Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate da Gabriele Gravina e riportate da “La Gazzetta dello Sport”:
«Il calcio italiano ha bisogno di una svolta, dobbiamo assumerci tutti la responsabilità… Per un atto di generosità dobbiamo fare tutti un passo indietro. I consiglieri della Lega Pro con cui mi sono confrontato in questi giorni vogliono le dimissioni di questo Consiglio federale. E, onestamente, le richiede anche la stragrande maggioranza delle nostre società. A cominciare dai rappresentanti di tutte le componenti del Consiglio. Poi, certamente si richiede un passo indietro del presidente Tavecchio, anche se – ci tengo a dirlo – non è l’unico né, forse, il primo responsabile. Sul piano umano ho profondo rispetto per lui, e con lealtà ieri sera l’ho chiamato per comunicargli quale sarà la nostra posizione domani in Consiglio federale. Da presidente, non posso ignorare la posizione del mio Consiglio direttivo. Io pensavo che la questione dirimente non fosse con o senza Tavecchio, ma quali risposte dare a chi, giustamente, ci chiede azioni incisive. L’idea, condivisa da tutti, è che il calcio italiano non abbia bisogno di una cura, ma di una vera e propria rivoluzione culturale. Ma se la richiesta preliminare è azzerare questo Consiglio federale, è mio dovere ascoltarla. Cosa dovrebbe fare Tavecchio? Dimettersi e accompagnare la Federazione alle elezioni, tra due o tre mesi. Mi sembra ingiusto individuare in Tavecchio l’unico colpevole. Colpevoli siamo tutti. Ma il coordinatore del Settore tecnico, Renzo Ulivieri, non ha alcuna responsabilità? Dobbiamo reinserire il semiprofessionismo, che risolverebbe di colpo il problema del numero delle squadre professionistiche, e dare alla Covisoc (commissione di vigilanza) poteri di intervento immediato. I tempi per effettuare i controlli e verificare se i club hanno davvero tutti i requisiti per iscriversi sono troppo lunghi. E introduciamo i principi di rating. Candidarmi a nuovo presidente federale? Sono concentrato sul Consiglio di domani. E il 30 novembre, dopo aver approvato bilancio e statuto, rimetterò il mio mandato nelle mani dell’assemblea di Lega Pro e aspetterò serenamente che faccia le sue valutazioni».
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