Duecento volte Manuel Iori. Tante sono le presenze ufficiali totalizzate dal capitano con la maglia del Cittadella, tenendo conto sia della prima esperienza in granata, dal 2006 al 2009, sia di quella attualmente in corso. Peccato soltanto che il regista varesino, a La Spezia, non abbia potuto festeggiare la ricorrenza come desiderava, per via del rigore deviato sul palo da Di Gennaro. Manuel, è riuscito a dormirci sopra in queste notti? «Ni. Diciamo che ci sto ancora pensando». E la conclusione è che l’ha sbagliato lei o è stato eccezionale il portiere? «Lui è stato bravo, ma è chiaro che quando si sbaglia un rigore la colpa è sempre di chi tira. Il portiere, di fronte a una conclusione dagli 11 metri, per certi versi ha solo da guadagnarci. L’avevo angolato bene, il mio errore casomai è stato quello di non guardarlo: credo che lui sia partito in anticipo, avrei dovuto tenerne conto». In spogliatoio sappiamo che ha chiesto scusa ai compagni. «L’ho fatto perché il dispiacere era forte. Avremmo dato continuità alla vittoria nel derby col Venezia, in più meritavamo quei tre punti per quanto fatto nella ripresa. Ne abbiamo lasciati per strada già tanti, in questa stagione, e quel gol ci avrebbe permesso di recuperarne: sull’1-0 a un quarto d’ora dalla fine, dubito che lo Spezia ci avrebbe ripreso».
[…]Sente ancora dolore al costato per la frattura rimediata a Pescara? «Gioco con una protezione e prendo antidolorifici. Per guarire bene sarei dovuto star fermo un mese. Andarci sopra non aiuta, ma è chiaro che si fa quello che si deve fare». Torniamo alle 200 partite. Quali le più belle? «Sono tante quelle da ricordare. Ma è facile: direi la vittoria playoff a Cremona che ci ha dato la prima promozione e la gara con il Pordenone che ci ha permesso di tornare in Serie B due stagioni fa». Ma s’immaginava che ne avrebbe messe in fila tante così con questi colori? «Non lo avrei mai creduto. Fa piacere voltarsi indietro, perché sono traguardi che non tutti raggiungono. Però significa anche che sono passati un bel po’ di anni… Ma io mica voglio fermarmi».
(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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[…]In terra ligure Iori ha raggiunto le 200 presenze con la maglia granata: davanti a lui ci sono Davide Carteri (201), Joachim De Gasperi (224) e Alberto Marchesan, che guida questa speciale graduatoria con 231 presenze. «Avrei voluto festeggiare diversamente questo traguardo, ma non per me stesso quanto per la squadra. C’è rammarico per non aver portato a casa due punti in più, per come si era messa questa partita si poteva vincere. Avevamo la possibilità di dare continuità con un’altra vittoria dopo quella con il Venezia. Sono punti importanti. Ne abbiamo già lasciati altri per strada, cominciano ad essere un po’ troppi». La sua assenza nelle partite con Cremonese e Bari ha coinciso con due sconfitte. Il peso dell’esperienza del capitano si fa sentire in campo, punto di riferimento e stimolo per i compagni. L’interessato però dribbla: «Non sta a me fare queste valutazioni. Non credo neanche che la mia presenza c’entri con questi risultati perchè abbiamo perso altre partite con me presente. Chi ha giocato al mio posto ha fatto bene, non è il singolo a fare la partita, ma il collettivo. Con la Cremonese, e anche in altre partite, se c’era una squadra che doveva vincere era il Cittadella». Il discorso scorre sul suo naturale sostituto, Simone Pasa, ventitreenne di Montebelluna, scuola Inter. «Non mi sento di dargli consigli. Lui è un bravo ragazzo con una intelligenza calcistica notevole. Sa adattarsi molto bene a diversi ruoli, ma credo che adesso si senta più un interno. Potrà diventare il mio erede, ha tutte le potenzialità per farlo, però io ho voglia di continuare a giocare per diversi anni».
[…](Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)