«Sofferenza, tanta lotta, poca bellezza ma tanta praticità: credo che molte gare quest’anno saranno così», le sensazioni del portiere Giacomo Bindi, all’indomani del blitz nelle Marche. «Non si sarà visto un gioco bellissimo, ma queste sono le partite di carattere, quelle che ti fanno dire di esserti sudato la maglia: a San Benedetto ha vinto la squadra che sino alla fine è rimasta più concentrata, e non ha mollato». Quali sono state le indicazioni maggiormente positive del Padova di domenica?«C’era da soffrire per portare a casa i tre punti, e il gruppo ha risposto bene. L’anno scorso c’ero rimasto molto male per come avevamo perso, perché una reazione non c’era stata, ci avevano sovrastato su tutti i fronti. In settimana quella sensazione era ancora ben presente in noi, reduci dello scorso anno, e l’abbiamo trasmessa a quelli che non c’erano: avevamo messo in allerta la squadra, dalla trasferta nelle Marche volevamo tornare con i punti». Un segnale importante anche dalla difesa: zero gol subìti tra Vicenza e Samb. «L’avevo detto un po’ di tempo fa: anche se nelle prime due gare avevamo incassato 4 gol, non ero preoccupato per la tenuta difensiva, prima o poi sarebbe migliorata visti i giocatori che abbiamo. In questo momento è più importante la ricerca dell’identità di squadra, e in questo senso la vera linfa vitale che fa girare il sistema sono i gol fatti».
[…]E dire che tutto rischiava di essere vanificato da quel suo errore, nel primo tempo… «Purtroppo è stato un errore tecnico, invece di stoppare la palla ho provato a passarla di prima, e complice il brutto terreno di gioco non è andata dove volevo. Per fortuna l’errore non c’è se si riesce a rimediare: è andata bene». Come cambia, adesso, la vostra stagione? «San Benedetto dev’essere un trampolino, se non succede ci rimangiamo tutto quello che abbiamo fatto finora. La prossima settimana abbiamo tre gare, e la possibilità di capire di che pasta siamo fatti. Una squadra è forte se alle prestazioni accompagna i risultati, se naviga bene. Se non lo fa, rimane solo una squadra che galleggia».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)