Ore 20.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Joe Tacopina è tornato in Italia. Il presidente assisterà a Venezia-Perugia, domenica all’ora di pranzo e oggi sarà al Taliercio per l’allenamento del suo Venezia in attesa di poter incassare altre soddisfazioni da questa stagione. Mentre la squadra si sta allenando con tutti i suoi effettivi e solo Gianni Fabiano resta indisponibile dopo aver svolto ulteriori accertamenti alla caviglia infortunata (escluse complicazioni), Tacopina non rinuncia al sogno di inseguire la serie A. Anzi, insiste nel progetto stadio e pensa già a come rinforzare la squadra a gennaio, quando potrebbe arrivare un attaccante a irrobustire la batteria offensiva e quando il sacrificato in uscita potrebbe essere proprio Fabiano, che già l’ex direttore sportivo Giorgio Perinetti aveva provato a cedere nella sessione di mercato di agosto nell’ultimo giorno di trattative. Uno scenario, questo, futuribile, visto che gennaio è lontano anche se non lontanissimo. […]
Ore 20.00 – (La Nuova Venezia) Audero in Under 21 per l’amichevole di Frosinone contro la Russia, Vicario si fa trovare pronto. Messo alle spalle l’esordio in Serie B a Cesena, complice il grave infortunio al ginocchio occorso a Russo, e il debutto dal primo minuto al Penzo contro il Carpi, Guglielmo Vicario sogna il tris con il Perugia. «Se toccherà ancora a me, sarò felice» commenta il ventunenne portiere friulano, che insieme a Modolo, Cernuto, Soligo e Fabiano ha partecipato alla scalata dalla Serie D alla Serie B, «se l’allenatore dovesse scegliere invece Gori, io sarò il primo tifoso di Piergraziano. Tra di noi c’è un ottimo rapporto, chi giocherà sa di avere il pieno sostegno dell’altro». Titolare indiscusso nella cavalcata dalla Serie D alla Lega Pro (36 presenze in campionato, 2 nella poule scudetto), vice di Facchin lo scorso anno (2 presenze con Teramo e Gubbio), ma titolare in Coppa Italia (7 presenze e 1 in Supercoppa), Guglielmo Vicario ha già 50 gettoni in tasca con la casacca del Venezia. «Dopo due stagioni da assoluto protagonista, il Venezia si è finora disimpegnato anche in Serie B» osserva il portiere arrivato nel 2015 dal Fontanafredda, «ma sono state giocate soltanto 13 partite, il cammino è lunghissimo e si è visto come dietro a ogni curva può esserci un pericolo. Poi, vittorie come quella di Brescia, ti consentono di aumentare la fiducia nei tuoi mezzi, non abbiamo rallentato nemmeno quando siamo riusciti a riacciuffare il pareggio. È nel nostro dna». […]
Ore 19.30 – (Gazzettino) Domenica al Tombolato arriverà il Parma, una delle ex grandi della serie A, capace di vincere tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana, e in ambito internazionale una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa e una Supercoppa europea. Dopo essere ripartito dalla serie D, il club ducale ha riconquistato i palcoscenici nazionali e ora la piazza e la storia societaria lo spingono verso il ritorno nella massima serie. In un campionato che non ha ancora una sua regina, con una classifica cortissima, il Parma con l’organico a disposizione può certamente covare grandi ambizioni, ma deve crescere, come del resto il Cittadella. Intanto sta facendo vedere le cose migliori lontano dal Tardini, dove detiene finora il record di vittorie conquistate nel torneo, tre, a pari merito con Cremonese, Venezia e Novara. Parma squadra da trasferta quindi? I numeri del momento dicono così, e il Cittadella dovrà stare quindi attento nel confronto diretto del Tombolato, anche perché in casa, davanti ai propri tifosi, la squadra di Venturato ha vinto solo tre delle sette gare disputate, superando Cesena e Venezia, altri due grossi calibri del panorama calcistico nazionale. […] Intanto la truppa granata continua gli allenamenti. Con Adorni rientrato regolarmente in gruppo, il tecnico Venturato per domenica dovrà rinunciare a Benedetti (piccolo stiramento), Camigliano (leggera pubalgia) e Maniero. Varnier, impegnato oggi con l’Under 20 in Germania nel torneo Otto Nazioni, rientrerà a Cittadella soltanto sabato mattina.
Ore 19.00 – (Mattino di Padova) Potrebbe essere la gara del rientro di Scaglia. Quasi sicuramente sarà la partita in cui Enrico Pezzi proverà a rilanciarsi sulla corsia di sinistra dopo aver giocato titolare, l’ultima volta, nella disfatta di Bari. L’infortunio di Benedetti, fuori causa per un lieve stiramento al medio gluteo sinistro, rende scontato il suo impiego nella sfida di domenica fra Cittadella e Parma, in Serie B. E sarà l’occasione buona per vedere all’opera un giocatore frenato da qualche intoppo di troppo nei suoi primi mesi in granata. «Sono al 70-75% della condizione», spiega il diretto interessato. «Ho pagato la frattura allo zigomo, che mi ha costretto a fermarmi dopo la gara di Coppa Italia a Bologna: avevamo appena finito il ritiro e cominciavamo a trasformare il lavoro svolto a Lavarone, in pratica sono stato costretto a ripartire quasi da zero. E poi ho avuto qualche altro problema, una volta rientrato». L’avversario alle porte non è dei più morbidi. «Cercheremo di fare la nostra partita, come sempre, sfruttando i suoi eventuali punti deboli. È banale dirlo, ma il calcio si risolve nel fare un gol più degli altri, quello che non ci è riuscito nelle ultime due gare, nonostante le occasioni avute». Partite, quelle con Spezia e Ternana, che hanno lasciato più di un rammarico.«È vero, e comunque anche i pareggi non sono da disprezzare in un campionato del genere: ne avessimo colti soltanto due in più, e potevamo farlo, oggi saremmo in piena zona playoff. Il dispiacere c’è, ma l’idea che mi sono fatto è che il Citta possa giocarsela con chiunque». […]
Ore 18.00 – (Il Piccolo) La sua stoccata dall’interno dell’area di rigore è valsa il settimo risultato utile consecutivo della Triestina. Un’altra gara di tutta sostanza abbinata alla qualità, di Andrea Bracaletti, giunto a quota 4 alla voce reti realizzate, secondo marcatore alabardato assieme a Mensah, dopo Arma. L’ex capitano della Feralpi non nasconde la delusione per la mancata vittoria al Rocco.«La fatica di Pordenone può essere una piccola attenuante ma non credo che possiamo parlare di stanchezza per i primi cinque minuti giocati, al massimo se ne può palare nell’ultimo quarto d’ora. Sarò un po’ critico ma siamo stanchi di non vincere in casa, mentre fuori facciamo delle prestazioni incredibili. E’ come se qui avessimo un freno mentale che non ci fa fare il salto. Dispiace perché se guardiamo la classifica, con due vittorie in casa al posto dei pareggi saremmo in posizioni diverse, ancora migliori. E’ stato comunque importante aver recuperato il risultato, perché in partite come queste dove affronti squadre battagliere rischi anche di perdere. Il Teramo di certo non è un’ultima arrivata, e in generale in tutto il campionato non c’è un’ultima arrivata. Sarebbe per noi importante evitare di andare sotto nel risultato all’inizio. Se già le squadre vengono a Trieste con l’idea di chiudersi, a maggior ragione lo fanno se vanno in vantaggio e per noi aumenta la difficoltà nel trovare gli spazi. E inoltre dobbiamo capire dove difettiamo in concentrazione». […]
Ore 17.30 – (Il Piccolo) «La solita partita in casa dove dobbiamo darci delle martellate proprio lì, dove sapete bene»: Beppe Sannino, come sempre, anche dopo il pareggio col Teramo non le manda a dire. Le mancate vittorie al Rocco davvero non gli vanno giù, è un tarlo che sta erodendo quanto di straordinario si sta facendo in trasferta. Anche se il tecnico si sofferma su un altro aspetto preoccupante, quello degli inizi di partita ad handicap: «Nei primi 5-10 minuti – dice – ed è successo soprattutto in casa, si parte sempre da meno uno. Dobbiamo capire che noi non siamo una squadra che deve basare le proprie fortune sulla qualità, ma sull’aggressività, sul giocare con la sciabola. Non è questione di impegno, cuore e voglia di correre, su questo ai ragazzi tanto di cappello. Ma anche loro sanno che ci manca qualcosa, soprattutto al Rocco. E non vorrei si inneschi ogni volta un meccanismo che bisogna per forza fare bene in casa e magari si spendono energie già prima di entrare in campo». […] «Abbiamo mosso ancora la classifica, dobbiamo gioirne. Anzi come media inglese siamo perfetti, però permettetemi di dire che in casa dobbiamo trovare la quadra giusta: non è questione di modulo, sistema o modo di stare in campo. Certo, ci sono anche cose tecniche, ma come detto dobbiamo crescere soprattutto in personalità. E non voglio attaccarmi alla stanchezza dopo Pordenone. Ho mandato in campo la squadra che mi dava più garanzie sugli aspetti che volevo io. Ma alla città va dato un messaggio propositivo e mi è piaciuto che la curva abbia chiamato i ragazzi. Ma certo vorrei finalmente dare una soddisfazione a chi viene al Rocco. Nello spogliatoio i giocatori era come se avessero perso. Possiamo crescere e le vittorie esterne ci consentono di avere una buona media».
Ore 17.00 – (Il Piccolo) Alle 15.49 la Triestina trova un bel gol con Bracaletti. Si accendono parte dei riflettori ma l’Unione non riesce ad accendere la luce. Il gol del pareggio contro un ordinato Teramo non dà quella scossa che i presenti (un paio di migliaia vista la giornata e l’orario) si aspettavano. Gli alabardati non sono spenti ma non hanno quel qualcosa in più necessario per ottenere i tre punti dopo un avvio ad handicap in occasione del gol di Ventola con una fase difensiva se non al buio almeno in ombra. Un approccio soft e una mancanza di cattiveria agonistica che si era già vista contro il Santarcangelo ma anche con la Reggiana e con il Sudtirol (e con il Renate). Tanti episodi che fotografano un rendimento casalingo che parla di quattro pareggi, una vittoria e una sconfitta. Per sfatare il tabù del Rocco bisogna sfatare il tabù del Rocco. Cioè quell’atteggiamento della squadra che è esattamente l’opposto di quanto accaduto per esempio solo tre giorni fa a Pordenone. Non si tratta di mancanza di generosità (e infatti la curva continua a scaldarsi per le gesta degli alabardati) ma di quel pizzico di determinazione che porta a serrare le fila quando l’avversario avanza, a strappare palloni quando a centrocampo quandi gli ospiti tengono la palla, a giocare meno di fino in area pur di scaraventare il pallone nello specchio. […] Domenica c’è il riposo e poi si riparte a Padova. All’Euganeo sarà un’altra storia.
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Due sconfitte nel breve spazio di quattro giorni fanno rimpiangere anche la pareggite (5 ics nei precedenti 6 turni) di ottobre. È poca cosa, il Pordenone sceso in campo al Mapei Stadium privo di Burrai (squalificato), Stefani, Misuraca, Berrettoni e Gerardi, tutti infortunati. Dei grandi eroi della passata stagione sul rettangolo reggiano c’era così soltanto De Agostini. Oltretutto sacrificato in un ruolo non suo, in una difesa con tre centrali (Parodi e Bassoli gli altri due) e quindi privato della consueta libertà di sgroppare sulla fascia mancina occupata da Nunzella. Troppo poco per una Reggiana fortemente rimareggiata anch’essa, ma rinvigorita dal successo (1-0) ottenuto domenica sul Fano. Colucci ha affidato il centrocampo a Danza e Lulli, con Pellegrini esterno a destra. Per la prima linea ha preferito Raffini a Magnaghi, con Ciurria e Sainz-Maza in appoggio. Anche Eberini ha lasciato in panca a sorpresa Altinier, preferendogli Cianci. Con altro effetto però: è stato proprio l’attaccante in prestito dal Sassuolo a determinare il risultato. […] Colucci inserisce Martignago e Magnaghi per Sainz-Maza e Raffini, cercando di rivitalizzare il ramarro. È la Regia però a passare con Cianci, che devia di testa nel sacco neroverde un perfetto cross di Panizzi. […] Il triplice fischio di un poco attento Maggioni scatena l’entusiasmo dei granata, che con 2 vittorie consecutive lasciano la parte bassa della classifica e puntano nuovamente la zona playoff. Viaggio triste di ritorno dall’Emilia per i ramarri, che domenica affronteranno al Bottecchia il Padova in un match già da dentro o fuori.
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La delusione di Colucci a fine partita in sala stampa sta più nel tono di voce che nei contenuti delle dichiarazioni. «Sì, i ragazzi dovevano fare meglio. Soprattutto quelli che sino a oggi avevano giocato meno. Era l’occasione giusta per dimostrarmi di meritare più spazio. Attenzione: non parlo d’impegno, quello non è assolutamente mancato. Anzi, non manca mai, nemmeno negli allenamenti durante la settimana». Colucci passa quindi a esaminare più dettagliatamente i 95′ con la Regia. «È mancato il guizzo che ti permette di liberarti in area, la giocata finale del singolo nell’uno contro uno. Non puoi arrivare sempre in porta con due o tre passaggi». Certo, con gente come Stefani, Burrai, Misuraca, Berrettoni e Gerardi in campo, sarebbe stata probabilmente un’altra storia. «Forse sì, ma io non mi lamento mai. Se dovessimo basarci solo sui presunti titolari, anziché venire sino a Reggio saremmo andati a fare una gita fuori porta. Invece io ho 24 giocatori in rosa e di volta in volta scelgo gli 11 che ritengo più pronti, visto il lavoro fatto dal gruppo in settimana. Anche per questa gara ho scelto quelli che ritenevo più pronti fra coloro che erano a disposizione. E a quelli scesi in campo non ho nulla da rimproverare. Ripeto: hanno dato tutto quello che avevano». […]
Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) […] Il tecnico del Pordenone non cerca scuse: «Dobbiamo fare di più là davanti – attacca -. Negli ultimi metri ci vuole il guizzo del giocatore: un dribbling, un uno contro uno fatto bene, una sovrapposizione. Da allenatore sei bravo se porti i calciatori lì, vicino alla porta: poi devono pensarci loro». Non si fanno nomi, naturalmente, ma a giocare nel reparto offensivo ieri erano Sainz-Maza, Ciurria e Raffini. «Però – continua Colucci – non posso sempre pensare che manchino Berrettoni o Gerardi. Siamo questi e ai ragazzi devo solo dire grazie per ciò che stanno dando. Molti di loro l’anno scorso lottavano per salvarsi, ora per vincere: non è facile, non è la stessa cosa, gli allenamenti sono più duri e intensi: bisogna avere pazienza, ci vuole tempo». […] L’ultima battuta sul modulo tattico utilizzato e su Stefani. «Ho cambiato per dare una mano a qualche ragazzo che ho visto in difficoltà – spiega -. E il capitano non posso che elogiarlo: ha voluto provare a giocare sino all’ultimo, non ce l’ha fatta. Ha gli attributi, mi piace».Il Pordenone riprende a lavorare oggi e proverà a recuperare Stefani e Misuraca per la sfida col Padova. Rientrano Burrai e Silvestro dalla squalifica.
Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Immaginate la bella Inter di Spalletti in campo senza Skriniar, Borja Valero, Vecino, Icardi e Perisic. Ecco, prima di commentare la seconda sconfitta consecutiva del Pordenone, tenete a mente questo paragone, con le dovute proporzioni. Sì, perché al Mapei stadium i neroverdi – reduci dalla scoppola casalinga con la Triestina – si sono presentati senza Stefani dietro, Burrai e Misuraca in mezzo, Gerardi e Berrettoni davanti. Lo stato di crisi è certificato da un ruolino di marcia che parla di appena 3 punti conquistati nelle ultime 5 partite e una vetta virtualmente già lontanissima, a pochi giorni dal big match sulla carta più duro della stagione col il Padova, però le attenuanti non si possono trascurare. Anche perché, ormai è appurato, i sostituti non sono all’altezza dei titolari.Rivoluzione. Vista la mala parata, l’illustre ex di turno Leonardo Colucci va “all in” e decide di cambiare tutto, a partire dal sistema di gioco. Forse anche scottato dalle ultime, poco convincenti prestazioni, il tecnico neroverde rinuncia pure a Formiconi e Magnaghi, mettendo in campo un inedito 3-4-3: Parodi, Bassoli e De Agostini in difesa, Pellegrini, Danza, Lulli e Nunzella a centrocampo, Ciurria, Raffini e Sainz-Maza in attacco. Così disposto il Pordenone parte bene e nel complesso disputa un buon primo tempo, pur senza creare grandi occasioni da gol, fatta eccezione per un palo “casuale” colpito al 27′ da Maza, che si destreggia sulla sinistra, supera Lombardo e va al cross. La palla è tagliata e per poco non sorprende il pordenonese Narduzzo, salvato dal legno. […] Domenica, per rialzarsi, bisognerà ritrovare qualche “big”, anche rischiando chi non è al top.
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un punto con la prima della classe non è mai da buttare ma alla fine rimane il rimpianto e l’amarezza per due punti perduti. Si poteva e si doveva vincere, ma a questo Vicenza manca ancora forse un po’ di convinzione e sicuramente maggiore rapidità di manovra. Turnover in casa biancorossa, per scelta e per necessità. Confermato il 3-5-2 che ben ha impressionato nella vittoriosa gara di domenica contro la Sambenedettese. In difesa non c’è Crescenzi fermato da un leggero fastidio, al suo posto gioca Magri. A centrocampo out Beruatto, convocato in nazionale Under 20, e De Giorgio, apparso poco a suo agio in in ruolo che evidentemente non sente suo; sulla corsia mancina si rivede Giraudo mentre in mezzo spazio al giovane Bangu. In avanti mister Alberto Colombo schiera l’artiglieria pesante: Comi e Ferrari assieme dal primo minuto. Aria nuova sugli spalti, o per meglio dire in curva Sud. Il buon esito della trattativa per la cessione societaria da Vi.Fin. a Boreas Capital, confermato per altro anche dai diretti interessati, ha avuto gli effetti sperati: sono tornati gli striscioni, le bandiere, i cori e tutto da parte dei tifosi della Sud. In tribuna al fianco di Francesco Pioppi siede Riccardo Ferri, che nel nuovo organigramma dovrebbe ricoprire il ruolo di raccordo tra squadra e dirigenza. […]
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Mestre non ce la fa. Tre punti d’oro per il Padova che piega la resistenza degli arancioneri mai domi, sfruttando al meglio i risultati favorevoli arrivati dagli altri campi per allungare in classifica. A decidere la sfida una doppietta di Guidone che sceglie la partita giusta per rompere il ghiaccio con la maglia biancoscudata. […] Di stampo padovano la formazione del Mestre, che Zironelli schiera con il 3-5-2: spazio agli ex Neto Pereira, Favaro, Zecchin, Perna e Beccaro, al centro dell’attacco c’è Sottovia, nativo di Campodarsego. Parte forte il Padova, pericoloso dopo appena un minuto con un’inzuccata di Cappelletti. Ma gli ospiti non si fanno intimidire e rispondono colpo su colpo, sfruttando soprattutto le corsie esterne. I biancoscudati sono bravi però nel pressing e da un pallone intercettato a metacampo costruiscono lo spunto che porta all’1-0 (8′). Belingheri fa ripartire in velocità Marcandella che penetra dalla sinistra, attende il movimento di Guidone e lo premia con un assist al bacio all’altezza del secondo palo che l’ex Reggiana sfrutta al meglio. Il Mestre non si scompone, anzi. Grazie a un buon fraseggio sulla stretto libera al tiro Beccaro, morbido destro a giro e palla che si stampa sulla traversa. In queste fasi è la truppa di Zironelli a fare la partita, alzando la linea di centrocampist . Un atteggiamento anche rischioso sul piano tattico, che Belingheri quasi punisce involandosi verso Favaro, provvidenziale nel chiudergli lo specchio. Non sbaglia invece Guidone che alla mezz’ora concretizza un tocco delizioso a centro area di Marcandella. Gol molto contestato dagli ospiti per un presunto fallo all’inizio dell’azione dello stesso Marcandella che tra l’altro si era mosso sul filo del fuorigioco. […] Protestano gli ospiti per un contatto in area tra Bindi e Fabbri, l’arbitro assegna l’angolo. Sulla battuta successiva Neto Pereira realizza da sotto misura e rimette in corsa il Mestre. […] Fino all’ultimo minuto il Mestre ci prova, ma i suoi sforzi risultano vani. E il Padova può esultare.
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Il derby nel derby, fra il Padova da una parte e il Mestre dall’altra, infarcito di “ex” (Favaro, Perna e Neto Pereira) e di padovani doc (Beccaro, Zecchin e Sottovia), va ai biancoscudati, nuovamente padroni del girone B, se è vero che il pareggio di Vicenza toglie al Renate il ruolo di capolista, per cederlo alla squadra di Bisoli. Partita vibrante, tesa, incerta sino alla fine, risolta da due gol di Guidone e riaperta dall’ex Neto Pereira a metà ripresa. Il Mestre, caduto dopo 5 risultati utili, conferma tutto ciò che di buono è stato detto, e scritto, sul suo conto. Il Padova, però, ha qualcosina in più. […] La reazione di Perna & C. è eccellente: squadra che prende sempre più campo, muovendosi ad occhi chiusi, con sventagliate da destra a sinistra e viceversa e che ruota efficacemente i suoi attaccanti.I pericoli si fanno concreti per la porta di Bindi, e buon per lui che prima è la traversa a salvarlo su un destro a giro dal limite di Beccaro (12′), poi è sicuro nel bloccare a terra una colpo di testa di Sottovia, su imbeccata di Lavagnoli (13′). La squadra di Zironelli conta su una superiorità numerica evidente a centrocampo (5 contro 3) e gli sganciamenti sulle fasce rappresentano così una costante nelle ripartenze. […] .Nel finale a senso unico, il Mestre sfiora il pareggio con Bonaldi, conclusione alta di un soffio (39′). Comunque è la miglior squadra vista sinora all’Euganeo, per organizzazione, idee e pericolosità. Zironelli ha davvero un bel giocattolo.
Ore 12.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 12.00 – Qui Guizza: lavoro in palestra per Bindi, Pulzetti e Candido.
Ore 11.40 – Qui Guizza: lavoro differenziato per titolari di ieri e riserve.
Ore 11.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento dopo il consueto colloquio con mister Bisoli.
Ore 11.00 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6.5; Madonna 6, Cappelletti 6, Trevisan 6.5, Contessa 6; Mandorlini 6 (Pinzi 6), Serena 6.5 (De Risio 6.5), Belingheri 6.5; Capello 6 (Chinellato sv); Guidone 7.5 (Russo sv), Marcandella 7.5 (Cisco 6.5).
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Ma gli arancioneri non hanno fatto i conti con la “sorpresa” biancoscudata, che dopo 8′ fa saltare tutti i piani: Davide Marcandella, nato (e non è uno scherzo) a Mestrino. Il ragazzo va via a sinistra sull’apertura precisa di Belingheri e poco dopo il limite dell’area piazza un cross al bacio sul secondo palo per Guidone, il quale al volo, in scivolata, infila. Primo gol in campionato per l’ex Reggiana e Parma, per la cronaca a digiuno da 751′. […] Quando il Padova si scuote e si affaccia oltre la linea centrale, per il Mestre sono dolori. Favaro rimedia alla grande su Belingheri, presentatosi davanti a lui (29′), ma nulla può su una nuova incursione vincente di baby Marcandella: il ragazzo si libera di Gritti con una spallata e scappa via lungo l’out di sinistra, vede Guidone al centro e lo serve di precisione: il gigante biancoscudato raddoppia girando a porta vuota (31′). Per uno che non aveva mai segnato sin qui, è già serata da tramandare ai posteri. […] Vince il Padova, salendo in vetta e centrando il settimo successo sul campo. Scavalcato il Renate, domenica si va a Pordenone con due lunghezze di vantaggio e due partite in più rispetto ai “ramarri”. E il Mestre? La miglior squadra vista sinora, per organizzazione, idee e pericolosità. Zironelli ha davvero un bel giocattolo. E parliamo di una “matricola”: questo non è merito da poco.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Il derby nel derby, fra il Padova da una parte e il Mestre dall’altra, infarcito di “ex” (Favaro, Perna e Neto Pereira) e di padovani doc (Beccaro, Zecchin e Sottovia), va ai biancoscudati, nuovamente padroni del girone B, se è vero che il pareggio di Vicenza toglie al Renate il ruolo di capolista, per cederlo alla squadra di Bisoli. Partita vibrante, tesa, incerta sino alla fine, risolta da due gol di Guidone per i padroni di casa e riaperta dall’ex Neto Pereira a metà ripresa. Il Mestre, caduto dopo 5 risultati utili, conferma tutto ciò che di buono è stato detto, e scritto, sul suo conto. Il Padova, però, ha qualcosina in più, soprattutto il carattere trasmesso dal tecnico al gruppo. E con quello si va lontano, anche quando bisogna stringere i denti. Le logiche del turnover – tre partite in una settimana – impongono ai due allenatori di cambiare rispetto a domenica scorsa. Ma se Bisoli, a sorpresa, cala solo tre carte diverse sul tappeto verde, mutando volto al centrocampo (dentro Serena e Mandorlini, fuori De Risio, Pinzi e Pulzetti), con arretramento di Capello sulla trequarti e inserimento del ventenne Marcandella in avanti, Zironelli presenta una formazione radicalmente diversa rispetto a quella che ha superato il Bassano: solo 5 le conferme (Gritti, Perna, Politti, Fabbri e Rubbo), 6 invece le novità. Che cosa produce come conseguenza, questo rimescolamento di uomini? Che la qualità della sfida, prevista ad alti livelli, non viene scalfita, perché tanto Padova che Mestre giocano a viso aperto, decisi a fare bottino pieno.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Ma Guidone non era dato in panchina, se non addirittura in tribuna, per un problema muscolare? «Sì, lo ammetto, ho fatto pretattica e vi ho detto una bugia», ride mister Pierpaolo Bisoli, che dopo aver annunciato i presunti malanni del proprio centravanti alla vigilia della partita, l’ha lanciato dal primo minuto. Ed è stato ripagato con i primi due gol in biancoscuato: «Sono contento per lui, se li merita perché è un ragazzo splendido e, come ho sempre detto, il suo apporto prescinde dai gol. E avevo scommesso che avrebbe segnato una doppietta, perché un giocatore che lavora come lui prima o poi si sblocca». Ma la cosa che più eccita Bisoli e tutta la squadra è il ritrovato primato in classifica: «Non voglio guardare la graduatoria, ma siamo dove vogliamo essere. Da adesso penso al Pordenone, se riusciamo a fare risultato lì, potremmo distanziarli di 5 punti e daremmo un colpo importante al campionato». La vera intuizione del tecnico, però, è stato il rilancio di Marcandella. «Abbiamo fatto un allenamento a porte chiuse per cercare di sorprendere l’avversario. Volevo mettere un trequartista di forza fisica come Capello e quindi avevo bisogno di un giocatore che attaccasse gli esterni. Mi sembrava che Marcandella avesse recepito bene ciò che gli veniva chiesto e ho optato per lui. I due gol sono nati proprio da due azioni provate nella rifinitura». […]
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Dopo quei due gol contro il Rende, a metà agosto, l’avevamo rivisto solo dieci minuti nello sfortunato finale di Teramo. Ritrovarlo titolare ieri sera, contro il Mestre, ha sorpreso tutti. Ma più di ogni altra cosa, è stato lui, Davide Marcandella, a sorprendere l’Euganeo: con i due assist decisivi ha fatto da apriscatole in una delle gare più difficili affrontate sin qui dalla capolista del girone B. Un nuovo capitolo della favola del ragazzo di Mestrino. «L’importante era vincere, chi fa assist e chi segna non è importante», esulta Marcandella dopo il match. «Sono davvero contento, sia per il mio ritorno che per i primi gol di Guidone: il mister dice sempre che non gli interessa più di tanto che siano gli attaccanti ad andare in rete, ma io sono sicuro che per noi non sia la stessa cosa». […] «La fiducia del mister per me è molto importante, poi in campo possono esserci giornate sì, oppure giornate no: stasera è andata bene, dopo i primi minuti ho preso confidenza, e sono soddisfatto della mia gara». […]
Ore 10.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6; Madonna 6, Cappelletti 6.5, Trevisan 6.5, Contessa 6; Mandorlini 6 (Pinzi 6), Serena 6.5 (De Risio 6), Belingheri 6.5; Capello 6 (Chinellato sv); Marcandella 7.5 (Cisco 6); Guidone 8 (Russo sv)
Ore 09.50 – (Gazzettino) Tre punti d’oro per il Padova che all’Euganeo piega la resistenza di un Mestre mai domo e sfrutta al meglio i risultati favorevoli arrivati dagli altri campi per volare in testa alla classifica. A decidere la sfida una doppietta di Guidone che sceglie la partita giusta per rompere il ghiaccio con la maglia biancoscudata. Bisoli sorprende tutti nelle scelte. Guidone, che era in forte dubbio, parte addirittura titolare e fa coppia con Marcandella, al debutto in campionato. Pulzetti va in panchina e alle spalle delle due punte agisce Capello. Resta fuori anche Pinzi: davanti alla difesa agisce Serena. […] È molto intensa anche la ripresa. Il Mestre attacca a pieno organico nel tentativo di riaprire la partita mentre la squadra di casa sfrutta gli spazi per andare a caccia della terza rete sfruttando soprattutto l’ottima vena di Marcandella che al quarta d’ora calcia da posizione favorevole, ma si fa ipnotizzare da Favaro in uscita bassa. Zironelli si gioca la carta Sodinha per alzare il tasso di pericolosità della sua squadra. […] I biancoscudati hanno orgoglio da vendere: prima Belingheri costringe Favaro a un difficile intervento in tuffo, poi il nuovo entrato Cisco semina il panico nell’area mestrina e per un nonnulla non si materializza il gol. Il tecnico di casa rafforza gli ormeggi e passa alla difesa a cinque. Fino all’ultimo il Mestre ci prova con grande generosità, ma i suoi sforzi risultano vani. E il Padova può esultare.
Ore 09.40 – (Gazzettino) Ecco Bisoli, che più volte si è frenato al limite dell’area tecnica, quasi volesse entrare in campo. […] «Abbiamo sofferto un po’ nel finale dato che domenica avevamo speso molto. Era molto importante vincere, questo turno infrasettimanale era insidioso e si è visto dai risultati sorprendenti che ci sono stati. La classifica? Siamo davanti, ma non la guardo. Lascio che lo facciano la società, i miei giocatori e i tifosi. Io penso già al Pordenone. Fare risultato anche lì vorrebbe dire dare un’impronta al campionato: mettere il Pordenone a otto punti non sarebbe male». Guidone si è sbloccato, doppietta per lui. E alla vigilia aveva detto che era a forte rischio. «Per la prima volta ho fatto un po’ di pretattica, scusate (dice rivolgendosi ai cronisti, ndr). Lo sapevo che avrebbe segnato. Lui è un leader per il gruppo anche quando non segna». […]
Ore 09.30 – (Gazzettino) «Una bellissima serata. Meglio di così non potevo sperare». È il ritratto della felicità il presidente Roberto Bonetto, che al triplice fischio ha esultato: «Ho lo spirito come un ragazzino, è stata un’emozione incredibile. Adesso siamo primi in classifica, con due partite in meno rispetto a qualcuna delle inseguitrici. E c’è la soddisfazione per il gioco della squadra che segue le indicazioni dell’allenatore. Siamo in testa, vediamo di restarci il più a lungo possibile. Questo è un bel gruppo, tutti si aiutano in campo. Guidone si è sbloccato, è molto importante. Ora aspettiamo Chinellato». Sui giovani davanti: «Marcandella ha fatto due-tre giocate meravigliose, Cisco ha fatto una cosa che sembrava Ronaldinho». E chiude: «Sono davvero contento, speriamo di proseguire in questa direzione. Il pubblico ha risposto numeroso, ha sostenuto sempre la squadra. Spero che questo calori aumenti sempre di più per raggiungere quell’obiettivo nel quale tutti speriamo». […]
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto): Bindi 6.5; Madonna 6, Cappelletti 6.5, Trevisan 7, Contessa 6; Mandorlini 5.5 (Pinzi 6), Serena 6 (De Risio 6), Belingheri 7; Marcandella 7.5 (Cisco 7); Guidone 8 (Russo sv), Capello 6 (Chinellato sv).
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Se le partite di serie C fossero tutte come Padova-Mestre gli stadi italiani sarebbero sempre pieni. Mancava da ben sedici anni, uno dei derby meno reclamizzati della regione, ma l’attesa è valsa la pena, perché ieri all’Euganeo sono andati in scena 90 minuti da copertina. Il Padova vince 2-1, con la grinta ma anche la bravura del suo allenatore, perché Pierpaolo Bisoli azzecca la mossa – chiave della partita, liberando l’estro e la follia di Marcandella e Cisco. Il primo dall’inizio e la dote sono due assist gioiello per Marco Guidone, che finalmente si sblocca e segna addirittura una doppietta, il secondo nella ripresa con un paio di strappi da urlo. Guidone rompe un digiuno che cominciava a pesare e dimostra di non aver disimparato come si segna. Era sempre andato in doppia cifra nelle ultime cinque stagioni, non poteva essere un caso. I suoi gol lanciano il Padova in vetta alla classifica, visto che il Pordenone perde a Reggio Emilia e in serata il Vicenza blocca al Menti lo scatenato Renate. Ma onore anche al Mestre, che gioca una partita eccellente, colpisce una traversa, offre forse il miglior calcio del girone, ma paga il rischio e l’azzardo allo stesso tempo di una difesa che spesso e volentieri fa il fuorigioco a centrocampo. E che ogni tanto si distrae, offrendo al Padova i varchi in cui infilarsi. Poi c’è l’arbitraggio, certo, una variabile che non si può non conteggiare, visto che il Mestre protesta su entrambi i gol padovani e che reclama pure un rigore.