Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «Siamo felici perché abbiamo conquistato tre punti d’oro che ad un certo punto parevano sfumati la soddisfazione di Zigoni ma che volevamo fortemente, perché nella gara precedente non meritavamo di perdere in casa contro il Parma. Una vittoria meritata, ottenuta dopo aver rischiato di cadere in un incubo, perché così ci siamo sentiti dopo aver subito il 2-2». In trasferta per il Venezia è arrivata la seconda affermazione, per Zigoni il secondo gol. «La partita si è incanalata subito al meglio con il mio gol, così ci siamo difesi bene come abbiamo sempre fatto in queste prime giornate. All’inizio del secondo tempo abbiamo trovato un 2-0 un po’ fortunoso, ma sia prima sia dopo abbiamo rischiato pochissimo e non c’erano sentori che la Ternana potesse rientrare in partita». Invece l’impensabile è diventato realtà. «Il loro 2-1 è arrivato inaspettato, lì ci siamo fatti prendere un po’ dal panico, abbiamo rimesso in gioco troppo in fretta il pallone dal centrocampo. Palla persa e il 2-2 ci ha tagliato le gambe, sembrava ormai una vittoria buttata ma per fortuna Domizzi ce l’ha regalata all’ultimo corner». […]
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dista tre soli punti la vetta della classifica per un Venezia pazzo ma ancora vincente fuori casa. Tornano i sorrisi sui volti degli arancioneroverdi di Pippo Inzaghi, merito del vorticoso 3-2 ottenuto in casa della Ternana, secondo successo esterno dopo il 2-0 di Bari e i pareggi con (molti) rimpianti di Cesena e Avellino. In totale, quindi, 8 dei 10 punti conquistati finora sono arrivati lontano dal Penzo, campo che si tenterà di riscoprire amico domenica prossima col Carpi. Intanto però il Venezia può godersi il colpaccio del Liberati, messo a segno in pieno recupero con il jolly di capitan Domizzi, capace di cancellare in un istante il disastro di essersi fatti rimontare due gol in mezzo minuto. «Ci siamo ripresi i punti che ci erano sfuggiti ad Avellino e in casa contro il Parma fa quadrare i conti il ds Giorgio Perinetti La nostra attuale classifica è certamente meritata; l’importante è che il Venezia si sia confermato adeguato sul piano della condizione fisica e della mentalità». Il rocambolesco 3-2 in terra umbra ha il sapore dello scampato pericolo. «In quel momento c’era grande rammarico per esserci ritrovati sul 2-2 dopo esser arrivati sul 2-0 ammette Perinetti Ancora una volta abbiamo toccato con mano la Serie B: a differenza della Lega Pro adesso ogni mezzo errore lo paghiamo caro. Questa è la lezione da imparare e lo stiamo facendo». […]
Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) […] «In effetti la Ternana mi porta bene» dice Zigoni al secondo gol stagionale dopo Bari «e dopo l’1-0 di sabato si pensava a una gara più in discesa. Sino all’1-2, giunto in modo inaspettato, non avevamo sofferto, ci siamo difesi bene. Invece ce la siamo complicata, sembrava avessimo buttato via la vittoria: non l’avessimo ottenuta sarebbe stato un peccato. Eravamo in pieno controllo della partita, forse il gol di Montalto era in fuorigioco ma per fortuna siamo riusciti a ottenere i tre punti». L’uno-due in pochi secondi messo a segno dalla Ternana ha tenuto banco al “Liberati”: cosa può essere successo a una squadra rocciosa, robusta, che finora aveva preso due gol in sei partite e subisce lo stesso numero in un minuto? «Forse siamo stati troppo frettolosi nel riprendere il gioco dopo la rete di Montalto» continua Zigoni «abbiamo perso palla ed è arrivato il pareggio. Sono situazioni da migliorare. Al termine non c’era troppa euforia, eravamo contenti ma sappiamo che dobbiamo e possiamo fare di più. Ma i tre punti di Terni valgono oro, specie dopo la sconfitta immeritata contro il Parma».
Ore 19.00 – (Gazzettino) Il direttore generale non ha tanto da sottolineare sulla prestazione del suo Cittadella: «Provato ci abbiamo provato, non siamo riusciti a fare gol, è diverso. I primi venti minuti di partita sono stati a senso unico, abbiamo giocato solo noi e potevamo passare in vantaggio. Così abbiamo fatto anche per tutto il secondo tempo, stazionando sempre nella metà campo dell’Entella. In qualche episodio poi non siamo stati nemmeno fortunati. A livello di temperamento il Cittadella c’è stato. C’è da migliorare e lo sappiamo». Stefano Marchetti non manca di rimarcare una peculiarità del Cittadella di Venturato: «Ci sono anche note positive che non si possono dimenticare. Questa è una squadra che gioca a calcio, sempre e dovunque». Il lavoro paga sempre alla distanza, e l’allenamento aiuta a migliorare anche nella lettura degli episodi salienti, dove ancora pecca il Cittadella. Quando perdi la partita l’errore l’hai commesso, quello di Pezzi che è costato il rigore – alla fine decisivo – è stato evidente. «Non bisognava entrare, lasciare la giocata. L’istinto è stato così, bisogna accettarlo». Il Cittadella poi non ha sfruttato nemmeno uno degli undici calci d’angolo calciati. «Male i tiri dalla bandierina – afferma senza tanti giri di parole il direttore generale granata – Ci siamo allenati sulle palle inattive in settimana, però in partita li abbiamo calciati troppo alti oppure troppo corti. Dobbiamo lavorarci ancora su». […]
Ore 18.30 – (Mattino di Padova) Una rabbia difficile da far sbollire. La sconfitta incassata dalla Virtus Entella sabato pomeriggio, la prima al Tombolato dopo quelle di Frosinone e Novara, in casa Cittadella è dura da mandar giù, per tanti validi motivi. Non l’ha nascosto Roberto Venturato e tantomeno lo fa il d.g. Stefano Marchetti. «Dispiace perdere così. Abbiamo commesso un’ingenuità in occasione del rigore, poi abbiamo provato in tutti i modi a recuperare, ma sarebbe servita la giocata che non è arrivata, in più il loro portiere è stato molto bravo», l’analisi del direttore generale granata. «E comunque nella ripresa non si è giocato più a calcio: ci sono state perdite di tempo continue, avversari che si buttavano a terra come se niente fosse. Questo non dev’essere un alibi, sicuramente ci saremmo potuti comportare meglio, ma certe perdite di tempo sono state irritanti e fastidiose». Sugli episodi-chiave che dice?«Non voglio parlare dei rigori non dati o del retropassaggio a Iacobucci e della punizione in area che non ci è stata assegnata, mi riferisco proprio all’indisponenza generale della direzione di gara. Nella ripresa non ci è stato permesso di giocare, tra ostruzionismo e continue interruzioni. Se fermi la partita 300 volte, per la squadra che attacca diventa tutto più complicato». Detto questo, è anche vero, però, che il Citta è sembrato meno lucido di altre volte e che sotto porta si è vista poca cattiveria.«Il Citta ha disputato una buona partita. Nei primi venti minuti abbiamo creato occasioni soltanto noi ed è mancato solo il gol, il secondo tempo si è giocato ad una porta sola. La nostra è stata una prova gagliarda, tosta, contro una buona Entella, molto chiusa. Io non ho visto una squadra molle. Nei giudizi molto spesso ci si fa influenzare dal risultato, se il gol non arriva, non è detto che la causa sia automaticamente la poca cattiveria al tiro». […]
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una giornata assurda e paradossale quella vissuta da Modena e Mestre, che verso le 17 si sono ritrovate all’interno dello Stadio Braglia. Un’ora e mezza dopo si sarebbe dovuto disputare il match tra emiliani e veneti, ed invece per le note inadempienze economiche del club gialloblù le due squadre non si sono potute affrontare sul manto erboso del Braglia. Vari i motivi, tra cui le porte smontate e la mancanza delle condizioni minime per giocare una partita tra professionisti. All’esterno del Braglia erano presenti circa 300 tifosi gialloblù, che hanno contestato pesantemente la società e amministrazione comunale, effettuando inoltre una sorta di funerale. Per protesta, infatti, 300 tifosi hanno marciato dal «Novi Sad» fino alla sede del Modena portando a spalla una bara simboleggiante il Modena Calcio defunto. Doveva essere una giornata speciale per l’allenatore Mauro Zironelli, di ritorno nella sua Modena da tecnico del Mestre. Invece le porte del Braglia sono rimaste chiuse. E allora una domenica da battaglia è diventata solo una giornata di triste attesa anche per il Mestre: «È capitato a noi da calendario, ma poteva sicuramente capitare ad un’altra squadra – commenta il coach Zironelli -. È la prima volta che assisto di persona ad una vicenda del genere. Dispiace per i giocatori e per lo staff tecnico del Modena che sono dei colleghi. Noi sapevamo di queste difficoltà, ma non avendo avuto comunicazioni ufficiali ci siamo recati al campo dopo aver preparato la partita come sempre. Abbiamo seguito la prassi, aspettando insieme alla terna». […]
Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Sarà 3-0 a tavolino ma in casa arancionera non si gioisce. Nessuno è contento e il primo a parlare è il presidente Stefano Serena che appare sconcertato da tutta la vicenda. «Spiace perchè ne esce sconfitto il calcio da situazioni come queste. Ci sono regole rigide, si possono discutere ma vanno rispettate. Mi spiace anche per il Modena, società gloriosa che meriterebbe molto di più. Ed mi è spiaciuto vedere i tifosi del Modena fuori dal Braglia tristi che cercavano spiegazioni. È stato quasi surreale. Non so se tra i professionisti sia mai successa una cosa del genere, trovarsi in due squadre davanti allo stadio che non aveva nemmeno le porte» Il presidente racconta la vigilia. «L’ultimo comunicato Figc dava la partita al Braglia alle 18.30… Aspetteremo il prossimo comunicato, ma non ci piace fare punti così, noi vorremmo sempre giocarcela. Il Modena è una città che ha una grande storia e grandi tifosi ma si è scritta una brutta pagina di calcio oggi e credo che il Modena non lo meritasse». […]
Ore 17.20 – (La Nuova Venezia) Immaginatevi una giornata già piovosa e musi lunghi che si aggirano come fantasmi davanti a uno stadio con tutti i cancelli chiusi in attesa di capire cosa avverrà, e avrete una pallida idea di quanto successo ieri a Modena. Il Mestre si è presentato puntuale davanti allo stadio dei gialloblù insieme alla squadra avversaria e alla terna arbitrale. Ma si sapeva che non si sarebbe giocato. Non è stata trovata una soluzione all’indisponibilità del “Braglia”, del quale il Modena non ha più l’uso, mentre sta scivolando verso il fallimento. Come da regolamento, le squadre hanno aspettato 45 minuti, l’arbitro ha espletato le formalità rituali e ha mandato tutti a casa. Il 3-0 a tavolino è sicuro, ma sarà ufficializzato nel prossimo comunicato del giudice sportivo per avere la certezza. Ma per il Mestre questa insolita vittoria senza giocare è cosa certa. Il Modena ha diverse centinaia di migliaia di euro di debiti da saldare con lo stadio e non può contare su una ulteriore deroga per un altro stadio. Prima di parlare di esclusione dal campionato, però, bisogna aspettare che il Modena perda a tavolino almeno quattro partite e solo in quel caso verrebbero tolte a tutte le squadre i punti fatti (in campo o in altro modo) contro i modenesi. Al momento il Modena non sembra avere garanzie sufficienti per far fronte ai debiti e nemmeno per chiedere ulteriori deroghe alla Lega. Sembra che all’orizzonte si stia affacciando un possibile compratore pronto a rilevare la società da Caliendo ma ieri contro il Mestre non c’erano stati nemmeno i tempi tecnici per intavolare una trattativa nemmeno con il Comune. […]
Ore 16.50 – (Il Piccolo) Dalle sue fiammate nasce sempre nel tifoso la speranza del gol, sia esso frutto di una giocata solitaria o preludio alla rete sotto forma di assist. Anche nella partita di ieri al Rocco Mensah si è fatto notare più di altri compagni, pur non trovando il bandolo nella matassa ben stesa dalla difesa brianzola. La tristezza per il secondo k.o. consecutivo nella voce dell’attaccante alabardato. «Ci dispiace per la sconfitta di oggi. Abbiamo fatto un primo tempo così così, nell’intervallo l’allenatore ci ha caricati chiedendoci di rientrare in campo dando tutto quello che avevamo. Penso che lo abbiamo fatto, anche se abbiamo preso gol su calcio d’angolo. E’ una situazione che soffriamo anche se la proviamo molto durante gli allenamenti. Fondamentale ora è ripartire in vista della partita di mercoledì, sarà importante cercare di portarla a casa. Dispiace. Sia per questa sconfitta che per quella della settimana scorsa». […] Esterno o seconda punta, differenze o preferenze?«La seconda punta la faccio volentieri, anche se forse faccio più fatica spalle alla porta. Da esterno ho la possibilità di partire in velocità, comunque per me non è un problema. Dove mi mette l’allenatore io gioco, cerco di dare una mano alla squadra».
Ore 16.30 – (Il Piccolo) Una volta ammesso che la sua Triestina ha giocato un primo tempo molto brutto, il messaggio di mister Sannino al termine della sconfitta contro il Renate è categorico: niente giudizi lapidari, siamo appena a inizio stagione, serve tempo e serve equilibrio anche nelle analisi. «Abbiamo lasciato agli avversari un tempo nel quale abbiamo sofferto – esordisce il tecnico alabardato – un primo non da noi, il più brutto da quando sono a Trieste. Nella ripresa abbiamo cercato di fare la partita, poi proprio nel momento in cui abbiamo aumentato la pressione e pensavo si potesse andar a fare male, abbiamo preso il gol. Ma al di là di questo, se il primo tempo è stato brutto, non si può buttare via l’acqua col bambino, non gratificando i ragazzi che sono stati straordinari per voglia e ardore. Lo so, nel calcio un giorno sei bravo e l’altro non capisci niente, una volta sei su e un’altra sei giù: fa parte di questo mondo, ma io devo preservare il lavoro fatto e questi ragazzi». Il campionato è lungo, per Sannino i giudizi frettolosi sono fuori luogo e non si può passare in due giornate dalle stelle alle stalle: «Ci sono 36 partite, noi siamo appena alla quinta. Sarei il primo a bastonare se non vedessi la furia, ma i ragazzi hanno dato l’anima, anche troppo a volte per la voglia di risolvere la partita da soli. È un momento così, da saper vivere nella maniera giusta, rispettando le idee di tutti, ma andando avanti per la nostra strada». […]
Ore 16.10 – (Il Piccolo) Non c’entra il tabù del Rocco, non c’entra la sconfitta di Portogruaro con il Mestre. Ci sono partite che non si possono vincere nemmeno a giocarle per ore. E quella di ieri al Rocco contro il Renate è una di quelle. L’Unione si è scontrata contro un’avversaria che, almeno in questo momento, non è attaccabile. Il Renate è la sorpresa ed è in vetta (aspettando oggi il match del Pordenone) non per caso. Eppure un puniticino di poteva strappare. La Triestina che in precampionato era stata definita come una possibile sorpresa deve fare molta strada per dimostrarlo. Il successo di misura dei lombardi è legittimato da una condotta di gara ordinata, efficace nelle fiammate d’attacco e nelle occasioni da rete costruite (almeno una mezza dozzina). Per contro sul fronte alabardato, a parte un buon avvio di ripresa, si è visto poco (due sole occasioni). E per una squadra che deve dettare i tempi, come in parte era riuscita a fare in alcune occasioni nelle prime giornate e in Coppa Italia, e non subirli diventa un’impresa anche fare un punto in una C che il pubblico del Rocco comincia a conoscere. Non è una passeggiata giocare in terza serie. Specie quando il centrocampo fatica a interdire e impostare sia per la struttura atletica dei suoi interpreti che per l’inferiorità numerica spesso da affrontare. Castiglia prima e Meduri poi, assieme a Porcari non ce l’hanno fatta in questa circostanza a tenere botta a Pavan e soci. Bracaletti e Mensah ai lati hanno cercato di dare una mano ai compagni ma inevitabilmente la manovra d’attacco è stata asfittica. Senza l’apporto degli esterni, cross con il contagocce per Arma e per Pozzebon impacciato nel ruolo di seconda punta. Casella vuota o quasi dunque alla voce tiri nello specchio della porta difesa da Di Gregorio. […]
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La boutique monomarca contro il supermercato del gol, Feralpisalò-Pordenone è anche questo. Due modi diversi di stare nella zone alte della classifica: chi grazie all’exploit del singolo in grado di mantenere l’assurda media di una rete ogni 90 minuti e chi grazie alla forza di un gruppo capace di andare in porta con più giocatori a rotazione. E se da una parte c’è il bomber che fa paura, dall’altra è l’imprevedibilità delle soluzioni l’arma da giocare per disorientare l’avversario. A Salò c’è una dittatura. Nessun revisionismo storico, perché si tratta di un sovrano acclamato dal popolo gardesano e pienamente accettato dai suoi sudditi. Si chiama Simone Guerra e guida la classifica marcatori del girone B di Serie C. Piacentino, ha iniziato la sua carriera in B proprio con la prima squadra della sua città. Una prima stagione da doppia cifra (undici reti) alla Virtus Entella (2011-2012) e tante annate sotto la media realizzativa che ci si attenderebbe da uno come lui. Fino all’anno scorso, quando Guerra con la Feralpi ha messo insieme la sua migliore stagione: tredici gol pesanti e miglior risultato in carriera. Quest’anno ha iniziato ancora meglio, realizzando sei reti (con un rigore all’attivo) in cinque partite. La sua media, quindi, sarebbe anche superiore al gol ogni novanta minuti. Totalizzante e trascinatore, Guerra è l’ancora di salvezza della Feralpisalò. Al momento però la sua media gol non ha garantito i punti sperati, sette nelle prime cinque giornate. […]
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Qui si trovano i leoni era scritto sulle antiche carte geografiche dell’Africa. Nell’Italia del calcio i leoni vivono anche sul Garda. La loro tana è il Turina di Salò nella cui arena questa sera (20.45) la Feralpi attenderà i neroverdi di Colucci. Sarà sfida interessante fra compagini che non nascondono ambizioni di promozione, trascinate da due fra i migliori attacchi del gruppo B: 11 gol fatti dal Pordenone, 7 dalla Feralpi dei quali ben 6 firmati da Guerra. Primato perso, almeno momentaneamente? A Colucci non interessa la classifica. Dice non guardarla nemmeno e che non lo farà sino ad aprile del 2018. Invita i suoi a fare lo stesso. Non solo: esorta pure a dimenticare anche la vittoria di otto giorni fa al Bottecchia sul Teramo (4-2) che aveva permesso al Pordenone di chiudere settembre in testa, da solo, alla classifica del girone B. «Ogni fischio d’inizio spiega Leo apre una nuova storia che i miei ragazzi devono scrivere. Solo con questa concezione potremo trovare la continuità necessaria per arrivare ad aprile in corsa per qualcosa di importante». Colucci non ama fare tabelle, non risponde nemmeno a chi gli chiede se un pareggio a Salò sarebbe accettabile. «I risultati afferma Leo sono strettamente legati alle prestazioni. La squadra deve tenere bene il campo, deve saper soffrire quando c’è da soffrire ed essere pronta a colpire quando si presentano le occasioni per farlo. Se giocheremo così, potremo uscire soddisfatti anche dal Turina». […]
Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Pare intenzionato a confermare la stessa formazione di otto giorni fa al Menti, Michele Serena. Quindi 3-5-2 per l’allenatore mestrino, con Mattia Marchi e Ferretti inizialmente in panchina. Davanti a Caglioni agiranno Ranellucci, Emerson e Paolo Marchi; nel cuore del centrocampo ci saranno Capodaglio supportato da Dettori e Staiti, sulle fasce Vitofrancesco e Martin. Davanti Guerra, capocannoniere del girone con 6 gol, e Jawo. […]
Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) È chiara la missione odierna: riprendersi la vetta. Il Pordenone è partito ieri per Salò con l’obiettivo di tornare in cima alla classifica, dove per ora ha preso residenza lo splendido Renate. […] «Mi aspetto una partita bellissima, molto intensa – ha detto ieri Colucci prima della partenza -. Mi aspetto una partita bellissima e molto intensa, visto che si affrontano due squadre che giocano a viso aperto e che vorranno a tutti i costi fare la partita. La Feralpi? È una formazione organizzata e composta da giocatori importanti – ha continuato -, destinata a occupare il gruppo delle migliori per la vittoria del campionato sino all’ultimo. Temo Guerra, ma anche Marchi, Ferretti e tanti altri». Il Pordenone però andrà al Turina per cercare di dare continuità di risultati e di prestazioni. «Per prima cosa dobbiamo dimenticare il successo col Teramo – ha ricordato Colucci -. Se si gioca in un certo modo le vittorie arrivano e quindi dobbiamo proseguire sulla strada sinora percorsa. La squadra deve tenere bene il campo, saper soffrire quando ci sarà da soffrire e colpire quando ci saranno le occasioni». […]
Ore 14.10 – (Gazzettino) Ecco la disamina di Franco Gabrieli al termine della partita. «Ancora una volta abbiamo sbagliato un rigore, e un’altra occasione a pochi passi dalla porta, e siamo qui a leccarci le ferite per una sconfitta. In realtà ci stava il nostro pareggio perché non siamo stati inferiori al Mantova». «Abbiamo fatto la nostra partita, siamo dispiaciuti per il risultato ma andiamo avanti. Chiaro, però, che quando hai le occasioni, bisogna fare gol. Ai ragazzi non posso rimproverare nulla perché in campo hanno dato tutto e hanno giocato anche bene al cospetto di una formazione con elementi molto esperti. Per, ripeto, bisogna fare gol. Noi riusciamo a creare diverse opportunità sotto porta, l’abbiamo fatto vedere anche nelle partite precedenti, ma ci manca il giocatore che la butta dentro». […]
Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Quarta sconfitta consecutiva, con 0 gol fatti e 8 subiti in totale, per l’Abano in casa del Mantova che ha regolato i neroverdi con un gol per tempo. Ce n’è abbastanza per parlare di crisi: penultimo posto con un solo punto ed alle spalle solo la matricola Ambrosiana ancora a zero. I dirigenti presenti ieri al Martelli sembravano escludere decisioni drastiche sul capo di mister Gabrieli, ma di certo la situazione è tutt’altro che rosea. A guardare il risultato fine a sé stesso sembrerebbe essere stata una gara senza storia, in realtà l’Abano ha pagato in maniera pesante quello che ad oggi sembra essere il suo più grosso limite: fare gol. […] Almeno due, clamorose, le occasioni sciupate dai termali: al 43’del primo tempo, quando Mattia Cecconello a mezzo metro dalla porta spalancata ha colpito il palo, ed al 34’della ripresa quando sul 2-0 Franceschini ha calciato in curva il calcio di rigore che avrebbe potuto ridare un senso al finale di partita.Per il resto i neroverdi non sono nemmeno spiaciuti sul piano della manovra, contro un Mantova determinato a vincere ma per lunghi tratti lento ed incapace di trovare spazi nel 4-5-1 in fase di non possesso che diventava 4-3-3 quando l’Abano si spingeva in avanti.Nel calcio, si sa, vince chi segna ed i biancorossi sono stati più cinici nel capitalizzare le poche occasioni create mentre la squadra di Gabrieli troppe volte ha sbagliato l’ultimo passaggio ed è apparsa molto fragile in fase offensiva.
Ore 13.40 – (Gazzettino) La fortuna aiuta gli audaci, è il sunto del pensiero espresso nel dopo gara da un Michele Florindo ancora provato dal nervoso finale della gara che ha visto i suoi ragazzi accaparrarsi tre punti fondamentali per il proseguo della risalita verso l’alta classifica. «Sapevamo che avremmo affrontato una squadra abile nel metterti in difficoltà e che era anche riuscita a passare in vantaggio, rendendoci il compito ancora più difficile», spiega il tecnico dell’Este. «Bisogna dare atto del grande cuore dei miei ragazzi, che sono stati capaci di ribaltare il risultato, anche aiutati dalla buona sorte, che per la prima volta dall’inizio del torneo ci ha dato una mano, sebbene noi abbiamo avuto il merito di andare a cercare con tutte le nostre forze il successo». […]
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) C’è una linea sottile tra l’orgoglio e la dea bendata. E se ne sta tutto lì il segreto del successo dell’Este sul Cjarlins Muzane, un 2-1 tirato per i capelli nell’ultimo quarto d’ora e propiziato dalla doppietta del (sempre più bomber) Damien Florian, uno che fa il suo e, quando serve, le suona ai compagni. Sotto la pioggia del Nuovo Stadio, però, l’inizio delle due squadre non è dei migliori. […] Proprio gli uomini di mister Lugnan hanno un guizzo con la zuccata di Piscopo sugli sviluppi di un calcio piazzato (pallone a lato), ma è con il rigore concesso agli ospiti per il fallo di Rondon su Episcopo, realizzato dall’ex di turno Filippo Fabbro, che si accende veramente il match. Manco a dirlo, i giallorossi non ci stanno e sfiorano il pareggio al quarto d’ora con un destro dai 30 metri di Rondon, che ci riprova al 64’su punizione, quest’ultima troppo centrale per impensierire Vidizzoni. Un episodio, invece, favorisce l’Este alla mezz’ora, quando Pizzolato viene atterrato a due passi dalla linea di fondo. Dal dischetto Damien Florian non fa una piega e realizza l’1-1. L’Este rischia grosso all’80’, quando Lorello legge male la traiettoria di un corner e Dukic centra la traversa. Poco male: i padroni di casa firmano il 2-1 grazie ad un’azione convulsa, con la palombella del neoentrato Tomasini che colpisce il legno prima di trovare l’assist di Pozza per la testa di Florian. […]
Ore 13.10 – (Gazzettino) C’è poco da imputare a un Campodarsego che ha provato a fare la partita dall’inizio alla fine, con grande generosità. Non è riuscito a far suo nemmeno un punto – che avrebbe meritato – per colpe sue ma anche dell’arbitro Perri di Roma, che non si è certo dimostrato casalingo, anzi. Nell’area del Campodarsego non ha mai avuto dubbi quando c’è stato da fischiare, non è successa la stessa cosa dall’altra parte, con più di un episodio dubbio. Trattenute, giocatori finiti a terra si sono visti più di una volta. Gianfranco Fonti non nasconde la propria amarezza: «Bisogna parlare anche dell’arbitro. Tutti possono sbagliare, dai giocatori agli allenatori, secondo me il direttore di gara è incappato in una giornata storta. Già la gara era difficile di suo per come si era messo il risultato, alla fine abbiamo perso, ma non mi è andata giù l’espulsione di Kabine, un giocatore per noi molto importante. Non ho ravvisato cattiveria nel suo intervento. Ha cercato di arrivare prima del portiere sul pallone, era un’azione di gioco». L’allenatore del Campodarsego, nonostante la sconfitta, apprezza la gara dei suoi: «Avevamo cominciato bene la partita, indirizzandola come volevamo fare. Siamo andati vicini al vantaggio, invece è arrivato l’1-0 loro e il raddoppio subito dopo, in contropiede, la loro arma migliore, sfruttata bene. Sotto di due gol, però, non siamo più stati infilati e abbiamo ricominciato a fare gioco, dominando il campo, e riuscendo a riaprire la partita con una strepitosa azione corale». […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Le ultime partite del Campodarsego contro la Virtus Verona sembrano avere due costanti: la pioggia e i risultati negativi per i padovani. A distanza di pochi mesi dagli sfortunati playoff della stagione 2016/2017 i biancorossi di Fonti incappano in un’altra sconfitta, la prima in assoluto di questo campionato. Resta il rammarico per come è maturata, in virtù della buona partenza generale di questi ultimi. Ma pure di alcune decisioni dubbie da parte dell’arbitro. […] Non sbaglia Goh dall’altra parte, che al termine di un contropiede colpisce magistralmente su un cross di Burato. Tempo due minuti e arriva il raddoppio. Su una respinta maldestra di Caporali l’arbitro assegna il rigore: batte Alba che non sbaglia. […] A dare una boccata d’ossigeno è Kabine in pieno recupero, che triangola con Pietribiasi e sfrutta l’assist di quest’ultimo: dribbling finale e gol che riaccende le speranze dei suoi. […] Molto più precisa la Virtus nel lanciare il contropiede, tanto che cala il tris poco prima della mezzora. Giunge palla a Manarin, che fugge in area e viene atterrato da Colman Castro: altro rigore per i veronesi. Lo esegue magistralmente Danti, chiudendo di fatto la partita. Anche perché poco dopo viene espulso Kabine per un intervento sul portiere avversario, a cui fa seguito la reazione non molto composta di Frinzi. E in un terreno reso particolarmente pesante dalla pioggia battente, il risultato non cambia. Il Campodarsego resta così a bocca asciutta, mentre la Virtus sale a 12 punti e si allontana con le altre del gruppo di testa.
Ore 12.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 12.10 – Qui Guizza: allenamento defaticante per i titolari di ieri. A parte Tabanelli, lavoro in palestra per Mandorlini.
Ore 11.50 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo da quasi un’ora per l’allenamento.
Ore 11.30 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6; Madonna 6.5, Cappelletti 6, Russo 6.5, Trevisan 7 (Zivkov sv); Pulzetti 6.5, Pinzi 6, Belingheri 7 (De Risio sv); Candido 7 (Serena sv); Capello 6 (Chinellato 6), Guidone 6.5 (Cisco 6).
Ore 11.20 – (Gazzettino) Il Padova di Bisoli gioca, vince e diverte di fronte a un Santarcangelo che alle prime difficoltà è completamente evaporato, confermando tutti i suoi limiti attuali. Tre i gol realizzati dai biancoscudati, ma potevano anche essere il doppio viste le tante occasioni create. Premiata la scelta dell’allenatore di puntare su Candido trequartista arretrando Belingheri sulla linea dei centrocampisti. A beneficiarne è stato il tasso qualitativo della squadra, decisamente lievitato verso l’alto. E la superiorità è stata schiacciante. Solo in avvio il Santarcangelo ha giocato senza timori. Decisiva in queste fasi una chiusura difensiva di Russo. Poi è stato il Padova a prendere in mano l’inerzia della gara. I biancoscudati hanno cercato da subito di dare fluidità e ritmo all’azione offensiva. Meglio la spinta sulla corsia di destra dove Pulzetti si è reso protagonista di due accelerazioni palla al piede che hanno strappato gli applausi dell’Euganeo. Meno incisiva, almeno inizialmente, l’azione sulla catena di sinistra dove agivano per la prima volta Trevisan e Belingheri che hanno faticato un po’ a trovare la sintonia nei movimenti. […] Ma non c’è tempo per gioire. Mercoledì si torna di nuovo in campo: a Ravenna i biancoscudati vogliono centrare la terza vittoria di fila.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Sull’arretramento a centrocampo di Belingheri. «È stato possibile perché dietro c’era uno come Trevisan, e mi sembra che l’apporto sia stato notevole. Poi è chiaro che non si può fare in tutte le partite». Pinzi in campo per novanta minuti, possibile che rifiati a Ravenna? «Ha fatto zero fatica, perché lui ha un cervello sopra alla media e gioca con il radar, e i suoi scatti sono mirati. Lo tengo in campo perché dà grande equilibrio. Invece chi ha speso un po’ di più è stato Trevisan: alla fine del primo tempo mi aveva detto di sentire le gambe un po’ affaticate, gli ho chiesto di restare in campo un altro po’ fino a quando chiudevamo la partita». […] È il turno di Trevisan: «Sono contento per il mio gol, ma era più importante dare continuità ai risultati. Contava vincere davanti al nostro pubblico e non prendere gol». Un flash di Belingheri: «Ho sempre giocato in quella posizione in passato. Il gol? L’importante era conquistare i tre punti, non importa chi segna. Ora pensiamo a Ravenna, sarà una gara difficile».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Una vittoria importante per andare con lo spirito giusto a Ravenna. I ragazzi sono carichi, vedo che c’è l’humus giusto». È soddisfatto il presidente Roberto Bonetto per la prestazione, e per i tre punti, dei biancoscudati. «Ho visto un centrocampo strepitoso, i difensori hanno lavorato un po’ meno, ma hanno fatto il loro, e in attacco hanno fatto bene. Ho visto una gran bella squadra, mi sono divertito. Speriamo di risalire presto nelle zone alte della classifica». […] Ecco Bisoli: «La cosa che più mi è piaciuta è che fino al novantesimo la squadra ha sempre pressato gli avversari, questa è la mentalità che voglio». Mandorlini? «Un affaticamento muscolare dovuto al fatto che facciamo allenamenti ad alta intensità, per cui queste sono cose da mettere in preventivo. Ma credo che sia lui e sia Contessa ci saranno mercoledì».
Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “A passo di carica, aspettando i gol degli attaccanti”) Guardando la classifica, sono in molti a chiedersi: ma allora il Renate, che ha travolto il Padova nella giornata d’esordio, rifilandogli tre gol, è davvero la sorpresa della Serie C, in grado di arrivare sino in fondo? Ci andremmo piano, pur riconoscendo ai lombardi, che hanno vinto 5 partite su 6 (una in più dei biancoscudati) e sono a 15 punti, di non essere affatto una meteora. Ci andremmo piano perché l’esperienza insegna che i campionati si decidono a primavera, non in autunno. Tuttavia, se la squadra di Bisoli ha perso l’unica volta contro l’attuale capolista (anche se stasera potrebbe esserci ancora il Pordenone in vetta), qualche attenuante ci sta, a cominciare dalla mentalità con cui si è affrontata la categoria da parte di giocatori scesi dalla Serie B con un pizzico (inconscio?) di presunzione. […] Il Padova, dopo quella caduta, non ha più sbagliato: neppure il derby con il Vicenza, che strameritava di vincere. Ora i “cugini” sono appena una lunghezza sopra, il ricongiungimento è quasi compiuto. Bravo il mister e bravi i biancoscudati, che hanno fatto tesoro della lezione ricevuta all’esordio. Crescita convincente, ma permetteteci di esprimere un augurio: che l’attacco si sblocchi, e in fretta. Dei gol di Guidone, Chinellato e Capello c’è bisogno, non sempre si può sperare su difensori e centrocampisti.
Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6; Madonna 7, Cappelletti 6.5, Russo 6.5, Trevisan 7 (Zivkov sv); Pulzetti 7, Pinzi 6, Belingheri 7 (De Risio sv); Candido 7.5 (Serena sv); Guidone 6 (Cisco 6.5), Capello 6.5 (Chinellato 6).
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) E proprio Trevor, uno dei più in vena, ha sbloccato il risultato dopo un quarto d’ora: punizione fischiata, su segnalazione dell’assistente sotto la Tribuna Est, Maninetti (perché l’arbitro non aveva visto nulla), per una trattenuta su Pulzetti. Quasi dalla linea dell’out, sulla destra, ha calciato Candido, mettendo il pallone sul primo palo, dove Trevisan è stato il più lesto a girare di testa alle spalle di Bastianoni. Per gli amanti delle statistiche, l’ultimo suo gol in biancoscudato risaliva alla sconfitta per 3-1 in Serie B, il 28 settembre 2013, al “Braglia” contro il Modena, il punto della bandiera che non salvò Marcolin dall’esonero. […] Compito assolto molto bene, dunque, e le prospettive si fanno interessanti. A Ravenna – corsaro a Fano – ci sarà da soffrire, ma questo Padova sta migliorando di partita in partita. La continuità tanto invocata ora c’è. L’augurio è di non smarrirla per strada.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) […] Si doveva vincere, e si è vinto. Senza troppa fatica, realizzando due reti alla stessa maniera, sfruttando i maggiori centimetri della rosa di Bisoli, su palloni scodellati sotto la porta avversaria da destra. Terzo successo in cinque gare (sebbene si sia virata la boa della sesta giornata), a conferma di una crescita complessiva che è nei fatti, come concretezza all’interno dei 16 metri e come cifra tecnica complessiva. Il Padova sta carburando secondo gli auspici del suo allenatore, sfrutta molto bene i cross dalle fasce e dimostra di essere sul pezzo, ovvero concentrato su ciò che deve fare, per attestarsi in una posizione più consona alle qualità che si ritrova e alle ambizioni sbandierate dalla società. Adesso bisogna insistere, la vetta è ancora distante, ma se questa è la progressione di Pulzetti & C., a novembre, come promesso dal mister, potremmo trovarci davvero sul podio. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il gioco sulle fasce? Tutte le squadre cercano di creare la superiorità numerica sull’esterno, quando noi ci riusciamo siamo in grado di sviluppare un buon gioco e far male agli avversari». […] Quindi, il tecnico si sofferma anche su qualche giocatore in particolare: «Perché non ho fatto rifiatare Pinzi? Perché non ha fatto fatica. Lui ha un cervello calcistico superiore alla media, gioca con un radar e questo gli permette di non affaticarsi troppo. Tanti singoli si sono esaltati, compreso Cisco, che è un patrimonio della società. Ha grandi qualità, non bisogna caricarlo di responsabilità né togliergli la pazzia che possiede. Per mercoledì spero di recuperare sia Contessa che Mandorlini. Entrambi accusano un affaticamento muscolare dovuto all’intensità degli allenamenti». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] «La cosa che mi è piaciuta di più è stata la mentalità della squadra», le parole del mister. «Fino all’ultimo abbiamo pressato su tutte le palle, nonostante l’ampio margine di vantaggio, e questo deve essere lo spirito con cui continuare. Abbiamo messo in mostra un calcio propositivo e a tratti anche divertente».Il merito va anche ad una formazione più spregiudicata del solito, con l’arretramento di Belingheri in mediana e l’inserimento di Candido dietro le punte. Com’è nato questo cambiamento?«È una formula che ci siamo potuti permettere grazie allo spostamento di Trevisan come terzino, che ha potuto coprire bene le spalle a Belingheri. Se scendi in campo con due terzini più offensivi, è logico che ti devi coprire maggiormente a centrocampo.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A siglare la seconda rete di giornata, invece, Luca Belingheri: «Negli ultimi tre anni avevo sempre giocato mezz’ala, sapevo benissimo che mi sarei trovato bene», l’ammissione del centrocampista arrivato dalla Cremonese. «E se sono stato più pericoloso rispetto a quando gioco da trequartista, forse è stato perché, partendo da lontano, sono meno marcato dagli avversari: il mister sa che posso rendere bene a centrocampo, ma quando servo a trequarti lo faccio senza problemi. L’importante è vincere, ho segnato io, ma spero che presto si sblocchino anche gli attaccanti. A cominciare da mercoledì a Ravenna: ci aspetta una gara difficile, dobbiamo recuperare in fretta le forze e rimetterci in sesto per allungare la nostra striscia di risultati positivi».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) […] «Era dai tempi di Varese che non giocavo terzino, ed effettivamente sono rimasto abbastanza bloccato, facendo quasi il centrale aggiunto», le parole di Trevor Trevisan, autore della prima rete. «Il mio gol è stato merito della gran palla calciata da Candido, io sono stato bravo e fortunato ad anticipare difensore e portiere: non avevo un bellissimo ricordo del mio ultimo gol col Padova, una rete inutile in un 3-1 a Modena, è stato bello tornare a segnare. Un vantaggio importante, per fortuna arrivato quasi subito, perché siamo riusciti a mettere la gara in discesa. Dobbiamo continuare su questa strada, ma non possiamo montarci la testa: il campionato è ancora lunghissimo». […]