(red. – Oggi ricorre il terzo anniversario della scomparsa di Furio Stella, storico giornalista del “Mattino di Padova” che ci ha lasciati decisamente troppo presto. Vi proponiamo l’articolo pubblicato sull’edizione odierna del quotidiano a firma Stefano Edel, collega che ha avuto il piacere e la fortuna di “viverlo” giornalmente in redazione. E ci uniamo al ricordo di un grande giornalista, ma soprattutto di una grande persona…)
Oggi sono tre anni che Furio Stella non c’è più. Era passata l’una della notte fra il 12 e il 13 ottobre 2014, e all’ospedale di Monselice, dov’era arrivato poche ore prima in condizioni critiche, morì per un arresto cardiocircolatorio. A metà agosto era stato ricoverato a Padova, quando i valori del sangue erano diventati di nuovo allarmanti, vanificando gli effetti positivi del trapianto di midollo a cui si era sottoposto ad Udine e che gli aveva restituito la voglia di continuare a lottare contro la leucemia. Aveva 57 anni, Furio. Il destino crudele ce lo ha portato via troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile. Ogni giorno però, arrivando in redazione, il saluto scaturisce spontaneo quando ne osserviamo il viso, disegnato in modo sublime da un ammiratore e racchiuso in un quadretto appoggiato vicino alle scrivanie della redazione sportiva. La foto che ha dato l’ispirazione è quella che vedete sopra, la mano destra che solleva gli occhiali da sole, lo sguardo che va da destra a sinistra e quell’aria da naïf che esibiva quando era chiamato a dire la sua, su qualsiasi argomento. Parlare di Stella, e ricordarlo, significa automaticamente andare oltre la figura del collega con cui si sono divisi tre decenni di lavoro quotidiano, fianco a fianco, al “mattino di Padova”. Per il sottoscritto era un amico vero, quasi un fratello. Una persona buona, semplice e al tempo stesso straordinariamente originale. Un giornalista arguto, ironico e sferzante, in grado di cogliere sempre il senso della notizia e di svilupparla al meglio. Era stato assunto il 18 giugno 1984, dopo essersi “sciroppato” un bel periodo da collaboratore, la necessaria gavetta prima di mettere piede nella redazione di un giornale, e ne uscì il 31 dicembre 2013, pensionato anticipatamente proprio per quello stato di salute che non poteva più conciliarsi con i ritmi incalzanti del mestiere. Eppure Furio è stato un compagno di viaggio meraviglioso, prodigo di consigli, estroso non solo nella scrittura ma anche nel pensiero. Mai banale, regalava “pillole” di saggezza a cui attingere a piene mani.Non c’era solo lo sport nella sua esistenza. Si era fatto prendere dalla passione per la scienza. Passione travolgente. Gli Ufo e i cerchi di grano, quante volte le ore ci sono volate via con quegli argomenti nei viaggi al seguito del Padova, comprese le due stagioni in Serie A, riconquistata dopo 32 anni di attesa nel 1994.
[…]