Ore 20.30 – (Il Piccolo) «Un secolo – Storia di cento primavere»: si chiamerà così il complesso di manifestazioni previste per il Centenario della Triestina. E proprio nei giorni scorsi è stato costituito il Comitato organizzativo che sarà il punto di riferimento, il cuore di tutte le iniziative. I soci costitutivi del Comitato, chiamato “Unione”, sono Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina , Sergio Marassi, presidente del Centro coordinamento dei Triestina Club, e Lorenzo Campanale, portavoce della Curva Furlan. Presidente del Comitato è stato eletto Giorgio Della Valle, mentre il responsabile culturale del progetto è il professor Roberto Spazzali. Il prossimo 18 dicembre ci sarà la presentazione pubblica del Comitato e del programma celebrativo dei cento anni della Triestina, con vari eventi mensili denominati “Aspettando i Cent’anni”, fino ad arrivare all’atto finale che partirà il 18 dicembre 2018, a ricordo del giorno dell’accordo preliminare per la fusione dei Club FC Trieste e CS Ponziana, e terminerà il 2 febbraio 2019, giorno dell’accordo definitivo che sancisce la nascita ufficiale della U.S. Triestina.
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] “Dispiace molto, perché anche stavolta la prestazione c’è stata – ha commentato il presidente Serena – ma non possiamo continuare a creare questa mole di gioco e non riuscire a capitalizzare. Dobbiamo essere più concreti e più decisi, perché facciamo fatica a segnare. A differenza degli avversari, che in molte occasioni riescono a sfruttare ogni singola palla gol concessa dal Mestre. Da queste due sconfitte dobbiamo sicuramente imparare una lezione, ovvero che le squadre che affrontiamo arrivano in porta con tre passaggi, mentre noi non ci riusciamo con trenta. Dobbiamo sicuramente adeguarci all’efficacia di questa, perché non possiamo rimanere con l’amaro in bocca dopo ogni partita. Si vede l’impegno che i ragazzi mettono sul campo, per questo dispiace vederli uscire a testa bassa dopo prestazioni così”. […] Ed ora, chiuso il trittico di partite in otto giorni, si torna alla normale programmazione per preparare la prossima sfida contro il Vicenza. “Sarà una partita affascinate, da giocare in uno stadio storico come il Menti in una cornice spettacolare. Chiedo ai ragazzi di affrontare questa settimana con spirito positivo e tanta determinazione, perché domenica dobbiamo cercare di fare il risultato ad ogni costo. Servirà massima concentrazione per tutti i 90 minuti, ma i ragazzi hanno già dimostrato di poterlo fare”.
Ore 19.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Umore nero a Mestre dopo la seconda sconfitta consecutiva, sempre per 2-1, subita domenica a Portogruaro contro il Renate. Gli arancioneri di Zironelli hanno tentato la rimonta dopo essere andati sotto di due reti, senza però riuscire a riagguantare la seconda della classe. Costate care le disattenzioni difensive, dovute anche al gioco ultra-offensivo di Mauro Zironelli e non è bastata la rete di Alberto Spagnoli per portare a casa almeno un punto. «Stiamo migliorando partita dopo partita — sottolinea l’autore del gol di domenica — Anche contro il Renate abbiamo giocato bene. Giocare così porta a rischiare in certi frangenti del match, ma non siamo perfetti e non lo saremo mai probabilmente. Il nostro è un modo di giocare, un meccanismo che funziona in tutti gli aspetti: non possiamo snaturarci e non dobbiamo cambiare, noi siamo questi, questo è il Mestre».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Anche contro il Padova sono arrivate due reti in casa, una costante che sta diventando preoccupante. Sono 18 i gol presi dal Pordenone dall’inizio della stagione di serie C. Quattordici di questi, addirittura, sono arrivati tra le mura del Bottecchia. Una statistica preoccupante: un’emorragia che dev’essere assolutamente arginata per evitare altri tracolli. Lo stadio di casa era un fortino, ora sembra sin troppo facile – per gli altri – segnare tra le curve pendenti del velodromo. Il primo lavoro che attende Colucci, quindi, riguarderà la stabilità interna, perché al rientro dalla sosta ci sarà il Vicenza. Obiettivo porta immacolata: ci si può pensare, ci si deve pensare. Un altro problema che oggi attanaglia il Pordenone riguarda le partite in trasferta. Una squadra che vuole vincere il campionato (oggi l’obiettivo è un po’ più lontano rispetto a un mese fa) dev’essere in grado di guadagnare lo stesso numero di punti sia in casa che fuori. I neroverdi non vincono lontano dal Bottecchia addirittura dal 10 settembre. L’1-0 di Fano, arrivato dopo la vittoria di Santarcangelo, rimane oggi l’ultimo squillo da viaggio. Bisogna porvi rimedio. […]
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] «Indubbiamente – inizia Burrai – stiamo attraversando un momento negativo. Ogni episodio è contro di noi. Domenica sul piano del gioco non c’è stato confronto, abbiamo messo nettamente sotto il Padova. Eppure abbiamo perso». La classifica non rispecchia le aspettative: 5 punti dalla vetta con 180′ giocati in più della capolista biancoscudata. «I numeri risponde Salvatore dicono che dobbiamo rincorrere. Come farlo? Rimboccandoci le maniche, lavorando ancora più sodo e credendo nella rimonta». I 1500 tifosi naoniani (600 quelli di fede biancorossa) presenti al Bottecchia hanno protestato a lungo (per altro come i neroverdi in campo) in occasione dei gol di Belingheri e Pulzetti, viziati da sospette posizioni di fuorigioco. «In particolare nel secondo, dal campo, Pulzetti sembrava al di là della nostra linea di difesa. Del resto racconta il metronomo il collaboratore di Perotti era sempre in ritardo. Noi l’abbiamo fatto rilevare all’arbitro: più di così non potevamo fare o dire. Del resto guarda indietro è da un po’ che veniamo penalizzati da simili sviste. Questo però riprende con onestà non deve essere uno scudo sotto il quale nascondere i nostri errori. Indubbiamente dobbiamo migliorare il trend degli ultimi tempi, ma il metronomo conferma tutta la sua fiducia nel mister e nel gruppo se giocheremo le prossime come abbiamo giocato contro il Padova torneremo presto al successo. Questo Pordenone non ha paura di nessuno».
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La pausa ci sta. Domenica i ramarri avrebbero dovuto andare al Braglia, ma la radiazione del Modena dal campionato regalerà loro quasi due settimane per riorganizzarsi, raccogliere le idee, recuperare gli infortunati e ripartire. […] Mauro Lovisa, subito dopo il ko di domenica (terzo consecutivo) con il Padova, ha voluto precisare che Leo non si tocca, che il tecnico di Cerignola gode della fiducia di tutta la società, che lavora bene e tanto e che, recuperati gli infortunati, riuscirà a portare la squadra nel porto (promozione o playoff?, ndr) prestabilito. Spifferi dagli spogliatoi raccontano tuttavia di un incontro fra Lovisa e tutto il gruppo di giocatori, in assenza di Colucci, durante il quale Stefani e compagni avrebbero garantito a re Mauro che sono tutti compatti dalla parte del tecnico. Contemporaneamente, radio mercato parlava di sondaggi preliminari di figure legate in qualche modo alla società naoniana, con Bepi Pillon (ex neroverde ai tempi di Giuseppe Gregoris) che la scorsa stagione, subentrato a Braglia, portò l’Alessandria in finale playoff, e con Claudio Foscarini, (ex Cittadella) che sempre la scorsa stagione portò il Livorno ai quarti di finale. […] Più reale sembra quella che vorrebbe Luca Cattaneo di ritorno a Pordenone a gennaio. A Brescia il fantasista Veleno non gioca e pesa sul bilancio delle rondinelle che, si dice, potrebbero pagare una parte del suo ingaggio, con evidente risparmio-convenienza pure per il sodalizio neroverde. […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Non si tratta ancora di orari ufficiali, ma della una proposta della Lega Pro ai club di serie C. Stiamo parlando del calendario sino a febbraio, ricordando che da dicembre il girone del Pordenone disputerà le partite al sabato e non più la domenica sino a febbraio. I ramarri, così, giocheranno sabato 2 e sabato 16 rispettivamente con Sambenedettese e Renate alle 16.30 (entrambi i match in trasferta). Com’è noto osserveranno il turno di riposo sabato 9. Sarà poi la volta del primo match del girone di ritorno: venerdì 22 dicembre anticipo alle 16.30 al Bottecchia col Santarcangelo (unico match casalingo del mese e ultimo dell’anno solare). Venerdì 29 dicembre, a Bolzano, lo scontro con l’Alto Adige (alle 14.30). Si tornerà poi in campo sabato 20 gennaio con Pordenone – Fano (16.30). Anche le successive gare saranno di sabato: Pordenone – Bassano (27 gennaio, 16.30), Teramo – Pordenone (3 febbraio, 16.30), Pordenone – Feralpi (10 febbraio, 16.30), Gubbio – Pordenone (17 febbraio, 16.30) e Ravenna – Pordenone (24 febbraio, 18.30).
Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) «Ora possiamo solo risalire, dopo aver toccato il fondo». L’ha detto Leonardo Colucci dopo il ko col Padova, che ha portato il Pordenone a 5 lunghezze dai veneti e a 4 dal Renate, club che però hanno due gare in meno rispetto ai neroverdi e quindi un vantaggio “virtuale” sino rispettivamente a più 11 e più 10. […] Nella prossima partita serve riprendere la strada col successo, magari senza andare in svantaggio: col Padova è capitato per la quinta volta nell’ultimo mese. «È una tendenza da invertire – afferma il centrocampista Salvatore Burrai -: dobbiamo cambiare e, in generale, alle volte è necessario spedire il pallone in tribuna». A volte serve essere efficaci, oltre che belli. «Adesso – continua il regista – dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare, perché col Padova ho visto una squadra propositiva, che giocando così non può che fare punti, contro chiunque». […]
Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’assemblea dei soci di «Vi.Fin. Spa», la finanziaria vicentina che detiene la maggioranza delle quote del Vicenza calcio ha, come previsto, dato l’ok alla cessione del club berico alla holding lussemburghese (ma con capitali arabi) «Boreas Capital Sarl». Subito dopo la ratifica dell’assemblea dei soci della finanziaria vicentina le parti hanno firmato dal notaio il preliminare di contratto, le firme definitive previste entro la prime decade di dicembre. Il Vicenza Calcio cambia ancora proprietà, a poco più di sedici mesi dall’acquisizione di «Vi.Fin. Spa» da «Finalfa Srl» presieduta da Sergio Cassingena. L’imprenditore della grande distribuzione era stato in sella dal 17 novembre 2004 quando, insieme a Nicola Baggio e all’avvocato GianLuigi Polato, aveva firmato a Londra l’acquisizione dalla finanziaria inglese «Enic». Un periodo triste, pieno di delusioni sportive, con quattro retrocessioni in Serie C di cui ben tre sanate da altrettanti ripescaggi. E con una situazione di bilancio sempre più grave che ha portato il club berico ad avere un debito Iva di oltre sette milioni di euro, nel maggio 2016 rateizzato da «Vi.Fin.» in dodici anni. Il debito totale alla data dell’acquisto di «Vi.Fin.» — come più volte sottolineato da Marco Franchetto, presidente della finanziaria vicentina — aveva superato i 23 milioni di euro ridotti, grazie alla ristrutturazione del debito omologata dal Tribunale di Vicenza nel giugno dello scorso anno, a circa 13,8 milioni di euro. Un passivo pesante che «Boreas Capital» ha accettato di accollarsi nel tentativo, molto complicato, di risanare la società e di riportare il club berico ai fasti di un tempo. […]
Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Se qualcuno sperava che il cambio di proprietà potesse rappresentare una svolta positiva immediata per la stagione del Vicenza ieri sera a Santarcangelo ha avuto una risposta di segno opposto. Sconfitta rovinosa, quella maturata per 2-1 al «Mazzola» sotto un autentica bufera di vento e di pioggia, il segnale che il sereno dalle parti di via Schio è ancora ben lontano dal tornare. E così il primo giorno di presidenza di Francesco Pioppi, rappresentante di «Boreas Capital» che rileverà il pacchetto di maggioranza da «Vi.Fin», è amaro, che più amaro non si può. Primo tempo horror, quello del Vicenza, che va sotto di due gol dopo appena diciotto minuti di partita e che nella ripresa produce un generoso quanto improduttivo forcing grazie ai due cambi di Alberto Colombo ossia Stefano Giacomelli ed Eric Lanini. Tante azioni del capitano, un gol-gioiello su punizione dell’ex Matera e poi tanti rimpianti. «Era una partita che avremmo dovuto vincere — ammette Lanini — Le squadre-materasso non esistono, abbiamo messo sotto assedio il Santarcangelo fino all’ultimo, ma non siamo riusciti a trovare il pareggio. Io ho cercato di dare del mio meglio, il portiere è stato bravo in due occasioni, se fossimo riusciti a trovare il 2-2, magari il finale poteva essere diverso. Mettiamo sotto qualsiasi squadra, ma subiamo quei gol in più che ci portano a rincorrere la partita. Poche formazioni finora ci hanno messo sotto». […]
Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 15.40 – Qui Guizza: prosegue il lavoro, con mister Bisoli che dispensa le prime indicazioni anti-Triestina.
Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro col pallone nello stretto, non vi partecipano Guidone e Pinzi che corrono a parte. Tutti presenti gli altri Biancoscudati.
Ore 15.00 – Qui Guizza: lavoro in palestra per Candido.
Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano dopo la seduta mattutina.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tacopina ieri a Milano per tifare l’Italia contro la Svezia, mentre il Venezia continua a stare tra le grandi scoprendosi una macchina quasi perfetta. La vittoria di misura sul Perugia avrebbe potuto essere più rotonda rispetto all’1-0 regalato dalla staffilata di un Agostino Garofalo che è diventato l’undicesimo arancioneroverde a segno nelle prime 14 giornate. A rendere ancor più luccicante il secondo posto in Serie B ( sono da un lato l’avvenuto pareggio tra i punti conquistati in trasferta e al Penzo ora equamente divisi a quota 12 dall’altro la tenuta di quella che resta la miglior difesa del campionato con 11 reti incassate. «Uno dei nostri punti forza è l’umiltà, quella che anche in questo momento molto felice ci deve spingere a lavorare per limare i nostri difetti non accenna ad accontentarsi Marco Modolo, di nuovo uno dei migliori . Quali? Contro il Perugia ci siamo difesi sempre con ordine e questa conferma è chiaramente positiva, anche perché significa che avevamo preparato bene la partita. Tuttavia nell’ultima mezzora con la superiorità numerica avremmo dovuto far girare meglio la palla dietro, invece ci siamo abbassati un po’ troppo». Le considerazioni del difensore lagunare vanno a braccetto con l’unico neo sottolineato a fine gara dal tecnico Pippo Inzaghi, il quale ha sottolineato che il Venezia avrebbe dovuto evitare di arrivare alle battute conclusive del match con un solo gol di margine. «Infatti avremmo dovuto avere un pizzico di coraggio in più per chiuderla, perché poi ci sono capitate due punizione potenzialmente sempre molto rischiose. Non si sa mai cosa può accadere con una mezza palla sporca buttata in area, certe situazioni sarebbe meglio evitarle». […]
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) No, non c’è pericolo di soffrire di vertigini, soprattutto se le difficoltà a segnare di un attacco che continua ad andare in gol a corrente alternata vengono coperte dalle reti e dall’ispirazione di centrocampisti e difensori. E così, se Moreo, Marsura, Zigoni e Geijo si concedono una giornata di vacanza, ecco che dal mazzo di Filippo Inzaghi spunta l’ennesimo gol su palla inattiva e la prodezza di Agostino Garofalo, bomber per caso (ma fino a un certo punto) in una domenica da copertina, con l’1-0 al Perugia al «Penzo». Il primo posto della Serie B è lì, a un solo punto di distanza e il Venezia per un paio d’ore ha anche sperato che Cremonese-Palermo finisse in pareggio, in quel caso sarebbe stato primato in coabitazione col Frosinone. Ma poco male, considerato che la strada è ancora lunga e che la classifica, al contrario, è cortissima e bisogna tenere la guardia alta. «Piedi per terra — sorride il match winner di domenica — Siamo pur sempre una neopromossa. Anche se non si può negare che questo è un buon momento, sono felice di aver segnato, ma ancor più che sia stato un gol decisivo per portarci a casa tre punti. Poi fa ancora più piacere perché è arrivato da uno schema da calcio piazzato che abbiamo provato in allenamento. Il nostro primo obiettivo resta sempre la salvezza e di raggiungere i 50 punti che servono per mantenere la categoria, a tutto quello che verrà in più penseremo successivamente». […]
Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Sale in classifica il Venezia, aumenta il pubblico al Penzo: i 4.800 spettatori (1.930 abbonati e 2.870 biglietti venduti) presenti per la partita con il Perugia rappresentano il record stagionale a Sant’Elena, superando quota 4.426 registrata in occasione del match contro l’Empoli, quasi mille persone in più rispetto alla precedente gara interna contro il Frosinone (3.909). Quota quattromila è stata superata in altri tre incontri con Carpi (4.404), Parma (4.383) e Salernitana (4.102) nel match d’esordio in Serie B. Il picco negativo appartiene alla partita in notturna contro lo Spezia (3.218). Il record di pubblico nell’era Tacopina appartiene al derby con il Padova, nel passato campionato in Lega Pro, con 6.844 persone al Penzo, il podio è completato da Venezia-Fano (5.985), in occasione della promozione in Serie B, e Venezia-Parma (5.654). […]
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Il Venezia vola: secondo posto in classifica, squadra compatta e miglior difesa del campionato, un’analisi maniacale delle caratteristiche degli avversari, di squadra e individuali, ma anche una puntigliosa ricerca delle carenze altrui attraverso le palle inattive. Sempre più determinanti. Non a caso, infatti, il Venezia ha risolto la gara contro il Perugia con uno schema studiato a tavolino: punizione di Bentivoglio, sponda al limite dell’area di Moreo per l’accorrente Garofalo e stoccata vincente del terzino sinistro. Non è una casualità, anzi, il Venezia ha cercato con meticolosità certosina di creare problemi alla difesa schierata del Perugia anche in occasione dei calci d’angolo. La squadra di Inzaghi ha finora realizzato 17 reti (cinque al Penzo che però sono valse 12 punti, e 12 in trasferta), tolto l’autogol di Plizzari a Terni gli arancioneroverdi hanno costruito quasi metà del bottino rimasto (7 su 16) sugli sviluppi di calci piazzati. […]Un altro dato numerico è sintomatico a inquadrare la solidità del Venezia: i due gol incassati in sette gare al Penzo, ovviamente nessuno in casa ha fatto meglio (Bari e Spezia 5, Frosinone 6, Palermo, Parma e Brescia 7), anche se gli arancioneroverdi sono quelli che in casa sono andati meno volte in gol (5). […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) CAMPODARSEGO. Al “Dal Molin” di Arzignano i biancorossi di Gianfranco Fonti hanno dovuto arrendersi all’ottima manovra dei gialloazzurri allenati da Vincenzo Italiano. Nel 3-1 incassato dal “Campo”, infatti, è riuscito a mettersi in luce soltanto l’attaccante Stefano Pietribiasi, autore della rete del momentaneo vantaggio. «Nel primo tempo abbiamo giocato bene», commenta l’ex bomber di Pordenone e Bassano, «tant’è vero che abbiamo pure trovato la via del gol. A mio parere, abbiamo iniziato a soffrire dopo il loro gol del pareggio, che li ha particolarmente galvanizzati». […] ESTE. Non è andata meglio ai giallorossi, battuti e sorpassati in classifica dal Mantova (ora a + 2). Una sconfitta di misura, insomma, frutto – a detta dello stopper Andrea Munaretto – di un episodio sfavorevole. «È stata una partita tanto bella quanto combattuta», le sue parole. «Un rimpallo di troppo ci è costato caro. Il Mantova ha dimostrato di essere una squadra forte, certo, ma non più di noi. Loro hanno giocatori provenienti da tutta Italia e quel Correa che per la Serie D è un lusso, ma i nostri sono fra i migliori della zona». […] ABANO. La vittoria, per l’Abano, è stata solo sfiorata. Con la Virtus Vecomp è arrivato un 2-2 piuttosto rocambolesco, anche se i neroverdi, sotto il profilo del gioco, hanno messo sotto la capolista. In più, la prestazione sontuosa del capitano Davide Carteri ha facilitato gli arrembaggi dei compagni: «Con la vittoria non avremmo rubato nulla ai nostri avversari», allarga le braccia l’ex Cittadella. «Purtroppo, possiamo soltanto gioire a metà e accontentarci della migliore prestazione stagionale». […]
Ore 12.30 – (Gazzettino) Tredici maggio, tredici novembre: sei mesi trascorsi lontano dai campi di calcio. Un’eternità per un atleta. Ecco perché Filippo Scaglia, sabato contro il Parma, non vedeva l’ora di calcare il prato del Tombolato dopo così tanto tempo: «Ci tenevo tantissimo al rientro in squadra. Più che altro desideravo e speravo di farmi trovare pronto perché puoi avere buone sensazioni in allenamento, ma giocare una partita è tutt’altra cosa». […] Il Cittadella aveva ampiamente meritato l’1-1, poi sembrava che il Parma fosse alle corde: «Sì, però noi dopo il pareggio siamo rimasti in dieci. Dovevamo stare attenti, invece sulle ali dell’entusiasmo, per la grande voglia di vincere la partita, abbiamo perso. Il Parma sembrava in difficoltà ma ha grandi giocatori, con l’uomo in più in campo è riuscito a piazzare la zampata vincente. Il gol di Calaiò non è arrivato con la nostra difesa sbilanciata, è stato merito suo». È già successo di perdere gare nei minuti finali, se non addirittura nel recupero, per puntare ai tre punti: «Il Cittadella prova sempre a vincere, ce l’ha nel proprio dna. È la filosofia che ha portato Venturato da tre anni a questa parte. Siamo una squadra che ha sempre pareggiato poco». Oggi alla ripresa dell’attività si cercheranno i motivi della sconfitta: «È un campionato lungo, non dobbiamo abbatterci per aver perso contro il Parma. Analizzeremo le situazioni di sabato, in dieci minuti siamo passati dall’1-1 ai dieci uomini, sino al loro raddoppio. Non abbiamo staccato la spina dopo il pari, ci hanno invece condannato gli episodi». A proposito di episodi, come giudica l’espulsione di Adorni? «Lui era su Calaiò, io gli ero di fianco, per l’arbitro invece era chiara occasione da gol». […]
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Non è stato il rientro che sognava. Ma intanto c’è stato, e giusto a sei mesi di distanza dalla frattura alla tibia, rimediata nel derby con il Vicenza del 13 maggio scorso. Al di là del k.o. con il Parma, quello di “Pippo” Scaglia è un “acquisto” decisamente importante per il Cittadella. «Tenevo tanto a rientrare. Più che altro puntavo a fare una figura “decente”, perché è vero che ormai mi sentivo bene, ma un conto è quello che fai in allenamento, un conto giocare sul serio», ammette il difensore centrale torinese. «Nel complesso non credo di aver fatto una figura imbarazzante… Sicuramente devo migliorare in molte cose, ma le sensazioni sono state positive». Dove ritiene di essere ancora indietro? «I primi passi non sono mai stati una mia dote, per cui sono ancora un po’ macchinoso sotto tale aspetto. Per assurdo, però, soffro di più i campi stretti come quello che usiamo in allenamento rispetto ad un rettangolo di gioco “vero”. Ovviamente non posso essere contento, visto il risultato. Abbiamo disputato una buona gara nel complesso, ma è un periodo in cui ci servono 50 tiri per segnare un gol e, dietro, spesso andiamo sotto alla prima occasione per l’avversario». […] Manca un po’ di maturità?«Secondo me non siamo una squadra immatura. È vero che ogni tanto ricadiamo negli stessi errori e che dobbiamo continuare a lavorare sui dettagli, che fanno la differenza. È l’unica ricetta che conosco».Adesso andrete in casa della capolista Palermo, nel posticipo di lunedì 20.«Una partita molto difficile, ma, per quanto sia banale dirlo, lo sono tutte. Questo è un campionato stranissimo, in cui ad ogni turno c’è qualche risultato a sorpresa, pensate all’Empoli che perde a Vercelli. Noi comunque andremo al “Barbera” per vincere. Come sempre».
Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Una sconfitta, quella per 2-1 col Parma in Serie B, che fa male e che porta con sé tante recriminazioni. Il Cittadella punta il dito contro gli arbitraggi, ma deve fare i conti anche con qualche limite che non si riesce a correggere. E che ha reso amaro il rientro dal primo minuto di Filippo Scaglia, costretto domenica al «Tombolato» ad assistere inerme pure all’espulsione ingiusta di Adorni per fallo da ultimo uomo. «Ma io ero accanto a lui — spiega il centrale granata — So che per un arbitro è difficile decidere in poco tempo, però non posso non far notare che avevo tutto il tempo di intervenire o, quantomeno, di provare a farlo. Il concetto di fallo da ultimo uomo poi è molto labile, nel corso del match Insigne si era trovato un’altra volta solo davanti al nostro portiere senza fare gol». […]
Ore 11.20 – (Il Piccolo) Dopo due giorni di riposo, gli alabardati sono tornati ieri al lavoro per iniziare a preparare il derby di Padova, che come noto si giocherà venerdì sera alle 20.45, con diretta televisiva su Sportitalia. E al ritorno la squadra di Sannino ha trovato un tempaccio che ha costretto la truppa a rinunciare alla seduta a Prosecco per ripiegare sul più protetto prato del Rocco. Attesissima ovviamente la situazione in infermeria, che presenta luci e ombre. Per riassumere, la sensazione è che El Hasni possa farcela, Aquaro forse per una convocazione ma difficilmente per essere titolare, mentre Petrella, Hidalgo, Grillo e Mori vanno verso il forfait (questi ultimi due erano addirittura assenti). In particolare era attesa la situazione di Petrella: ebbene gli esami strumentali hanno confermato le prime sensazioni di carattere medico, che avevano escluso lesioni muscolari. Una buona notizia dunque, tanto che ieri il giocatore ha svolto anche qualche corsa e allunghi a bordo campo, ma certo dopo l’infortunio di Pordenone Petrella va recuperato con calma e senza rischi dettati dalla fretta. Insomma per fortuna non ci saranno tempi lunghi, anzi, ma per venerdì è quasi impossibile possa farcela. […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) Oltre ai senatori dal pedigree arcinoto, anche i giovani si stanno rivelando all’altezza della situazione. «Sono proprio loro a sorprendermi maggiormente. Mi riferisco a Serena, Marcandella e Cisco, fermo restando che abbiamo anche altri ragazzi interessanti come Zambataro e Ravanelli che si stanno allenando bene, anche se non hanno trovato finora spazio avendo davanti delle colonne. I giovani stanno lavorando al meglio, e stanno crescendo anche grazie all’aiuto dei compagni più esperti. In estate avevo dichiarato che non avremmo fatto scommesse nella scelta del tecnico, e che volevamo valorizzare due-tre giovani. Mi sembra che ci siamo. Sono molto contento di come stanno andando le cose, ma dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa mantenendo l’umiltà dei forti». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) Non manca un flash sulle parole del presidente del Pordenone Mauro Lovisa che nel dopo partita ha dichiarato che il Padova non ha fatto due passaggi di fila. «Conosco Lovisa, è un ottimo presidente. È un po’ vulcanico e caratterialmente mi assomiglia. Le sue dichiarazioni sono da comprendere». Paragoni con il Venezia a parte, non c’è dubbio che nelle prestazioni dei biancoscudati sia sempre più evidente la mano di Bisoli. «La squadra incarna l’allenatore. Oltre a essere bravo nel preparare le partite sul piano tecnico e tattico, è anche un buon psicologo che lavora sulla testa dei ragazzi. Si vede che stanno assimilando la sua cura. Sono sempre più convinto di avere fatto le scelte giuste in sede di mercato con riguardo ad allenatore e giocatori».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Cosa mi è piaciuto di più a Pordenone? La voglia di vincere che caratterizza le grandi squadre». Il presidente Roberto Bonetto promuove a pieni voti il Padova, sempre più protagonista del campionato. […] «Domenica è stata una grande soddisfazione. Abbiamo giocato con carattere, determinazione e grande volontà. Abbiamo sofferto la partenza del Pordenone, anche se ce lo potevamo aspettare. Siamo stati bravi a non perdere la testa, e come fanno le grandi formazioni abbiamo colpito nel momento opportuno. Nella ripresa l’allenatore ha messo ordine, e abbiamo preso le misure disputando un secondo tempo all’altezza del Padova. Mi è sembrato di vedere la stessa determinazione che aveva il Venezia nel passato campionato: fino all’ultimo giocava la sua partita consapevole della propria forza, voglioso di restare il più in alto possibile».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Un anno fa dopo sei gare la media era di 3.972 spettatori (23.835 il dato complessivo), cinque volte erano stati presenti meno di quattromila persone e solo con la Reggiana si era superata di poco quota cinquemila. È anche vero che in quel periodo le partite si giocavano di sabato, ma quest’anno, tra anticipi, posticipi e turni infrasettimanali, solo tre incontri casalinghi, peraltro quelli con meno appeal, sono stati disputati di domenica. Nella stagione ancora precedente, sempre in C, 4.086 paganti a partita e un totale di 24.516 spettatori, meno rispetto al campionato 2014-15 in cui a quest’epoca si era raggiunta quota 27.037 (media 4.506).Facendo un confronto con le altre squadre del girone, sono più avanti su questo fronte solo il Vicenza (media 6841) grazie a uno zoccolo duro costante di 6.155 abbonati e la Reggiana (6.209 con 4.120 abbonati). […]
Ore 10.10 – (Gazzettino) Quasi novemila tifosi in più all’Euganeo rispetto all’anno scorso e saldo attivo pure nel confronto con il campionato di serie D in cui si era registrato il maggior seguito da quando è partito il nuovo corso del Padova. […] Le prime sei partite casalinghe della squadra sono state seguite complessivamente da 32.318 persone, per una media di 5.386 presenze a gara, a fronte di 3.555 abbonamenti sottoscritti. Il minimo al primo appuntamento stagionale contro il Fano (3.967), il picco massimo nel successivo derby con il Vicenza (9.168), ma anche non considerando questa sfida in cui erano presenti 2.300 sostenitori berici, la media resterebbe comuqnue superiore rispetto al più recente passato. La crescita dell’affluenza è stata costante, con 4.048 tifosi con il Santarcangelo, 4.388 con il Sudtirol, 5.317 con il Bassano e infine 5.430 con il Mestre, dato che verrà quantomeno eguagliato nell’atteso impegno di venerdì sera con la Triestina.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Per fortuna l’arrabbiatura è un po’ mitigata dal primo gol in biancoscudato, che gli ha permesso anche di raggiungere un record: Pulzetti, infatti, aveva segnato in C/2 (5 reti a 20 anni nel Castelnuovo), in B (16 gol totali tra Spezia, Livorno, Verona e Siena) e anche in Serie A (4 gol tra Livorno e Chievo). Mai in C/1, adesso diventata serie C unica. «Lo considero un traguardo importante, era un mio obiettivo e sono riuscito finalmente a segnare in tutte le categorie professionistiche italiane. Sono doppiamente felice e la dedica va a moglie e figlio. Nell’occasione Capello, che era davanti a me, era in fuorigioco, ma si è disinteressato. Io ero dietro, mi è arrivato il pallone e ho segnato, non capisco le proteste avversarie. Il record di 7 reti in una stagione, siglato a Siena? Mi piacerebbe replicarlo al Padova, ci provo tutte le domeniche». […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Sono episodi un po’ particolari. Ero stato sostituito e cercavo di incitare i miei compagni da bordocampo. A pochi passi da noi Marcandella ha subìto una gomitata che l’arbitro non ha nemmeno sanzionato. Per questo sono saltato letteralmente in campo. Ma non ce l’avevo con il direttore di gara, solo con il loro capitano, che a mio avviso aveva colpito in maniera netta il nostro attaccante». Pulzetti nega di aver offeso arbitro o assistente. L’espulsione sarebbe scaturita dal suo ingresso sul terreno di gioco e per questo la giornata di squalifica potrebbe essere solo una: «Io ci spero. Non ho offeso nessuno, ce l’avevo solo con il loro capitano (De Agostini, ndr). La tensione e la voglia di portare a casa la partita erano altissime, per questo ho reagito con foga. Al “Bottecchia”, dove gli spazi sono angusti, ti ritrovi dentro il campo in un attimo. Non ho fatto nulla di male e mi resta tanta rabbia perché adesso sarò costretto a saltare una gara. Mi auguro soltanto una».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) C’è sempre un rovescio della medaglia. Ma quando la faccia principale ha un sapore così dolce, il suo lato oscuro forse fa meno male. […] A suggellare il tutto è arrivato anche il primo gol in campionato di Nico Pulzetti, che ci era andato vicino tante volte in stagione, ma ha fatto centro nel momento più importante, trovando il definitivo 2-1 pochi minuti dopo il pareggio friulano. E il rovescio della medaglia? Sul crepuscolo della gara il capitano viene sostituito, resta in panchina ma si agita un po’ troppo, finendo per essere espulso. Una vera e propria beffa, considerato che sarà costretto a saltare almeno la prossima gara contro la Triestina, sperando che il giudice sportivo (che si pronuncerà oggi) non voglia accanirsi. Ma che è successo? «Mancavano tre minuti, più o meno, alla fine della partita», ricostruisce Pulzetti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Sette punti in un trittico di partite difficilissimo (Feralpisalò, Mestre e Pordenone) e primo posto ancora blindato nonostante lo scatenato Renate. Il Padova si gode la vetta della classifica nel girone B della Serie C e il blitz del «Bottechia», con identico punteggio (2-1) rispetto alla vittoria ottenuta nel turno infrasettimanale contro il Mestre. E scopre che, nonostante gli attaccanti (Capello, arrivato a quota sei gol, escluso) continuino a stentare, si può vincere anche grazie ai gol dei centrocampisti. Soprattutto se in campo c’è un certo Luca Belingheri, uno che con il gol ha avuto sempre una certa confidenza. Dopo un’estate trascorsa ad inseguire Nicola Strambelli, finito in panchina a Matera, il 31 agosto scorso il direttore generale Giorgio Zamuner pescò dal mazzo il jolly. Andando a prendere dalla Cremonese un giocatore in esubero e che pareva promesso sposo al Modena. […] «Ho sempre avuto il gol nel sangue — sorride Belingheri — Vado di puro istinto e penso di avere i tempi giusti per l’inserimento. Ci sono stati campionati migliori e peggiori sotto questo punto di vista, a Padova sono stato felice di ritrovare il mister con cui avevo già lavorato a Cesena e le cose sono cominciate bene. Spero di non fermarmi mai». Il blitz di Pordenone, in attesa del derby di venerdì contro la Triestina, ha portato in dote tre punti pesantissimi. «Una vittoria da una tonnellata — sorride il centrocampista biancoscudato — Abbiamo sofferto nel primo tempo, ma non era facile andare al “Bottecchia” e fare bottino pieno. Contro Mestre e Pordenone abbiamo preso il massimo, con un po’ più di attenzione e fortuna potevamo vincere anche a Salò. Sono felice, anche se la classifica ancora è meglio non guardarla troppo, perché il campionato è lungo e siamo tutte lì». […]