Per Padova e Cittadella sponsor classici anche quest’anno: in serie A e in Premier invece è la fiera del gambling

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Sponsor confermati per Padova e Cittadella anche per il prossimo anno: il bacino di Lega Pro non porta nomi altisonanti sulle maglie, ed allora anche per il prossimo anno si profilano scritte di realtà locali sulle maglie di biancoscudati e granata. Le squadre più blasonate come il Milan, la Juventus e la Lazio hanno da anni sulle maglie gli indirizzi web di casa di casinò e scommesse online. Una tradizione commerciale relativamente nuova per il campionato della serie A che invece ha radici più profonde per la Premier League che ogni anno introita milioni di sterline dai grandi bookmakers online che sono diventati globali grazie a internet.

Il grande ciclone delle sponsorizzazioni delle case di gambling è stata iniziata undici anni fa dalla compagnia britannica Mansion, titolare tra gli altri del noto sito casino.com che aprì le danze con la sponsorizzazione di Tottenham. Era il 2006 e sulla cosa annunciò addirittura contromosse il governo, sepolto poi da molta ironia britannica, come racconta il giornale Telegraph. La cosa funziona, con sponsorizzazioni che in media superano i 30 milioni di sterline, e che vedono la società britannica con sede a Gibilterra sponsorizzare per il 2017/18 le squadre del Crystal Palace e Bournemouth.

La sponsorizzazione delle maglie compie quest’anno 35 anni. Fino alla stagione 1981/82 infatti le maglie delle squadre di calcio infatti erano intonse: al massimo potevano riportare il logo dello sponsor tecnico. Fu una vera e propria rivoluzione, anche di costume: tutti infatti ricordano i primi loghi sulle maglie, con anche un po’ di nostalgia per un tempo ancora un po’ naif. Il Vicenza, per esempio, che divenne Lanerossi Vicenza e portò sulla maglia la “R” del lanificio per quasi 40 anni. O l’Udinese, il cui presidente Sanson mise sui pantaloncini della squadra il nome della sua azienda di gelati, ritenendo che i pantaloncini non facessero parte della divisa da gioco, al contrario invece delle maglie. Indimenticabile per il Padova la prima stagione di serie A con la sponsorizzazione “Vera” scritto in azzurro mentre il Cittadella ha praticamente sempre avuto sulla maglia il logo della famiglia Gabrielli, che dalla terza categoria ha fatto scalare ai granata tutti gli scalini del calcio professionistico, fallendo quest’anno la clamorosa impresa riuscita invece al Benevento.

Qualche dubbio, ciclicamente, arriva quando sulle maglie compaiono sexy shop e pompe funebri. Non in serie B o in A, ma nelle serie minori. Circostanza che fa rimanere la sponsorizzazione dell’impresa di pompe funebri di turno circoscritta alle cronache locali. Ma effetto mediatico a parte, la iella, si sa, non conosce confini. Perchè vabbè che la pubblicità è l’anima del commercio, ma a tutto c’è anche un limite. A meno di non fare i conti con gli scongiuri dei giocatori di casa e con gli sfottò degli avversari.

 




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