Live 24! Padova-Fermana, -5: inizia la preparazione al posticipo di lunedì, sarà un mese intenso…

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Ore 21.00 – (Il Piccolo) Come previsto, dal giudice sportivo è arrivata la giornata di squalifica per Meduri, giunto alla quinta ammonizione. Il centrocampista salterà la partita a Fano, che sarà diretta dall’arbitro Provesi di Treviglio. […] La Curva Furlan ha comunicato di aver raccolto 504 euro nella raccolta fondi organizzata per Luca Fanesi, il tifoso della Sambenedettese rimasto gravemente ferito lo scorso 5 novembre in circostanze ancora non chiarite, dopo alcuni incidenti con le forze dell’ordine fuori dal Menti. La somma va alla famiglia di Luca. […]

Ore 20.30 – (Il Piccolo) La prima parte di campionato della Triestina è stata quasi sempre vissuta con una certa emergenza in difesa. Mori subito out, gli infortuni a singhiozzo di Aquaro, Troiani e Grillo, qualche piccolo acciacco anche per El Hasni e Pizzul, non hanno in pratica mai consentito a Sannino di avere l’intero reparto a disposizione. Adesso però, proprio in vista della trasferta di sabato in casa del fanalino di coda Fano (inizio ore 16.30), l’emergenza ha toccato la fase top. Il tecnico infatti non solo avrà solamente quattro difensori a disposizione, ma si può anche dire che si tratta quasi interamente delle cosiddette seconde linee: che sia ben chiaro, fin qui hanno tirato avanti la baracca con grande onore e limitando i danni, ma non hanno certo consentito alla Triestina di poter esprimere tutto il suo potenziale. In un ipotetico ranking di inizio stagione, infatti, i difensori centrali titolari avrebbero dovuto essere Mori e Aquaro, il terzino destro Troiani mentre a sinistra se la sarebbero giocata Grillo e Pizzul. Ebbene di questi solo Pizzul sarà disponibile per Fano (forse Grillo riuscirà ad andare in panchina), per il resto toccherà ancora alla comunque ormai collaudata coppia El Hasni-Codromaz, mentre a destra ci sarà Libutti, che ha fatto molto bene quando è entrato con il Gubbio. Tutto questo perché l’infermeria, ovviamente, è strapiena. Cominciamo da Troiani, il cui infortunio domenica ha fatto decisamente preoccupare per modalità e l’evidente dolore del giocatore quando è uscito dal campo in barella. Ieri il terzino si è sottoposto a esami strumentali che hanno evidenziato una lesione di primo-secondo grado al bicipite femorale della coscia destra, senza presenza di edema. […]

Ore 20.10 – (La Nuova Venezia) Nicolò Pozzebon, lo juventino (lo scorso anno prima al Groningen e poi al Piacenza), originario di Paese nel Trevigiano ed ex Treviso e Giorgione prima di passare in maglia bianconera, è ora il “gioiellino” del Mestre. Infortunatosi durante una seduta di rifinitura, qualche giorno fa sarà operato al crociato nei prossimi giorni. Le visite hanno confermato la necessità dell’operazione, dovrà restare fermo per 5/6 mesi. Per lui stagione finita. Intanto ha ripreso ad allenarsi regolarmente il portiere Favaro dopo l’infortunio che l’ha costretto a saltare la partita con il Fano.

Ore 19.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Poco più di una decina di giorni alla scadenza del 10 dicembre, data entro la quale Boreas Capital dovrebbe definire l’acquisto del Vicenza calcio così come è stato definito nel preliminare d’acquisto firmato tra Vi.Fin., la finanziaria vicentina che detiene la proprietà del club, e la holding lussemburghese che dal maggio scorso tratta l’acquisizione della società. Il ritardo con cui si è arrivati all’approvazione del bilancio della stagione scorsa e i tempi tecnici necessari per l’approvazione — passando per il controllo dei revisori e in seguito all’approvazione definitiva dell’assemblea dei soci che si terrà non prima di sette giorni — fa sì che appare non certo impossibile ma complicato riuscire a stare entro la data fissata nel preliminare di acquisto. Di conseguenza potrebbe rendersi nulla la data del 10 dicembre, termine entro cui si dovrebbe chiudere l’acquisizione definitiva del Vicenza da parte di Boreas. Ma è chiaro che, se sopraggiungeranno problematiche e discordanze dell’ultima ora, il giorno delle firme potrà essere fissato anche il 12, 13 dicembre senza alcun problema. […]

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Al Taliercio intanto la squadra prosegue la preparazione alla trasferta di sabato a Palermo (ore 18): il giudice sportivo ha squalificato per una giornata il difensore rosanero Cionek, nel Venezia invece Bentivoglio ha raggiunto Domizzi in diffida. Al Barbera oltre a Fabiano (in recupero dall’infortunio alla caviglia) mancherà anche Garofalo (lesione muscolare) mentre Modolo dovrebbe recuperare. Oggi rientra Vicario che ieri a Pordenone ha giocato nella ripresa con la B Italia che ha pareggiato 2-2 con la B Russia.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Il fuoco arde come sempre nel petto dell’arzillo 76enne Maurizio Zamparini, per quanto ormai solo patron di un club rosanero formalmente presieduto dal commercialista Giovanni Giammarva e con il cartello vendesi affisso da qualche anno. Fatto sta che sabato (ore 18) il Palermo ospiterà proprio il suo ex Venezia per quella che classifica alla mano è una sfida di vertice. «Non vado allo stadio da due o forse tre stagioni, non lo so neanche di preciso, ma ovviamente guarderò la partita da casa. Sì, per me è una sorpresa ritrovarmi di nuovo contro il Venezia, non me l’aspettavo così presto, d’altra parte due anni fa noi eravamo in A e loro nei dilettanti. Non credo mi emozionerò più di tanto, di quei 15 anni ho molti bei ricordi ma ormai molto lontani. Sono contento per Tacopina, questo sì». […] Tacopina continua a garantire che costruirà il nuovo stadio, obiettivo fallito da Zamparini. «Gli auguro di riuscirci, ma non è facile, perché un conto è costruire lo stadio, un altro mantenere una squadra ad un certo livello. Uno stadio con 100 milioni magari lo fai, poi però una Serie A ne costa 40-50 il che significa che devi fatturarne più del doppio. Servono garanzie bancarie e finanziatori veri e forti». Nei mesi scorsi Tacopina aveva accolto la richiesta d’aiuto di Zamparini per vendere il Palermo. «Mi ero rivolto a lui ma sono ancora a caccia di acquirenti, la sua cordata si era rivelata inconsistente. Il nostro calcio è sempre meno appetibile per gli investitori, preferiscono l’Inghilterra e non solo. Da quattro anni cerco gente seria cui passare la mano, non ho più l’età, spero di riuscirci prestissimo». A 15 anni di distanza, sinceramente, si è mai pentito di aver lasciato la laguna? «Mah, da voi avevo contro gli ultras dei centri sociali, guidati da quel Luca Casarini che mi perseguita visto che è venuto a vivere a Palermo. Me ne andai perché ero troppo amareggiato: quando andai in curva per la questione delle maglie fui preso a sputi. Nessuno sarebbe rimasto al posto mio». […]

Ore 18.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ la settimana di Palermo-Venezia e le storie che s’intrecciano sull’asse Veneto-Sicilia sono davvero tantissime. Maurizio Zamparini, per esempio, che torna ad affrontare la sua ex squadra dopo tantissimi anni, ma anche Giorgio Perinetti, doppio ex e ora dg del Genoa, senza dimenticare il grande ex Sinisa Andelkovic. Insomma, di carne al fuoco ce n’è in abbondanza, a cominciare dalla doppia veste di Perinetti che torna ad affacciarsi con vista laguna dopo l’addio turbolento di qualche settimana fa. «Tre anni fa siamo partiti dai dilettanti — ha detto il dirigente ai microfoni di Trm durante il format “Zona Vostra” — abbiamo vinto due campionati e una volta in B abbiamo consolidato la squadra, che mi sembra stia ben figurando. Inzaghi è stato molto bravo e sta lavorando molto bene, la squadra lo segue e soprattutto sta dimostrando di potersi affidare a una difesa solida con un Andelkovic che si sta comportando bene. E’ una squadra che, a parte lo scivolone con il Novara, ha fatto molto bene e credo che per il Palermo sarà un avversario molto duro». E l’ex ds arancioneroverde si sofferma anche sul momento dei siciliani. «Nella partita contro il Cittadella ho visto un Palermo abulico che non ha approcciato al meglio alla partita, la prestazione di Avellino ha però cancellato tutto. Palermo-Venezia sarà una partita interessante e bella da vedere».

Ore 18.30 – (La Nuova Venezia) Palermo senza Cionek, squalificato per una giornata, e Chochev, operato al menisco contro il Venezia, che punta invece al recupero di Marco Modolo. Guglielmo Vicario ha esordito ieri mattina a Pordenone con la maglia dell’Italia di Serie B. Il portiere del Venezia ha giocato nel secondo tempo del match contro i pari età e categoria dell’NFL Russia terminato in parità (2-2). Doppio vantaggio russo nel primo tempo con Sobolev di testa (24′) e Skopintsev (25) con un tiro da fuori area, mentre le due reti azzurre sono state realizzate da La Gumina, attaccante del Palermo.

Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Sinisa ritorna a casa, o quasi. Quattro stagioni e mezzo a Palermo, 124 presenze e una rete in Serie B, per Andelkovic, anche se il suo arrivo alla corte di Maurizio Zamparini risale addirittura al gennaio 2011. […] «In Sicilia ho trascorso anni molto belli», ha ricordato il difensore di Kranj, «ma spero di uscire dal Barbera con un risultato positivo». Numero 4 sulla schiena anche a Palermo, un gol all’attivo in Serie B nella trasferta di Modena, finora Andelkovic ha collezionato 14 presenze con il Venezia. «Ci sono stati periodi belli e altri meno, può capitare nel calcio, mi dispiace solo aver lasciato Palermo dopo una retrocessione, la salvezza era alla nostra portata. Zamparini? Ho avuto un buon rapporto con il presidente». Palermo che si è immediatamente ripreso, andando a vincere ad Avellino (3-1) dopo la pesante sconfitta interna (0-3) con il Cittadella. «Questa è la Serie B che stiamo giocando, nessuna partita è scontata in partenza. Un esempio è il nostro match di sabato contro il Novara, non si può mai andare in campo “molli”, tutte le squadre sono in grado di punirti. Il ricordo più bello del Palermo? Ce ne sono stati tanti, ma mi viene in mente la vittoria contro la Juventus dopo un solo mese che giocavo in Sicilia». […]

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Re Mauro che in sala stampa sillaba il suo cognome («Lo-vi-sa, con la elle iniziale»), per farlo capire meglio ai media sardi, dà la misura esatta dell’impresa dello sconosciuto Pordenone in casa del blasonato Cagliari che fu di Gigi Riva e Angelo Domenghini. Felice il presidente neroverde, non solo per l’ennesimo risultato storico messo in bacheca e per la possibilità di vedere i suoi ramarri giocare al Meazza contro l’Inter del triplete, ma anche per gli sportivissimi applausi che i tifosi all’Arena hanno tributato al Davide noaoniano.
«Avevo già stima per i sardi, ora ne ho ancora di più. Il sogno che si avvera? Sì, per certi versi è così, ma io considero questo passaggio agli ottavi di Tim Cup da andare a giocare a San Siro un premio per il lavoro che questa società ha fatto negli ultimi nove anni. Non dobbiamo scordare che siamo partiti dall’Eccellenza, praticamente senza vivaio. Oggi abbiamo uno dei migliori settori giovanili e andiamo a giocare con l’Inter». […] La trasformazione è anche merito dei top player ritrovati. «Sì, abbiamo patito un periodo negativo per l’assenza di giocatori importanti. Ora sono rientrati quasi tutti. Visto Berrettoni? È la prima partita vera che fa dopo l’infortunio. Con lui è tutto un altro Pordenone. Spero che questa impresa faccia ritrovare autostima alla squadra ed entusiasmo ai tifosi. Perché il nostro obiettivo è la serie B. Siamo un po’ in ritardo in classifica, ma abbiamo tutto il tempo per recuperare».

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non si leggono esaltazione e nemmeno gioia, sul volto di Leo Colucci, quando entra in sala stampa della Sardegna Arena. Ha eliminato il Cagliari dalla Tim Cup, si è guadagnato gli ottavi al Meazza con l’Inter il 12 dicembre ed è calmo e sereno come se avesse appena vinto un’amichevole con il S.A. Porcia. «Io sono fatto così si racconta -. Sono contento dentro di me e non mi piace darlo a vedere. Mi piace invece vedere i ragazzi felicissimi, piangere di gioia per l’impresa». Tanti i complimenti per come ha impostato la squadra, sempre propositiva e mai arroccata anche su un rettangolo di massima serie. «Fate i complimenti ai ragazzi non molla , che hanno disputato una grandissima partita. Se giocassimo sempre così anche in campionato sorride le vinceremmo tutte». A cosa è dovuta la metamorfosi del ramarro dalle tre sconfitte consecutive con Triestina, Reggiana e Padova al successo col Cagliari? «Il nostro è un processo di crescita costante risponde Colucci – e i giovani per affrontarlo bene devono avere vicino i giocatori più esperti. Ora li hanno. Berrettoni è stato eccezionale. Con lui in campo crescono anche tutti coloro che gli stanno intorno». Un cronista locale gli chiede come ha fatto a caricare tanto i suoi. «Ai giovani Leo non rinuncia mai alla battuta ho ricordato che al Meazza sono stati solo in tribuna, a vedere l’Inter o il Milan, e che battendo il Cagliari avrebbero potuto scendere dagli spalti al campo. Ai vecchi che queste sono le ultime occasioni che hanno per lasciare il segno». […]

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Altro che ramarro, nella Sardegna Arena e in diretta su RaiSport l’Italia intera ha visto il caimano di Colucci azzannare due volte il Cagliari e guadagnarsi una notte magica a San Siro con l’Inter negli ottavi di Tim Cup. Leo aveva detto esagerando che fra il Pordenone e i rossoblù di serie A per diversa qualità delle rose ci sono 5 categorie di differenza. Nessuno le ha notate. Sono stati i neroverdi a fare la partita, andando due volte in vantaggio (Sainz-Maza e, dopo il momentaneo pareggio dei locali, Bassoli) e resistendo poi senza nemmeno troppo affanno all’ultimo disperato tentativo dei sardi di arrivare almeno all’overtime. Un Pordenone decisamente diverso da quello visto negli ultimi tempi in campionato, grazie anche alla regia del sardo Burrai e al recupero di Emanuele Berrettoni, che ha regalato 80′ da massima serie. Colucci non fa turnover. Gioca chi sta meglio e i suoi stanno veramente bene. Pecca di presunzione invece Lopez, che cambia 9 undicesimi rispetto al match di domenica scorsa con l’Inter. Nessun timore reverenziale per il Cagliari da serie A: il Pordenone gioca con buona personalità sin dall’inizio. […] Il sogno diventa realtà. Il ramarro se la vedrà al Meazza con il biscione nerazzurro il 12 dicembre. Sognare un’altra notte magica è da pazzi, ma non costa nulla.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 15.40 – Qui Guizza: proseguono gli esercizi per il miglioramento del giro palla.

Ore 15.10 – Qui Guizza: si inizia a lavorare col pallone.

Ore 14.50 – Qui Guizza: lavoro atletico. Assenti De Risio e Serena, che si allenano in palestra.

Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) «Complimenti al Pordenone per il successo con il Cagliari, che segna il passaggio del turno in Tim Cup e il pass per gli ottavi». Così, in una lettera rivolta al presidente Mauro Lovisa, il numero uno della Lega Pro, Gabriele Gravina. «Il traguardo tagliato poco fa – ha aggiunto – è frutto di abnegazione, passione e determinazione in campo, ma anche del lavoro dei dirigenti, di chi dietro le quinte, dà al club progettualità e strategie, investendo anche nel calcio dei giovani. Un plauso ai vertici, a mister Colucci, ai calciatori e ai tifosi che hanno fatto qualcosa di speciale e che rendono orgogliosa la Lega Pro e un campionato, quello di Serie C, che si conferma di alto tasso tecnico» ha concluso Gravina. Un grande riconoscimento di stima, oltre che un ringraziamento, è arrivato dal Cagliari calcio, che si è complimentato con il Pordenone per avere ripulito lo spogliatoio lasciandolo come l’aveva trovato, pur dopo la grande festa. «Un unicum a livello italiano»”, avrebbe commentato il club sardo dopo la partenza dei neroverdi.

Ore 14.00 – (Messaggero Veneto) Che giornata incredibile quella del Pordenone e dei suoi tifosi, arrivati sino a Cagliari e premiati con la più grande delle soddisfazioni. Una gioia indescrivibile, insperata. Come quella che trasmette il presidente Mauro Lovisa nell’immediato dopo partita, quando, come spesso accade, è il primo ad arrivare in sala stampa. I cronisti locali gli chiedono ripetutamente di scandire il suo nome, non lo conoscono. Non se lo dimenticheranno. Il grazie del presidenteLe sue prime parole sono proprio per i rossoblù, tifosi e società: «Siamo stati accolti in modo fantastico – dice Lovisa – e devo ringraziare il pubblico che a fine gara ci ha applaudito con calore. Sono cose che fanno bene al calcio, ne sono rimasto davvero colpito. Siamo partiti nove anni fa in Eccellenza, adesso siamo una realtà consolidata del calcio professionistico italiano, stiamo raggiungendo livelli importanti anche col settore giovanile ed era proprio questo il nostro obiettivo all’inizio dell’avventura. Ora abbiamo toccato il punto più alto della nostra storia. Ma non ci vogliamo fermare, continueremo a lavorare per crescere, anche perché arrivare è importante, ma il difficile è rimanere a certi livelli. Credo che sia nelle nostre corde. Puntiamo alla serie B, il campionato è lungo, ci crediamo». L’uomo chiave dell’incontroLovisa si sofferma poi sull’importanza del rientro di Berrettoni. «È stata dura – riconosce – gestire le partite per tanto tempo senza un elemento così, di questo spessore. Quando c’è fa giocare bene tutta la squadra e oggi si è visto. Adesso ci tocca un’altra missione impossibile, ma andiamo avanti fiduciosi. L’Inter a San Siro è un giusto premio per quanto stiamo facendo, oltre che una grande iniezione di autostima per il prosieguo del campionato». […]

Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) […] Per primo si presenta Sasà Burrai, sardo di Orosei e da sempre tifoso del Cagliari: «Che emozione giocare in questo stadio contro la “mia” squadra, ho realizzato un sogno e ne sto vivendo un altro, andremo a San Siro e a me, vista anche l’età, non so quante altre volte ricapiterà. Qual è stata la chiave della nostra vittoria? La differenza l’ha fatta il gruppo, la mentalità. Mi aspettavo un Cagliari con meno “nomi” in campo, invece chi ha giocato è tutta gente che la serie A la conosce bene. Di certo sono più i nostri meriti che i loro demeriti, abbiamo dimostrato di essere un grande gruppo, unito e determinato». […] Gran finale con Emanuele Berrettoni, il “genio ritrovato”, forse il migliore in un match epico. «Godiamoci questa impresa storica per la città, per la società e per noi, e l’ottima figura fatta di fronte a una squadra di serie A. Sono felice perché questa qualificazione arriva dopo mesi di sofferenza per un lungo infortunio, ora sto bene, anche se mi manca un po’di condizione. Siamo stati sfrontati, quasi incoscienti nel proporre il nostro gioco, sempre con attenzione e voglia di dare qualcosa di più. La soddisfazione non è solo nostra, in tre anni abbiamo scalato tante posizioni. Ringrazio i tifosi che ci seguono sempre e spero lo facciano anche a San Siro. Dove si colloca questa gara nella scala della mia carriera? Molto in alto. Credo che ce la ricorderemo a vita, a fine partita ero sinceramente commosso. È stato davvero bellissimo».

Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) In sala stampa Colucci è raggiante, ma prima di parlare della partita ringrazia la città di Cagliari, che per una stagione l’ha visto protagonista in campo, e saluta gli amici ritrovati: «Forza Cagliari!». Poi il grazie, sentito, accorato, è per i suoi giocatori: «Li avevo avvisati – attacca – che in una gara così non si poteva commettere il minimo errore. E loro sono stati bravissimi. Abbiamo fraseggiato, attaccato e difeso, senza sbagliare nulla. Sognavamo l’Inter. Molti di loro San Siro l’hanno visto solo in televisione, andare a giocarci è un giusto premio, meritatissimo. Siamo entrati nella storia, ora però dobbiamo ripensare al campionato e alla Samb. Puntiamo alla serie B, a fare qualcosa di importante, anche se siamo in ritardo in classifica dopo un mese e mezzo strapieno di problemi. Berrettoni? Ho sempre detto che uno come lui doveva giocare in serie A. Sono felice di averlo ritrovato. Adesso ci tocca Icardi? Metteremo a punto una marcatura strettissima…». […]

Ore 13.00 – (Messaggero Veneto) Ventotto novembre 2017: è la data del punto più alto mai raggiunto dal Pordenone nella sua storia. Ma ce n’è un’altra da segnarsi in rosso sul calendario, quella del 12 dicembre prossimo. Il giorno in cui i neroverdi sbarcheranno a San Siro per affrontare l’Inter nella gara secca degli ottavi di finale della Tim cup. E’ tutto vero: il Pordenone sbanca la Sardegna Arena, eliminando con pieno merito una squadra di serie A. La squadra di Colucci esce tra gli applausi scroscianti dei 5 mila presenti nel bellissimo impianto sardo, nonché tra le urla di incredulo entusiasmo del centinaio di sostenitori arrivati dalle rive del Noncello. I ramarri in un colpo solo ritrovano la massima fiducia in loro stessi, un gruppo unito e grintoso come non mai, e soprattutto un super-Berrettoni: un mix vincente per riprendere confidenza con l’obiettivo serie B. Colucci costruisce la grande impresa schierando come annunciato la migliore formazione possibile: fuori il solo De Agostini, che ha bisogno di rifiatare, dentro Nunzella. Sul fronte opposto Diego Lopes schiera un 3-5-2 con solo due giocatori impiegati sabato contro l’Inter, Romagna e Joao Pedro, ma comunque utilizzando numerosi campioni che da anni militano in serie A, come l’attaccante Melchiorri e il brasiliano Farias. Il Pordenone parte bene, concentratissimo e senza timore reverenziale. […]

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) La sua storia nell’Abano è stata – ed è ancora – in continua evoluzione, tra porte scorrevoli e nuove occasioni. Titolare per metà stagione nel 2016 con mister Zeman Jr e poi messo da parte nello scorso campionato da Luca Tiozzo, Giacomo Bettin si è ritrovato con la valigia in mano, direzione Montebelluna. Il portiere 21enne, però, è tornato ad agosto in via Moroni con l’ambizione di tenersi stretto il posto. Complice il sorpasso nelle gerarchie da parte di Luka Belogravic (poi svincolato) e Placido Castaldo (infortunato), sono arrivate però tante panchine prima della promozione tra i pali.«È stato un inizio di stagione particolare», conferma il giocatore originario di San Donà di Piave, «A dirla tutta, c’era la possibilità di andare via nella prossima sessione di mercato, ma la società ha deciso di trattenermi e sono contento così». Per un portiere la concorrenza è spietata, e per chi non è in prima linea il pensiero di trasferirsi altrove è legittimo: «Adesso sto giocando e cerco sempre di dare il massimo. La classifica non ci premia, anzi, ma io e i miei compagni crediamo ancora tantissimo nella salvezza».Sei punti in 14 partite sono pochi, ma il gruppone delle squadre a ridosso della zona playout non è ancora fuggito. «Non sarà facile, ma i precedenti nella categoria testimoniano che non è un’impresa impossibile». All’Abano, però, manca qualcosa: «Abbiamo bisogno di giocatori esperti», ammette. […]

Ore 12.20 – (Gazzettino) Il Cittadella ha sbancato Ferrara e si è guadagnato il passaggio agli ottavi di Tim Cup, dove affronterà la Lazio all’Olimpico di Roma. Un successo meritato, che ha giustamente premiato la squadra che ci ha creduto di più, che è scesa in campo più convinta, a dispetto della differenza di categoria. Paleari, per rendere l’idea, non è mai dovuto intervenire. Come anticipato alla vigilia, Roberto Venturato ha concesso spazio ai giocatori meno utilizzati in campionato, con il rientro di Caccin e Adorni in difesa, Settembrini, Bartolomei e Lora a centrocampo, Arrighini e il giovane Fasolo in avanti. Dietro a loro Chiaretti nei panni del trequartista. Semplici ha adottato la stessa filosofia per la sua Spal, che resta comunque una squadra con un organico di categoria superiore. Due nomi su tutti, quelli del tandem offensivo Borriello-Floccari. Prima del fischio d’inizio Venturato aveva detto che il Cittadella se la sarebbe giocata con le proprie armi, proseguendo nella filosofia del provare a vincere sempre e dovunque. E la squadra ha approcciato alla sfida in maniera decisamente più convinta rispetto ai padroni di casa: grande pressing a tutto campo e Spal incapace di costruire azioni pericolose. […]

Ore 12.00 – (Gazzettino) Venturato l’aveva detto sia alla vigilia della sfida di Tim Cup sia nell’immediato prepartita: il Cittadella avrebbe cercato di passare il turno puntando sulla propria filosofia di gioco, senza badare alla qualità e alla categoria superiore dell’avversario. Ed è stato premiato, perché i granata in campo hanno riversato tanto pressing e voglia di vincere. «È una grande soddisfazione per noi – esordisce il tecnico – Siamo questi, siamo una squadra che cerca di giocare il proprio calcio contro chiunque, e credo che a Ferrara abbiamo dimostrato di saperci fare. Il Cittadella è stato propositivo, ha una sua identità e filosofia di calcio, evidenziata molto bene al Mazza». Il vantaggio ha premiato un avvio molto positivo della squadra. «Dopo il nostro gol abbiamo anche sofferto in un paio di circostanze, ma nella ripresa abbiamo dimostrato di volere il risultato a tutti i costi e di saperlo ottenere attraverso il gioco. Si è trattato di una prestazione davvero convincente del Cittadella. Oltre al secondo gol abbiamo avuto altre opportunità, bisogna fare un grande applauso a questi ragazzi». Così dopo aver superato il Bologna ad agosto, ha fatto un’altra vittima illustre, un’altra avversaria di serie A. E adesso la Lazio. «È una competizione importante che vogliamo onorare. Andremo ad affrontare la Lazio che è una delle squadre più forti della massima serie, quindi sarà un test molto difficile, ma giocheremo nella stessa maniera con il quale abbiamo sfidato la Spal. È una partita da dentro o fuori, la prepareremo bene per affrontarla poi a viso aperto. Chi giocherà gli ottavi dei miei giocatori saprà farsi valere». […]

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Viaggio-premio a Roma, giovedì 14 dicembre, con vista sullo stadio Olimpico. Il Citta se l’è guadagnato con pieno merito, compiendo un’altra impresona dopo quella del “Dall’Ara” ai danni del Bologna, il 12 agosto scorso (3-0). La Spal raccoglie i cocci, schiantata alla distanza da una squadra che ha interpretato il copione richiesto nel migliore dei modi: giocando un calcio semplice ma estremamente efficace, muovendosi in modo armonico su tutta la lunghezza del campo, pressando e ripartendo con continuità, e creando non pochi problemi ai biancoazzurri, forse condizionati dal periodo non esaltante che stanno vivendo in Serie A. Così, dopo il campionato, in cui si sono rilanciati riagganciando la zona playoff, i granata concedono il bis in Coppa Italia e ora andranno a sfidare, nella capitale, la Lazio. Gli applausi ci stanno tutti, perché il momento è storico: superato il quarto turno della competizione, il Citta è agli ottavi di finale, tra le 16 elette. Alzi la mano chi avrebbe scommesso su un tale risultato. Bravi davvero! Condizionati dagli impegni ravvicinati – venerdì sera la Spal sarà proprio a Roma contro i giallorossi, sabato pomeriggio il Citta sarà di scena a Foggia – Semplici e Venturato ricorrono ad un ampio turnover e così dei titolari abituali se ne vedono in campo pochissimi: tra i padroni di casa il portiere Gomis, Schiattarella e Borriello, mentre dell’undici iniziale che ha battuto la Salernitana, Venturato ripropone i soli Salvi e Chiaretti. I granata appaiono in palla anche con le cosiddette “seconde linee”, che poi tanto “seconde” non sono, e lo dimostrano subito partendo con piglio deciso e senza alcun timore reverenziale nei confronti del titolato avversario, contro cui battagliavano l’anno scorso tra i cadetti.  […] Grande Citta, dunque, atteso ora ad un altro impegno durissimo, la trasferta di Foggia. Ma se si gioca così, si può fare risultato pieno anche allo “Zaccheria”. Basta insistere.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) «Noi siamo questi. Siamo una squadra che vuole proporre un certo tipo di calcio e che lo fa contro chiunque». Roberto Venturato si gode i complimenti dei giornalisti che vedono giocare raramente il suo Cittadella e che si mostrano sorpresi, più di quanto non siano i tifosi granata, di fronte all’ennesima impresa compiuta. «Abbiamo sofferto un po’ in chiusura di primo tempo, ma nel secondo abbiamo dimostrato di volere il risultato e di saperlo ottenere attraverso il gioco, meritando questa vittoria». Dopo il Bologna, ora un’altra vittima di Serie A. Dove volete arrivare?«Questa competizione per noi è importante. Ora andremo ad affrontare la Lazio, una delle prime della classifica in Serie A: sarà un test difficile e stimolante, ma è pur sempre una gara da dentro o fuori e noi proveremo a giocarcela sino in fondo, cercando di andare a vincere anche all’Olimpico». […] Sorride Venturato e sorride uno dei suoi fedelissimi, Andrea Schenetti, autore del raddoppio: «Ho segnato un gol importante, ma quello che più contava era passare il turno», sottolinea. «Ci meritiamo questa qualificazione per tutto quello che stiamo facendo dall’inizio dell’anno. Abbiamo pressato per l’intera durata della partita, ma questa è la nostra filosofia».

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Difficile trovare aggettivi e parole per descrivere la bellezza dell’impresa del Cittadella. Un’impresa storica, che porta Roberto Venturato a sfidare nientemeno che Simone Inzaghi il prossimo 13 dicembre all’Olimpico. Impresa storica, certo, ma non unica nel suo genere, visto che in passato ai grandi palcoscenici di Coppa Italia i granata si sono già avvicinati. Pennellate di un passato che ritorna all’improvviso: Napoli, Fiorentina al Franchi, Inter a San Siro e pure un’altra volta contro la Lazio. Sfogliando gli almanacchi sono passati quasi dodici anni, da quel lontano 12 gennaio 2006, quando il Cittadella impattò 0-0 dopo aver perso più che onorevolmente all’Olimpico per 2-0. Fu eliminazione ma gli applausi furono convinti e totali. Oggi, dopo il perentorio 2-0 di Ferrara sulla Spal, il Cittadella si prepara a una nuova puntata di un’entusiasmante cavalcata di Coppa. Notti magiche, che lasciano il segno, che aumentano l’entusiasmo e catturano tifosi, perché è anche così che si costruisce la storia. «Siamo felici — spiega un raggiante Stefano Marchetti a fine partita — è stata una grande serata, abbiamo battuto una squadra di Serie A dopo aver fatto lo stesso al turno precedente a Bologna. È un vanto e un orgoglio per tutti noi e per i nostri ragazzi, che hanno dato tutto». […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) Ovviamente a me rimane l’amarezza di non poter più vivere quotidianamente lo spogliatoio e di non potere dare una mano in campo ai compagni, alla fine è quello che dispiace maggiormente. Più passeranno i giorni e più mi mancherà». Il suo contratto scadrà a giugno, ma il direttore generale Giorgio Zamuner ha già dichiarato sul Gazzettino che farà parte della squadra anche nella prossima stagione. «Dopo l’infortunio ho sentito sia lui e sia il presidente Bonetto per sapere come andava. In estate a noi giocatori che eravamo in scadenza avevano detto che a metà novembre si sarebbe parlato dei rinnovi. Questi erano i patti ed entrambi mi hanno confermato che la promessa sarà mantenuta, per cui mi ha fatto piacere sentirglielo dire». […]

Ore 10.20 – (Gazzettino) La dinamica? Sugli sviluppi di un angolo per la Triestina sono saltato insieme a El Hasni per colpire di testa e nel ricadere appoggiando il piede c’è stata lo torsione». Una volta conosciuta l’entità del danno, tutti i compagni le sono stati vicini. «Sì, ho ricevuto moltissimi messaggi, anche da parte di ex compagni che hanno letto la notizia. Mi ha fatto piacere, perché sentirli vicini ti aiuta a superare l’amarezza iniziale». Tra l’altro la sua è una perdita importante per la squadra, essendo stato il giocatore più impiegato al pari di Bindi. «La squadra continuerà ad andare bene anche senza di me perché è un gruppo davvero forte prima di tutto come uomini, e poi come calciatori. Chiunque gioca dimostra di essere sempre sul pezzo, e questo fa la differenza.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Ha iniziato ieri alla Mediclinic di Pozzonovo la prima fase della riabilitazione Nicola Madonna, che nella sfida di campionato con la Triestina (17 novembre) si era rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Giovedì scorso l’intervento chirurgico al Policlinico di Abano, al quale hanno fatto seguito i primissimi esercizi a casa per piegare il ginocchio. […] Si è accorto subito in campo che il guaio era serio? «Sì, perché quando ho appoggiato il piede mi si girava il ginocchio e sentivo dolore. E avendo già avuto lo stesso infortunio, ho chiesto immediatamente il cambio senza neanche provare a restare in campo. Speravo comunque che si trattasse solo del menisco o di qualcos’altro.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ma c’è un altro dato che deve saltare all’occhio, e che fotografa lo straordinario momento di forma della squadra. È quello dei gol realizzati, e più precisamente dei marcatori andati a segno. Se Bisoli ha finora impiegato 23 giocatori in campionato, le 23 reti messe a segno hanno portato ben 12 firme diverse: più di metà rosa, insomma, ha già segnato almeno una volta. Dietro al capocannoniere Capello (7 reti), una lunga lista di goleador: i difensori Cappelletti, Contessa, Madonna e Trevisan; i centrocampisti Pulzetti, Belingheri (già 4 reti) e Tabanelli; gli attaccanti Guidone, Chinellato, Candido, e in ultimo il giovane Cisco. Se ci aggiungiamo pure i quattro andati in rete solo in Coppa Italia (Russo, Zivkov, Marcandella e Mazzocco), il conto totale arriva addirittura a 16: due terzi della rosa con almeno un gol all’attivo. […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Lunedì prossimo in viale Rocco arriverà la Fermana, e cinque giorni dopo, il sabato, la Reggiana: con il Padova già con 6 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, non poteva arrivare un calendario migliore. Lo stadio Euganeo, infatti, è stato sin qui un vero e proprio fortino, l’arma in più di una squadra che in trasferta ha raccolto grandi exploit ma anche qualche cocente delusione, e che in casa è stata invece un vero e proprio rullo compressore. La squadra di Bisoli ha sin qui collezionato ben 19 punti davanti al suo pubblico: 6 vittorie, un pareggio e nessuna sconfitta. Il Pordenone e il Vicenza, che inseguono nella classifica delle partite casalinghe, hanno conquistato 14 punti, ben 5 in meno dei biancoscudati, pur avendo giocato una gara interna in più (8). […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ripresa degli allenamenti oggi alla Guizza verso la gara casalinga di lunedì (ore 20.45) con la Fermana. Rientrano Trevisan, dopo il turno di squalifica, Serena e Marcandella, dopo i rispettivi acciacchi. Dal giudice nessuna squalifica per biancoscudati e marchigiani, ma brutto colpo per il Renate: due turni all’l’attaccante Gomez. Due anche per Carlini della Reggiana: salterà l’Euganeo il 9 dicembre. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Correva la stagione 2002-2003 con Gianni Bortoletto allenatore, 19 presenze e pure una convocazione nella rappresentativa Under 20 di categoria. Preistoria calcistica? Forse, ma a distanza di 14 anni Edoardo Bonetto lunedì prossimo ritroverà la Fermana. La squadra in cui a 20 anni toccò la vetta più alta della carriera da giocatore in serie C1. E che gli diede anche qualche soddisfazione importante. «Ero giovanissimo — ricorda il vicepresidente del Padova — e dopo un’esperienza al Thiene in C2 mi fu data la possibilità di trasferirmi a Fermo in C1. Una grande occasione e direi che andò bene, almeno fino a quando l’allenatore Bortoletto non fu esonerato e arrivò Bruniera. Con lui non ebbi altrettanta fortuna ma riuscii a strappare una convocazione nell’Under 20 di categoria. Era la prima volta che andavo lontano da casa, ero cresciuto nel Cittadella e la Fermana fu una grande opportunità, giocavo esterno sinistro e ho bellissimi ricordi della città». […] Sembrano secoli fa. Nel frattempo Bonetto è diventato vicepresidente del Padova, primo in classifica nel girone B del campionato di serie B con sei punti di vantaggio sul Renate e ritroverà dopo una vita il suo passato. «Fermo è una grande piazza — spiega il numero due di viale Rocco — al tempo ero giovane ma sono stato benissimo, dentro e fuori dal campo. Ricordo Porto San Giorgio, un posto meraviglioso che amavo particolarmente. Sarà un onore ritrovare la Fermana lunedì prossimo nel posticipo dell’Euganeo: è una squadra alla nostra portata, ma che ha portato via punti ad avversarie di primo livello. Noi ci godiamo il momento ma sappiamo che è presto per fare certi discorsi. La classifica è bella e sul mercato non abbiamo urgenze, la rosa si sta dimostrando all’altezza pure nei ricambi. Procediamo senza guardare troppo avanti, poi se son rose…».




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