Queste le dichiarazioni di Trevor Trevisan nel giorno della sua presentazione ufficiale come nuovo giocatore del Calcio Padova: “Ammetto di aver fatto degli errori in passato – spiega – ma ho avuto la fortuna di conoscere la donna giusta, di sposarmi e di sistemarmi. Io vivo a Padova, sono pronto a rimettermi in gioco. Dal punto di vista personale sono contento e molto soddisfatto di questa scelta. Ringrazio Bisoli per le belle parole, i gol che arriveranno saranno qualcosa di più. C’è sempre stato il desiderio di poter tornare, so benissimo che il Padova in cui c’ero io non ha rispettato tutte le premesse e gli investimenti fatti dalla società precedente. Da parte mia c’è la consapevolezza e la responsabilità di vestire questa maglia, so bene l’importanza di avere lo scudo sul petto visto che sono stato anche capitano con questi colori. Il direttore Zamuner è stato mio procuratore da quando aveva 17 anni, la volontà era quella di ripagare la fiducia della nuova società e il fatto che mi sia stata data questa seconda chance. Mio figlio Achille è nato due mesi fa, l’ho conosciuta mia moglie quando ero a Salerno. A Padova tengo a precisare che sono andato via non per mia volontà ma per grossissimi problemi con la vecchia proprietà (Penocchio ndr). Abbiamo l’obbligo morale di riportare questi colori in Serie B. Da Salerno era complicato tornare, ma grazie agli aerei è stato meno complicato del previsto. Avendo una proprietà padovana adesso si sente molto l’attaccamento a questi colori. Avendo un presidente della città, si sente l’orgoglio e si respira la voglia di fare bene. Erano altri anni, l’economia era tutta diversa, adesso si fanno le cose in modo molto oculato. Quando sono andato via io non pensavo che sarebbe finita così, fino al 31 dicembre Cestaro era il presidente, poi la situazione cambiò. Con l’inizio di febbraio si vedeva un fuggi fuggi di diverse persone, a livello amministrativo non rispettarono gli accordi presi si cominciava a capire che sarebbe andata così. A Varese ricordo che sbagliai servendo Vantaggiato, perché per me fu uno shock cambiare maglia dopo tanto tempo. Ho vissuto molto male la situazione, vivo a Padova da 6-7 anni e vivo Padova come fosse casa mia. Vedere e sentire certe cose fa sempre male”