Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] “Non sono ancora al massimo -spiega Sodinha – ma allenandomi con costanza sto migliorando giorno dopo giorno. Sono molto contento perché adesso sto bene, all’inizio ho faticato un po’ perché era da un po’ che non giocavo ed era tanto che non mi allenavo con continuità. Sto riprendendo fiato e muscolo, il mister ha fatto bene a lasciarmi fuori perché non ero ancora pronto, ma adesso ho i 90 minuti nelle gambe e sono pronto a dare una mano ai miei compagni”. Come ha fatto venerdì, quando con un arcobaleno partito dal suo sinistro è riuscito a segnare il gol del pareggio. “Quando ho messo giù il pallone ero convinto di prendere la porta, mi sono allenato durante la settimana sui calci piazzati e venerdì è andata bene. Ci ho riprovato una seconda volta, ma lì è stato bravo il portiere ad arrivarci”. Oltre al gol, Sodinha è stato capace di rivoluzionare il classico 3-5-2 del tecnico Zironelli, che con il suo ingresso ha optato per un 3-4-1-2 che possa far rendere al meglio la fantasia di Sodinha tra le linee. “Avevo iniziato come mezz’ala, ma facevo un po’ di fatica – spiega il brasiliano – mentre adesso mi trovo molto bene in quella posizione, perché posso uscire fuori a prendere la palla e provare a fare la giocata. È un ruolo importante che mi piace molto e mi fa venire tanta voglia di giocare, cercherò di muovere la palla come mi dice sempre il mister”. […]
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Giovedì prossimo, Enrico Busolin affronterà l’ultima prova del suo corso a Coverciano per ottenere l’abilitazione a direttore sportivo, sostenendo una tesi sul suo passaggio dal mondo dei dilettanti al professionismo. Sei settimane intense, che non hanno però condizionato la grande attenzione con la quale l’attuale direttore tecnico ha seguito il Mestre nel suo cammino, compreso il pari per 1-1 di venerdì contro il Fano. “L’ultima è stata una gara a due facce – spiega Busolin – nel primo tempo la squadra è stata attenta ed efficace nella costruzione del gioco, eccezion fatta per l’errore che ci è costato il gol, mentre nel secondo abbiamo perso un po’ di lucidità a causa del grande agonismo che abbiamo messo in campo. È un peccato non essere riusciti a dare continuità al risultato di Vicenza, ma nonostante questo sono più che soddisfatto del cammino che la squadra sta percorrendo, perché non dobbiamo mai dimenticare come per quasi tutti noi questa sia una categoria nuova e che il nostro obiettivo resta sempre e comunque la salvezza”. […] “La nostra forza è sempre stata nel collettivo – spiega Busolin – ma giocatori come Sodinha o Neto Pereira, di cui abbiamo decisamente sentito l’assenza venerdì, possono davvero fare la differenza. Con Sodinha dietro le punte abbiamo trovato un migliore equilibrio, sono molto felice per lui perché sta ritrovando pian piano la condizione, dopo quasi due anni di inattività e cinque senza una vera preparazione atletica. Mi auguro che possa trovare continuità ed aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi”.
Ore 20.00 – (La Nuova Venezia) Dopo il pareggio beffa contro il Fano, il presidente Stefano Serena fa il punto sul campionato di Serie C e analizza l’andamento del Mestre e delle altre squadre. «Il campionato del Mestre è più che positivo e abbiamo dimostrato che possiamo fare il nostro gioco contro chiunque, sia quando abbiamo vinto che perso. Ci mancano alcuni punti ma c’è un girone d’andata da finire e uno di ritorno tutto da giocare». Chi vede come favorito? «Al momento il Padova anche se come abbiamo visto anche loro hanno momenti no. Ci fa ben sperare che non ci sia la squadra “ammazza campionato”. Anche se il Padova si sta un po’staccando deve ancora avere il calo che tutte le squadre subiscono, presto toccherà anche a loro».Poi il presidente torna sulla partita di venerdì. «Contro il Fano non è stato lo stesso Mestre del Bassano o Vicenza quando abbiamo giocato a viso aperto. È l’atteggiamento dei giocatori che fa la differenza. Se non diamo sempre il 110% alla fine cadiamo in risultati non positivi. Un primo tempo condizionato da un errore di un nostro giocatore che ha agito con sufficienza e non ce lo possiamo permettere. Questo è un lavoro e come tale ogni giocatore deve prenderlo. Ci sono errori ed errori. Questo è stato un fatto per troppa leggerezza. Ha preso la decisione sbagliata. È andato sulla palla troppo sicuro di sé e questo noi non lo possiamo fare. Per cui ci teniamo il punto anche se era una partita da vincere e ora rischiamo di scivolare da una buona classifica in giù». […]
Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) Il reparto difensivo del Mestre cresce partita dopo partita. Merito dell’esperienza di Perna, della grinta di Gritti e Politti, saliti dalla Serie D al campionato professionistico. Proprio Gritti ricorda i tempi dell’Altovicentino con Perna. «Giocando con Armando si migliora di partita in partita. Dobbiamo ancora migliorare e migliorarci. Ora concediamo poche palle gol agli avversari. C’è sempre da imparare da gente come Perna per posizione ed esperienza. Giocando da terzo e non da centrale posso anche spingermi in avanti e arrivare più volte vicino all’area avversaria. Contro il Fano abbiamo sbagliato tutti. Pensavo fosse una palla persa poi ho visto arrivare il loro attaccante e Gagno al limite dell’area si è sentito incerto. Bravo il loro attaccante a sfruttare le incertezze ma noi ancora più bravi a recuperare. Poi nel secondo tempo ogni palla era un fallo tattico e siamo caduti nel loro tranello. Vedo bene la pausa perché potremo recuperare qualche acciaccato e recuperare qualche giocatore che magari ha giocato di più o Sottovia che non ha ancora recuperato al 100% dalla pubalgia. Sono sincero: avevo bisogno di rifiatare un po’ e, per quanto dispiaciuto non giocare titolare contro Vicenza o Fano, accetto le decisioni del mister, le ho capite e ho dato il massimo quando chiamato in causa». […] A chiudere Politti. «Come reparto siamo sempre andati in crescendo. Da gente come Perna si cerca sempre di imparare qualche trucco. Con il nostro modulo le ripartenze le rischiamo ma se guardiamo dalla prima partita i rischi si sono ridotti. Abbiamo fatto molte partite di fila tirate ma siamo sempre riusciti a non farci mettere sotto. Peccato per il Fano: un solo errore. Poi la Serie C è fatta anche di squadre che ricorrono al fallo tattico per innervosirti. Ora vogliamo anche arrivare a fare i filotti di partite vinte. Non siamo riuscite a superare le 3 vittorie di fila ma vogliamo dimostrare che il Mestre non teme nessuno».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È durata un’ora e 7′ la speranza dei ramarri (a quota 24 dopo il successo per 3-2 nell’anticipo di venerdì al Bottecchia con il Vicenza) di ridurre il distacco dalla capolista Padova. Il tempo che è trascorso sabato dal vantaggio dell’Albinoleffe grazie a un’autorete di Russo al secondo gol di Cisco (classe ’98), l’autore della doppietta che ha rimesso le cose a posto e sospinto i veneti a quota 32. Sono 6 ora i punti ora di vantaggio dei biancoscudati dalla seconda in classifica, il Renate (sconfitto 0-1 a Ravenna), e 8 da Pordenone e Albinoleffe appaiate al terzo posto. Gli uomini di Bisoli sono in fuga. […] Chi ha già archiviato la gara con il Vicenza è sicuramente Salvatore Burrai, che da venerdì sera ha la testa alla Sardegna Arena di Cagliari, dove domani il Pordenone si giocherà la permanenza in Tim Cup con il team di Lopez. Il metronomo neroverde è nato a Sassari (il 26 maggio del 1987), ma tifa per i rossoblù, con i quali ha militato nel 2008 (una sola presenza) e nella stagione 2011-12 (nessun gettone). A Cagliari, Salvatore sogna di tornare un giorno. Lo ha confessato a Sardegna Sport. «Ormai le sue parole è un sogno difficile da realizzare, ma è giusto lavorare per inseguire anche i sogni proibiti. Per ora continua mi accontenterò di tornarci da avversario. Per me quella alla Sardegna Arena in Tim Cup sarà una gara veramente particolare. È dal 2012, ossia da quando ho dovuto lasciare l’isola, che aspetto una partita come questa. Giocare contro la squadra del mio cuore, con la quale sono nato calcisticamente e per la quale faccio il tifo, sarà emozionantissimo. Noi siamo in Terza serie e il Cagliari in A, questo lo sappiamo benissimo tutti. Non siamo però una squadra di sprovveduti. Ci siamo fatti il regalo di arrivare sino al quinto turno di Tim Cup, unica squadra di serie C rimasta in gara e vogliamo è l’avviso che lancia Salvatore ai conterranei – fare bella figura al cospetto di un team della massima serie, in diretta tv». Anche perché subito dopo ci sarebbe l’Inter. […]
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) La gara di Cagliari è quella del sogno per Salvatore Burrai. Sardo doc, cresciuto a Orosei (Nuoro), alla sua terra natale il regista del Pordenone è legatissimo. Non solo: nel club rossoblù ci è cresciuto e ha debuttato pure in serie A nel 2006-2007 con la squadra allenata da Marco Giampaolo e come compagno di squadra dell’attuale trainer neroverde, Leonardo Colucci. «Giocare contro il Cagliari sarà sempre speciale per me – ha dichiarato Sasà a sardegnasport.com -. Aspetto questo match dal 2012, cioè da quando ho dovuto lasciare la Sardegna e proseguire per la mia strada. Saranno 90′ emozionanti perché affronterò la formazione per cui faccio il tifo, quindi avvertirò sensazione diverse rispetto alle altre occasioni. È la squadra del mio cuore e quella in cui sono nato calcisticamente». Uno dei suoi maestri è stato Gianfranco Matteoli: l’ex fantasista dell’Inter gli ha insegnato molti segreti, soprattutto come calciare le punizioni. I piazzati sono la sua specialità, con cui proverà a fare gol al “suo” Cagliari: «Sappiamo che ci sono due categorie di differenza – ha detto sempre a sardegnasport.com -. Ma la sfida della Sardegna Arena è un regalo che ci siamo fatti e vogliamo fare bella figura al cospetto di una squadra di serie A. Non siamo un gruppo di sprovveduti, anzi». […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Il match è speciale: solo in un’altra occasione il Pordenone ha affrontato una squadra di serie A. Ed è anche per questo che Leonardo Colucci utilizzerà un giocatore altrettanto speciale. Domani a Cagliari, nel quarto turno di Tim Cup, nella partita più prestigiosa della storia recente del club, scenderà in campo dall’inizio Emanuele Berrettoni, il numero dieci della squadra. “Berre” farà l’esordio stagionale dal primo minuto e sarà l’arma per tentare di superare i rossoblù e sbarcare così al Meazza, ospiti dell’Inter per gli ottavi di finale. Sogno? Certo. Ma non certo un’utopia. […] Non giocherà tutta la gara il numero dieci neroverde, non ha ancora benzina per tutti i 90′. Avrà l’autonomia di un’ora, tempo in cui proverà a lasciare il segno esattamente come ha fatto per tutta la scorsa stagione. Sino a quando ha giocato, sino a quel maledetto 30 aprile in cui si è infortunato con la FeralpiSalò, Berrettoni ha illuminato la squadra realizzando 11 reti e soprattutto togliendo le castagne dal fuoco in situazioni complicate: con una giocata o con un semplice movimento è stato determinate. Il match col Cagliari sarà il primo – questa è la speranza – di una lunga serie. Leo Colucci poi conta di avere a disposizione il suo fuoriclasse nei successivi match di campionato, in cui il Pordenone punta a chiudere il più in alto possibile il girone d’andata. All’orizzonte ci sono Sambenedettese e Renate, rivali per un posto sul podio. […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Bravo il Novara a concretizzare le sue palle gol, ma il primo tempo l’abbiamo proprio regalato». Commenta con schiettezza, Simone Bentivoglio, la terza sconfitta stagionale del Venezia, subita in malo modo contro un avversario apparso fin dalle prime battute del match più in partita. «Non parlerei di un atteggiamento di sufficienza da parte nostra, questo no precisa il regista lagunare però sicuramente il nostro approccio è stato sbagliato, bisogna essere onesti e ammetterlo. Uno non vorrebbe mai, ma purtroppo può capitare, quindi ci prendiamo le nostre responsabilità e torniamo a lavorare a testa bassa come facciamo da sempre. Siamo i primi a sapere che un intero primo tempo non si può regalare a nessuno in Serie B». Al Venezia fino all’intervallo non è riuscito praticamente nulla. «Abbiamo cominciato con l’arrivare in ritardo sue 2-3 palle, abbiamo perso ritmo e riferimenti, poi il Novara al primo tiro ha trovato il vantaggio e poco dopo ha raddoppiato. Non era scontato rialzarsi, invece nella ripresa si è visto un altro Venezia e da quella reazione dobbiamo ripartire. Nei secondi 45′ abbiamo dato tutto, il 2-2 credo sarebbe stato meritato, purtroppo ci è mancato poco». […]
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «La partita col Novara conferma esattamente quello che, a prescindere dai risultati, abbiamo sempre sostenuto – argomenta Rinaudo – ovvero che il Venezia è sì un’ottima squadra con grandi valori morali, fisici e sul piano dell’impegno e del sacrificio, ma alla quale il minimo sforzo non basta. Finora tante partite sono andate bene perché siamo andati oltre le nostre capacità, sabato ciò non è avvenuto». […] Sabato il 34enne palermitano Leandro Rinaudo sfiderà con il Venezia la sua ex squadra. «Palermo è la mia città, la mia origine, in qualche modo tornerò indietro a tutto quello che ho vissuto, perché in rosanero ho fatto tutte le giovanili fino ad esordire nel 2005 in Serie A e in Coppa Uefa (con doppietta ai danesi nel Broendby, ndr). Tuttavia, ancora di più dopo aver perso col Novara, sarà una partita come le altre». La squadra allestita dall’ex patron veneziano Maurizio Zamparini è stata costruita, nonostante il club sia in vendita, per tornare subito in A. «Guardi a Nestorovski, Coronado, Embalo e intuisci subito la grande qualità dei giocatori, affidati a un allenatore come Tedino, che a Pordenone aveva già dimostrato di saper far giocare bene le sue squadre, dando una precisa identità. In uno stadio caldo come il Barbera il Venezia metterà tutta la sua voglia di riscatto, ma con equilibrio perché nessuno può spaccare il mondo. Ognuno di noi si guarderà dentro per non commettere più errori come quello col Novara, noi non abbiamo mai pensato di poter vincere sempre, ma anche le squadre più attrezzate si possono battere».
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una brutta sberla, inattesa e dolorosa. Di quelle che risvegliano dai sogni improvvisamente, che fanno vedere in maniera più lucida cosa accade attorno. Lo stop imposto con autorità dal Novara al Venezia sabato al Penzo (1-3) riporta il team lagunare con i piedi per terra, alla dimensione della neopromossa che ha buone qualità ma che deve ancora faticare tanto per ritagliarsi uno spazio adeguato in questa categoria. La formazione di Pippo Inzaghi è incappata in una di quelle giornate-no aggravata dalla poca concentrazione con la quale alcuni dei suoi giocatori hanno approcciato il match. Forse stupiti dall’intraprendenza del Novara hanno perso la bussola dopo un po’ e si sono ritrovati a soffrire su ogni palla o quasi, a non riuscire più a trovare lucidità e logica nelle loro azioni. Schiacciati da un team non trascendentale ma quadrato. In difficoltà ad affrontare una squadra schierata nella stessa maniera il Venezia non è nemmeno riuscito a spostare il gioco sul confronto individuale, perdendo quasi tutte le sfide, e si è fatto soffocare dalla pressione dei piemontesi. Si è trovato in una situazione inusuale, dimostrando di non saper reagire immediatamente alle avversità. E anche il suo tecnico ci ha messo un po’ per studiare contromosse e per riuscire a sbloccare una squadra un po’ stordita (0-2 a fine primo tempo). Ma il carattere e le capacità degli elementi si sono rivisti nella seconda parte di gara dove la reazione c’è stata rabbiosa e confusa – forse anche troppo – portando ad accorciare le distanze a sfiorare il pari ma anche a subire al terza rete. Lezione che può giovare al Venezia per il cammino futuro ma che ha messo ancora in evidenza l’incapacità dei suoi attaccanti in fase realizzativa. […]
Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Inizia oggi pomeriggio l’operazione-Palermo per il Venezia che in Sicilia giocherà in un orario insolito (ore 18) dopo la scoppola casalinga contro il Novara. Inzaghi dovrà fare i conti con gli acciaccati, verificare innanzitutto le condizioni di Marco Modolo, costretto a dare forfait a ridosso del match con i piemontesi per un affaticamento muscolare accusato nel corso della rifinitura, e di Agostino Garofalo, sostituito nel corso del secondo tempo sabato pomeriggio. In settimana è atteso il rientro il gruppo anche di Gianni Fabiano, costretto a saltare le ultime quattro partite dopo lo spezzone giocato contro il Frosinone. Il Venezia ritrova il Palermo a distanza di 13 anni quando era ancora vivo il ricordo del “pulmino” tra Pergine Valsugana e Longarone nell’estate del 2002, anno dell’abbandono di Maurizio Zamparini per la Sicilia. Alla ripresa sarà assente Guglielmo Vicario in ritiro con la Nazionale di Serie B. Contro il Novara sono stati ammoniti Zampano, Marsura e Bentivoglio, ma solo Domizzi era diffidato quindi sarà regolarmente in campo alla Favorita, in diffida entrerà anche il centrocampista di Pinerolo. […]
Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Almeno per due giorni le amarezze di questo Venezia di fine novembre saranno messe da parte. C’è una nazionale di serie B da vivere per Guglielmo Vicario nel suo Friuli, dove domani alle 11.30 a Pordenone con entrata gratuita, affronterà la selezione della Russia. Un orario insolito, per favorire l’ingresso delle scuole e perché il calcio sia come deve sempre essere: una festa. «Non mi aspettavo questa chiamata» spiega il portiere arancioneroverde, secondo a Venezia dietro ad Audero ma con le tre presenze all’attivo da inizio campionato «ma credo sia un premio a quanto fatto negli ultimi anni. Non è sicuramente un punto di arrivo, ma di partenza». […] Se per quarantott’ore la testa di Vicario sarà alla gara con i russi – dove per la prima volta si gioca nel campo di una squadra di Serie C, Pordenone, e non di B come accaduto sinora – è inevitabile fare il punto della situazione sulla squadra, che fra Chiavari prima e Novara sabato scorso poi non ha prodotto le migliori gare del campionato. È arrivato un punto, seppur sofferto, in Liguria, e le solite difficoltà sotto porta. «Bisogna stare tranquilli» osserva Vicario «non penso e non credo sia il caso di creare allarmismi. Lo sport insegna a vincere e a perdere, ora il momento è un po’ così. Adesso pensiamo subito alla sfida di sabato a Palermo, l’incontro ci sprona a dare il massimo, sarà una bella partita e dobbiamo prepararla bene». […]
Ore 15.00 – (Il Piccolo) La sua professione non è certo quella del bomber, anzi lui i gol dovrebbe evitare di farli fare agli altri. E infatti in serie C finora aveva segnato solo una rete lo scorso anno con la maglia del Feralpi Salò. Eppure ieri ad aprire le danze contro il Gubbio ci ha pensato proprio Roberto Codromaz, che con un colpo di testa di pregevole fattura ha raccolto un corner di Bracaletti.«Sì, per me è stata una bella soddisfazione – racconta Codromaz – anzi una doppia soddisfazione perché è stato anche il primo gol davanti ai tifosi triestini. Sul corner El Hasni mi ha detto di andare sul primo palo, io appena partita la palla ho fatto uno scatto, ho anticipato Marchi e dopo non ci ho capito più niente, ho visto la palla in rete e ho esultato. Per uno che non è mai stato un goleador come me, è davvero una grande soddisfazione fare un gol così». […] «Finalmente abbiamo vinto di nuovo in casa, sono contento, ci voleva. Anche perché in occasione del primo successo al Rocco, quello con la Fermana, ero entrato solo dopo. Stavolta c’è stata la gioia di giocare un’intera partita e vincere davanti ai propri tifosi. Cosa ci mancava finora al Rocco? Forse un po’ di cinismo in più, serviva più cattiveria sotto porta, ma anche maggior concentrazione dietro. Anche il gol che abbiamo subito stavolta con il Gubbio si poteva evitarlo, dobbiamo migliorare sotto questo aspetto. Ma devo dire che oggi siamo stati abbastanza perfetti, soprattutto nella ripresa, perché nel primo tempo alcuni errori li abbiamo fatti, comunque siamo tutti molto felici. Ora andiamo a Fano cercando di fare altri tre punti. Dobbiamo trovare continuità e sarebbe ottimo ottenere la seconda vittoria consecutiva».
Ore 14.30 – (Il Piccolo) Beppe Sannino è fatto così. Lo ha detto mille volte che purtroppo nel mondo del calcio si guarda solo al risultato e quasi sempre si giudica solo in base ad esso. E come lo dice con forza in caso di risultato negativo, coerentemente lo ribadisce anche quando si vince: «Per me è stata la solita Triestina – esordisce il tecnico – non è che quando vinciamo siamo più bravi. Come prestazione quella di Padova in campionato, era stata ancora più bella nonostante la sconfitta. Stavolta è arrivata una buona vittoria, ma è stata una partita sofferta, e del resto in casa soffriremo sempre. La partita si era subito incanalata nel verso giusto, ma poi abbiamo anche la capacità di farci del male da soli, così appena ci mettiamo nelle condizioni che ci piacciono di più e di avere campo aperto davanti, diamo purtroppo la possibilità all’avversario di rimettersi in corsa. E questo è un motivo che ci accompagna fin dall’inizio». […] «Per questa vittoria sono contento per voi e per tutti. Ma il mio lavoro è vedere dove si può far meglio. Questa è una squadra che deve costruire il doppio, anche il triplo degli altri per portare a casa il risultato. E questo aspetto a volte mi dà fastidio. Vorrei rubare la partita ogni tanto, rubare nel senso di fare punti anche senza che ci sia la prestazione. E invece non mi sembra ci siano partite dove abbiamo portato a casa punti che non meritavamo. Piuttosto, se vado a rivedere il nostro campionato finora, abbiamo lasciato molti punti in giro. E sia chiaro per nostre colpe, che vanno al di là della prestazione».
Ore 14.00 – (Il Piccolo) Stavolta la Triestina non poteva fallire. Serviva una vittoria contro il Gubbio e l’Unione ha risposto presente. Perché le scialbe apparizioni con Santarcangelo e Teramo (e mettiamoci anche la magra figura di Padova in Coppa Italia) rischiavano di minare la fedeltà assoluta a questa squadra del popolo del Rocco. Gli alabardati sono stati capaci di non scivolare in un tunnel pericoloso. Anzi la squadra di Sannino ha avuto il merito di giocare con la consapevolezza di chi è superiore (e non di chi si sente tale) all’avversario. Il 3-1 finale ci sta tutto nonostante la buona prestazione degli umbri. Bracaletti e compagni hanno trovato subito quella rete che avrebbe dovuto spianare la strada ma, come spesso è capitato loro in passato, si sono fatti rimontare da un Marchi lasciato avanzare da solo ma impeccabile nella stoccata nel sette. Ma proprio quando ci si poteva attendere la manovra sterile che spesso ha caratterizzato le prove al Rocco l’Unione ha saputo reagire e portarsi avanti con Mensah.Ma la maturità della squadra si è appalesata nella ripresa. Almeno 35′ con il Gubbio costretto a non uscire dalla sua metà campo e, se non fosse stato per l’errore di Arma su rigore parato da Volpe, i tre punti sarebbero stati messi in cassaforte ben prima del guizzo del puntualissimo Petrella (entrato da poco per Bariti).Insomma non si è vista l’Unione spumeggiante del primo tempo di Padova (oltre che delle trasferte di Vicenza e Pordenone) ma una formazione quadrata e finalmente con pochissime sbavature. E non inganni il fatto che l’avversario non era di fascia alta: va dato atto Marchi e compagni di aver giocato un buon match. […]
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Dopo la gara, il mister dell’Abano Franco Gabrieli è semplicemente sconsolato: «Fino al gol del Tamai stavamo giocando un ottimo calcio» commenta l’ex terzino del Padova. «Abbiamo avuto due-tre situazioni in cui potevamo passare in vantaggio ma poi ci sono stati degli errori che abbiamo pagato molto cari». Sull’episodio dell’espulsione di Di Bari il tecnico aponense prova a placare le ire del patron Gildo Rizzato, contrariato per la decisione del fischietto di Ivrea, Gabriele Restaldo: «Di sicuro Di Bari non era l’ultimo uomo, ma è anche vero che aveva la gamba un po’ alta», taglia corto Gabrieli. «L’arbitro ha preso questa decisione: in questi casi le interpretazioni sono molteplici. Dispiace perché dopo il cartellino siamo andati in difficoltà». […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) L’Abano ci ricasca. Dopo il pareggio con la Vecomp e la vittoria col Cjarlins di domenica scorsa, la più bella delle rinascite calcistiche sembrava ormai confezionata. Alla fine i padroni di casa pagano almeno uno o due episodi che, sommati al successo inaspettato del Cjarlins – penultimo sino a ieri – col Delta, comportano un divario, tra il fanalino di coda e il gruppone playout, di sette punti. […]
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Sette vittorie in otto giornate, otto gol nelle ultime due. Nelle facce di mister Gianfranco Fonti e del presidente Daniele Pagin non può che essere stampato un sorriso serafico. Segno dell’ennesima conferma che si lascia alle spalle un incerto avvio di stagione. «La squadra diventa sempre più consapevole dei propri mezzi, già nel primo tempo siamo riusciti a sbloccare il risultato e poi tutto si è incanalato in una certa maniera – dichiara Fonti, contento della larga vittoria peraltro in un derby – Al di là dei singoli di talento che abbiamo, ho visto un’interpretazione straordinaria da parte di tutti. Mi è piaciuto in particolare il pressing fatto ai danni degli avversari, determinante per l’esito complessivo del confronto, così come il lavoro lungo le fasce dei nostri esterni. L’importante è continuare per il prosieguo del campionato». […] Il mister giallorosso Michele Florindo non cerca alibi, adesso che è momentaneamente uscita dalla zona playoff: «Come mancavano a noi titolari di peso, mancavano allo stesso modo ai nostri avversari. Purtroppo stavolta abbiamo commesso delle ingenuità a livello individuale e le abbiamo pagate in maniera molto pesante. E, una volta accorciato le distanze, abbiamo preso poco dopo il quarto gol che ci ha dato un’ulteriore mazzata. Alcuni ragazzi non erano in giornata, mi rode peraltro aver perso due uomini a giochi fatti che non potrò impiegare prossimamente». […]
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) La posta in gioco era molto alta per ambedue le compagini, ma alla fine se l’è presa tutta il Campodarsego. Che nel derby sconfigge nettamente l’Este con un 4 a 1 senza appello, maturato tutto nel primo tempo. E che resta agganciato al gruppo di testa, solitario al terzo posto e a un punto di distanza dalle due capoliste Arzignano Chiampo e Virtus Vecomp. Mentre agli atestini resta il cruccio di tanti errori individuali, che hanno messo in crisi la terza difesa migliore del campionato. Per i padroni di casa la partita si mette in discesa a neppure dieci minuti dal fischio d’inizio, grazie all’appoggio di Aliù per Ndoj: il difensore s’invola e con un diagonale rasoterra batte Lorello, complice un’incertezza di Niero. […] I biancorossi di casa poco dopo la mezzora ottengono il rigore per l’atterramento di Caporali in area: esegue Kabine, che non sbaglia. Il doppio svantaggio sembra tramortire gli ospiti, che rischiano su un cross di Michelotto per Caporali. Il tris è questione di pochi minuti e arriva con un’iniziativa personale di Michelotto, con la complicità di Lorello che si fa superare da un tiro finale non irresistibile. Per loro fortuna Pozza accorcia le distanze a distanza di appena un minuto, sfruttando una disattenzione dall’altra parte. Si rende pericoloso in chiusura di primo tempo anche Ferrando, che su cross dalla bandierina incorna ma trova pronto alla parata Pirana. Le speranze di riaprire il match si sfaldano comunque definitivamente nell’ampio recupero, perché il Campodarsego cala il poker d’assi: Kabine anticipa l’intera retroguardia su un traversone dell’eccellente Radrezza e la butta dentro. […]
Ore 11.50 – (Gazzettino) L’ascesa vertiginosa di Marco Varnier non conosce limiti. Dal debutto in Lega Pro, al posto da titolare al primo anno di serie B. E ancora: la soddisfazione di vestire l’azzurro delle nazionali Under 20 e Under 21, e adesso il primo gol tra i professionisti. Era l’unica cosa che ancora mancava al giovane difensore, che lo aspettava con trepidazione, quasi fosse un centravanti. «Finalmente è arrivato, lo stavo inseguendo da un po’ di partite. Nelle gare precedenti me lo sentivo di più, contro la Salernitana nemmeno ci pensavo». Qualcuno, però, era stato buon profeta. «Mio papà mi ha detto sabato: se oggi giochi, fai gol. Gli ho risposto che non me lo sentivo proprio, ma mi sbagliavo. È stata una bellissima sorpresa, e sono stato davvero contento che il gol abbia contribuito al successo del Cittadella». E nella ripresa poteva anche fare doppietta. «Peccato che quel pallone non l’abbia avuto sul piede destro. Era un momento dove il Cittadella stava spingendo, io ho cercato un jolly, non è andata, ma va bene così». La dedica è per la famiglia. «A mio fratello e ai miei genitori, Maurizio e Alessandra, che sono sempre presenti in tribuna». Varnier ci ha preso gusto nello sganciarsi nell’area avversaria sulle palle inattive. «Prepariamo bene queste situazioni, noi difensori centrali cerchiamo di farci valere. O come sponda per un compagno oppure per concludere direttamente verso la porta, l’importante è che vada dentro». […] E pazienza per il gol preso. «È stato un pallone un po’ sporco, il terreno di gioco era insidioso. Potevamo evitare il calcio d’angolo». […] Giocare al fianco di Scaglia cosa significa? «Con Pippo mi trovo bene, come del resto con gli altri compagni. Con Scaglia ho giocato di più assieme, quindi ci conosciamo meglio, poi lui ha grande esperienza ed è un leader». […]
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) L’ha cercato spesso questo gol, il primo tra i “prof”. «E, finalmente, è arrivato. Lo stavo inseguendo da un po’ di partite. In altre giornate me “lo sentivo di più”, anche se papà Maurizio prima della gara me l’aveva predetto: oggi, se giochi, segni. Io gli ho risposto: no, oggi non credo. E invece è venuto ed è stata una bella sorpresa. Lo dedico alla mia famiglia, papà e mamma Alessandra erano in tribuna». Parole di Marco Varnier, che difficilmente scorderà la vittoria colta dal Cittadella sulla Salernitana. […] Dietro alla doppia affermazione su Palermo e Salernitana c’è anche una ritrovata compattezza difensiva.«Siamo stati solidi perché siamo rimasti sempre molto corti. La sconfitta con il Parma ci ha fatto male, dopo quel k.o. abbiamo lavorato bene, insistendo soprattutto su due aspetti: l’atteggiamento da tenere in campo e il gioco palla a terra. Credo si sia visto un Citta aggressivo: la Salernitana lasciava pochi spazi e noi abbiamo cercato di vincere più seconde palle possibili, tenendola lì. E poi è emersa una certa personalità: dovevamo tornare a rischiare un po’ di più la giocata rispetto alle giornate precedenti». […] In passato, a volte la vedevamo poco “cattivo” negli interventi. Un difetto che sta scomparendo.«Partita dopo partita aumenta l’esperienza e s’impara a leggere meglio certe situazioni. Io cerco spesso l’anticipo perché so di non essere velocissimo e quindi non voglio permettere all’attaccante di andare in profondità. E poi l’anticipo è molto importante per il nostro sistema di gioco, che prevede l’aggressione all’avversario quando c’è la transizione negativa». E quanto Marco si applichi – e quanto lavoro ci sia dietro al modo di stare in campo dei granata – si vede anche dalla proprietà di linguaggio. Non è così banale che un 19enne parli di “transizione negativa”, formula con cui s’intende l’arco di tempo che intercorre tra la fase di possesso palla e quella di non possesso. Piccoli campioni crescono, studiando.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Ho stretto i denti, poi la ruota gira, ho avuto le occasioni, spero ne capitino ancora e cercherò di sfruttarle». […] E poi c’è Bisoli che, conoscendolo, questa settimana gli urlerà più del solito. «Sarà sicuramente così. Ho avuto la fortuna d’incontrare un mister che paga e premia il lavoro e i sacrifici. Ne sono ben contento». Proprio Bisoli lo ha definito un purosangue da domare, paragonandolo al cavallo bianco protagonista di una pubblicità lontana nel tempo del bagnoschiuma Vidal. «Letta quell’intervista, sono andato subito a cercarla su You Tube. C’è questo filmato in bianco e nero con il cavallo che corre e un po’ mi vedo in quelle immagini. Ha ragione lui a dire che sono ancora da domare». […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) E con le nuove tecnologie si è pure attuata una sorta di staffetta tra giovani padovani in forza a due diverse squadre. «Dopo la gara vinta dal Cittadella con la Salernitana ho mandato un messaggio di congratulazioni a Varnier, con cui ho amici in comune, e lui mi ha risposto facendomi il suo in bocca al lupo. Poi in tarda serata mi è arrivato un suo secondo messaggio con scritto Detto, fatto. Come ho festeggiato la domenica? Niente di particolare, alla fine non ho fatto nulla. Ho mangiato in famiglia e mi sono riposato». […] Never back down, ovvero, mai mollare, è la frase che Cisco si è voluto tatuare. Quante volte in tempi recenti ha dovuto pronunciarla? «Sicuramente non sono mancati i momenti, magari quando non mi allenavo bene e in situazioni non positive.
Ore 10.40 – (Gazzettino) […] È inevitabilmente Andrea Cisco il protagonista del momento, con i due gol, belli quanto pesanti, realizzati nella ripresa a Bergamo che hanno permesso di sorpassare i lombardi dopo un brutto primo tempo. «La notte successiva alla partita – racconta il giorno dopo – ho dormito solo tre ore perché siamo tornati tardi e soprattutto per l’adrenalina in corpo. Mi sono svegliato alle cinque e non sono più riuscito a riaddormentarmi e alle otto ero in piedi per l’allenamento. Appena aperti gli occhi la prima sensazione è stata di gioia ed emozione, ma ora si pensa già alla prossima con la Fermana». Fin dalla serata di sabato, messaggi e complimenti sono arrivati in quantità industriale. «Mi hanno scritto parenti, amici e moltissimi tifosi, soprattutto attraverso i social per ringraziarmi. Bello così».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Padova in testa con un vantaggio che sale a sei punti sulla seconda della classe Renate. Questo il verdetto più importante e piacevole per i colori biancoscudati di un turno all’insegna dello spezzatino più spinto, con le otto partite disputate in quattro diverse giornate e con il posticipo tra Teramo e Samb in programma stasera alle 20.45, a chiudere il programma. La formazione lombarda è uscita sconfitta di misura dal campo del Ravenna, subendo la rete decisiva di De Sena al 12′ del primo tempo e chiudendo in dieci per l’espulsione di Gomez. […] I risultati: AlbinoleffePadova 1-2; BassanoReggiana 0-1; MestreFano 1-1; PordenoneVicenza 3-2; RavennaRenate 1-0; Santarcangelo-Feralpi Salò 1-2; TriestinaGubbio 3-1. La classifica: Padova 32, Renate 26, Albinoleffe e Pordenone 24, Feralpi Salò 23, Mestre, Sambenedettese e Triestina 21, Sudtirol 20, Bassano e Reggiana 19, Fermana 18, Vicenza 16, Gubbio e Teramo 15, Ravenna 13, Santarcangelo 10, Fano 7 (Bassano, Mestre, Feralpi Salò, Pordenone, Teramo e Gubbio una partita in più).
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Beata gioventù, finalmente qui c’è chi valorizza”) In questo scatto micidiale del Padova, compiutosi tra il 20 ottobre (serata del successo risicato sul Bassano all’Euganeo, 1-0) e il 25 novembre (il 2-1 all’Albinoleffe), c’è proprio la simbiosi completa tra gli “input” del mister al gruppo e la traduzione delle sue idee, sul campo, da parte dei giocatori. […] Bisoli, uno che crede nella… beata gioventù, non fosse altro perché ha due figli che giocano (uno in Serie B con il Brescia e l’altro in Serie D), è stato di parola anche su questo: aveva preannunciato che non avrebbe guardato in faccia nessuno, che avrebbe mandato in campo chi fosse stato meglio in quel momento, e l’altra sera non ci ha pensato un attimo a rivoltare il Padova come un calzino, escludendo “senatori” del calibro di Russo, Pinzi e Tabanelli. Alla fine, ha confessato: «La cosa più bella è ciò che i giovani mi danno, e che quelli in panchina non si sentano delle riserve». Il resto lo conoscete: i ’97 e i ’98 gettati nella mischia senza problemi, da Serena a Marcandella, da Cisco a Zambataro. Se c’è chi sa valorizzare il patrimonio creato in casa, non puoi non essere d’accordo su tutta la linea. E i tifosi, che sono sì esigenti ma sanno apprezzare chi lavora con passione, entusiasmo e soprattutto non vendendo fumo, oggi stravedono per Bisoli. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Beata gioventù, finalmente qui c’è chi valorizza”) Diciamocela tutta: erano anni, fatta eccezione per la stagione della Serie D (dove bisognava per forza di cose vincere), che non ci godevamo un momento calcistico come questo. In Serie B il Cittadella è tornato a veleggiare in zona playoff, dimostrando, nel suo altalenante cammino, di voler riprovare a rimanere sui livelli dell’anno scorso (sesto posto finale, anche se poi il Carpi lo gettò fuori al primo turno degli spareggi), in Serie C il Padova vola come un Frecciarossa, non sbagliando più un colpo. I biancoscudati sono imbattuti da sei giornate, hanno colto 5 vittorie e 1 pareggio, il che significa un bottino di 16 punti sui 18 disponibili. Per 4 volte di fila si sono imposti all’avversario con lo stesso risultato: 2-1. Non è un caso. […] Bisoli, dunque, ma non solo. Puoi essere l’allenatore più bravo che ci sia, ma se la squadra che hai in mano non ti segue, il pericolo di fare… crack è in agguato.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sul primo ho chiuso gli occhi e ho calciato, quasi dicendomi “Vada come deve andare”: ho visto la palla entrare, ed è stata un’emozione indescrivibile. Poi sono giunte la doppietta e la vittoria: sono contentissimo. Questi gol sono per lo staff, i compagni e i tifosi». […] Cisco ha passato così, la giornata all’indomani della sua serata magica: la seduta di lavoro con i compagni, il riposo nel pomeriggio, e alla sera una bella pizza con la famiglia, tutti insieme. «Sabato abbiamo fatto fatica a dormire tutti noi, non solo lui», ammette, emozionato papà Paolo. «Quello che ha fatto è stato ripartire, la mattina dopo, come se non fosse successo nulla, e direi che ha fatto bene. Sta raccogliendo i frutti di tutti gli sforzi di questi anni, ma l’ho avvisato che, quando si sale in fretta, è anche facile scendere altrettanto velocemente: dovrà lavorare tanto». […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Lì, dove è il rugby a farla da padrone, è cresciuto l’ultimo virgulto del vivaio biancoscudato, sbocciato magicamente nella serata di Bergamo. «Ma sapete cosa c’è?», la viva voce di Andrea dopo la prima doppietta in campionato. «Io da piccolo ero molto gracile, fisicamente. Non sapevo se sarei potuto diventare un calciatore, nonostante fosse quello che speravo. Con gli anni sono cresciuto in altezza, ma la vera svolta è arrivata quando mi sono reso conto di avere una velocità che pochi altri in squadra potevano vantare. È lì che è cambiato tutto». Il giovane Cisco passa all’Abano, una sola stagione, poi quattro anni alla Vigontina, prima della chiamata del Padova. Quella che, per ora, gli ha cambiato la vita: «È un’emozione forte, sono padovano e non so descrivere cosa sto provando. Sono felicissimo, questi due gol sono un sogno che si realizza.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La fuga in testa alla classifica del Padova, adesso capolista con 6 punti di vantaggio sul Renate, sconfitto ieri dal Ravenna, ha il volto sorridente e la faccia pulita di un ragazzo di 19 anni, compiuti lo scorso ottobre, che la padovanità se la sente nel sangue e che del calcio, per lui che è nato e cresciuto in una zona della città in cui la palla, solitamente, è per lo più quella ovale, ha fatto una missione. Andrea Cisco, il ragazzo che sabato sera ha steso l’Albinoleffe con una doppietta d’autore, è l’uomo-copertina della settimana. Solo l’ultimo di una lunga serie di scommesse che, per ora, Pierpaolo Bisoli ha vinto in pieno. […] Cisco ha cominciato a giocare a calcio a 6 anni. La sua prima squadra, per lui nato e vissuto ad Altichiero, dove risiede ancora oggi, è stata il Valsugana: un club che, quasi come una sentenza, da sempre è stato costretto a fare i conti con la realtà omonima della pallaovale.