Per lei, Lucas Chiaretti, gli ultimi mesi non sono stati facili. Da titolare inamovibile si è ritrovato in seconda fila. «Ma ho cercato di lavorare sempre al massimo, anche più degli altri, perché non giocando diventa più complicato mantenere la condizione fisica. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il mio momento e così è stato. Oggi non posso che essere contento, anche perché con le ultime due vittorie ci siamo risollevati, dopo essere scivolati in una posizione più vicina alla zona playout che a quella playoff. Sul piano personale il prossimo passo è… tornare al gol!». Come si è spiegato le tante panchine consecutive? «Mi sono stirato l’adduttore lungo nella seconda parte del ritiro di Lavarone, proprio nella fase più importante della preparazione, quando stavo entrando in condizione. A quel punto il mister ha fatto le sue scelte. Mi è dispiaciuto rimanere fuori perché non me l’aspettavo, ma ho sempre accettato le sue decisioni senza fare polemiche. Noi calciatori vogliamo giocare tutte le partite, ma ciò che pensiamo conta poco, è lui che decide». Senza fare torti a nessuno, l’impressione è che dietro al rilancio granata ci siano soprattutto due nomi, il suo e quello di Scaglia. «”Pippo”, là dietro, è una garanzia, lo sta confermando dopo un infortunio molto lungo. La nostra è una rosa completa in tutti i ruoli e chi ha giocato al posto nostro non si è certo comportato male, ma i risultati nelle ultime giornate erano venuti meno. Ora che abbiamo ripreso a vincere, più di ogni altra cosa serve trovare continuità. E noi, che abbiamo qualche anno in più rispetto ai giovani del gruppo, abbiamo il compito di trasmettere la mentalità vincente che abbiamo acquisito in queste due stagioni e mezzo, facendo loro capire che la cosa più sbagliata è accontentarsi, e fermarsi alle imprese compiute con Palermo e Spal».
[…](Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)