I biancoscudati si preparano a un incrocio pericoloso domenica prossima a Salò contro tre pezzi di un passato che non si dimentica. E così ecco Michele Serena in panchina, Francesco Dettori ed Emerson in campo per un amarcord alla rovescia dopo il 2-1 che, di fatto, azzerò proprio al «Turina» nel marzo scorso le speranze di promozione diretta in Serie B del Padova, quando il Venezia capolista era ancora a tiro. E in quella squadra, Francesco Dettori, c’era proprio lei… «Quella partita fu la tomba delle nostre aspirazioni di promozione. Andò tutto male, io non giocai e so che molti si sorpresero di quella scelta. Ma certe dinamiche si potevano capire solo dentro lo spogliatoio».
[…]Ha cambiato maglia e per la prima volta ritroverà il Padova da avversario… «Non sono sorpreso che siano primi in classifica, mi aspettavo che a questo punto della stagione i miei ex compagni sarebbero stati fra le prime tre della graduatoria. È una squadra forte e costruita per vincere il campionato o almeno per provarci».
[…]Con Serena come si trova? «Il mister è un uomo schietto e leale, ce ne sono pochi come lui nel mondo del calcio. Apprezzo molto chi dice le cose in faccia». Ha già spiegato perché lasciò il Padova in estate. Fra i motivi, anche l’arrivo di Pulzetti… «Bisogna essere onesti prima di tutto con se stessi. Quando ho visto che il Padova lo aveva acquistato, ho capito che per me non ci sarebbe stato spazio. Cosa c’entra Pulzetti con la Serie C? È il centrocampista più forte della categoria. Poi la Feralpi mi offriva un biennale e a 34 anni bisogna fare delle scelte. Peccato perché a Padova mi hanno voluto bene e io sono stato benissimo. Nessuna rivalsa o vendetta, rimarrà un capitolo meraviglioso della mia carriera». Domenica sarà in campo? «Farò di tutto per esserci, ho saltato le ultime due partite per una distorsione alla caviglia e non sto ancora bene. Sarà strano essere dall’altra parte della barricata».
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)