano l’inconsistenza del filtro a centrocampo dove Stulac appariva abbastanza spaesato e indubbiamente non pronto a ricoprire un tale ruolo, e una difesa meno attenta e meno reattiva dell’abituale. […]
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un altro piccolo passo. Il Venezia conquista un punto prezioso per la classifica, ma si deve accontentare solo dell’1-1 contro la Pro Vercelli. Anche ieri il gelo del Penzo ha suddiviso la posta in palio, freddando così la gioia per la prima rete nel campionato cadetto di Francesco Cernuto, uno dei simboli della rinascita del Venezia dalla serie D fino alla B. La sua incornata dopo otto giri di lancette, sul corner battuto magnificamente da Del Grosso, sembrava essere il preludio migliore per andare a caccia della vittoria in casa lagunare manca da ormai quattro partite. Invece sul prato del Penzo nei successivi minuti si è vista più che sia tanta Pro Vercelli, con qualche flash in contropiede degli uomini di Inzaghi, come il destro a giro di Marsura finito a un filo dal palo. Il pomeriggio di super lavoro per Emil Audero inizia dalla metà del primo tempo, quando il portiere veneziano si supera sulla deviazione ravvicinata di Morra. Un campanello d’allarme che suona ripetutamente davanti all’area di rigore di un Venezia che commette l’errore di abbassare troppo il baricentro, per poi provare a ripartire con Falzerano e Marsura. Sembra di rivedere il Venezia della prima parte della stagione, più attento a difendere che non ad attaccare, ma la retroguardia regge bene l’urto avversario fino al 45’ quando, su un cross innocuo, Audero sbaglia il tempo dell’uscita scontrandosi con un difensore: per Firenze è facilissimo mettere a segno il pareggio. […]
Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) […] Protagonista con il gol del vantaggio, Francesco Cernuto è sceso di nuovo in campo da titolare dopo parecchio tempo. «Fare un gol con la fascia da capitano di questa squadra è stato emozionante», assicura il difensore «mancava solo la vittoria per coronare una giornata d’effetto. Come squadra stiamo bene, poi in partita giustamente ci sono anche gli avversari, e non penso sia un fattore fisico il rallentamento di questi giorni». Emil Audero spiega invece così il pasticcio sul gol dei piemontesi. «Ho visto la palla in mezzo all’area e ho deciso di uscire, in quel momento sono stato sbilanciato ma non ho capito da chi. Non mi piace darmi alibi. Nel primo tempo abbiamo subito tanti cross e faticavamo a prendere le misure sull’avversario, era difficile rimanere corti e stretti come facciamo di solito». […]
Ore – (La Nuova Venezia) Filippo Inzaghi accetta il verdetto del campo e osserva: «Con tutte le defezioni che avevamo, la squadra è stata brava. Dopo il vantaggio abbiamo sofferto, ma nella ripresa si è visto un altro Venezia e dovevamo segnare. Purtroppo questo arbitro ci porta sfortuna, c’era un rigore netto su Mlakar nel finale. Cernuto? Si è dimostrato una garanzia e si merita il gol. Rimaniamo in una posizione di classifica incredibile, ma dobbiamo tornare presto alla vittoria. Geijo? Aveva un problema muscolare ed era inutile rischiarlo. Lo spazio lo avranno tutti da qui a fine campionato, Mlakar è giovane e sta facendo bene, piano piano tutti si renderanno utili». E proprio Jan Mlakar spiega: «Mi sto allenando bene e do sempre il cento per cento. Mi aspettavo di trovare più spazio in questa prima fase della stagione, ma dipende dall’allenatore e aspetto la mia opportunità. Credo ci fosse il rigore su di me allo scadere, peccato per il pari, però la nostra è stata una buona partita». […]
Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Meglio non guardare la classifica, come dicono gli allenatori. Quella del Venezia, tra l’altro, non è brutta. Anzi, sei in piena zona playoff e giochi in casa contro la penultina: un boccone? Ecco perché è meglio non guardarla, la classifica, perché crea facili e inutili illusioni. Arriva una Pro Vercelli che arranca sul fondo e ti scodella in area di rigore tanti di quei palloni da dover aprire l’ombrello. Chiudi sull’1-1 e devi anche essere contento, dire a denti stretti che tutto sommato il pari ci sta. Il racconto di Venezia-Pro Vercelli è tutto qui: si poteva vincere, si è rischiato di perdere. Venezia bruttino, via, e che nessuno si offenda. L’attacco sta diventando un problema, mentre la difesa – che problema non è mai stato – non può concedere in un colpo solo sia Modolo che Domizzi, in quanto perde sicurezza. Buon per tutti che Inzaghi rispolveri Cernuto e per risposta abbia il gol di testa su corner, ma anche in vantaggio, praticamente per tutto il primo tempo, si capisce che qualcosa non funziona. Non funziona, stavolta, la chiusura sugli esterni, la Pro Vercelli fa troppi cross e si candida troppe volte in area nel primo tempo. «Va a finire che fa gol», ci si dice tra le gente nel primo tempo, e infatti con due respiri in anticipo rispetto alla campanella dell’intervallo c’è il solito pallone scodellato in area, Audero esce (ma serviva?) e si ostacola con un compagno, Firenze è là vicino, ringrazia e mette dentro. […]
Ore 13.50 – (Gazzettino) Altri due punti buttati via dal Cittadella, che contro l’Avellino ha sprecato non solo un rigore calciato da Litteri ma si è fatto infilare a tempo scaduto per un beffardo 2-2. Sono troppi i punti persi nei minuti di recupero, ma questa volta è stata superata anche la beffa patita con la Cremonese. E sempre in superiorità numerica. La delusione è tanta, in primis fra i giocatori, che quasi tutti hanno lasciato il Tombolato, i marcatori Chiaretti e Iori in testa, subito dopo la doccia per smaltire la rabbia per conto proprio. Amara l’intervista anche per il tecnico Roberto Venturato, che realisticamente afferma: «Per quello che si è visto in campo avremmo dovuto vincere questa partita. Invece il calcio è questo, risultati di questo tipo sono duri da accettare. Con l’Avellino siamo incappati ancora in ingenuità che hanno fatto svanire quanto di buono abbiamo saputo costruire. Dopo un periodo di crescita abbiamo dimostrato che non siamo maturi a sufficienza per portare a casa il risultato. Non siamo riusciti a chiudere la partita nonostante le tante occasioni che abbiamo creato, non c’è solo il rigore non trasformato. Sono aspetti sui quali c’è da riflettere e lavorare perchè non siamo cresciuti abbastanza. C’è però la voglia di farlo». Poi il tecnico granata alza lo sguardo sui prossimi impegni: «Fa male non vincere partite come questa, adesso bisogna sapersi riprendere quanto prima e guardare avanti. Bisogna capire che le partite bisogna vincerle e non soltanto giocarle per vincere». L’episodio che più balza in evidenza è il rigore calciato da Litteri. Riprende Venturato: «Il nostro centravanti aveva voglia di fare gol. Il rigore però doveva tirarlo Iori, se avesse sbagliato il nostro capitano mi sarei assunto la responsabilità». […]
Ore 13.30 – (Gazzettino) Il Cittadella ha ancora una volta fatto harakiri. I minuti di recupero – che in stagione sono già stati penalizzanti nella trasferta di Novara e al Tombolato con la Cremonese – hanno nuovamente beffato la squadra di Roberto Venturato. E questa volta i due punti persi sono costati pure il primo posto in classifica, insieme a Parma e Frosinone, che poteva essere assaporato – meritatamente – per ventiquattr’ore, in attesa dello scontro diretto tra Bari e Palermo. Novellino a fine gara ha detto di non aver rubato nulla al Tombolato, e per certi versi l’affermazione ha del vero, perché il Cittadella si è fatto male da solo: dal rigore fallito da Litteri che poteva portare la squadra di casa sul 3-1 si è passati al definitivo 2-2 di Laverone, che ha inevitabilmente lasciato tanta rabbia e delusione in tutto il popolo granata. Il Cittadella, come fatto nelle precedenti tre vittorie consecutive, ha dominato gran parte dell’incontro anche di fronte all’Avellino, ma non ha saputo chiudere la gara quando ha avuto le occasioni per farlo. […] I minuti scorrono via e la gara sembra essere in mano ai granata, ancora di più allo scadere quando hanno usufruito del secondo calcio di rigore per il fallo di Di Tacchio su Litteri. Lo stesso centravanti si è preso il pallone per calciare dal dischetto ma si è fatto parare il tiro da Radu, e in pieno recupero Laverone – su sponda di Castaldo – ha trovato la gran conclusione che è valsa il 2-2 e gli applausi dei tifosi irpini presenti in curva. Per quelli di casa, invece un boccone indigesto da mandare giù.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Chi pensava che fosse impossibile andare più in là della beffa incassata in 11 contro 9 con la Cremonese deve ricredersi. Contro l’Avellino, il Citta si è superato nell’insana arte di buttarsi via. Roberto Venturato, quanto è arrabbiato dopo una gara come questa? «Era una partita che, per quanto fatto in campo, dovevamo vincere. Ritrovarsi a commentare un pareggio fa molto, molto male e mi spiace soprattutto per gli stessi ragazzi. Spero che nessuno dica che l’Avellino ha meritato questo risultato. Siamo incappati ancora una volta in una di quelle gare marchiate dalla nostra ingenuità, tornata a condannarci dopo un periodo in cui avevamo offerto segnali di crescita. In alcune situazioni siamo stati superficiali, soprattutto nel non chiudere l’incontro dopo aver creato tante occasioni, fallendo anche un rigore. Con tre tiri in porta, invece, l’Avellino ha trovato due gol. Ma, lo sappiamo, le gare bisogna saperle vincere, non basta meritarlo. E ora dobbiamo aver la forza di ripartire, sapendo che, se vogliamo restare ai vertici, dobbiamo ancora crescere. Nessuna squadra sin qui è riuscita a dare continuità ai suoi risultati, neanche noi. I progressi dell’ultimo mese non bastano». […] Può essere che inconsciamente più di qualcuno pensasse di aver già vinto, prima del gol incassato a recupero quasi terminato?«Sicuramente c’è della verità in questa affermazione. Ad un minuto dalla fine si pensava di avere già i tre punti in tasca, ma non è così, il calcio è fatto di piccoli dettagli che creano la differenza. Anch’io devo migliorare per dare un segnale alla squadra, in modo da farle capire che a questi livelli non ci si possono concedere momenti in cui non si è lucidi. Abbiamo buttato via davvero tanti, tanti punti, con i quali ora saremmo in testa alla classifica. Non dev’essere un alibi, anzi: se vogliamo fare un salto di qualità, dipende solo da noi». […]
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Alla voce “punti sprecati” il Cittadella può iscriversi a pieno titolo. E imprecare contro se stesso più che con l’avverso destino, se è vero che al Tombolato ieri si è consumato l’ennesimo coupe de théâtre di un girone d’andata per certi aspetti rocambolesco. Al 93′, sul secondo rigore (altrettanto netto come il primo) concesso ai granata, Radu ha respinto il tiro, troppo centrale, di Litteri. Sarebbe stato il 3-1, un risultato che avrebbe proiettato sino a domani sera (quando si giocherà il posticipo Bari-Palermo) la squadra di Venturato in vetta alla classifica, insieme a Parma e Frosinone. Che cosa è successo, invece? Che un minuto dopo, sull’ultimo disperato assalto dell’Avellino, ridotto in dieci, Laverone ha concesso il bis, dopo il momentaneo 1-1 del primo tempo, scaraventando in rete un pallone appoggiatogli da Asencio e impazzendo di gioia. Insomma, un classico: sbaglio io, segni tu. È il quarto pareggio, su 18 partite, il più beffardo e atroce sin qui. Perché ha il sapore amaro quasi di una sconfitta, anche se di fatto allunga la striscia positiva a 4 risultati utili consecutivi (3 vittorie in precedenza), con 10 punti messi in cascina sui 12 a disposizione. Il contraccolpo in classifica c’è, si scende dal quarto al sesto posto, a due lunghezze dalla coppia di testa. Un vero peccato, un’opportunità mancata in modo clamoroso ed ingenuo, e del cui fallimento la squadra deve incolpare solo se stessa, perché, dopo un’altra prova convincente e qualitativamente notevole, c’erano tutte le premesse per portare a casa un successo che avrebbe aperto le porte del… paradiso. […]
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto) Facce scure, poca voglia di parlare, tanta rabbia dopo una partita letteralmente gettata alle ortiche. E un 2-2 che grida vendetta, oltre a privare il Cittadella di un primo posto temporaneo finché si vuole, ma che avrebbe avuto il sapore della definitiva consacrazione. E invece, contro un Avellino che non fa nulla di particolare se non appoggiarsi sulle spalle di Lorenzo Laverone, in un finale incredibile succede l’imponderabile. L’espulsione di Suagher era già stato un assist notevole, il rigore guadagnato da Kouamé e trasformato impeccabilmente da Iori un altro passo nella direzione sperata. Solo che al 92’, dopo essersi guadagnato il secondo rigore, Gianluca Litteri decide di rovinarsi la giornata e di rovinarla alla squadra. Prende il pallone, respinge prima Arrighini e poi il legittimo «proprietario» dei tiri dal dischetto (il capitano Manuel Iori) e si presenta a calciare il penalty, tirandolo centrale e fiacco, favorendo l’intervento di Radu. Ma non è finita, perché quello che potrebbe essere un peccato veniale si trasforma in peccato mortale quando, sul capovolgimento di fronte, Laverone indovina un altro gioiello dalla distanza scolpendo il definitivo 2-2. Da lasciare senza parole, perché il Cittadella sin lì aveva giocato quasi tutto il secondo tempo in undici contro dieci, senza però dare mai l’impressione di cambiare veramente marcia dal punto di vista mentale nonostante i legni e le occasioni. […]
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) […] CAMPODARSEGO. Quattro vittorie nelle ultime partite ufficiali: non si può chiedere di meglio al “Campo”, che si sta riprendendo tutto quello che aveva lasciato nelle prime battute della stagione. L’acuto in Coppa Italia di mercoledì scorso (2-1 al Legnago) ha confermato l’ottimo trend di capitan Aliù e compagni, arrivati alla sfida contro l’Adriese con il vento in poppa e la possibilità di sorpassare la Virtus Vecomp – prima in classifica – staccata di un solo punto. […] Formazione Campodarsego (3-4-3): Pirana; Dario, Colman Castro, Leonarduzzi; Trento, Caporali, Radrezza, Granzotto; Kabine, Aliù, Michelotto. All. Fonti. ESTE. Obbiettivo numero uno: ripigliarsi la zona playoff. Al Nuovo Stadio, contro l’Union Feltre (arbitra Paolo Armando Mulas di Sassari), l’Este ha nel mirino la top five, ceduta al Mantova con la sconfitta di Campodarsego e il pareggio – comunque positivo per prestazione e caratura dell’avversario – con l’Arzignano Valchiampo. […] Formazione Este (4-4-2): Lorello; Gilli, Munaretto, Ferrando, Cassandro; Ostojic, Viviani, Tresoldi, Boron; Fioretti, Florian. All. Florindo. ABANO. Il gruppone dei playout è sempre più vicino. Sono cinque i punti che separano l’Abano dalla Liventina, ultima formazione della zona-spareggi, che vede coinvolti anche Legnago, Cjarlins, Montebelluna. Questo perché, con grande forza d’animo, i neroverdi non si sono scomposti nonostante lo score iniziale da mani nei capelli, riprendendosi almeno sette punti tra Vecomp, Cjarlins e Montebelluna. In vista della trasferta di Legnago (arbitro Daniele Cannata di Faenza), però, mister Franco Gabrieli dovrà far fronte a qualche assenza eccellente: il difensore Cristian Daminuta, arrivato a fine novembre, si è procurato uno strappo muscolare e resterà ai box per due mesi. […] Formazione Abano (4-2-3-1): Bettin; Ceccarello, Di Bari, Manuel Cecconello, Dabalà; Turea, Faggin, Carteri, Boreggio; Franceschini, Mattia Cecconello. All. Gabrieli.
Ore 11.30 – (Gazzetta di Reggio) Portare via un punto da Padova dovrebbe essere motivo di grande orgoglio. Non la pensa così Sergio Eberini che quando gli si chiede se si tratta di un punto guadagnato o di due punti persi, risponde così.«Il filo è sottile tra una cosa e l’altra – spiega l’allenatore granata – il primo tempo a mio avviso è stato un buon primo tempo mentre nella ripresa soprattutto verso la fine siamo un po’ calati e non siamo riusciti ad affondare come dovevamo». Contro la prima in classifica ci può stare. «È’ un buon risultato. Gli undici punti di differenza in classifica non si sono visti. E credo che a livello di gioco, la squadra che ha dimostrato di più siamo stati noi. I ragazzi sono stati stupendi e hanno fatto il possibile per poterla vincere. Venire a Padova e fare una partita come questa significa che questa è una squadra con gli attributi». […] Possiamo dire che il campionato non è finito?«Assolutamente, il campionato non è finito. Questo è un campionato equilibratissimo». Il Padova vanta il terzo miglior attacco eppure non ha esitato a schierare una squadra super offensiva. «Venire a fare le barricate per un pareggio non sarebbe stato soddisfacente come portare via un punto in questo modo». […]
Ore 11.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6; Cappelletti 6.5, Ravanelli 6, Trevisan 6.5, Contessa 5.5; Pulzetti 6 (Mandorlini sv), De Risio 6.5, Belingheri 6 (Tabanelli 5); Capello 5; Chinellato 6 (Marcandella 6), Guidone 5.5 (Cisco sv).
Ore 10.50 – (Gazzettino) Un altro 0-0 da tenersi stretto. Perchè consente al Padova di mantenere sei punti di vantaggio sulla più diretta inseguitrice (la Sambenedettese, che però ha un saldo negativo nello scontro diretto), di tenere la Reggiana distante sempre undici lunghezze, di conquistare il titolo d’inverno con un turno d’anticipo e soprattutto di mettersi alle spalle un’altra giornata di campionato. Resta comunque l’impressione di una squadra che sta tirando il fiato dopo la grande cavalcata che l’ha portata prepotentemente in vetta alla classifica. E stona quel nervosismo che ha infuocato gli animi in sala stampa. […] Bisoli schiera un tridente d’attacco che punta sulla fisicità: al fianco dell’ex Guidone c’è infatti Chinellato, mentre Capello agisce da trequartista. […] Qualche tensione nel finale di tempo. L’arbitro estrae per due volte il cartellino giallo ai danni di De Risio e Pulzetti. La seconda ammonizione provoca la reazione stizzita di Bisoli che applaude ironicamente in direzione del direttore di gara. L’assistente se ne accorge e richiama l’attenzione di Rabilotta il quale non ci pensa un attimo ad allontanare dal campo l’allenatore. Nella ripresa è Groppi a dirigere dalla panchina le operazioni biancoscudate. […] È il Padova a fare la partita, ma la manovra è spesso troppo frenetica e la lucidità ne risente. Al contrario la Reggiana punta molto sul possesso palla, preoccupandosi soprattutto di abbassare i ritmi. […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) È mancato il gol per la seconda gara di fila? È un momento difficile e particolare del campionato nel quale si vedono risultati strani. Le squadre risentono della stanchezza e del clima, ma per quanto ci riguarda è importante soprattutto non perdere. Purtroppo il gol latita un po’, però adesso dobbiamo andare a Gubbio per chiudere al meglio il girone d’andata». Un flash sull’arbitro: «Il peggiore che abbia mai visto». Ecco Bisoli, gli è rimasta poca voce: «Se mi avessero detto all’inizio che eravamo primi con sette punti sulla seconda a una giornata dalla fine del girone d’andata mi sarei tagliato le due mani. Abbiamo provato in tutti i modi a vincere, ma non ci siamo riusciti. Se avete visto i risultati di oggi (ieri, ndr) la qualità si è abbassata molto e conta l’aggressività. Era da trent’anni che il Padova non conquistava il titolo d’inverno». […]
Ore 10.30 – (Gazzettino) Nervi tesi in sala stampa a fine gara. Tutto nasce dalle parole pronunciate dal tecnico biancoscudato Bisoli: «Questa settimana per la prima volta mi sono fatto dare la rassegna stampa tutti i giorni e mi sembra che sui giornali si voglia andare a cercare solo il negativo. È ora di finirla che i giornali possano scrivere quello che gli pare». Apriti cielo, perché la situazione degenera. Un cronista replica: «Legga meglio e non si fermi alle prime tre righe». Stizzita la reazione del tecnico: «Mi sta dando dell’ignorante». […] Tornando a parlare proprio delle questioni di campo, queste erano state qualche minuto prima le parole del presidente Bonetto: «Siamo campioni d’inverno con una giornata d’anticipo e con più sette sulla seconda avendo vinto lo scontro diretto con la Sambenedettese. Mi sembra tanta roba.
Ore 10.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6.5; Cappelletti 6, Ravanelli 6.5, Trevisan 6.5, Contessa 6; Pulzetti 6 (Mandorlini sv), De Risio 7, Belingheri 6 (Tabanelli 5.5); Capello 5.5; Chinellato 5.5 (Marcandella 6), Guidone 5.5 (Cisco sv).
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Siamo nella ghiacciaia dell’Euganeo e la conseguenza, per chi ha voluto pervicacemente giocare alle 20.30 (non ci sono nè la Rai nè Sportitalia a riprendere la partita), sono i larghi vuoti sugli spalti. Saranno poco più di 3.500 i presenti, con una nutrita rappresentanza di tifosi emiliani. Del resto, che cosa ci si può attendere di più in una serata che è nel bel mezzo di un “ponte” festivo e che mette in calendario il derby d’Italia fra Juventus e Inter alla stessa ora? La programmazione del calendario da parte della Lega Pro e delle società è proprio un nonsenso. Non è una partita esaltante, però è giocata a viso aperto. Il Padova ha recuperato Bindi, ha De Risio al posto dello squalificato Pinzi e propone di nuovo insieme Chinellato e Guidone in attacco, con Capello trequartista. La Reggiana, reduce da 5 vittorie nelle ultime 6 gare, è quella prevista, con gli “ex” Bovo e Altinier titolari, mentre Facchin e Bobb siedono in panchina. Pallino del gioco in mano ai padroni di casa, ai quali manca la spinta sulla fascia destra di uno “stantuffo” come Madonna, nonostante Cappelletti si dia un gran daffare. Dall’altra parte, Contessa, al rientro, inizia bene, ma poi incappa in alcuni errori sui cross che non sono da lui. […] Va bene così in ottica giro di boa, il vantaggio resta immutato. Non corre più a mille il Padova, non corrono gli avversari dietro. Meno male.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Campione d’inverno prima ancora di scendere in campo, complici i risultati del pomeriggio. Il Padova il titolo adesso ce l’ha per davvero in tasca, con una giornata d’anticipo rispetto al giro di boa, e ha sempre 6 punti di vantaggio sulla concorrente diretta più vicina, che non è più il Renate ma la Sambenedettese. Cambia poco, dunque, dal lunedì dopo lo 0 a 0 con la Fermana ad oggi, ma la notizia è che i biancoscudati hanno rallentato ancora: secondo match consecutivo a reti inviolate. Un problemino, definiamolo così, che pure stride con i numeri ufficiali, perché il loro è il terzo attacco del girone, con 23 reti, dietro a quelli di Triestina (27) e Pordenone (25). Solo che nella cooperativa del gol, dove sono andati a segno in molti, Capello e i compagni del reparto avanzato si sono inceppati. Ci può stare, anche perché la Reggiana ha la difesa più forte del torneo (11 palloni incassati, come il Renate), eppure la sensazione è che gli altri abbiano individuato le opportune contromisure per stoppare la prima della classe negli ultimi 25-30 metri. Che resta prima, e con un margine rassicurante, perché è la migliore: dal ko di Teramo in poi – era il 14 ottobre – sono arrivati 8 risultati utili di fila (5 vittorie e 3 pareggi), che significano 18 punti su 24. Quando s’inizia, la temperatura è di un grado sopra lo zero.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Forse a noi è mancato qualcosa, ma resto comunque felicissimo della prestazione dei miei ragazzi». Sull’espulsione Bisoli taglia corto: «Ho soltanto espresso disappunto (con un applauso, ndr) per una punizione che, a mio parere, era invertita». […] «Non solo siamo campioni d’inverno, ma lo siamo pure con 6 punti sulla seconda e il favore dello scontro diretto sulla Sambenedettese. Direi che questo risultato è “tanta roba”», sottolinea il presidente Roberto Bonetto. «Da un lato è vero che stiamo facendo un po’ più di fatica perché è un momento particolare della stagione, in cui ci sono risultati molto particolari, ma la Reggiana era comunque la squadra più in forma del momento. L’importante era non perdere e noi siamo riusciti ad ottenere un risultato positivo». Bonetto, però, riserva parole non troppo lusinghiere per l’arbitro Robilotta: «L’arbitraggio è stato scandaloso», tuona. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È un post gara piuttosto concitato quello di Padova-Reggiana. Se, da un lato, il secondo 0-0 consecutivo all’Euganeo non preoccupa troppo l’ambiente biancoscudato, dall’altro si percepisce nervosismo quando Pierpaolo Bisoli si scalda (e non poco) per rivendicare gli ottimi risultati dei suoi. «Dobbiamo guardare tutti il lato positivo: il Padova è primo in classifica con sei punti di vantaggio sulla seconda», commenta il tecnico. «Abbiamo giocato ottime partite contro le migliori difese del campionato, ma non siamo riusciti a concretizzare. È vero, abbiamo qualche problema nell’attacco della porta e nel palleggio, ma la Reggiana, che ha uno score importante, è stata per larghi tratti nella sua metà campo mentre noi abbiamo avuto molte occasioni da gol».«Queste partite si vincono con il rimpallo vinto e con la voglia di prendere la palla sporca», prosegue Bisoli.
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6; Cappelletti 6.5, Ravanelli 7, Trevisan 7, Contessa 6; Pulzetti 6 (Mandorlini sv), De Risio 6.5, Belingheri 6 (Tabanelli 5); Capello 5.5; Chinellato 5.5 (Marcandella 5.5), Guidone 5 (Cisco sv).
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La prima sentenza dal freezer dell’Euganeo: il Padova è campione d’inverno con una giornata di anticipo rispetto alla naturale scadenza del girone d’andata. I punti di vantaggio sulla seconda sono sempre sei, un tesoretto da custodire gelosamente in attesa di tempi migliori. Perché lo 0-0 casalingo con la Reggiana, segnalata alla vigilia come una delle squadre più in forma del campionato, impressione certificata dai fatti, porta con sé diversi appunti sparsi. Il primo è che l’allarme sul calo fisico scattato contro la Fermana si spegne immediatamente, perché la squadra è viva atleticamente, costruisce occasioni, si dimostra pienamente sul pezzo. Il secondo è che l’attacco continua a faticare, visto che una volta che si è spenta temporaneamente la luce di Alessandro Capello, fermo a quota 7 gol segnati, nessuno lo ha saputo sostituire. E se la doppia fiammata di Cisco aveva in qualche modo nascosto i problemi offensivi, ieri neppure la rotazione di tutti gli effettivi cercata da Bisoli ha prodotto gli effetti sperati. La sfida nella sfida fra Guidone e Altinier, poi, è terminata con un modesto 0-0, visto che nessuno dei due ex ha inciso concretamente e che Guidone è stato addirittura sostituito per la seconda volta di fila da Bisoli. Insomma, per «ammazzare» il campionato il Padova ha probabilmente bisogno di una punta da inserire in organico, anche perché Chinellato ha avuto una chance dal primo minuto, ma è stato lasciato sotto la doccia dopo un primo tempo non così negativo come la scelta dell’allenatore sembra indicare. Che Bisoli straveda per Guidone ormai è un dato di fatto, ma in una squadra che per il resto regge benissimo in difesa, che ha alternative importanti a centrocampo e due portieri più che affidabili, il reparto offensivo sembra privo di un riferimento in grado di tradurre in gol l’enorme mole di lavoro prodotta. […] Tempi migliori verranno, per il gioco e per i risultati. Eppure, guardando la classifica, lamentarsi è puro esercizio di autolesionismo.