Domenica 27, Assocalciatori permettendo, si parte. Con un’idea fissa: vincere il campionato. Lo dice senza mezzi termini, Roberto Bonetto.
[…]Presidente, l’attesa è finita. Si gioca, anzi si dovrebbe giocare. Lo sciopero si allontana…«Non si può dire che tutto stia funzionando al meglio, anche se l’apertura di Tavecchio (Figc, ndr) a Tommasi (il numero uno dei calciatori) delle ultime ore sembra scongiurare il pericolo di un rinvio della partenza del torneo».
[…]Veniamo a voi. Il Padova dei Bonetto non fa mistero di puntare al bersaglio grosso, la Serie B. Con che spirito vi apprestate ad affrontare quest’anno fondamentale? «Con grande responsabilità. Ci siamo presi un impegno molto importante e oneroso di fronte alla piazza, portare il più presto possibile il Biancoscudo tra i cadetti. È un’annata decisiva, per cui non abbiamo fatto scommesse: l’allenatore è di spessore, un grande professionista, che ha calcato palcoscenici prestigiosi. Ci sono stati diversi cambi nella rosa, in funzione delle esigenze del sistema di gioco praticato dal mister. Se ne sono andati elementi, anzi uomini con la “U” maiuscola, come Neto ed Emerson, sono arrivati giocatori di un certo spessore. La squadra è competitiva, non saremo le “corazzate” Venezia e Parma del recente passato, ma, checché se ne dica, partiamo per vincere. E salire di categoria». Una sola obiezione sull’allestimento della rosa: perché lasciare andar via Altinier, bomber da 31 gol in due anni, e per giunta ad una concorrente diretta? «Può darsi che qualche suo collega vada a Reggio Emilia a porre la stessa domanda al presidente della Reggiana: perché la cessione di Guidone, che negli ultimi anni una cinquantina di reti le ha realizzate? A Bisoli non interessa il centravanti da 20 gol, bensì la squadra che gira. La figura del singolo passa in seconda linea rispetto al gruppo. Abbiamo seguito le indicazioni del tecnico, è una scelta che è stata compiuta in funzione dell’obiettivo che ci siamo prefissati. Con Cristian ho un ottimo rapporto, e tale resta. Certo, mi dispiace che ci abbia lasciato, ma il calcio è questo. La maglia resta, presidenti, allenatori e giocatori cambiano: facciamocene tutti una ragione».
[…]Capitolo abbonamenti: siete vicini a quota 2.500. Soddisfatto?«Faremo sicuramente meglio dell’anno scorso come numeri, non come ricavo netto, per via degli sconti applicati. Chiediamo più gente allo stadio e lancio un ulteriore appello ai padovani: abbonatevi, perché se vogliamo essere importanti, dobbiamo essere ancora più numerosi. Sin qui comunque sono contento della risposta dei tifosi». Questione Euganeo: che cosa potete fare nei confronti dell’amministrazione comunale?«Ho avuto un incontro con il nuovo sindaco Giordani un mesetto fa. Siamo d’accordo che ci risentiremo a fine settembre. Come proprietà del Calcio Padova, possiamo esercitare un po’ di pressione perché si trovi una soluzione. Il mio vecchio progetto è sempre lì, a disposizione, anche se qualcuno mi ha fatto passare per un “cazzaro”, cosa che non sono. Curva a bordocampo? Se non partono i lavori al Colbachini, l’impianto dell’atletica, non possiamo pensare di mettere una curva semimovibile sulla pista dell’Euganeo. Stadio che ha i suoi limiti, però dialogare con le amministrazioni non è facile. Io dico solo che dobbiamo metterci in testa che gli stadi si possono fare, ma l’investitore deve avere un ritorno». Ha parlato di un possibile nuovo socio all’orizzonte. In tribuna, in occasione dell’amichevole con la Lucchese, c’era vicino a lei l’emissario di un imprenditore che pare proprio interessato al Padova. A che punto siamo? «C’è una trattativa importante in corso. Anche in questo caso andremo a fine settembre. L’unica anticipazione che posso fare è che non parliamo di padovani nè di veneti. Ma il nome è davvero grosso. Se andrà tutto a buon fine, noi Bonetto resteremo in maggioranza, ma chi arriverà acquisirà una quota di peso consistente».
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)