Impressioni di inizio agosto. Se i gironi saranno quelli dello scorso anno, senza Alessandria, Pisa o Trapani, il Padova può giocarsi senza problemi le proprie carte per il primo posto. Le rivali più accreditate ad oggi sono Reggiana e Feralpisalò, il Pordenone ha perso tutti i migliori tranne Burrai e Misuraca e perderà anche Suciu, ha cambiato allenatore e l’eredità di Tedino sarà piuttosto pesante da raccogliere. Il Vicenza, se riuscirà a completare centrocampo e attacco, darà fastidio a tutti ma difficilmente lotterà per il primo posto perché cambierà (comunque andranno le cose) almeno 9/11 della formazione titolare. Se, al contrario, la politica pallonara dovesse spostare l’Alessandria nel girone B ecco che la corsa promozione avrebbe subito una grande favorita. Il Padova come sta? Bene, anzi benissimo in panchina (finalmente un allenatore capace di spostare gli equilibri), mentre tante cessioni hanno disorientato i tifosi. Proviamo a fare chiarezza: l’intenzione chiara è stata quella di svecchiare la squadra. Via Neto (38 anni e mezzo), Alfageme (33), Dettori (34), Altinier (34) ed Emerson (37), dentro Capello (20), Candido (25), Pulzetti (32), Guidone (31) e Tabanelli (27). Quanto a Favalli (25), c’era poco da fare: il giocatore voleva la B e ha rifiutato tre offerte di rinnovo, unico appunto le dichiarazioni stucchevoli fatte sulla presunta volontà di rimanere quando già si sapeva della sua scelta di andarsene per tentare (ambizione del tutto legittima) l’avventura in B. Francamente se le poteva risparmiare. Nello scambio Pulzetti-Dettori il curriculum dice che sicuramente il Padova non ci ha perso, Tabanelli se sta bene (lo sottolineo…) è un top per la categoria. Si è puntato poi tutto su Bisoli, anche se al momento per vincere il campionato l’impressione è che manchi ancora qualcosa, soprattutto come caratteristiche tecniche, in difesa, ancor più che in attacco. Nel dettaglio: serve un esterno sinistro, un centrale difensivo che sappia impostare (il sacrificato quasi certamente sarà Sbraga) e secondo me anche una seconda punta tecnica che sappia saltare l’uomo. Soltanto se arriveranno tutte queste pedine il Padova partirà con i favori del pronostico , altrimenti bisognerà lottare col coltello fra i denti, più o meno allo stesso livello di Reggiana e Feralpisalò.
Un capitolo a parte meritano Dettori e Altinier. La società ha scelto di non rinnovare i loro contratti e le motivazioni del divorzio sono molteplici. C’è soprattutto una questione di età, ma non solo: dietro le quinte incomprensioni, volontà di svecchiare l’organico, rabbia della società per il finale della passata stagione tutt’altro che positivo, sensazione di entrambi di non essere ritenuti importanti, volontà dei diretti interessati di avere un contratto biennale, caratteristiche volute da Bisoli diverse da quelle di chi lascia. Qualcuno dice che l’attacco del Padova si sia indebolito: numericamente parlando direi proprio di no. Se ne sono andati Altinier (14 gol), Neto Pereira (4) e Alfageme (3), sono arrivati Guidone (8+3 ai playoff), Chinellato (10), Capello (8) e Candido (4). Il rischio maggiore è nello scambio Guidone -Altinier, ma in questo caso anche Bisoli ha avuto il suo peso. Il neo allenatore vuole giocatori da battaglia, di corsa e con l’elmetto. Né Dettori né Altinier (che a parere di chi scrive hanno sempre onorato la maglia) lo sono e questo ha avuto il suo peso nella decisione finale. Come sa perfettamente chi ci legge, stravedo per Il Duca e, lo ammetto, la sua partenza mi lascia l’amaro in bocca anche se comprendo le motivazioni della società. Difficile trovare attaccanti come lui, difficile trovare chi segna così tanto in queste categorie. Menichini lo voleva a Reggio già a gennaio e adesso lo avrà. Non resta che aspettare per capire chi ci avrà visto giusto fra Magalini e Zamuner. Lo sapremo solo più avanti. Un’ultima considerazione: Padova-Seregno e Padova-Rende, a distanza di 12 mesi c’è un solco più profondo di quello che si potrebbe pensare. Domenica scorsa si è vinto, lo scorso anno si perse ai rigori. E a segnare una magnifica doppietta è stato un certo Davide Marcandella: che per Brevi non era neppure degno di giocare un minuto di partita. A qualcuno pare poco, a me pare moltissimo. Trovate voi le differenze…