Le partite non si possono vincere tutte. Giusto. Vietato fare drammi per un pareggio casalingo. Giusto, anzi giustissimo. All’inizio dell’anno a Padova tutti, nessuno escluso, avrebbero messo la firma per essere primi con sei punti di vantaggio sulla seconda nella prima settimana di dicembre. Premessa fondamentale per dire che tutti, ma proprio tutti, sono felici del lavoro che sta compiendo Pierpaolo Bisoli, dei risultati della squadra e dell’ambiente che sembra remare compatto verso un traguardo per il quale quest’anno paiono esserci quantomeno tutte le premesse e gli incastri giusti. Tutto verissimo, dunque, fermo restando che sul Padova decembrino che viaggia saldamente al comando del gruppo qualche considerazione sparsa va fatta. E che è mia ferma convinzione che la squadra renda al massimo solo se adeguatamente pungolata.
Pareggiare contro la Fermana ci sta, i campionati si vincono anche strappando il punticino e non scivolando sulla classica buccia di banana non appena ci si distrae. Tuttavia, non appena nell’aria si sono captati segnali di un eccessivo ottimismo, come se per qualcuno (non certo società e allenatore) la B fosse già realtà, è arrivato lo 0-0 del posticipo di lunedì. Magari è un caso, magari no, ne avremo presto conferma o smentita. Considerazione tecniche se ne potrebbero fare molte: 1) dopo i fasti di ottobre e novembre, la squadra nel suo complesso ha avuto un leggero e fisiologico calo fisico, più evidente nei suoi uomini guida (Belingheri e Pinzi), che ha indotto Bisoli a varare un robusto turnover in previsione della partita con la Reggiana; 2) Capello laterale o trequartista rende molto meno rispetto a quando gioca più vicino alla porta; 3) con tutti i saltatori della rosa che ci sono (Trevisan, Cappelletti, Guidone, Capello stesso, Belingheri e Tabanelli) se si sbagliano otto cross su dieci si perde anche l’opportunità di sbloccare partite come quella di lunedì su palla inattiva; 4) le condizioni precarie del campo, nonostante si sia comprensibilmente evitato di calcare la mano, hanno contribuito in negativo e questo per una sola partita di rugby disputata pochi giorni prima. Come sempre si penalizzano eventi sequenziali e costanti per favorire l’una tantum, il che mi pare francamente ingiusto, oltre che dannoso; 4) mi sembra ancora del tutto evidente che davanti si faccia fatica a segnare, se si ferma Capello e nessun altro ne prende le veci alla lunga questo può diventare un problema e non può sempre essere il centrocampista, il difensore, o il Cisco o il Marcandella di turno a levare le castagne dal fuoco. Si ragioni e si ponderi bene ogni mossa in ottica mercato di gennaio, perché un’occasione come questa non capiterà mai più per chissà quanti anni.
Insomma, nella settimana che porta a Padova-Reggiana e alla sfida nella sfida incrociata che metterà di fronte tanti ex (Guidone contro Altinier, entrambi motivatissimi per motivi più che comprensibili, poi Bovo e Bobb, Trevisan e Contessa) si continui come si è fatto sinora, evitando di vedere il marcio dove non c’è. Ognuno faccia il proprio, ci sono ruoli definiti e precisi, il giornalista fa un mestiere, l’allenatore ne fa un altro, i calciatori un altro ancora e i tifosi tifano e, se lo ritengono, esprimono il proprio dissenso o consenso. Da che mondo è mondo, è sempre stato così, soprattutto se (come è chiarissimo a chi vive l’ambiente ogni giorno) esiste un sostanziale rispetto reciproco che coinvolge tutte le componenti. A me sembra che si sia voltato pagina anche in tal senso, in modo anche piuttosto netto rispetto a un passato neppure troppo lontano. Se ne tenga conto in ogni momento, dentro e fuori dal campo. Perché anche così si vincono i campionati.