Bollettino domenicale da Salò: Padova in salute, qualità del gioco in ulteriore crescita, singoli in grado di fare la differenza. Tutto bene, dunque? Fino a un certo punto, nel senso che le cifre raramente mentono. E raccontano che, dopo dieci giornate, Alessandro Capello ha segnato sì ben sei gol, mostrando una presenza costante sottoporta e qualità tecniche sopra la media. Ma anche che Marco Guidone e Matteo Chinellato, in due, hanno all’attivo appena una rete segnata. Dopo dieci giornate disputate. Obiezioni sparse: Guidone fa un gran lavoro per la squadra, apre spazi per i compagni e non gli si può rimproverare nulla sotto il profilo dell’impegno e Chinellato non ha giocato tante partite da titolare. Tutto vero, ma bisogna soltanto mettersi d’accordo. Se si vuole il primo posto, quello che si è visto sinora non basta, quantomeno per quanto riguarda il reparto offensivo, perché il resto della squadra va che è un piacere e Altinier, che a Reggio di problemi da risolvere ne ha eccome, nulla c’entra con questa analisi. Disco verde, dunque, per Capello, tutti rimandati gli altri, includendo Marcandella e Cisco. Era da anni che non si vedeva un Padova dominante, con un gioco spumeggiante e di qualità, fisico e muscolare quanto basta e capace allo stesso tempo di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Allo stesso tempo la partita di ieri, contro una Feralpi messa sotto dal punto di vista del gioco e pure sotto il profilo atletico, ha dimostrato quanto possa fare la differenza una punta capace di buttarla dentro. Basti pensare ad Andrea Ferretti, capace di trasformare in gol l’unica palla, peraltro neppure limpida, ricevuta in dote. Un tiro, un gol, il massimo con il minimo. Il resto lo ha fatto Guerra, che sinora ha segnato con una regolarità impressionante.
Quello che penso è che sia giusto aspettare Chinellato e Guidone, riconoscerne le qualità e insistere fino a quando si potrà su di loro, ma se si vuole vincere il campionato e se le cose non dovessero migliorare, bisognerà pensare a come migliorare il reparto. Gennaio è lontano, ma nemmeno troppo e d’accordo il gioco e il lavoro sporco, ma da che mondo e mondo una punta è lì per segnare, oltre che per far segnare i compagni. Ed è giusto non accontentarsi, stimolando sia i diretti interessati a far meglio, sia la società a considerare la situazione con attenzione, anche perché un’occasione per cercare di tornare in B come quest’anno in un girone assolutamente alla portata difficilmente si ripresenterà. Quindi, visto che la piazza si attende di poter tentare la scalata (il che non significa riuscirci) l’unica cosa che manca ancora per il definitivo salto di qualità sono proprio i gol dei compagni di reparto di Capello. Prendiamo anche Marcandella. Lo ha detto Bisoli stesso che “ogni volta che gli do in settimana la pettorina da titolare, il giovedì o il venerdì ha sempre qualche problemino”. Senza contare che Cisco va a corrente alternata, che è giovane e che comunque va coltivato con pazienza. Ricapitolando: piena fiducia alla società, alla presidenza, all’allenatore e pure ai giocatori, ma allo stesso tempo mai rinunciare allo spirito critico costruttivo che da sempre concorre alla buona riuscita di un progetto.