Live 24! Padova, il “nuovo corso” Biancoscudato è partito

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Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Ieri è spuntata l’ipotesi di Giuseppe Magi, tra i profili presi in considerazione dal Bassano per la panchina giallorossa.Magi, pesarese, 46 anni, ex attaccante con esperienze in serie D specie a Cattolica, è stato l’artefice dell’ultimo biennio magico del Gubbio: prima la promozione in Lega Pro, poi l’annata da rivelazione chiusa al sesto posto. Col sodalizio eugubino, Magi era legato da un contratto sino al 2018 che però il trainer, d’intesa con la società, ha preferito rescindere in anticipo. Segno che presumibilmente c’è una nuova realtà pronto ad accoglierlo, qualcuno sostiene sia il Padova. […]

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Formidabile quell’anno. Tonino Asta, quella memorabile annata senza lieto fine (sfumato essenzialmente fuori dal campo, guai dimenticarlo) non la scorda di sicuro.«Impossibile cancellare una stagione simile – ammette – la porterò sempre dentro di me e nel profondo del cuore. Come conservo tra i ricordi più belli l’applauso spontaneo e prolungato che il pubblico di Bassano mi ha riservato quando lo scorso autunno sono tornato da avversario al Mercante con la Feralpi (vincendo 2-1 in rimonta e provocando le prime smagliature ai giallorossi, ndr). Momenti che toccano e ti restano addosso per sempre». […] «Alla fine chi viene a lavorare a Bassano fa sempre bene – riconosce – è successo a me, a Petrone, a Sottili, allo stesso D’Angelo, perché evidentemente nella vostra realtà ci sono i presupposti di club e di ambiente per operare con successo. Ora, dopo un quadriennio favoloso che ha portato Bassano alla ribalta del calcio nazionale e di cui solo adesso si capisce la portata, doveroso voltare pagina e aprire un nuovo ciclo. Del mio vecchio gruppo rimarranno solo Bizzotto, Stevanin, Maistrello e forse Rossi: confido che col nuovo entusiasmo della proprietà il Soccer Team non smetta di regalare sussulti. Io? Mi guardo attorno, ho avuto diversi contatti ma per ora non si è concretizzato nulla. Teramo e Padova? Vediamo… A Salò viaggiavo 1,46 punti di media, chi mi ha sostituito a 1,28. Alla 12a giornata eravamo al comando… Vabbè, guardiamo oltre, va…».

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Benvenuti in serie B, anche se solo una tra Pordenone e Cosenza dopo domenica sera alla fine potrà continuare a sognare il salto tra i cadetti. Ma la dimostrazione data ieri sera al Bottecchia dai tifosi delle due squadre è stata già uno show da Seconda serie, se non da massima divisione. Il Pordenone arrembante ha acceso lo stadio fino al tripudio finale, quando il gol al volo di Daniel Semenzato ha fatto venire giù tutto, ma lungo l’arco dei 90′ è stato spettacolo. Da Cosenza sono arrivati 350 ultras veri, con striscioni e bandiere sempre in azione, e la sfida del tifo finalmente è stata davvero godibile. Encomiabili, i supporter calabresi: non hanno smesso neanche per un attimo di cantare e di sostenere la loro squadra e lo hanno fatto anche al termine dei 90′. Bravi, bravi, bravi. Il tifo neroverde dall’altra parte si è dimostrato maturo e pronto al salto, onorando l’impegno con cori coinvolgenti e un’atmosfera da brividi sin dal 1′. Al San Vito di Cosenza sarà un’altra storia, con quasi 10 mila persone sugli spalti che proveranno a spingere i rossoblù verso la remuntada, ma intanto anche Pordenone ha vissuto la sua serata di gloria. I neroverdi hanno salutato il Bottecchia come si doveva: se i ramarri andranno in semifinale giocheranno al Franchi di Firenze. […]

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bruno Tedino accetta con favore l’esito, ma sa che il ritorno lascia tutto aperto. «Il risultato è giusto, così come ci sta stretto. Abbiamo avuto diverse situazioni e occasioni – sostiene il tecnico -. Però in partite come queste per un errore puoi anche prendere gol da una squadra come il Cosenza, che è forte». Calabresi sorprendenti, Pordenone tosto? «Gli avversari sono stati bravi – aggiunge il mister -. Potevamo subire le loro ripartenze, siamo stati attenti. Adesso ci aspetta una partita di ritorno da 50 e 50, dura, in cui può valere tutto e il contrario di tutto. Insieme al nostro pubblico abbiamo fatto di nuovo qualcosa di molto importante. Si sono confrontate due fra le prime 8 in Italia: anche il Cosenza è arrivato sin qui sudandosi tutto. È un motivo di grande soddisfazione e orgoglio per tutte le componenti di queste due società». Finale risolutivo e spigoloso? «Non c’è stato nervosismo, piuttosto agonismo e partecipazione – replica -. È stata una bella partita di calcio. Il loro portiere ha fatto parate importanti, noi abbiamo avuto molte occasioni, giocando un calcio ancora diverso da quello delle ultime due prestazioni. Pur con la verve di Misuraca non siamo riusciti a entrare tante volte in area, perché era limitato dalla situazione fisica. Ma ha assicurato grande dedizione e attaccamento alla maglia, come tutti gli altri». […]

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Uno splendido gol di Daniel Semenzato all’8′ di recupero (controllo con la coscia e diagonale di sinistro a fil di palo più lontano) regala al Pordenone un vantaggio minimo, ma preziosissimo, in vista del match di ritorno di domenica (20.30) al San Vito di Cosenza. Vantaggio ottenuto quando i rossoblù erano rimasti in 10 per un drammatico incidente occorso a Baclet all’87’. Il francese era caduto male dopo un contatto con Tomei e aveva perso conoscenza. Sono dovuti intervenire i sanitari del 118, trasportandolo al Santa Maria degli Angeli per i controlli legati al trauma cranico commotivo. Fortunatamente, Baclet ha ripreso conoscenza già in ambulanza: non dovrebbero esserci conseguenze, a parte la grandee paura. Ovvio che dopo l’incidente, con i bruzi apparsi molto scossi e in inferiorità numerica, sia iniziata un’altra partita. Bravo e cinico il Pordenone ad approfittarne. Ma volendo essere altrettanto cinici si potrebbe dire che il vantaggio, visto l’andamento dell’intera sfida, sia stato meritato. Per 98′, più che Pordenone-Cosenza, si è giocata la sfida ramarri-Perina. L’estremo calabrese si è opposto alla grande ai tentativi ripetuti di Arma, Misuraca, Suciu e soprattutto Cattaneo. Tedino ha riproposto inizialmente insieme i tre centrali difensivi, con Semenzato e De Agostini votati alle incursioni sulle fasce. Ricomposto il centrocampo base con Suciu, Burrai e Misuraca, il tecnico ha affidato le chance offensive ad Arma supportato dalla verve di Veleno, confidando sugli inserimenti da dietro. De Angelis ha risposto con un 4-4-1-1 e Mungo alle spalle di Mendicino. […] Al 98′, nel forcing finale, su corta respinta di un difensore irrompe Semenzato, si aggiusta la palla e scarica il suo sinistro vincente. Un boato scuote lo stadio. A Cosenza farà caldo, ma il ramarro avrà un piccolo parasole confezionato dal suo terzino-bomber.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) […] Daniel Semenzato ha messo in rete un altro gol pesante dopo quello, tra gli altri, valso il successo col Venezia. «Sembrava non volesse entrare – afferma -, ma dobbiamo essere contenti per come abbiamo giocato. Al ritorno abbiamo un vantaggio, ma sino a un certo punto, basti pensare che perdendo la prima con la Giana noi siamo riusciti a rimontare. Abbiamo 2 risultati su 3, dobbiamo fare la nostra partita». Così sulla rete: «Una liberazione, un’esplosione di gioia che dedico a mia figlia Vittoria». Chiusura col tecnico del Cosenza, Stefano De Angelis. «Abbiamo giocato con una squadra che pratica un ottimo calcio, forse il migliore della categoria – attacca il trainer rossoblù -. Non siamo riusciti a esprimerci bene sulle ripartenze, il nostro punto forte, e le due occasioni che avevamo non le abbiamo sfruttate. Ora pensiamo alla gara di domenica, quando servirà l’apporto di tutto lo stadio per ribaltare il risultato. Sarà dura, sì, ma già col Matera siamo riusciti a sovvertire i pronostici e quindi a passare il turno». Il Pordenone è avvisato: sarà battaglia al San Vito.

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Finisce la gara e c’è un’euforia incredibile al Bottecchia: Pordenone avanti nella serie col Cosenza dopo una partita tra le più belle viste in via Stadio. Bruno Tedino, tecnico dei neroverdi, abbassa però ogni tono e invita tutti alla prudenza in previsione del match di domenica al San Vito. «Non abbiamo fatto nulla – afferma in sala stampa -: adesso servirà grande personalità per l’incontro di ritorno». È naturalmente soddisfatto di quanto visto Tedino. «Sotto il profilo dell’intensità e morale i ragazzi hanno sorpreso anche me – attacca il trainer -. Sono andati oltre ogni aspettativa e di questo sono molto contento. Dal punto di vista tattico abbiamo fatto qualcosa di diverso (per la prima volta 3-4-2-1, ndr), il Cosenza ha sofferto anche se noi non siamo stati al top perché abbiamo patito la serata difficile di Misuraca: ha giocato con un grosso problema al braccio e ciononostante ha fatto bene. Adesso però cancelliamo tutto ciò che abbiamo fatto e pensiamo a preparare la sfida del Marulla». Una battuta ancora sulla gara di ieri («Poteva anche scapparci la beffa, queste partite spesso regalano brutte sorprese») e quindi su Perina. «Sta facendo i miracoli – afferma -, ma non lo scambierei mai con i miei: questi ragazzi mi stanno emozionando». […]

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Si chiama Daniel Semenzato l’uomo del destino neroverde. Suo il gol che al 98′ di una partita epica, in cui succede davvero di tutto, regala al Pordenone la concreta speranza di approdare alle final four di Firenze. Suo, grazie a un colpo da biliardo in pieno overtime, il gioiello forse più prezioso dell’intera stagione, che vale una vittoria meritatissima, in cui il rammarico è di non aver portato a casa un bottino più pingue, nonostante un dominio pressoché incontrastato per tutti i 90, anzi 100 minuti, e una miriade di gol sbagliati, uno dei quali al limite dell’incredibile, con Arma capace di colpire l’esterno della rete a porta totalmente sguarnita. La speranza è che quell’errore non pesi troppo domenica sul match di ritorno a Cosenza. Ora si comincia a capire perché, nelle ultime tre giornate della stagione regolare, il Pordenone pareva aver tirato i remi in barca: stava dosando le forze per essere al top ai playoff. Dopo Bassano e Giana Erminio i neroverdi surclassano anche i calabresi. Accolti in modo magnifico dai propri tifosi – bandierone gigante a coprire tutta la “curva” e bandierine neroverdi in tribuna – , i ramarri si presentano nel Bottecchia gremito con un dinamico e compatto 3-4-2-1: in mezzo c’è di nuovo l’abile regia di Burrai, davanti Cattaneo e Misuraca supportano Arma. […] Dal 40′ non si gioca più: Baclet si fa male in area neroverde, l’azione prosegue, Cattaneo viene steso sulla fascia. Parapiglia, barellieri in campo, due ammonizioni. Si riprende il gioco solo al 49′, l’arbitro concede appena 5′ di recupero. Ma il Pordenone se li fa bastare: al 52′ gran botta di Martignago su cui si oppone ancora Perina, che però deve capitolare un minuto più tardi, quando l’eroe Semenzato indovina un gran destro al volo dal vertice destro dell’area che s’insacca all’angolino, facendo esplodere il Bottecchia in un boato liberatorio.

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono trascorse due settimane dalla retrocessione del Vicenza calcio in Lega Pro e la situazione in via Schio è tutt’altro che chiara. I soci di Vi. Fin. Spa, la finanziaria che detiene la maggioranza delle quote del club berico, è divisa in due tronconi. Non è un segreto che ci sia tensione tra l’attuale presidente del Vicenza Alfredo Pastorelli e gli altri soci. L’atteso consiglio di amministrazione di Vi. Fin. di martedì scorso non ha portato a decisioni chiare e definitive per il futuro. «È un contesto triste e preoccupante – ha spiegato Giovanni Lopez, capitano del Vicenza che ha conquistato la Coppa Italia e in seguito anche allenatore del club berico – pur da lontano ho sempre seguito il campionato e si capiva che c’era qualcosa che non funzionava. Nel girone di ritorno la discesa verso il baratro è stata lenta ed inesorabile». Adesso si apre un mese in cui il club berico dovrà mettersi in regola per l’iscrizione, ma per farlo servono oltre 3 milioni di euro entro il 26 giugno. «Mi sembra di rivivere l’estate in cui sono arrivato per allenare il Vicenza appena retrocesso in Lega Pro – precisa Lopez – anche allora c’era tanta incertezza, si parlava di cessione della società, di soldi da trovare per l’iscrizione, e anche della possibilità di non farcela e di sparire dal calcio che conta. L’iscrizione è arrivata in ritardo e siamo partiti con quattro punti di penalizzazione per ritardi nell’adempimento delle richieste della Lega, e da lì in poi tutta la stagione ci ha visti rincorrere. Da quello che ho capito in questi giorni adesso la situazione è forse ancora più grave e la cosa che mi dispiace di più è che i tifosi del Vicenza devono subire altre delusioni ed amarezze e rivivere l’inferno della Lega Pro, categoria con cui non centrano niente». […]

Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) […] «La solidità societaria conta tantissimo – dice in prima battuta Evans Soligo -, chi comanda deve sapere cosa vuole fare e dove vuole andare, in modo che i giocatori non debbano pensare ad altro che al campo». E il Vicenza, in questo momento, proprio non sa cosa sia la solidità societaria, è tutto in fermento, via Schio è un cantiere apertissimo. «Purtroppo in questi ultimi anni i club blasonati faticano ad iniziare e portare avanti un progetto. Certamente non mi sarei mai aspettato che i miei ex compagni potessero retrocedere. Sulla carta la squadra era buona, aveva dei valori, dei nomi importanti e fino ad un certo punto la situazione di classifica non era preoccupante. Ma i nomi non sono tutto e così l’epilogo è stato molto amaro. Sono dispiaciuto per i tifosi biancorossi e il Vicenza, ma auguro di cuore alla città di ritrovare al più presto la serie B, una categoria che merita assolutamente. Anche il pubblico è fondamentale per ripartire e oltre a dare la spinta in più, aiuta nei momenti di difficoltà, come è accaduto anche al Venezia».Soligo, protagonista della cavalcata dei lagunari di Pippo Inzaghi in un girone ricco di avversari di valore (Parma in testa), spera di vivere un altro sogno in cadetteria. «Mi piacerebbe molto vivere un’altra stagione importante nella categoria che abbiamo conquistato dopo anni. Peraltro sono a casa mia, mi sento ancora bene fisicamente e soprattutto mi diverto. Per questo voglio esserci, ora più che mai». Soligo in B, il “suo” Vicenza in C – come tornerà a chiamarsi l’ex Lega Pro -, sempre che non si aprano scenari diversi. «Vincere il campionato di C non è uno scherzo. Le squadre sono attrezzate, conoscono la categoria, nessuno ti regala nulla. E poi quando gli avversari andranno al Menti, daranno fondo a tutte le energie per battere il Vicenza. In ogni caso, spero che i biancorossi non debbano aspettare tanto per riconquistare la B. Io continuerò ad informarmi e a seguire le vicende biancorosse». E poi che peccato, poteva esserci un bel derby, come ai bei tempi, Vicenza-Venezia. Non sarà così, ma magari la sfida tornerà d’attualità. Presto o tardi.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) La triste stagione sportiva del Vicenza si chiuderà burocraticamente il 30 giugno: è quella, infatti, la data in cui per convenzione vanno in scadenza i contratti. C’è bisogno di voltare pagina, subito. Il problema è che la pagina successiva, quella dell’almanacco biancorosso 2017/18, presenta prevalentemente spazi vuoti e punti di domanda: incognite che partono dalle caselle più importanti, in corrispondenza di proprietà e organigramma societario, per passare ai dirigenti, allo staff tecnico e alla rosa dei giocatori. Dettaglio non di poco conto, se si considera che da qui ad un mese e mezzo la squadra dovrà essere in massima parte definita, sempre che l’obiettivo sia quello di svolgere un ritiro estivo che abbia un senso e un’utilità, a differenza di quello dell’anno scorso. Sbagliando, di solito, s’impara… Del gruppo che ha malamente chiuso il campionato in molti partiranno. Si prenda il reparto dei portieri, azzerato in toto: vanno in scadenza di contratto sia i senatori Benussi, Vigorito e Amelia (la scadenza del 30 giugno sancirà la fine del “permesso concordato” con la società), sia per fine prestito i giovani Costa (all’Inter) e Dani (alla Juve), oltre allo sfortunato Dall’Amico. In difesa ha già salutato Adejo, che ha raggiunto l’accordo per la rescissione anticipata del contratto (sarebbe scaduto nel 2018): già a caldo, subito dopo la retrocessione, il difensore aveva onestamente detto che in serie C non aveva intenzione di rimanere. Una strada, quella della rescissione contrattuale, che verrà percorsa anche con Zaccardo (scadenza 2018), considerando l’ingaggio fuori budget in terza serie, a maggior ragione per una società in enormi difficoltà finanziarie. Gli stessi ragionamenti potrebbero portare ad un accordo simile per il contratto con l’attaccante Fabinho (scadenza 2019). […]

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) C’erano pochi dubbi, ma adesso c’è anche l’ufficialità. Francesco Cernuto ha rinnovato il proprio contratto con il Venezia fino al 30 giugno 2019. Un rinnovo biennale che rappresenta un segnale di forte continuità rispetto al passato per un giocatore che, per sua stessa ammissione, non ha mai calcato i campi della Serie B. […] «Il mio rinnovo era nell’aria – ammette il difensore arancioneroverde, la prima alternativa ai due titolari Modolo e Domizzi nella stagione appena conclusa – anche perché entrambi volevamo la stessa cosa. Sono contento di essere riuscito a raggiungere un accordo e sono anche contento che si arrivata la firma sul contratto per le prossime due stagioni. È un segnale di fiducia da parte della società che ho molto apprezzato». Bandiera di nome e di fatto, Cernuto è stato agevolato anche dal fatto di non rientrare nella lista over. Sogna la tripla promozione, ma rimane con i piedi ben piantati a terra: «Ci sono gli esempi positivi di Spal e Benevento – sorride – se i campani battessero il Carpi due su tre delle promosse in Serie A avrebbero compiuto il doppio salto dalla Lega Pro alla A». […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) “Ancora 2 anni insieme a voi… con la speranza di condividere nuovi successi!!! Avanti Unione”: così Francesco Cernuto ha salutato i tifosi del Venezia annunciando su Instagram la sua permanenza in arancioneroverde per altre due stagioni. Venticinque anni, siciliano di Milazzo, Francesco Cernuto ha già 4 campionati alle spalle con il Venezia, essendo arrivato nell’estate del 2013 dal Treviso. Ha vissuto la parabola di decadenza della presidenza russa, la ripartenza dai dilettanti con la gestione statunitense, fino al doppio salto dalla Serie D alla Serie B. Quattro stagioni nel Venezia consentiranno a “Ciccio” di essere un “giocatore bandiera” anche nel campionato cadetto, quindi non farà parte della lista dei 18 giocatori senior che il club arancioneroverde dovrà presentare al termine del mercato estivo. «Il primo a firmare? Sì, tra quelli che erano in scadenza», ha osservato Cernuto appena rientrato in Sicilia, «Ma quasi tutti i miei compagni hanno il contratto anche per la prossima stagione. Mi auguro che nei prossimi giorni possa trovare l’accordo anche Soligo». In Serie B, oltre alla lista dei 18 senior, ogni club può tesserare due “giocatori bandiera” con almeno 4 anni di militanza e un numero illimitato di under 21, quindi dal 1996 in poi. «C’era la volontà di entrambe le parti di proseguire il rapporto», ha aggiunto Cernuto, 83 presenze tra campionato e coppe con il Venezia, «Giocatore bandiera? Quattro anni e altri due non sono pochi, ma le bandiere sono altre. Ho vissuto gli anni più bui e adesso la risalita velocissima. Due anni fa non avrei mai pensato di ritrovarmi in Serie B, categoria che non ho mai disputato. Se siamo in B, il merito va anche ai miei compagni dell’anno scorso nei dilettanti. In questi due anni sono stati allestiti organici forti e competitivi per il campionato da affrontare, ma soprattutto sono state scelte persone eccezionali con le quali si è formato un gruppo compatto, e questo è stato uno dei segreti dei nostri successi». […]

Ore 13.30 – (Gazzettino) Una novità, o per meglio dire una conferma, al giorno. Il Cittadella viaggia spedito nella costruzione della nuova squadra: dopo il diggì Marchetti, il tecnico Venturato, quindi il capitano Iori, ieri un altro pilastro della rosa, il portiere Enrico Alfonso, che ha rinnovato il contratto per un’altra stagione. Anche in questo caso, si tratta di una conferma annunciata. «Il Cittadella – esordisce l’interessato – ha esercitato il diritto che deteneva per prolungare di un anno. Qui sto bene, sono contento di rimanere, anche se so già da ora che dovrò rimboccarmi le maniche perché l’anno prossimo sarà dura confermarci. E non parlo per me, perché io ho già drizzato le antenne per non farmi trovare impreparato». Sarà il terzo anno di Alfonso in maglia granata: era arrivato quasi in punta di piedi, ne ha fatta di strada. «A Cittadella mi è stata data l’opportunità di rimettermi in corsa nel calcio che conta. È stata brava la società a scommettere su di me, l’unico modo che avevo per rilanciarmi era vincere il campionato di Lega Pro, sono contento poi del rendimento dell’ultima stagione». Migliorare, però, si può sempre. «Nella gestione del pallone con i piedi, come vuole Venturato. Il suo gioco prevede il possesso palla, ha idee propositive, e avere un portiere che si disimpegna bene anche con i piedi, non può che fargli piacere». E dov’è felice invece di avere fatto passi in avanti? «A livello mentale, mi sento maturato. So gestire meglio il carattere, nei comportamenti che in carriera mi hanno penalizzato. Mi sono liberato dell’etichetta di folle che avevo». […]

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Avanti assieme. Dopo Marchetti, Venturato e capitan Iori, ecco anche il rinnovo di Enrico Alfonso. Il portiere 29enne difenderà i pali del Cittadella per un’altra stagione, la terza di fila. «Qui sto bene e la società ha esercitato l’opzione che aveva su di me. Adesso devo solo rimboccarmi le maniche, perché il prossimo campionato sarà sicuramente più duro. Le motivazioni sono forti e dovrà essere così per tutti, riconfermarsi è sempre difficile. Personalmente devo molto al Citta, mi ha dato l’opportunità di rimettermi in corsa e provare a dire la mia nel calcio che conta: ha scommesso su di me e l’ha rifatto nella scorsa stagione dopo che mancavo dalla Serie B da qualche anno». […] Paleari ha prolungato il suo contratto prima di lei. Com’è il rapporto fra di voi? «C’è una sana concorrenza che ci stimola a dare il meglio. Lui è un grande lavoratore e tra noi c’è stima reciproca. Poi, inutile nasconderlo: proprio perché c’è concorrenza non possiamo essere super-amici, però il rapporto è ottimo». Proposte da altri club? «Qualcuno mi ha chiamato, più che altro procuratori: mi sono giunte offerte da Serie A estere. Non nascondo che, per il campionato disputato, immaginavo che qualche richiesta importante potesse arrivare a me e al Cittadella. Ma più di tanto non ci penso, tutto quello che devo fare è solo dare il mio meglio in campo. Poi ammetto che il sogno che ho sin da bambino è quello di potermi confrontare con la nostra Serie A e, assieme al sogno, c’è anche una certa curiosità di mettermi alla prova. Lo dico con la massima umiltà, ma sarei ipocrita se lo negassi».

Ore 12.30 – (Corriere del Veneto) […] Procede la campagna di rafforzamento del direttore generale Stefano Marchetti, che prima penserà ai rinnovi (uno dei prossimi sarà quello di Andrea Paolucci , che dovrà decidere se accettare o meno la proposta granata, a cui seguirà a ruota quello di Antimo Iunco ) e poi si dedicherà alle entrate. La volontà di Marchetti, in pieno accordo con Roberto Venturato, è quella di confermare in blocco la squadra dell’attuale stagione, rinforzando soprattutto la difesa. Tutto da valutare il rinnovo di Manuel Pascali , mentre la cessione che potrebbe essere fatta per la consueta plusvalenza per cui Marchetti è diventato celebre nel mondo del calcio potrebbe riguardare Marco Varnier . L’astro nascente del vivaio granata, convocato assieme a Luca Valzania dalla Nazionale Under 21, ha ricevuto proposte concrete da Sassuolo e Atalanta. Se Marchetti fosse andato al Chievo, Varnier avrebbe potuto seguirlo alla corte di Campedelli, mentre adesso la situazione resta in evoluzione. Il Sassuolo potrebbe decidere di acquistarlo lasciandolo in prestito un anno nella città murata. Ma attenzione, perché ogni epilogo è possibile. Probabile anche il riscatto del giovane attaccante Kouamé dall’Inter.

Ore 11.50 – (Gazzettino) «Puntiamo alla continuità e proprio per questo Giorgio Zamuner sarà ancora il nostro direttore generale. E non perché ha il rinnovo automatico, ma perché ha svolto un buon lavoro. Non rinnoviamo invece il contratto a Brevi. Ha fatto un buon lavoro, purtroppo siamo caduti in quel blackout che ha fatto rivedere le considerazioni della proprietà nei suoi confronti. Ci ha fatto comunque vivere grandi emozioni come le vittorie in trasferta con Parma e Venezia, gli auguro tanta fortuna e di trovare una piazza nella quale possa essere più amato sin dall’inizio». Alla vigilia dei play off voleva però esonerarlo. «La mia visione era diversa da quella di Bergamin e Zamuner che non hanno voluto. Diciamo che la scelta fatta prima della gara con la Reggiana è andata bene, questa volta no». «Zamuner ci sta lavorando, tra una decina di giorni sarà formalizzato. Non vogliamo fare scommesse, speriamo di trovare quello più adatto. Sarà uno specialista della Lega Pro? Anche no». […]

Ore 11.40 – (Gazzettino) «Sarò il presidente e dedicherò più tempo al club, mentre probabilmente non ci sarà più la figura dell’amministratore delegato. Al resto dell’organigramma non ci abbiamo ancora pensato». Un flash di Moreno Beccaro sull’eventuale assunzione di una carica: «Vedremo in base al tempo che posso dedicare. Sono stato comunque sempre presente anche dietro alle quinte». «Tranquillizzo i tifosi, la società è in buone mani e gli impegni saranno rispettati. Io e Beccaro siamo persone serie. Non avremo fatturati da centinaia di milioni, ma i nostri debiti li abbiamo sempre pagati. Parlare di ridimensionamento è inopportuno, direi che ci sarà un’attenzione ai costi all’interno di un bilancio che in questa stagione è stato di 6,2 milioni di euro e non è ancora chiuso. Sono cifre importanti, nelle quali forse ci sono zone in cui si possono fare risparmi importanti. Il budget della prima squadra non sarà toccato».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Anche Roberto Bonetto non ha nascosto l’emozione alla sua prima conferenza stampa da azionista di maggioranza del Padova ieri all’Euganeo. Alla sua sinistra il figlio Edoardo, dall’altra parte il socio storico Moreno Beccaro con il quale detiene il 70 per cento delle quote. Appunti in mano, come era stato lunedì per Bergamin, rimasto nel club con il 20 per cento (5 per cento a testa Salot e Pancolini), il nuovo presidente ha aperto il suo intervento proprio parlando del suo compagno di viaggio e si è commosso. «Lo ringrazio per le parole di fiducia nei nostri confronti. Sono contento dell’avventura che abbiamo vissuto, purtroppo lungo la strada ci siamo un po’ fermati. Comunque grazie Bepi, abbiamo preso questo Padova da zero per farlo crescere, e adesso comincia una nuova strada». Bonetto ha ripercorso le ultime settimane che hanno portato alla svolta societaria. «Ci siamo presi una responsabilità enorme e ci fa anche paura, ma hanno prevalso il cuore e la passione. Ricordo le parole di mia moglie: fate quello che vi rende felici. Ci siamo guardati attorno e con l’appoggio di due persone che ci affiancheranno in futuro abbiamo deciso di prendere a carico la società: sono persone serie che hanno dato la loro disponibilità, ci vuole un po’ di tempo per formalizzare le cose. Ci metteremo tutto l’impegno necessario per portare il Padova più in alto possibile. Non sarà facile, ma vogliamo continuare a crederci». […]

Ore 11.20 – (Gazzettino) Era presente l’intero stato maggiore, con gli sponsor e i giocatori Cappelletti, Dettori ed Emerson. E non mancava Giuseppe Bergamin, di ritorno da Monaco di Baviera dove non ha perso occasione per smaltire con un boccale di birra le forti emozioni vissute nelle ultime ore. «Certo conferma è stata una giornata normale e oggi mi sto godendo questo spettacolo di bambini. Mi piace esserci e ci sarò sempre». A tal proposito, in molti dall’esterno, e pure lo stesso Bonetto in mattinata, hanno auspicato che possa ancora essere un valore aggiunto per il Padova. «Si vedrà la sua replica – le scelte vanno rispettate ed è giusto così. Ora lasciamoli lavorare perché è la loro responsabilità e credo lo faranno bene. Se ci sarà bisogno io sono qui. Sono pacato e sereno? Magari ci vuole, ma non lo sono solo io e tutti riusciamo a essere equilibrati; in fondo basta il buon senso».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Una marea di piccole maglie rosse in campo e gli spalti dell’Appiani gremiti da genitori e nonni ieri alla festa conclusiva del settore giovanile e dell’Academy del Padova. […] «Un anno importante – ha dichiarato Massimo Poliero – che ha visto coinvolti oltre 450 ragazzi e 27 squadre, con ottimi risultati sportivi, valorizzando un gruppo di atleti grazie al lavoro, in alcuni casi gratuito, e la passione di tante persone che ringrazio. Abbiamo ricevuto vari apprezzamenti per quanto fatto, non solo per la qualità messa in campo, ma pure per la correttezza e lo spirito di squadra. Qualche ragazzo (il primo è Berto ceduto all’Atalanta, ndr) ci lascerà per andare a migliorarsi in squadre importanti di serie A, altri resteranno per proseguire il percorso di crescita che deve necessariamente portarli alle soglie della prima squadra». […] Tra gli altri risultati sottolineati, nuove affiliazioni, due nuovi centri tecnici, rapporti importanti creati con primarie società, senza dimenticare l’aspetto economico. «Abbiamo aumentato la qualità, riducendo le perdite del 30 per cento. Porterò sempre nel cuore ha concluso chi ha collaborato, i ragazzi e le emozioni che ci hanno saputo regalare».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Un capitolo importante nella conferenza stampa di ieri è stato dedicato al futuro del settore giovanile. E il presidente Roberto Bonetto ha voluto dare rassicurazioni che continuerà a essere al centro del progetto, pur con una rivisitazione nei costi. «I genitori dei ragazzi non devono preoccuparsi, non vogliamo penalizzare il nostro settore giovanile. Però non dobbiamo dimenticare di essere in Lega Pro, per cui dobbiamo gestirlo in linea con quello che fanno altre società vicine come Cittadella, Bassano, Venezia che non sono ai nostri attuali livelli di impegno finanziario. Ritengo che i costi vadano ottimizzati, ve la dico tutta: voglio puntare più alla padovanità, perché giovani calciatori bravi ci sono anche nel nostro territorio senza dovere andare a prenderli a Trapani o Catania e portarli qui, con costi enormi di foresteria e di tutto quello che comporta. L’ottimizzazione dei costi può passare proprio attraverso la foresteria. Abbiamo anche nove pulmini che girano, vuole dire che invece di andare a prendere i ragazzi a Treviso, andranno a Casalserugo o Piove di Sacco. Questo non vuole dire tagliare il settore giovanile, non vorrei che passasse questo messaggio. Vogliamo solo, ripeto, che sia in linea con i costi di altre società e che l’azione sia impostata nell’ottica di una padovanità, il tutto preservando il bel lavoro effettuato da Massimo Poliero, che ci ha dato la disponibilità a essere vicino alla società come sponsor: se vuole mettersi a disposizione a darci una mano con il suo bagaglio di esperienza, ne siamo lieti». […]

Ore 10.50 – (Gazzettino) Possibili novità in casa biancoscudata anche sul fronte degli sponsor. Sulla casacca di Dettori e colleghi nella prossima stagione potrebbe apparire il marchio Alì in qualità di main sponsor. L’azienda padovana della famiglia Canella, un impero nel mondo della distribuzione, potrebbe dunque accompagnare il nuovo corso del Padova, anche a seguito del venir meno dello storico sodalizio con la squadra dell’Abano dopo che il presidente degli aponensi Gildo Rizzato ha ceduto il relativo titolo sportivo alla Luparense. Nella stagione appena conclusa gli sponsor presenti nella maglia da gara del Padova erano Zanutta, Italiana Assicurazioni e, nella manica, Dermomed. […]

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Per la prima squadra, invece, nessun ridimensionamento: «Le cifre non saranno toccate. Il progetto di Bonetto e Beccaro, la nuova B&B, è di fare un campionato come quello di quest’anno». «Ogni tanto mi sono lamentato dei costi eccessivi, ma inizialmente abbiamo pagato la nostra inesperienza a livello calcistico. Prima avevamo il 30% e ora il 70, ma non raddoppiamo il nostro esborso da soli. Vogliamo essere seri, siamo certi di poter far fronte all’impegno che ci prendiamo, e abbiamo già trovato un paio di persone che ci hanno dato disponibilità ad entrare in società. Lavoreremo per cercare di rendere il club sempre più solido». […]

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Ringrazio Bepi (Bergamin, ndr) per le belle parole nei nostri confronti, e capisco le emozioni che provano i tifosi verso di lui. Spero di far ricredere chi non apprezza il mio modo, ma di essere giudicato più per i risultati che per il sorriso». Roberto Bonetto sarà presidente del Padova, il 37° della storia, e lascerà la carica di amministratore delegato. Probabile che Edoardo rimanga vicepresidente, e che Beccaro assuma una carica in società. […] Sulla cifra messa a disposizione per la prossima stagione, insomma, si è deciso il futuro del Padova. «La società andrà avanti, non ci sarà nessuno stravolgimento. Quest’anno la gestione è costata 6,2 milioni di euro, puntiamo ad ottimizzare i costi e, siccome ci sono sacche dove si può risparmiare, non parliamo di ridimensionamento: da uno staff tecnico che quest’anno pesava dalla passata stagione ad un settore giovanile che costa come un club di categoria superiore il margine c’è».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Da una B&B all’altra. La gestione del Padova di Roberto Bonetto e Giuseppe Bergamin, arrivata a conclusione tre giorni fa con la (seconda) riunione informale dei soci che ha portato alle dimissioni da presidente del titolare della Sunglass e alla ridefinizione delle quote della Spa biancoscudata, lascia il posto a quella della coppia formata dai Bonetto, che ora detiene il 70% delle azioni, e dal socio storico Moreno Beccaro. Una nuova B&B che ieri mattina, allo stadio Euganeo, ha presentato progetti, illustrato budget ed esplicitato ambizioni. La nuova realtà. «Inizia la seconda parte del film», le prime parole, commosse, di Roberto Bonetto, accompagnato proprio dal socio Beccaro e dal figlio Edoardo, vicepresidente del club.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il primo tassello sarà la scelta del nuovo tecnico. «Abbiamo deciso che a Brevi non sarà rinnovato il contratto», l’ufficialità di un addio, quello del tecnico milanese, che ormai appariva scontato. «Oscar ha fatto un buon lavoro, ma c’è stato un periodo di black out in cui siamo crollati e questo ha fatto rivedere un po’ le nostre considerazioni su di lui. Lo ringrazio per le grandi emozioni, come le vittorie a Parma e Venezia, che ci ha fatto vivere. Gli auguro grande fortuna, e di trovare una piazza dove sin dall’inizio sia più amato». Due sere fa, nel corso di un primo vertice in società, si dev’essere già fatto qualche nome, tanto che l’identikit del prossimo tecnico ha già dei tratti precisi. «Non vogliamo fare scommesse, cerchiamo un uomo di esperienza. Stiamo lavorando insieme a Zamuner su questo fronte, ma ci sono ancora i playoff in B e in Lega Pro, quindi lasceremo passare una decina di giorni prima di decidere. Speriamo di trovare un tecnico che ci dia quel quid che forse l’anno scorso ci è mancato». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il budget per la prima squadra non verrà ritoccato, e l’obiettivo è cercare di ripetere, e possibilmente migliorare, il risultato della stagione appena conclusa. Il Padova di Bonetto riparte da una certezza: Giorgio Zamuner. Sarà ancora il dirigente nativo di San Donà di Piave a costruire la squadra per la prossima stagione. A lui toccherà, nelle prossime settimane, la scelta dell’allenatore, che succederà ad Oscar Brevi. «Cercheremo di allestire una squadra in linea con quella del campionato di quest’anno», le parole pronunciate ieri, all’Euganeo, dal nuovo presidente Roberto Bonetto. «Per farlo, ripartiamo dalla continuità: Zamuner rimarrà come direttore generale del Padova. Non perché il suo contratto si sia rinnovato con il raggiungimento del quarto posto, ma perché riteniamo che abbia fatto un buon lavoro. Qualche errore c’è stato, lo ha ammesso lui stesso, ma dagli sbagli s’impara sempre».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Il programma sarebbe comunque quello di inserire almeno un paio di ragazzi in prima squadra. Sono considerazioni che vanno fatte pensando che siamo ancora in Lega Pro e dobbiamo stare con i piedi per terra». […] Poliero ha ribadito di non voler commentare ufficialmente la sua uscita di scena, ma nel suo discorso di rito ha dato qualche chiarimento: «Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con noi. Abbiamo raccolto risultati molto importanti, sia a livello di squadra che valorizzando i ragazzi. La creazione dell’Academy ha portato a ridurre i costi del 30%». Sorridente Bergamin: «Mi auguro che il futuro riservi ancora grandi soddisfazioni». Quindi, l’ormai ex patron ha risposto brevemente alle parole di Bonetto, che si era augurato di averlo ancora al fianco come consigliere: «Io sono qui, ma adesso è giusto lasciarli lavorare con serenità».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La prima uscita pubblica di Roberto Bonetto e Giuseppe Bergamin, dopo la rivoluzione societaria di lunedì, è andata in scena ieri alla festa del settore giovanile all’Appiani. I due soci fondatori si sono rivisti, si sono stretti la mano e hanno conversato per pochi minuti, prima che Bergamin si fermasse più a lungo con Massimo Poliero, il presidente del settore giovanile che lascerà completamente il club. Quindi, uno ad uno, hanno parlato al microfono davanti agli oltre 400 ragazzi e ai loro genitori. Tutti, tranne Roberto Bonetto, che ha preferito lasciare la scena ai soci. Del vivaio, uno dei temi più spinosi emersi nelle ultime giornate, il futuro presidente aveva già parlato in mattinata. «Non vogliamo penalizzare il settore giovanile, vogliamo solo ottimizzare i costi», ha spiegato. «Questo significa avere una gestione allineata con le altre società di categoria e cercare di lavorare di più nel territorio, pescando giocatori che provengono dalle nostre zone, senza andare a prenderli da più lontano».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Lacrime per Giuseppe Bergamin, lacrime pure per Roberto Bonetto. Una cosa si può dire dopo il cambio della guardia sul ponte di comando fra i due soci storici che rifondarono il Padova nell’estate del 2014 dopo il crac dell’era Cestaro-Penocchio: e cioè che non dev’essere stato facile per entrambi procedere a questa dolorosa svolta visto che, pur nella differenza di vedute e di carattere, fra i due c’è sempre stato un rapporto contrastato ma di stima reciproca. L’uno serviva all’altro e Bonetto lo ha ricordato in diversi passaggi nella conferenza stampa che, di fatto, ha segnato il suo primo giorno da presidente: «Mi ha insegnato tanto con la sua saggezza – ha detto il nuovo numero uno di viale Rocco – e in certi momenti la sua presenza è stata importante per gestire situazioni non semplici». Pure Bergamin ha sempre ritenuto Bonetto un interlocutore credibile e affidabile. Tanto da avergli lasciato spazio «per il bene del Padova». Stima ricambiata dal socio: «Capisco le emozioni di Bergamin e capisco che i miei modi possano non piacere a tutti – ha detto emozionato Bonetto, accompagnato dal figlio Edoardo e dal socio di minoranza Moreno Beccaro – ma spero che verranno apprezzati soprattutto i fatti più che il mio sorriso. Con Bergamin magari non sempre l’abbiamo vista allo stesso modo, ma credo ci sia sempre stata stima reciproca. E a Bepi vorrei dire che lo aspetto, lui sa che cosa significa questa frase». […] Ha di fatto esonerato l’allenatore Oscar Brevi, confermando Giorgio Zamuner nel ruolo di direttore generale. Per il nuovo allenatore ci vorrà qualche giorno: fra i nomi più caldi Giuseppe Magi, Gianluca Grassadonia, Leonardo Colucci e Bruno Tedino.




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