Ore 20.30 – (La Nuova Venezia) Ancora una variazione d’orario per la partita del Mestre. La partita in programma domenica allo stadio “Menti” contro il Vicenza, si giocherà alle 14.30, e non alle 18.30 come inizialmente era stato fissato. La Lega, vista la richiesta avanzata dalla società vicentina, in relazione ad una serie di esigenze organizzative e a ratifica degli accordi intercorsi tra le società interessate, ha disposto che la gara goda di questo anticipo di quattro ore. Intanto i tifosi arancioneri si stanno mobilitando per seguire la squadra di Zironelli in questa vicina trasferta. La Curva Nord sta organizzando un pullman per Vicenza, con prezzo del viaggio fissato in 10 euro. […]
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Gli uomini di Colucci torneranno in campo venerdì 24 alle 20.30 per ospitare al Bottecchia il glorioso Lane. Probabilmente non sarà il Vicenza tormentato delle ultime sei giornate (una sola vittoria, due pareggi e tre sconfitte). Il closing che ha sancito il passaggio della società dalla Vi.Fin alla Boreas potrebbe far ritrovare entusiamo ai biancorossi e rilanciare le loro ambizioni. «Questa è la mia prima trattativa nel mondo del calcio – ha detto Francesco Pioppi, neopresidente del Lane alla presentazione -: è stata estenuante. Come Boreas siamo soddisfatti dei risultati ottenuti». Dopo il match con il Vicenza, Stefani e compagni andranno a sfidare la Sambenedettese a San Benedetto del Tronto. Poi arriverà il secondo stop forzato, turno di riposo previsto sin dalla compilazione del calendario, con conseguente ulteriore perdita di terreno nei confronti delle rivali. Infine l’ultimo impegno del girone d’andata, in casa del Renate. Intanto il laterale sinistro Michele De Agostini, uno dei ramarri più amati dal pubblico, ha sposato Federica Sancis. Augurissimi – recita il post del club neroverde – da tutta la società: viva gli sposi fantastici.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Settembre 1939: l’Italia non aveva ancora capito che di lì a poco avrebbe definitivamente abbracciato le ambizioni belliche della Germania nazista e che il mondo sarebbe precipitato nel baratro della distruzione. Il calcio, in quei giorni di fine estate, era ancora un normale passatempo. Tuttavia, se nei nomi delle squadre si notava già la penetrazione dell’ideologia fascista, che nello sport abbracciava l’epica del momento. Lo stadio Romeo Menti, che allora si chiamava Campo sportivo del Littorio, era stato costruito soltanto quattro anni prima. Il campionato era quello di serie C 1939-40 e nel girone A giocava anche l’Unione sportiva Fiumana. Ossia di Fiume, l’odierna e croata Rijeka, città che in quegli anni faceva parte del Regno d’Italia. Risale proprio ad allora uno degli ultimi due scontri di campionato tra Vicenza e Pordenone. Anzi, tra Associazione fascista calcio Vicenza e Ond Pordenone, per usare i nomi ufficiali dell’epoca. E per il Ramarro non sono dolci ricordi. La partita del Littorio di Vicenza fu una disfatta a tutto tondo. I neroverdi, allenati da Marcello Polesel (ex calciatore e poi tecnico, morto in città nel 1986), vennero sconfitti dai biancorossi con addirittura 9 gol di scarto. Fu 9-0 il risultato finale, a vantaggio dei veneti. Al ritorno non andò poi così meglio. Ottavio Bottecchia era già scomparso da più di 10 anni, ma lo stadio di Pordenone si chiamava anch’esso Littorio. Assistette a una partita praticamente a senso unico, con il Vicenza che vinse 2-0 in trasferta e certificò la crisi della squadra neroverde. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Il calcio in fondo non è diverso dalla vita: per costruire qualcosa di positivo, serio e duraturo ci vogliono sempre uomini veri». Parole di un Fabio Rossitto forse mai così deluso e, per certi versi, così pessimista. A rovinare l’umore del Crociato hanno contribuito a metà il crollo del Pordenone (tre sconfitte nelle ultime tre gare) e la clamorosa esclusione della Nazionale dal Mondiale russo del 2018. Quello neroverde (per origini e residenza) e quello azzurro (che rappresenta il vertice più alto della sua carriera di centrocampista) sono i colori che Fabio ama di più. […] Fabio restringe quindi il suo raggio e guarda in casa neroverde. «Sento in giro afferma – gente che vorrebbe la testa di Colucci. Può essere che anche lui abbia sbagliato qualcosa, ma pure in questo caso bisogna guardare il materiale che ha per lavorare. Appena i ramarri hanno accusato qualche assenza importante, il rendimento di squadra è calato. Se di volta in volta ti manca uno o più fra Stefani, Burrai e Misuraca, o anche più di uno di questi insieme, è inevitabile che la resa complessiva ne risenta. Non dimentichiamo che non ha mai potuto utilizzare Berrettoni, il nostro Zidane». Ma c’è anche dell’altro? «È poi vero che Colucci non è Tedino. Siamo stati fortunati ad averlo qui per due stagioni: Bruno è un profondo conoscitore del calcio e un’autentica enciclopedia del parco giocatori italiano – risponde -. Non mi sorprende che stia facendo benissimo anche a Palermo. Leo però non ha l’organico che aveva, e si era costruito da solo, Bruno in passato. Il Pordenone di ieri era molto più forte del Pordenone di oggi». […]
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) La partenza è stata veloce. Ma ora il Pordenone ha registrato un rallentamento e così si è potuto constatare che la squadra neroverde ha ottenuto 6 punti in meno rispetto al gruppo dell’anno scorso allenato da Tedino: 21 contro 27 è lo score dopo quattordici giornate di campionato. La formazione di Colucci ha pagato il ruolino di marcia di ottobre e metà novembre, decisamente negativo con tre sconfitte di fila e otto punti raccolti in nove partite. […] Altri tempi, anche se il Pordenone visto col Padova induce a pensare positivo.Servirà però vincere con il Vicenza venerdì 24 novembre (alle 20.30). Una squadra, quella biancorossa, che ha un rendimento esterno disastroso: in cinque gare, due pareggi e tre ko. Nessun successo fuori dal Menti, e così il gruppo ci proverà a Pordenone, dove si presenterà privo di Lorenzo Tassi, fermato ieri dal giudice sportivo per due giornate (comportamento offensivo verso un assistente). Nessuno squalificato tra i neroverdi.
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Difende la squadra, com’è normale che sia avendola costruita, e il mister. Quindi apre le porte a Luca Cattaneo, ex fantasista dei ramarri, ora a Brescia in serie B: «Lo seguiamo sempre: se a gennaio cambia squadra e scende in serie C mi auguro torni da noi». Questo è il pensiero di Matteo Lovisa, dirigente del Pordenone, dopo la sconfitta col Padova e nel “momentaccio” dei neroverdi, capaci di soli 8 punti nelle ultime nove partite. Per Lovisa junior è «un momento negativo, che passerà già dalla partita col Vicenza: in quella circostanza dobbiamo vincere». Col Padova, però, si è vista una formazione in crescita dal punto di vista del gioco. Cosa ne pensa?«Sì. Meritavamo il pareggio. Poi gli avversari hanno vinto e a loro va dato il merito di aver preso i tre punti. Noi abbiamo dimostrato qualcosa e soprattutto il gruppo ha fatto vedere di essere dalla parte dell’allenatore: altrimenti non avrebbe fatto una gara del genere». La società ha sempre difeso Colucci. «Le nostre idee relative al tecnico sono sempre state chiare. Ora dobbiamo solo recuperare qualche giocatore importante: a un team come il Padova non si possono regalare elementi come Stefani, Misuraca, Berrettoni e Gerardi. Ora abbiamo dieci giorni per allenarci e preparare la sfida col Vicenza, in cui è obbligatorio vincere». […] Si parla di un ritorno di Cattaneo a gennaio. Lei cosa afferma a riguardo?«La volontà di Luca, qualora lasciasse il Brescia, è rimanere in serie B. Ma se dovesse tornare in C spero scelga noi. Con lui e il suo procuratore siamo sempre in contatto». […] Tra due settimane c’è l’impegno a Cagliari in Tim Cup. E’ una pagina storica per il club: pensate più a quella gara o al campionato?«Alla partita col Vicenza. La gara in Sardegna è importante, ma prima bisogna battere i veneti. Può essere l’incontro che fa svoltare la stagione».
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La brutta sconfitta subita dal Vicenza a Santarcangelo, proprio nel giorno del pasaggio da Vi.Fin. a Boreas Capital, ha aperto molti interrogativi tecnici sul futuro del tecnico Alberto Colombo e del anche del direttore sportivo Moreno Zocchi. […] Inevitabile chiedere se Zocchi rimarrà al suo posto ma Pioppi a precisa domanda prende comprensibilmente tempo. «Non siamo ancora insediati e quindi è prematuro dire se rimarrà Zocchi oppure andrà via — spiega Pioppi — e il fatto di andare a vedere una partita con Mauro Gibellini non comporta automaticamente che sarà lui il nuovo direttore sportivo del Vicenza». Pioppi non lo dice ma le ultime indiscrezioni portano a un ritorno di Riccardo Guffanti, protagonista in estate di una parentesi brevissima al Vicenza, che tornerà domenica da un viaggio all’estero e potrebbe rappresentare il dirigente a cui Boreas affiderà la responsabilità del progetto finalizzato al rilancio del Vicenza calcio. Legato alla scelta del direttore sportivo è quella dell’allenatore con Alberto Colombo che, «sfiduciato» dalla piazza vicentina, non può più permettersi passi falsi. Chiaro che appena verrà deciso chi sarà il direttore sportivo scelto da Boreas, sarà decisa anche la guida tecnica. […]
Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La lunga e tortuosa trattativa tra Vi. Fin. e Boreas Capital per la cessione del Vicenza ha scritto anche le ultime pagine. L’ultimissima tra una ventina di giorni, con le firme dal notaio, ma tutto è definito e ora mancano solo i tempi tecnici per il passaggio definitivo. […] Francesco Pioppi, amministratore delegato della holding lussemburghese e prossimo presidente del Vicenza, racconta di una trattativa che lui stesso definisce estenuante. «E’ stata la mia prima trattativa nel mondo del calcio, è stata estenuante, ad un certo punto temevo di non chiudere. Siamo soddisfatti dei risultati e siamo pronti per iniziare questa nuova avventura. Rinnovo quello che si è detto a luglio: la società che rappresento ha deciso di investire nel calcio a Vicenza perché è una piazza importante, a livello nazionale e internazionale. Nella regione il nostro gruppo sta investendo fondi importanti e il club berico rappresenta il giusto connubio per le nostre attività». […] Da quello che è stato a quello che sarà il passo è breve. «Il contratto preliminare recita le condizioni con cui Boreas Capital si prende carico dell’attuale debito residuo — ha precisato Pioppi — e la prima scadenza riguarda la rata dell’Iva e del Comune che saranno pagate entro il 20 dicembre. Dobbiamo definire le ultime cose prima possibile per poter avere un’operatività indipendente dopo la cogestione delle prossime settimane. Il primo passo sarà identificare determinati ruoli per avviare la nuova governance. Ci sarà una programmazione del debito pregresso, per identificare la forma più consona della gestione dello stesso. Isola Vicentina? Il centro tecnico è stato analizzato sin dai primi momenti. E’ un grande centro, lo sarebbe anche in B, è un asset importante per rivalutare la società dal punto di vista di bilancio. La situazione è abbastanza particolare, dovremo fare delle valutazion ma nel frattempo manterremo la squadra a Isola Vicentina almeno in una prima fase, per dare un po’ di serenità e sicurezza ad un gruppo che nelle ultime settimane ha mostrato segnali di difficoltà». […]
Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Guizza: continuano i test anti-Triestina.
Ore 15.30 – Qui Guizza: mister Bisoli ruota numerosi interpreti.
Ore 15.10 – Qui Guizza: prime prove di 4-3-1-2.
Ore 14.50 – Qui Guizza: lavoro atletico, a parte Candido. Pulzetti approfitta del turno di squalifica per lavorare in palestra.
Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Stiamo facendo bene, non neghiamo l’evidenza, ma l’aspetto più positivo è che la continuità del Venezia è dovuta al non abbassare mai la guardia». La fame spinge in alto il team arancioneroverde e Leandro Rinaudo, responsabile dell’area tecnica lagunare, plaude Domizzi e compagni dopo la vittoria sul Perugia che ha regalato il -1 dalla vetta del Palermo. «Il Perugia è arrivato al Penzo in un momento complicato ma pur sempre con giocatori forti e pericolosi, aver battuto poi un club così blasonato suona ancora meglio. Mister Inzaghi è stato bravo a tenere tutti sulla corda a livello di attenzione, in questa Serie B ogni squadra ha motivi per combattere e cercare punti, ma ottenere i risultati aiuta a crederci mentalmente e a spingere al massimo in allenamento». […] L’unico neo è aver tenuto in bilico il match con gli umbri con il solo gol di Garofalo. «Con qualche gol in più avremmo affrontato il finale con maggiore serenità. La si poteva chiudere prima, ma aver mantenuto la rete inviolata è importantissimo. Se il Venezia ha incassato un solo pallone nelle ultime quattro gare al Penzo un plauso va fatto al lavoro degli attaccanti, lo dico da ex difensore perché in campo me ne accorgevo eccome di quanto fosse importante il loro sacrificio». A proposito di ex, quella dell’Entella è stata la terz’ultima maglia di Rinaudo in carriera. «Una società piccola ma con un’organizzazione importante, una squadra con giocatori di qualità e di categoria. Il cambio di Aglietti che esordirà in casa qualcosa di buono lo comporterà, ma noi sappiamo già che sul campo sintetico dovremo stare più attenti del solito».
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Pomeriggio di grande vetrina mediatica per il presidente del Venezia Joe Tacopina, intervenuto in diretta sull’account ufficiale Fb del club per rispondere alle domande dei tifosi in #asktacopina . E Tacopina, come al solito, non ha deluso le attese, parlando del nuovo stadio e rivelando che sono già iniziate le operazioni preliminari dei tecnici del club per saggiare la composizione del terreno adiacente al quadrante di Tessera dove sorgerà il nuovo complesso che rimane in cima agli obiettivi dell’avvocato newyorkese. «Sarà tutto privato. Lo stadio avrà 25mila posti e il progetto verrà presentato presto. Siamo pronti, ma stiamo aspettando le risposte di Legends, uno dei gruppi più importanti del mondo nel settore stadi e proprietari dei New York Yankees. Legends sta raccogliendo gli ultimi dati e a breve ci consegnerà un progetto molto dettagliato. Una settimana fa alcuni nostri ingegneri si sono già recati a Tessera, hanno effettuato alcuni scavi e hanno testato la composizione del terreno per capire come comportarci quando il progetto entrerà nel vivo». E poi altri particolari su dove si andrebbe a giocare nel caso in cui la serie A divenisse realtà al termine dell’attuale stagione. Oltre alla prospettiva di una deroga del Penzo sempre più attuale, spunta pure il glorioso Menti di Vicenza: «Ci potrebbe essere una deroga ma non è facile. Ci proviamo ma teniamo in considerazione anche la possibilità di giocare a Vicenza, a Udine oppure a Trieste». L’obiettivo resta molto ambizioso, portare Venezia nel gotha del calcio europeo. «Rappresentiamo una delle città più importanti al mondo, manchiamo solo noi nella massima serie calcistica. E ci arriveremo». […]
Ore 12.50 – (La Nuova Venezia) […] «Il punto di partenza della nostra solidità nella fase difensiva» spiega Maurizio Domizzi, «credo si possa ritrovare innanzitutto nel modulo, il 3-5-2, che Inzaghi ha deciso di adottare. Lo scorso anno, in Lega Pro, eravamo quasi sempre superiori agli avversari per cui potevamo anche permetterci tre attaccanti e due terzini che spingevano. In Serie B ci sono tante squadre sullo stesso livello, il nostro non è un modulo che punta unicamente a difendersi, ma la possibilità di avere due attaccanti vicini, che sono i primi che iniziano la fase difensiva, ci permette di coprire molto meglio tutte le zone del campo».Il Venezia, pur subendo sempre poco nella propria metà campo, se non il fraseggio lento e orizzontale degli avversari, ha cambiato passo dalla partita contro il Carpi. «Siamo cresciuti sul piano atletico» continua il capitano, «come lo scorso anno la preparazione precampionato è stata bella tosta, in rosa ci sono almeno 8-10 giocatori prestanti fisicamente ai quali è servito più di tempo per arrivare a una condizione buona».Intanto ieri Inzaghi ha ritrovato Jan Mlakar, rientrato dal doppio appuntamento con l’Under 21 della Slovenia contro Montenegro (2-0) e Francia (1-3), oggi rientrerà anche Emil Audero. […]
Ore 12.20 – (Gazzettino) La fascia sinistra nella difesa del Cittadella, che già doveva fare a meno di Amedeo Benedetti, è diventata un problema dopo che Enrico Pezzi è stato costretto a uscire alla mezzora, per un dolore alla coscia sinistra. L’allarme potrebbe però rientrare. L’ex Benevento ieri mattina si è sottoposto ad un’ecografia che ha escluso la rottura di fibre muscolari. Si tratta quindi di un’infiammazione al flessore sinistro guaribile in pochi giorni. Già lunedì sera a Palermo potrebbe essere a disposizione di Venturato. «La stessa cosa – ricorda il terzino sinistro – mi è capitata tre settimane fa. Sono rimasto fermo tre giorni e dopo altri tre di preparazione ero pronto». […] L’inconveniente però ha dato la svolta alla partita e, sommato ad altri episodi, ha determinato un’amara sconfitta per la squadra granata. «Avevamo preso le misure al Parma – riprende Pezzi – ed eravamo messi bene in campo. La mia uscita ha costretto l’allenatore a far entrare Caccin, che era ancora freddo. Abbiamo preso il primo gol e siamo andati in difficoltà, ma poi eravamo riusciti a pareggiare cercando di rimanere in partita. Invece l’espulsione di Adorni ha permesso al Parma di fare sua l’intera posta; loro sono forti negli esterni, bravi a saltare l’uomo, e hanno Calaiò che non fa sconti. È stato un vero peccato perché avevamo l’occasione per migliorare la nostra classifica». Adesso bisogna preparare la difficilissima trasferta di Palermo per riprendere a fare punti. Sarà dunque necessaria una partita perfetta. Ma il Cittadella non è nuovo a questi exploit, già realizzati con Empoli e Venezia. «Noi ci proviamo – conclude – contro qualsiasi avversario. Dobbiamo badare solo a noi stessi perché se riusciamo a esprimere il nostro gioco possiamo vincere contro qualsiasi squadra. Il Palermo avrà voglia di giocarsela davanti al proprio pubblico e cercherà di fare la partita. Sono queste le situazioni nelle quali riusciamo a esprimerci meglio perché contro squadre che si schierano sulla difensiva e cercano di colpirci con rapide ripartenze noi spesso fatichiamo e andiamo in difficoltà. Lo stesso Parma domenica scorsa al Tombolato ha tenuto quest’atteggiamento». […]
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) […] Gli esami a cui si è sottoposto ieri Enrico Pezzi sono in realtà più confortanti del previsto: per il terzino ex Benevento, costretto ad abbandonare il campo attorno alla mezzora contro il Parma, nessuna lesione muscolare, ma una contrattura ai flessori della coscia sinistra. Non è escluso, quindi, che possa essere recuperato per il posticipo. Di sicuro sulla corsia mancina mancherà il suo naturale alter ego Benedetti, ancora alle prese con la lesione al medio gluteo rimediata con la Ternana. A questo quadro vanno aggiunte le assenze dei centrali Camigliano, che continua con il lavoro differenziato a causa della pubalgia, che lo tiene ai box già da diverse settimane, e Adorni, ieri squalificato per un turno dal giudice sportivo “per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete” (anche se, in realtà, i replay del suo fallo su Calaiò hanno chiarito che non era l’ultimo uomo in quell’azione, visto che Scaglia era al suo fianco). Per fortuna rientrerà Varnier che, negli ultimi dieci giorni, è stato più spesso in Nazionale Under 20 che a disposizione di Venturato: ieri l’azzurrino è rimasto in campo per tutti i 90 minuti nella vittoria per 1-0 colta dall’Italia sull’Olanda, a Lignano Sabbiadoro, per il torneo “8 Nazioni”. Di fatto, la linea difensiva al “Barbera” si può già ipotizzare: Salvi a destra, Scaglia e Varnier centrali, e, a sinistra, un ballottaggio per tre fra Pezzi, se recupererà, Caccin (l’unico altro terzino in rosa, molto in difficoltà, però, domenica contro il Parma) e Pelagatti, difensore rapido che in passato, all’occorrenza, ha già ricoperto quel ruolo. […]
Ore 11.20 – (Il Piccolo) A Padova con la maglia alabardata addosso lui ha già vinto. Era il 12 febbraio 2011, data dell’ultimo successo della Triestina nella città del Santo. E Davide Bariti, allora ventenne, era alla sua prima esperienza non solo con l’Unione, ma anche fra i cadetti. In un’annata disastrosa che segnò la seconda retrocessione consecutiva dalla B della Triestina di Fantinel, che vanificò quindi il ripescaggio dell’estate precedente, una delle poche giornate liete fu proprio il sorprendente successo di Padova con gol di Ettore Marchi nei minuti finali. E nel quarto d’ora finale entrò anche Bariti, che sostituì Antonelli. Bariti, cosa ricorda di quel successo a Padova? «Padova è sempre stato un campo difficile, figuriamoci quella volta che per la Triestina fu un campionato davvero di sofferenza. Però vincemmo. Io ero al primo anno di B, per me una stagione importante sul piano personale che mi diede lo slancio verso il Napoli. Entravo spesso nella ripresa come accaduto proprio a Padova, feci parecchie presenze, certo per la squadra fu decisamente un anno meno positivo». La sfida di venerdì si presenta con presupposti molto diversi: che partita sarà? «Il Padova credo sia forse la più forte assieme a un altro paio di squadre, sicuramente una compagine che quando inizia il campionato sai che lo gioca per vincere e da favorita. Ma lo sappiamo e per noi non cambia nulla, quest’anno abbiamo affrontato tutte le partite per vincere: mi aspetto una partita equilibrata e noi andiamo a giocarcela di sicuro». Del resto su campi difficili avete già fatto ottime figure.«Ma infatti la mentalità deve essere sempre quella, e poi vogliamo continuare la striscia positiva. È vero che in trasferta abbiamo fatto sempre benissimo, invece in casa ci è mancato qualche punto, ma vi assicuro che la mentalità è la stessa. E guai non averla, perché in questo campionato si può davvero vincere o perdere con chiunque, i risultati di ogni weekend lo dimostrano: ci sono grandi che perdono, piccole che vincono. È davvero un torneo straequilibrato». […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) Era molto importante anche a livello psicologico: se mi metto nei panni del Pordenone che ha anche due partite in più rispetto a noi, penso che siano a terra dato che in questa gara si giocavano metà stagione. È stata una grandissima vittoria, sofferta come sapevamo perché nella prima mezz’ora gli avversari sono stati bravi a metterci in difficoltà. Ma l’abbiamo voluta fortemente». È il Padova che si aspettava quando è approdato all’ombra del Santo? «Mi aspettavo di poter lottare per il vertice, poi non conoscevo bene il valore delle altre squadre. Adesso posso dire che la sensazione è quella di essere una formazione forte che sa quello che vuole. È giusto comunque restare umili e continuare a pedalare tanto. Però sappiamo che anche nelle gare in cui non siamo riusciti a vincere, abbiamo sempre costruito quattro-cinque palle gol. Questo per dire che avremmo meritato anche di più, e ciò ti dà grande fiducia». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) Ed è andata bene così. «Sì, è senz’altro un’esperienza positiva che voglio terminare nel migliore dei modi centrando la promozione in serie B. Non siamo neanche a metà dell’opera, però sono contento. Tornare in B è uno stimolo in più anche sul piano personale, ma non penso a ciò che farò l’anno prossimo. Sono concentrato solo questa stagione, e voglio disputarla al meglio calcisticamente e umanamente per dare il mio contributo a riportare il Padova in cadetteria, per la piazza e per i compagni di squadra che finora non hanno avuto la fortuna di uscire dalla serie C». Ne ha dato ulteriore dimostrazione il Padova vincendo anche sul campo del Pordenone. «Sapevamo che conquistando la vittoria mettevamo un bel solco in classifica tra noi e una diretta concorrente alla promozione.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Con la Triestina è sempre stato un derby molto sentito per tutto l’ambiente biancoscudato, e lo è anche per Giampiero Pinzi che nell’Udinese ha costruito la sua carriera calcistica. Tanto più che con la famiglia vive proprio a Udine. «È un derby anche per me, c’è grande rivalità tra Udine e Trieste. I miei amici udinesi mi caricheranno in vista di questa partita che sarà veramente tosta dato che la Triestina è una buona squadra ed è guidata da un allenatore navigato. Ho visto qualche partita, è una formazione difficile da affrontare. Siamo però consapevoli della nostra forza e faremo di tutto per portare a casa i tre punti». Nella sessione estiva del mercato Pinzi aveva ricevuto anche la proposta di andare a giocare proprio con la Triestina. «Mi aveva fatto piacere la telefonata del direttore Milanese. Ero fuori rosa al Brescia, e mi sarei avvicinato a casa. C’ho pensato, ma non ho accettato perché non me la sentivo di tradire il mio passato. Poi per fortuna è arrivato il Padova».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Pulzetti salterà il derby con la Triestina. Il giudice ha squalificato per una giornata il capitano che era stato espulso nel finale di gara con il Pordenone per atteggiamento irriguardoso nei confronti di un assistente arbitrale, per cui tornerà a disposizione in campionato nella trasferta con l’Albinoleffe in programma sabato 25 novembre alle 20.30. Entra invece in diffida Pinzi. Proprio quest’ultimo si è cimentato ieri pomeriggio in un lavoro differenziato con Guidone, mentre il resto del gruppo si è allenato regolarmente: con i compagni è rientrato anche Tabanelli. L’unico indisponibile al momento resta Candido. Oggi si replica alle 14.30 alla Guizza per mettere a fuoco le strategie tattiche in chiave anti Triestina. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La Triestina ha raccolto fuori casa due terzi dei suoi punti, 11 su 18: cosa può significare? «Un dato del genere fa pensare ad una squadra che si chiude e che riparte bene, una squadra che fatica un po’ quando deve imporre il suo gioco ma che quando agisce di rimessa può far male. Li ho visti poche volte sinora, ma penso che dovremo stare attenti a questa loro caratteristica. Non avremo Pulzetti, un giocatore importante per carisma e qualità, ma se vogliamo primeggiare dobbiamo essere bravi innanzitutto come collettivo: abbiamo già dimostrato di avere una rosa all’altezza». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Loro l’avevano catalogata come la gara dell’anno, ma noi abbiamo dimostrato di saper soffrire davvero: siamo rimasti compatti, ad aspettare il momento giusto. Siamo un gruppo forte, inutile nasconderci: se ci aiutiamo sempre così, possiamo diventare la squadra da battere». Venerdì con la Triestina è una gara speciale: lo vede come un derby personale? «È un derby prima di tutto per la piazza, e poi anche per me: dopo otto anni all’Udinese vivo ancora in Friuli, i miei amici mi stanno caricando a dovere e batterli sarebbe una soddisfazione doppia. La Triestina è un’ottima squadra, con un allenatore esperto: mi aspetto una gara dura, come domenica scorsa, non possiamo pensare di poterli schiacciare dall’inizio alla fine. Dovremo essere ancora bravi a soffrire, per poi colpirli al momento giusto».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] La vittoria di domenica a Pordenone ha lasciato un bel segno “più” nella squadra biancoscudata, e persino Giampiero Pinzi, forse l’elemento più esperto della rosa, fatica a contenere l’ottimismo. «Adesso abbiamo un entusiasmo smisurato, mentre loro credo che siano a terra», spiega il centrocampista 36enne. «Psicologicamente per noi è stata una grandissima vittoria, il percorso è ancora lungo e difficile ma in questo momento il solco c’è: essere a +5 e con due gare in meno da un Pordenone così attrezzato, è una gran cosa». Che valore hanno questi tre punti? «Sapevamo benissimo qual era l’importanza della partita. Abbiamo dato una bella “botta” al campionato, siamo riusciti ad aprire un solco sul Pordenone, e questo anche se nella prima mezz’ora ci hanno messo sotto.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È cominciata ieri, con il doppio allenamento alla Guizza, la marcia dei biancoscudati verso l’anticipo di venerdì all’Euganeo contro la Triestina. Il tecnico Bisoli ieri ha potuto lavorare con l’intera rosa eccetto Candido, che ha svolto il suo programma personalizzato in palestra: regolarmente in gruppo Tabanelli, che è recuperato dopo la botta rimediata la settimana scorsa. Il giudice sportivo ieri ha squalificato per un turno Pulzetti, espulso dalla panchina domenica scorsa, che quindi salterà il derby di venerdì, mentre Pinzi, alla quarta ammonizione, entra tra i diffidati insieme a Trevisan. […]
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Lo spirito di Rocco veglia su due tifoserie rivali,fra le quali esiste ed è sempre esistito un grandissimo rispetto reciproco. «Dall’alto mio padre ordinerà gran battaglia — sorride Tito Rocco — ma solo in campo. Parliamo di due grandi tifoserie, che meriterebbero molto più di queste categorie». […] Dulcis in fundo, Pierpaolo Bisoli. Che qualcuno ha accostato proprio al Paron, con un paragone quasi irriverente ma che per Tito Rocco può avere un fondo di verità. «Bisoli mi piace molto — sorride — l’ho conosciuto diversi anni fa, sarà che aveva appena vinto una partita ma mi fece davvero una bellissima impressione. L’ho continuato a seguire anche in questi anni nel corso della sua carriera e devo ammettere che per certi versi mi ricorda mio padre… È una persona sanguigna, solare e severa allo stesso tempo, sa voler bene ai ragazzi, cresce i giovani e ha sempre una parola attenta per tutti. Ma se serve sa pure tirare qualche urlaccio e rimettere subito in riga chi va fuori strada. Secondo me è l’allenatore giusto per riportare in alto il Padova. E sarebbe anche ora che ci fosse qualcos’altro di epico da raccontare in questa meravigliosa città…».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) C’è una frase che affonda le proprie radici nel tempo e che torna a farsi luce nella settimana che porta a Padova-Triestina, il derby triveneto che andrà in scena venerdì sera allo stadio Euganeo. È quella che Tito Rocco, figlio del leggendario Nereo, ricorda quasi con le lacrime agli occhi e con un velo di malcelata commozione: «Mio padre diceva sempre, dopo aver allenato il Milan, che il suo ultimo desiderio sarebbe stato quello di riportare il Padova e la Triestina in serie A. Ma purtroppo non ha fatto in tempo». Oggi Tito ha 75 anni e il ritratto del padre, scomparso in una gelida mattina di febbraio del 1978, è perso nei ricordi di un tempo che non c’è più, fuggito via in un soffio di vento, lasciando dietro di sé l’eco delle sue meravigliose imprese e della sua non comune umanità. «Sono sicuro che mio padre venerdì accenderà la tv — sorride Tito — non so dove trasmettano da quelle parti la partita, ma sono sicuro che la guarderà…». […] Rocco, ex dirigente alabardato, si commuove più volte, perché quando si parla di Padova evidentemente c’è un tuffo al cuore e le emozioni sono travolgenti. «Io vivo a Trieste ma Padova è nel mio cuore». […]