Padova-Triestina, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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Non ce n’è per nessuno. Sono caduti, nell’ordine, Bassano, Mestre, Pordenone e, buon’ultima, la Triestina. A Salò si è pareggiato. Insomma, se si mettono insieme 13 punti su 15 nelle ultime 5 partite, il marchio di fabbrica è solo di quelli vincenti. E lo hanno capito pure gli oltre 5.000 tifosi accorsi ieri sera all’Euganeo, incitando come mai li avevamo sentiti sinora Trevisan & C. e spingendoli verso un altro successo del Padova. È il terzo 2-1 consecutivo, ma soprattutto la conferma che la prima della classe del girone B ha preso un passo da assoluta protagonista. Tanto più meritevole, questo primato, se si pensa a quanta sofferenza ci sia voluta, pure stavolta, per arraffare i 3 punti. Ma così avrebbe voluto pure Nereo Rocco, il cui figlio Tito ha ricevuto prima dell’inizio le magliette delle squadre del paron, con il suo nome sulle spalle e il numero 10, quello dei campioni. Che sia una partita scorbutica è sin troppo facile immaginarlo, perché la Triestina è più squadra da trasferta che casalinga. Credenziali che trovano perfetta corrispondenza sul campo: il primo tempo vede gli alabardati creare non pochi problemi alla capolista, soprattutto nella zona cruciale, il centrocampo.

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Che sia un derby molto sentito lo dimostrano gli interventi piuttosto decisi (anche troppo) degli ospiti, sui quali nasce un battibecco tra i due allenatori e soprattutto la tolleranza (eccessiva) dell’arbitro Pasciuta, che ammonisce solo Trevisan, lasciando passare ben di peggio.

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La ripresa viaggia ancora su alti ritmi, e la tensione non si attenua. Lo show delle ripicche fra Bisoli e Sannino continua, coinvolgendo il pubblico della Ovest, e in campo non si fanno tanti complimenti. La bilancia è in perfetto equilibrio, eppure la sensazione che uno dei due piatti possa spostarsi da una parte o dall’altra, grazie ad un episodio, cresce con il trascorrere dei minuti. E al 17′ il Padova rimette il naso davanti sfruttando una percussione di Marcandella sulla destra conclusa da un cross al bacio per la testa di Capello, che piazza il pallone della vittoria sul palo opposto. Settimo gol per il bolognese, il quarto all’Euganeo. Il resto è una battaglia, fatta di contrasti, qualche calcione di troppo e tanto furore agonistico. Il Padova tiene duro, Cisco si divora la palla del possibile 3-1, ma la squadra porta a casa un successo fondamentale. La forza dei duri che non mollano mai.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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