Il direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti, una decina di giorni fa, era stato chiaro: «Dopo Ferragosto farò le ultime valutazioni, in base anche alle partite di Coppa, e decideremo come muoverci nella parte finale del mercato». Se il metro fosse soprattutto la gara di Bologna, la squadra non dovrebbe essere toccata, considerate anche le tante assenze per infortunio. Sarà così o dobbiamo aspettarci sorprese?«Per me la squadra è fatta», ribadisce il d.g. granata. «Passerò alla finestra i giorni che ci separano dal 31 agosto. La rosa è completa, non ho bisogno di fare nulla, ma ovviamente vedrò come si evolve il mercato. Questa squadra al momento ha tutti gli elementi per essere completa e competitiva».
[…]Caso Kouamé: siete preoccupati per un’eventuale sua squalifica?«No, siamo tranquillissimi. Non c’è niente su di lui, perché non ha fatto nulla. Anche il ragazzo è sereno e deve solo pensare al calcio. Ora deve stare lontano dai riflettori e concentrarsi sul pallone. Perché, se crescerà come promette, potrà fare cose molto importanti e attirare l’attenzione di grandi squadre». Il Citta, invece, al momento non può proprio stare lontano dai riflettori. Il blitz di Bologna vi ha lanciato sulla ribalta nazionale. Onere od onore? «Ormai non siamo più una sorpresa, ma una certezza. Ci gratifica il fatto che questa società sia vista come modello di solidità e serietà. È un aspetto che ci porta ancora più responsabilità, ma siamo pronti a prendercele. Vogliamo crescere, ma senza perdere la nostra umiltà. A Bologna ho visto un Cittadella capace di seguire l’allenatore, essere cinico e in grado di sacrificarsi. È stata una vittoria entusiasmante, ma che dev’essere letta nel modo giusto, visto che è pur sempre una gara d’estate, condizionata dai carichi di lavoro. Non dimentichiamoci che la settimana precedente l’Albinoleffe ci aveva fatto soffrire. Per questo mi auguro che la squadra continui con questo atteggiamento e resti con i piedi per terra. Se saprà farlo, potrà togliersi belle soddisfazioni». La prossima Serie B sarà uno dei campionati più difficili degli ultimi anni? «A leggere il blasone delle piazze, direi di sì. Ma poi conta il campo, non la carta, e ci saranno sempre sorprese e delusioni».
(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)