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Ore 21.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Gira e rigira si torna a Mario Petrone. È sempre il tecnico campano in pole-position per diventare il nuovo allenatore del Bassano. Profilo sufficientemente esperto, conosce l’ambiente, ha l’appoggio della tifoseria e tornerebbe volentieri in giallorosso. Al momento rimane una valida alternativa l’opzione Wiliam Viali ma per la scelta definitiva ci vorrà qualche giorno. Nel frattempo ieri c’è stata una prima riunione operativa del club, in cui è stata riconfermata come già si era intuita nei giorni precedenti la fiducia a Werner Seeber nel ruolo di dg. Nel frattempo l’allenatore del Pescara Zdenek Zeman, pur senza dare l’ufficialità della chiusura della trattativa, ha parlato per la prima volta del futuro trasferimento di Mattia Proietti al club abruzzese. «Questa squadra non è inferiore alle altre che hanno lottato per la salvezza — ha detto il “guru” boemo — è stata una questione di mentalità. Proietti e Mancuso sono giocatori interessanti, aspettiamo sempre il campo. Bisognerà cercare di fare la squadra entro la partenza per il ritiro». […]
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Sottili sono gli equilibri e le sfumature che separano un campionato di traguardi centrati da un torneo sotto le aspettative. Sottili è anche il nocchiero dell’anno precedente a Bassano. Stefano all’anagrafe, un nome che ha accompagnato tante persone nei ruoli cardine della società, oggi come ieri: da Stefano Rosso a Stefano Braghin, a Stefano Sottili, appunto. Che oggi, fresco di divorzio dall’Arezzo dopo la prematura eliminazione playoff analizza Bassano e l’intero pianeta della Lega Pro: «Personalmente non mi ha sorpreso la partenza a razzo dei giallorossi la scorsa stagione – argomenta il Sottilone – conosco lo staff, i giocatori e l’ambiente e il primato condotto meritatamente sino ad autunno inoltrato non mi ha minimamente stupito. Piuttosto mi ha colpito il tracollo successivo ma ci sono anche spiegazioni logiche alla base del cedimento. Certamente qualche tensione affiorata tra dicembre e gennaio, ma soprattutto i tanti infortuni contemporanei di pedine chiave». […] «Alberto Barison dopo l’annata con me ad Arezzo tornerà da voi e se ha le motivazioni giuste lo riavrete più forte di prima. So che il Bassano mira a un torneo da quartieri alti. In tal caso se prendesse Petrone farebbe l’affare migliore. Mario è il più adatto per quella piazza e per quelle ambizioni. Garantito».
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tanta musica e buon cibo hanno scandito la festa che, lunedì sera, ha sancito il rompete le righe per il Venezia 2016/17. All’ultima convocazione dell’allenatore Pippo Inzaghi hanno risposto i giocatori e lo staff tecnico, i dirigenti Perinetti, Scibilia e collaboratori vari. Per tutti appuntamento al tramonto sulla foce fiume Piave, al ristorante Michelangelo di Cortellazzo dove gli arancioneroverdi avevano già festeggiato il 15 aprile scorso dopo aver conseguito la matematica certezza del ritorno in serie B grazie l’1-1 del Penzo contro il Fano. Dopo l’aperitivo tutti a tavola per una cena a base di pesce fresco e buon vino, con i due trofei vinti (quello per la promozione e la Coppa Italia di Lega Pro) esposti in bella mostra pronti per le ultime foto ricordo. Ad allietare la serata la musica dal vivo di Matteo Lotti, grande amico di mister Inzaghi, artista bergamasco famoso per la sua animazione nelle notti invernali a Milano e in quelle estive a Formentera.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sarà la Dacia Arena di Udine lo stadio che il neopromosso Venezia indicherà, entro il 20 giugno, come casalingo per la serie B 2017/18. Sette anni fa il Portogruaro aveva disputato le sue prime gare tra i cadetti nel vecchio Friuli, stavolta invece è il club arancioneroverde a dover chiedere all’Udinese una ospitalità che sembra comunque destinata a rimanere solo su carta. Ieri il Comune ha confermato nero su bianco la concessione del Penzo fino al 2022, il che consentirà al Venezia di programmare innanzitutto il posizionamento dei tornelli agli ingressi. «Ora richiederemo i permessi per iniziare al più presto i lavori di adeguamento secondo il progetto già approvato dagli organi competenti – spiega il dg Dante Scibilia -. Positivo che l’impianto di illuminazione vada sostanzialmente già bene così com’è, ci iscriveremo in serie B indicando Udine, poi a lavori ultimati chiederemo la modifica con il Penzo prima del via della stagione». Intanto «Sotto la pioggia e il vento è dura, fateci la copertura» è la richiesta che il gruppo Curva Sud ha affidato a uno striscione sabato scorso al Penzo contro il Foggia. Un sogno? Non è detto, poiché Scibilia si mostra sensibile alla prospettiva di un maggiore comfort per invogliare a seguire dal vivo il team arancioneroverde. «Quella dei tifosi è una richiesta comprensibile, sappiamo bene quanto sia problematica e frenante una curva vecchia, esposta al maltempo e raggiungibile con i noti tempi di percorrenza». […]
Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ arrivata anche la conferma ufficiale. Il Venezia ha ricevuto ieri la concessione per i prossimi cinque anni dello stadio Penzo, che adesso andrà rimesso a norma per le esigenze della serie B. Servirà un investimento, che si accollerà interamente la società, con un esborso attorno ai 250mila euro per tornelli, videosorveglianza, postazioni stampa, aree di servizio e uscite di sicurezza. «I lavori inizieranno molto presto – spiega il dg Dante Scibilia – contiamo che entro la fine di luglio lo stadio sia a posto e attrezzato. E’ un altro sforzo che siamo chiamati a fare come società, per proseguire il nostro percorso di consolidamento. Sul nuovo stadio continuiamo a rimanere fiduciosi: penso che entro fine giugno ci saranno novità importanti». Nel frattempo, in attesa del ritorno del presidente previsto per lunedì prossimo, il ds Giorgio Perinetti ha bloccato diversi giocatori. Tra questi Davide Di Gennaro e Gianluca Pegolo, ma il mercato entrerà nel vivo la prossima settimana, quando verranno definiti tutti gli equilibri societari e tecnici e verranno discussi anche eventuali rinnovi contrattuali. La situazione più intricata è quella di Alex Pederzoli, che punta alla rescissione senza però fare sconti al club, che lo ha messo fuori lista nel mese di gennaio costringendolo a una lunga inattività. Per quanto riguarda il ritiro estivo, l’obiettivo è quello di chiudere il prima possibile per Sappada, la destinazione dell’Alto Bellunese preferita per collocazione e strutture. […]
Ore 18.30 – (La Nuova Venezia) Era una formalità, ma adesso è diventato ufficiale: il Venezia Football Club ha ottenuto la concessione dello stadio “Penzo” per cinque anni. Ieri, a distanza di 19 giorni dalla scadenza del bando (prevista per mercoledì 10 maggio), Ca’ Farsetti ha comunicato l’assegnazione quinquennale dello stadio di Sant’Elena con canone annuo base di 25 mila euro. «Noi abbiamo già presentato agli uffici competenti il progetto dei lavori di ristrutturazione che dovrà avere il via libera da parte della Commissione Provinciale di Vigilanza» spiega il direttore generale Dante Scibilia, «una volta ottenuto il parere favorevole, inizieranno i lavori, che saranno seguiti dall’architetto Carrer, al termine dei quali ci sarà una ulteriore verifica da parte della CPV». In base al calendario della Coppa Italia Tim, il Venezia dovrebbe esordire in casa nel secondo turno, in programma il 6 agosto. «Se l’iter non avrà intoppi credo che i lavori potranno essere ultimati entro il 15 luglio. Il costo complessivo? Tra 250 mila e 300 mila euro».Gli interventi al Penzo saranno molteplici: la realizzazione di varchi per il controllo accessi, i cosiddetti tornelli (quattro singoli e tre doppi); la realizzazione dei dispositivi di controllo dei biglietti; la realizzazione dell’impianto di cablaggio strutturato con fibra ottica; la sistemazione del sistema di videosorveglianza a circuiti chiuso; la realizzazione di una stanza dei delegati (ricavata riducendo gli spogliatoi ospiti); la creazione di ulteriori tre postazioni televisive; la sistemazione della tribuna stampa, dell’impianto di condizionamento dell’aria, il miglioramento della sala stampa; l’adeguamento dell’attuale sistema di illuminazione in base ai criteri infrastrutturali della LNP. […]
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) C’è chi sostiene, molto probabilmente azzardando, che il Cosenza arriverà a Pordenone per il pareggio. D’altronde la doppia sfida, corredata dal pacchetto di regole normali (e non dallo schema che faceva riferimento alla classifica maturata nella stagione regolare), concede a chi gioca in trasferta il primo round di poter fare calcoli. Per questo i calabresi dovranno pensare soprattutto a non prenderle, e in seconda battuta a provare a far male al Pordenone in ripartenza. Attenzione però agli esterni che ha in dotazione Stefano De Angelis, perché possono risultare le armi chiave nel confronto di stasera. Il Pordenone, poi, ha sempre sofferto le ali alte e con gamba. È successo contro il Venezia, quando Marsura fece penare i ramarri, ma anche in altre occasioni. Ed è proprio nelle due zone periferiche del campo che il Cosenza spera d’indirizzare la partita del Bottecchia. Lì agiscono due tra i migliori giocatori a disposizione della squadra calabrese: Statella e D’Anna. Il primo giostra sulla sinistra, ma ama rientrare e sa calciare molto bene. Tanto che in campionato ha chiuso addirittura con 12 reti all’attivo. Su di lui ci sono gli occhi di alcune squadre di serie B, con in pole position il Bari. D’Anna invece agirà sul settore di destra, dove a fronteggiarlo troverà il friulano Michele De Agostini. […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Giocheremo in un Bottecchia tutto esaurito. Sarà un’atmosfera incredibile. Noi vogliamo farla diventare anche indimenticabile e vivere insieme a tutti i nostri tifosi un’altra magica notte neroverde». È un Bruno Tedino gasato come non lo abbiamo mai visto prima, quello che si appresta a guidare i suoi ragazzi alla conquista delle semifinali di Firenze. Per arrivare al prestigioso Franchi, tuttavia, il Pordenone dovrà eliminare anche il Cosenza, come ha già fatto con il Bassano e la Giana Erminio. […] Bruno però non vuole guardare troppo lontano. «Dobbiamo concentraci soltanto sulla sfida d’andata. Fare calcoli potrebbe portarci a distrazioni fatali. Sarebbe imperdonabile. Scenderemo in campo come sempre per imporre il nostro gioco, con tanto cuore e voglia di battaglia. Dagli spalti niente critiche, ma l’urlo di gente scatenata che ci spinga oltre ogni nostro limite. Non dimentichiamo che i rossoblù sono riusciti a eliminare negli ottavi una fuoriserie come il Matera. Giochiamo tutti insieme questa partita. Solo alla fine penseremo al ritorno a Cosenza». Dopo un’assenza di tre gare, che non ha compromesso il cammino dei ramarri, questa sera rientrerà Salvatore Burrai. «Chi lo ha sostituito ha fatto bene, ma sarebbe dura privarsi del suo carisma». […]
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Stasera si eguaglierà il record di presenze stagionale allo stadio Ottavio Bottecchia: 2.400 il numero di biglietti staccati che dovrebbe essere raggiunto oggi per la gara con il Cosenza. Una cifra raggiunta soltanto in occasione di Pordenone-Venezia, giocato lo scorso 1º ottobre. Al tempo la sfida valeva il primato in classifica: a vincere furono i neroverdi grazie al gol di Daniel Semenzato (1-0).A ieri i ticket venduti per i settori locali erano circa 2.200: la tribuna centrale e laterale è andata esaurita già nella prima giornata di prevendita, mentre la tribuna laterale sud-est e la gradinata locali ha visto polverizzare ieri gli ultimissi tagliandi. Da Cosenza dovrebbero invece arrivare 150 tifosi, altri cinquanta supporter rossoblù giungeranno a Pordenone da tutto il Nord-Italia. […]
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) La qualificazione si gioca su due match e Bruno Tedino lo sa bene. Tuttavia il tecnico del Pordenone, alla vigilia della sfida dell’anno, obbliga a tenere alta la concentrazione solo sull’incontro di stasera. Sarà dunque una squadra all’attacco quella che schiererà al cospetto del Cosenza: «Pensare in ottica 180 minuti sarebbe un errore imperdonabile – ha affermato ieri -. Quindi scenderemo in campo come sempre: per prendere in mano il pallino del gioco sin dal primo minuto». Carico. Ha dentro di se una sana tensione positiva Tedino, che per il secondo anno di fila si gioca l’accesso alla serie B. «Per affrontare al meglio il doppio confronto dobbiamo concentrarci intanto esclusivamente sulla gara d’andata – ha spiegato -. Dobbiamo imporre le nostre trame, con tanto cuore e spirito “battagliero” visto che il Cosenza è una gruppo di grande valore, nonostante abbia chiuso il campionato al settimo posto. Basti vederne il percorso nei playoff, in cui è stato capace di eliminare con merito la Paganese, ma soprattutto una fuoriserie come il Matera. La squadra di De Angelis miscela perfettamente qualità ed esperienza». Così Tedino sull’undici che giocherà: «Ingegneri e Misuraca hanno avuto una settimana problematica – ha affermato -. Stringeranno i denti per essere della contesa, vedremo che minutaggio potranno avere. Mancherà Berrettoni, mentre dopo le tre giornate di squalifica riavremo Burrai: un recupero prezioso il suo. Il modulo? Questi playoff – ha proseguito Tedino – ci hanno dato la possibilità di provare, con esiti molto positivi, diverse soluzioni. Vedremo cosa fare». Chiusura col pubblico: «La partita con la Giana Erminio ci ha lasciato ancora i brividi della nostra gente, capace di spingerci con forza ed entusiasmo per tutta la gara – ha detto -. Un clima proseguito anche nel post partita. Sappiamo che lo stadio sarà esaurito e quindi l’atmosfera dovrebbe essere incredibile. Vogliamo vivere con tutti i nostri tifosi un’altra magica notte neroverde». […]
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) È l’ultima gara al Bottecchia della stagione. Ed è la partita dell’anno. Scocca l’ora di Pordenone-Cosenza, andata dei quarti di finale dei play-off di Lega Pro (il via alle 20.30). Più di 2000 cuori neroverdi spingeranno la squadra di Tedino verso la vittoria, risultato in cui tutto il popolo spera per poter affrontare al meglio il match del ritorno, in programma domenica in Calabria: il regolamento dice che, in caso di parità sui 180′, si procederà con i tempi supplementari e poi eventualmente ai rigori. Meglio evitare l’extra-time al Marulla, stadio infuocato, e dunque partire bene, superando un Cosenza che arriva in Friuli sulle ali dell’entusiasmo dopo aver battuto il Matera e con un’ala, Giuseppe Statella, imprendibile e già nel mirino del Bari in serie B. […] Una strada che il Pordenone può percorrere è ancora quella del 3-5-2, già utilizzata con la Giana. Burrai agirebbe da play affiancato da Misuraca e Suciu, con davanti Cattaneo vicino ad Arma. Non è escluso però il ritorno al 4-3-1-2, con “Veleno” alle spalle del centravanti marocchino e di Padovan. Tedino, a quanto pare, deciderà all’ultimo, mentre è già chiaro il progetto tattico del Cosenza: il team di De Angelis giocherà col collaudatissimo 4-4-2, strepitoso nelle ripartenze grazie agli strappi di D’Anna e di Statella, a loro volta bravi a innescare le punte Mendicino e Baclet (quest’ultimo favorito su Mungo). […]
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Chi si aspettava una fumata bianca con risposte chiare e precise sul futuro del Vicenza calcio, è rimasto deluso. Il consiglio di amministrazione di Vi. Fin., la finanziaria che detiene la maggioranza delle quote del club biancorosso, si è tenuto ieri come da programma ma i passi in avanti sono stati pochi. «Stiamo lavorando concordemente verso una soluzione», ha spiegato alla fine del confronto l’avvocato Pierluigi Polato, che ha parlato a nome di tutti i soci, ma l’impressione leggendo tra le righe è che la strada, se così si può chiamare, per uscire da una situazione alquanto complicata non sia stata ancora trovata. Quando ormai si è arrivati alla fine del mese di maggio la composizione societaria è al momento rimasta invariata, e la domanda che tutti i tifosi si pongono da ormai un mese è chi metterà mano al portafoglio per rispettare la scadenze del 26 giugno, che riguardano gli stipendi dei mesi di marzo, aprile e maggio dei calciatori e tesserati del Vicenza, oltre ai contributi e ritenute di marzo e aprile da pagare entro il 30 giugno. L’importo, se si aggiunge la scadenza dell’Iva rateizzata e quella corrente, si avvicina ai quattro milioni: un importo considerevole soprattutto se si considera che, pochi giorni fa, alcuni soci della finanziaria vicentina hanno pubblicamente ammesso di non avere più possibilità di partecipare alle scadenze ed impegni che devono essere rispettare per potersi iscrivere regolarmente al campionato di Lega Pro. La cosa più evidente dopo la riunione di ieri è che il tempo comincia a venire meno e che l’unico passo concreto definito in questi giorni è stata l’approvazione del bilancio della società per la stagione in corso. Pensare ad un Vicenza che non si iscriva al prossimo campionato di Lega Pro è ipotesi da non scartare del tutto, anche se ieri l’avvocato Polato ha allontanato questa possibilità. «Il campionato appena concluso ha decretato per la nostra squadra una giusta retrocessione e quindi ritengo che il Vicenza la prossima stagione giocherà in Lega Pro — ha sottolineato l’ex vice presidente del club — stiamo lavorando ad una soluzione che potrebbe mettere d’accordo tutti e, quindi« ritengo che problemi in quel senso non ce ne dovrebbero essere». […]
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) La Coppa Italia è un contenitore di storie. E l’aspetto che colpisce è che si tratta sempre o quasi di storie belle, positive, che fanno ridere, divertire, emozionare. Per capirlo, basta recarsi a palazzo Trissino, nel cortile interno, dove è ospitata la mostra dedicata al successo della Coppa Italia del ’97 curata da Sergio Gasparin con il sostegno del Comune. In questi giorni, i visitatori si sono catapultati: impossibile perdere l’appuntamento con i ricordi di vent’anni fa. Sono passate 1500 persone: anziani, genitori, bambini. […] Tra le numerose visite, ha colpito quella di un vicentino che vive in Thailandia e si trovava in città per altri motivi. É passato nel giorno di inaugurazione dell’esposizione, apprezzando la galleria dei ricordi. Molti bambini si sono presentati accompagnati dal papà o dal nonno: troppo piccoli per sapere, troppo piccoli per ricordare. Ma non per imparare che quella squadra ha rappresentato (e rappresenta tuttora) per decenni il manifesto del calcio vicentino. Nei giorni scorsi si è presentato un ragazzo di vent’anni, che si è avvicinato all’ex dg Gasparin dicendogli, e quasi scusandosi, che sapeva poco o nulla di quella squadra e di quella vittoria. La data di nascita non ha colpevoli, forse solo mamma e papà. C’è anche chi, mentre si gustava la mostra, ha dichiarato di essersi sposato il giorno prima della finale e di aver posticipato il viaggio di nozze per poter assistere a Vicenza-Napoli. […]
Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) C’era molta attesa per l’appuntamento che s’erano dati ieri i soci di Vi.Fin., un’assemblea che in realtà sembra essersi rivelata come una fase di passaggio in vista di altro, certamente di un successivo incontro che ci sarà probabilmente nella prima settimana di giugno, ma che comporterà nel breve termine anche un cambiamento nell’attuale compagine societaria. L’impressione è che ormai restino due sole strade possibili: una con Alfredo Pastorelli al timone ma magari con nuovi soci, l’altra con una nuova proprietà cui potrebbe essere ceduto il Vicenza calcio. Ufficialmente è stato l’avvocato Gian Luigi Polato, socio di Vi.Fin. e membro del c.d.a. del club di via Schio, a fare da portavoce al termine della riunione nel corso della quale tutti i soci di Vi.Fin. hanno sottoscritto un patto di riservatezza, delegando appunto il legale a parlare. «È stato un confronto sereno – ha spiegato Polato – diciamo che si sta procedendo concordemente alla ricerca di una soluzione positiva, e anzitutto una soluzione per definire e chiudere la stagione sportiva 2016-17». Sembra di capire che esasperare i conflitti non convenga a nessuno e in questo senso va interpretato il riferimento ad una via d’uscita che i soci di Vi.Fin. stanno cercando insieme. Ma a questo punto la domanda è: la finanziaria che un anno fa ha comprato il Vicenza calcio da Finalfa andrà avanti oppure no? «Nel merito non posso entrare – risponde l’avvocato Polato – ma anche fosse, quasi sicuramente Vi.Fin. non procederà nell’attuale composizione». […]
Ore 14.00 – (Gazzettino) La piramide del Cittadella sta prendendo forma, giorno dopo giorno. Prima il direttore generale Stefano Marchetti, poi l’allenatore Roberto Venturato, ieri il capitano della squadra, Manuerl Iori, che ha firmato il rinnovo per un altro anno. […] «Fa piacere restare in questa squadra, era la volontà comune: io volevo ancora il Cittadella, la società voleva il sottoscritto. I matrimoni si fanno in due, e credo che anche alla luce dell’ultimo campionato disputato, l’accordo fosse quasi naturale, immediato». Ripartire dal capitano del Cittadella: che messaggio che ha voluto dare la società? «Penso sia quello di ricominciare da quanto di buono è stato fatto in stagione. Non sarà assolutamente facile, lo sappiamo, ma se affronteremo il prossimo campionato con umiltà e determinazione, sono convinto che ci potremmo togliere altre belle soddisfazioni. Il Cittadella, infatti, quand’è stato chiamato a fare cose importanti, c’è riuscito». Questa stagione c’era l’entusiasmo della neopromossa in serie B, al via della nuova stagione su che stimoli poggerà il Cittadella? «In questo momento è difficile dire cosa farà la differenza, cosa dovremmo trovare per confermare tutto il bello evidenziato quest’anno. Di sicuro serviranno tanta più fame e cattiveria agonistica, perché riconfermarci, specie ad alti livelli, è sempre più dura del primo anno». Un segreto comunque c’è già. «Il Cittadella dovrà lavorare sodo e pensare a un obiettivo per volta, che significa vivere gara dopo gara senza proclami né traguardi da raggiungere». È giusto parlare ancora di salvezza o, come dice sempre Venturato, bisogna alzare l’asticella? «Non parlerei di obiettivi, lo ripeto, bensì di voglia di fare qualcosa di importante. Ogni partita sarà quella che ci consentirà di fare un passo in avanti, verso quali obiettivi lo dirà poi il campionato. Sarà una conseguenza dei risultati che restituirà il campo». […]
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Un anno da ricordare. E, per farlo, la famiglia Gabrielli ha aperto le porte della propria residenza accogliendo squadra, staff, società e collaboratori del Cittadella nella festa di fine stagione. L’ultima volta era successo nell’estate del 2008, per volontà di papà Angelo, dopo la promozione dalla C alla B appena conseguita. «Papà destinava serate simili a momenti importanti e questo lo è, perché abbiamo realizzato qualcosa di grande», ha sottolineato il presidente Andrea, alle spalle l’incantevole giardino della villa, che ha accolto circa 160 invitati. «Gruppi come questi non nascono ogni anno e così ora non posso che ringraziare tutti e in primis Venturato, che è cresciuto e ci ha fatto crescere, e poi Marchetti, perché tenendolo qui ho vinto il mio piccolo campionato. Ora dovremo ritrovare stimoli e motivazioni, ma sono convinto che stupiremo ancora». Abbracci sinceri a fine serata tra i giocatori, perché l’incontro è coinciso con il loro “rompete le righe”. Tra i momenti divertenti, lo spontaneo capannello che si è creato dietro a un cellulare che stava trasmettendo gli ultimi concitati minuti di Frosinone-Carpi, con gli uomini di Castori capaci di volare in finale playoff in 9, tra i «non ci possono credere» dei presenti. Scaglia camminava con le stampelle per la frattura alla tibia rimediata nel derby, e mancavano gli azzurrini Varnier, Valzania e Vido, peraltro tutti al centro del “mercato”: il primo ha diverse pretendenti ma partirà solo al giusto prezzo, il secondo pare destinato a rientrare all’Atalanta, per il terzo occorrerà discutere il prestito con la nuova proprietà del Milan. Riguardo a Kouamé, il dg Marchetti è pronto a riscattarlo dal Prato, anche se occorrerà sborsare una cifra importante. […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Lunedì sera il direttore Marchetti scherzava con lui: «Non so se resterà, perché i giocatori maturi non mi piacciono». Uno scherzo, appunto. Tant’è che il rinnovo del contratto, scontato, è arrivato subito. Dopo la firma dello stesso dg e del tecnico Venturato, il terzo tassello del Cittadella che verrà è stato messo: capitan Manuel Iori indosserà la fascia anche nella prossima stagione. 40 presenze su 43 partite in quella appena conclusa, 8 gol, migliaia di palloni distribuiti e un contributo di personalità che è impossibile rendere con i numeri, il regista granata commenta così l’accordo raggiunto ieri mattina: «I matrimoni si fanno in due, in questo caso c’era la volontà di entrambi. Per me questo rinnovo significa che riproverò a realizzare qualcosa d’importante. Ci ripresenteremo al via consapevoli che non sarà facile ma che, se ripartiremo con la giusta umiltà e la giusta determinazione, ci potremo togliere delle grandi soddisfazioni. La cattiveria e la fame dovranno essere ancora ancora maggiori, perché riconfermarsi è sempre più duro dopo aver fatto bene. I risultati saranno una conseguenza delle nostre prestazioni e le prestazioni una conseguenza del lavoro. Di sicuro dico questo: fermo restando che la nostra stagione è stata straordinaria, dopo l’eliminazione dai playoff con il Carpi ci è rimasto l’amaro in bocca, un senso di incompiutezza. Ecco perché vogliamo riprovarci». […]
Ore 12.20 – (Gazzettino) «Non ho dubbi sulla serietà della sua proposta e sulla sua affidabilità nel mantenere gli impegni. Questa decisione è stata presa come sempre per il bene del Padova, e insieme agli altri soci abbiamo deciso di cedere a titolo gratuito parte delle nostre quote in modo che Bonetto abbia il settanta per cento». Bergamin non si sottrae alle domande dei cronisti. Perché ha fatto lei e non Bonetto il passo indietro? «L’ho fatto io perché mi sento responsabile degli impegni presi tre anni fa. Non volevo correre il rischio di creare ulteriori situazioni di difficoltà. Sarò presente nell’assemblea dei soci, ed eventualmente nel cda. Non sarà una presenza per controllare, ma mi sento la responsabilità di dare determinate garanzie. Lascio perché prima di tutto cerco di essere onesto con me stesso. Ciò che mi ha portato a questa decisione è proprio non vivere bene l’ambiente che si è un po’ deteriorato. Anche se ho sempre lavorato con spirito positivo, prospettive e risorse che sono state anche superiori alle previsioni e alle effettive disponibilità». […]
Ore 12.10 – (Gazzettino) Si va al nocciolo della questione. «Sono contento per quello che ho fatto sempre per il bene del Padova. Proprio per il bene del Padova è necessario dare garanzie all’insegna di una continuità futura e che non venga vanificato il lavoro svolto. Pur nella diversità di carattere e di vedute, con Bonetto sono riuscito a tenere un discreto equilibrio, mantenendo unita la società. Ci sono stati contrasti e momenti critici, difficoltà nel dialogo e decisioni non totalmente condivise. Questo ha tolto serenità all’ambiente facendo venire meno quella parte di divertimento che la passione per il calcio ti deve dare. Per questo ho deciso, in accordo con gli altri soci, che sia uno tra me e Bonetto a condurre la società in totale autonomia». Aggiunge: «Ho lavorato alla ricerca di una figura forte nel panorama imprenditoriale che potesse sostenere un progetto sportivo importante, purtroppo non ho ottenuto il risultato. Con gli altri soci abbiamo messo sul tavolo un progetto sostenibile nel caso mi fossi assunto la responsabilità di gestire il club, Bonetto ha dato la disponibilità di maggiori risorse economiche se fosse stato lui a condurre la società».
Ore 12.00 – (Gazzettino) Tutto come previsto. Giuseppe Bergamin fa un passo indietro, il timone del Padova va a Roberto Bonetto che parlerà questa mattina all’Euganeo. A svelare il nuovo assetto societario è stato lo stesso Bergamin in una conferenza stampa alla Sunglass, nel corso della quale l’ormai ex presidente si è commosso più di una volta nel leggere gli appunti di commiato preparati due notti fa. Quanto alla partecipazione azionaria, Bonetto detiene il 70 per cento, Bergamin resta con il 20 per cento, a Giampaolo Salot e Filippo Pancolini il 5 per cento ciascuno. Esce Massimo Poliero lasciando anche la presidenza del settore giovanile, pur continuando a dare un contributo come sponsor. […] L’approccio con Bonetto. «Questa impresa rappresentava uno sforzo economico importante e ho coinvolto Bonetto, l’unico a darmi appoggio concreto. Qualche risultato è stato ottenuto, qualche sogno l’abbiamo cullato. Errori ne abbiamo commessi, ma qualche attenuante ci deve essere concessa. In questa società ho messo più di tutti e come presidente ho cercato di essere sempre me stesso con semplicità, coerenza e onestà. Mi sono impegnato al rinnovamento dell’Appiani, sono orgoglioso che i nostri ragazzi possano giocare in uno stadio ricco di fascino e storia. Ringrazio Poliero per avere creato una struttura importante nel settore giovanile».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Non è da solo Bergamin alla Sunglass quando poco dopo mezzogiorno incontra i cronisti: nella sala riunioni della sua azienda, a Villafranca Padovana, ci sono anche il figlio e la moglie Giovanna. Entrambi ascoltano in rigoroso silenzio la conferenza stampa per quasi tutta la sua durata, fino a quando un cronista si rivolge proprio alla moglie dell’ormai ex presidente biancoscudato. Signora, lei che ne pensa? «Gli crescerà ancora di più il naso» la replica sferzante. […] In sostanza le viene chiesto un giudizio sul triennio biancoscudato giunto ormai all’epilogo. «La partenza è stata piacevolissima, poi credo che l’idillio sia durato fino a gennaio della prima stagione in serie D. Dopodiché personalmente ho patito abbastanza, probabilmente non si è simpatici a tutti. Io sono una grande tifosa del Padova, e non posso avere la colpa di essere la moglie del presidente. In qualche situazione non mi sono sentita rispettata, ma poco importa». Una frecciatina non di poco conto, che lascia intendere come in seno alla società i rapporti si fossero ormai logorati.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Attestati di stima, ringraziamenti, la speranza che Giuseppe Bergamin possa ancora ricoprire un ruolo all’interno della società e al tempo stesso un grande in bocca al lupo nei confronti di Roberto Bonetto. Queste le reazioni a caldo dell’ambiente biancoscudato, una volta rimbalzata la notizia del cambio al vertice. «Da parte nostra – commenta Andrea della Tribuna Fattori – c’è la massima gratitudine nei confronti di chi ha fatto il bene del Padova e ci sarà il massimo appoggio per chi continuerà a farlo in futuro. Bergamin si è sempre dimostrato vicino alla tifoseria e insieme a Bonetto ha fatto investimenti a fondo perduto, rischiando di proprio per cui gli saremo sempre riconoscenti, augurandoci di vederlo sempre allo stadio per salutarlo con affetto». Possibile che si ritagli comunque un ruolo in società? «Credo che meglio di lui nessuno possa decidere cosa fare. Diamo appuntamento sin d’ora a tutti i tifosi in ritiro per ripartire con entusiasmo». […] Fabrizio De Poli ha vissuto per due stagioni al fianco di Bergamin e Bonetto, contribuendo da direttore sportivo alla rinascita del Padova. «Bergamin – esordisce – era la classica figura di chi poteva diventare nel tempo un grande presidente, con l’anima del tifoso e al tempo stesso quel suo modo di essere che è un valore aggiunto per chi opera nel calcio. La vita, però, è fatta di scelte, e lui avrà avuto i suoi motivi. Con lui e Bonetto – aggiunge – ho vissuto dei passaggi importanti che ripercorro volentieri. Tre anni fa si sono presi in mano una bella patata bollente e questo fa onore a entrambi perché ci voleva grande coraggio per intraprendere questa avventura. Ricorderò sempre Bergamin come un amico e una grande persona di calcio e faccio a Bonetto il mio grosso in bocca al lupo dato che nel calcio le battaglie da affrontare sono tante e ora dovrà farlo in prima persona».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Nell’estate 2014 Massimo Bitonci era il sindaco di Padova ed è stato lui a battezzare la nuova realtà biancoscudata targata Bergamin-Bonetto. «Ho sentito di questo fulmine a ciel sereno – esordisce con tono scherzoso – o forse di questo fulmine in mezzo alla tempesta. Mi spiace ci sia stato questo ridimensionamento dell’impegno da parte di Bergamin e spero che Bonetto voglia portare avanti questo progetto. Evidentemente c’era da decidere chi tra i due potesse essere il socio dominante». Poi aggiunge: «Rinnovo il mio impegno a cercare di dare una mano al Padova, anche per cercare ulteriori sponsor e risparmiatori. Proprio l’altra sera, in un evento dedicato allo sport, ho ribadito il progetto di realizzare in zona Euganeo quattro campi di calcio per la scuola calcio, dato che è nota la carenza di spazi». […] Sergio Giordani, anche lui in lizza per la poltrona di primo cittadino, è stato a sua volta presidente del Padova ai tempi della serie A. «Per me questa notizia è stata una sorpresa – commenta – e sono un po’ dispiaciuto. Ho visto il video della conferenza stampa, Bergamin era commosso e lo capisco perfettamente, avendo vissuto la sua stessa situazione, ma se si sono ripartite le quote, ben venga. Se Bonetto ha preso una simile decisione significa che è in grado di rinforzare la società e magari puntare alla serie B. Quello che conta è la chiarezza e con questo requisito, qualsiasi decisione va accettata. Bergamin va ringraziato aggiunge per l’impegno che si è preso e, restando in società, per quanto farà, mentre a Bonetto dobbiamo dire grazie anche per il suo impegno in chiave futura. Sono entrambe due brave persone e io sono e sarò un tifoso del Padova». Cosa può fare un sindaco per il Padova? «Nel proprio ruolo che qualche imprenditore aiuti la società. È un dovere, dato che la squadra è un patrimonio di tutti, è un bene della città e porta immagine e fatturato».
Ore 11.00 – LE DICHIARAZIONI DI ROBERTO BONETTO: “Oggi inizia la seconda parte del film. Ringrazio Bergamin per le belle parole di fiducia, abbiamo fatto un bel percorso e purtroppo lungo la strada ci siamo fermati ma purtroppo fa parte dei giochi… Grazie Bepi! Due lunedì fa ci siamo incontrati con Bergamin e gli altri soci per parlare del futuro, e si è prospettata la possibilità di prendere la maggioranza. È una possibilità enorme, ma lo facciamo per il bene del Padova perché non potevamo tirarci indietro! Bergamin lunedì 22 maggio ci comunica che non si sono concretizzate le piste che aveva battuto alla ricerca di nuovi soci. Mia moglie ci ha detto “Fate quello che vi rende felici”, per questo abbiamo deciso di andare avanti. Lo facciamo per il bene del Padova! Capisco le emozioni di Bergamin e capisco che i miei modi possano non piacere a tutti, ma spero che verranno apprezzati soprattutto i fatti più che il mio sorriso… Anche perché chi non spera l’impossibile non vedrà realizzato neanche il possibile! Avremo un budget adeguato, quindi i tifosi possono stare tranquilli! E sono contento che Bergamin resti all’interno della società, perché ho bisogno di lui e della sua pacatezza e della sua saggezza che mi sono già state di grande aiuto in questi anni. Con lui purtroppo non siamo riusciti ad instaurare un feeling completo, ed abbiamo trovato un punto d’incontro per evitare una situazione di stallo… Per questo dico grazie a Bergamin per aver fatto questa scelta, e gli dico che lo aspetto! Io ed il mio socio Beccaro non avremo fatturati da centinaia di milioni ma abbiamo sempre pagato i nostri debiti, quindi i tifosi siano tranquilli… Il bilancio della scorsa stagione? Sei milioni e duecentomila euro. Non ci sarà un ridimensionamento, ma ci sono delle sacche in cui si possono ottimizzare i costi. Il settore giovanile? Penso più alla “padovanità”, perché i giocatori bravi ci sono anche nelle società del nostro territorio! Il budget della prima squadra? Non sarà toccato, cercheremo di allestire una squadra competitiva come quella della passata stagione. Per questo confermo ufficialmente che il direttore generale sarà ancora Giorgio Zamuner, perché ha fatto un ottimo lavoro. Vogliamo dare continuità a questo gruppo, senza ridimensionamenti o rivoluzioni. Comunico inoltre il mancato rinnovo del contratto di mister Brevi, che ha fatto un buon lavoro salvo poi cadere nel momento di blackout finale. Lo ringrazio però perché non dimenticheremo mai le emozioni che ci ha fatto provare con le vittorie a Parma e Venezia, e gli auguro di trovare una piazza che sappia amarlo fin dall’inizio. Ora facciamo passare una decina di giorni così terminano i vari playoff di serie B e Lega Pro e poi ufficializzeremo la figura più importante, ovvero quella del nuovo allenatore… Zamuner è già al lavoro a riguardo per allestire la squadra! I tifosi? Li ringrazio per la loro assidua presenza, ma dobbiamo fare uno sforzo in più per avvicinarsi ulteriormente a livello di marketing. Alcune iniziative sono state fatte a riguardo, ma dobbiamo iniziare a studiare iniziative ed idee per avvicinare ulteriormente la squadra ai tifosi. A tal proposito apriremo qui in sede uno “sportello d’ascolto” per i tifosi, perché vorrei che sentano dalla viva voce del direttore generale o degli altri membri societari le risposte alle loro domande! Io ho sempre detto le cose come stanno, in maniera franca e sincera, ed è forse per questo che non piaccio a tutti… L’amministrazione comunale? So che chiunque sarà il sindaco sarà vicino a questa importante realtà. Nuovi soci? Ci sono due persone serie e corrette che vogliono darci una mano, lavoreremo per formalizzare la cosa perché loro hanno dato la piena disponibilità a riguardo. Io sarò il presidente? Sì. Ci sarà un nuovo amministratore delegato? Molto probabilmente no. In cosa consiste l’ottimizzazione del settore giovanile? Deve essere in linea con quello delle altre società di Lega Pro del territorio. E sottolineo nuovamente la necessità di una maggiore “padovanità”, quindi magari i giocatori li andremo a prendere più in provincia di Padova che nelle altre province. L’Academy? Non è né più né meno della Scuola Calcio, quindi non cambierà molto. Poliero come sponsor? Ci darà una mano dal punto di vista economico, quindi lo ringraziamo. E se vorrà tornare all’interno della società la porta è sempre aperta… Il settore giovanile a Padova è sempre costato tantissimo, basta guardare i bilanci dell’ultimo anno di società vicine a noi come Cittadella, Venezia e Spal per capirlo! Il nostro obiettivo sarebbe inoltre quello di inserire un paio di giocatori della Berretti in prima squadra ogni anno. Il progetto? Intanto fare un campionato come quello di quest’anno! Il nuovo allenatore? Non vorremo fare scommesse, dico solo questo… Ma sono sicuro che è un profilo che piacerà! Allenatore specialista della Lega Pro? Anche no… Volevo esonerare Brevi dopo il SudTirol mentre Bergamin e Zamuner no? Era una mia idea, ma non abbiamo la controprova che in caso di cambiamento sarebbe andata meglio. Quanti rinforzi per la squadra? Dipende dall’allenatore. I rinnovi di Emerson e Neto Pereira? Dipende anche dal numero di Over, se saranno ancora 16 oppure se scenderanno a 14. Favalli? Ha dato la sua preferenza per Padova, dobbiamo sederci attorno ad un tavolo e parlarne. Lo stadio? Se ci diranno di andare a giocare al Plebiscito andremo al Plebiscito, mentre se dovremo continuare a giocare all’Euganeo continueremo all’Euganeo. Chi preferisco tra Bitonci e Giordani? Simpatizzo per entrambi perché uno ci ha dato una grossa mano per iniziare la nostra avventura mentre l’altro è stato un importante presidente Biancoscudato ed è un nostro grande tifoso… Quindi vinca il migliore!”.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un futuro tutto da decifrare, e devono cambiare alcune cose”) Doveva comandare uno solo dei due, ed uno solo comanderà. Anzi, sarà una coppia, padre (Roberto) e figlio (Edoardo). I Bonetto assumono la guida del Calcio Padova ed il minimo è augurare loro un grosso “In bocca al lupo! “. Ne hanno bisogno, perché li attende un compito estremamente delicato nel momento in cui si ridimensiona (e in modo drastico) il ruolo di Bepi Bergamin, il socio storico con cui hanno avuto il grande merito, nel luglio 2014, di riportare in… vita il Biancoscudo. […] Noi ci permettiamo di richiamare l’a.d. (futuro presidente) e il figlio su ciò che è più urgente fare: 1) indicare con chiarezza e trasparenza come s’intende condurre il club, sia sul piano economico che organizzativo; 2) cambiare radicalmente la comunicazione, non nel senso di sostituire il buon Candotti (responsabile dell’ufficio-strampa), che ci mette anima e corpo, ma proprio nel modo di rendere note le idee che si vogliono attuare. Basta misteri, silenzi, atteggiamenti di diffidenza, il Padova sia una casa di vetro, dove si possa toccare con mano il lavoro di ogni giorno, senza nascondere nulla; 3) recuperare un rapporto diverso con i tifosi, a cominciare da abbonamenti e biglietti. Serve una “politica” diversa nell’approccio con il pubblico, soprattutto per avvicinare di più le famiglie al Biancoscudo. A parte la promozione nelle scuole (che già esiste e ha dato comunque dei risultati), è soprattutto la generazione dei 35-40enni a mancare clamorosamente sugli spalti. Genitori giovani, che potrebbero portare i propri figli a familiarizzare con il Padova; 4) il vivaio da non penalizzare. Risparmi e colpi di “forbice” possono essere accettati in un’ottica di contenimento del budget complessivo, ma attenzione a non tagliare troppo. Il futuro, qui come in altri club, sta nella valorizzazione dei giovani, però bisogna credere sul serio in loro, non dirlo solo a parole. I Varnier, i Maniero, i Caccin e i Fasolo erano del Padova e sono “usciti” alla grande a Cittadella, così com’è assurdo vedere un Giorgione fare ciò che ha fatto con l’Albinoleffe partendo da qui. E gli esempi potrebbero proseguire… In conclusione, la svolta a 360º suggerisce di compiere passi proporzionati alla lunghezza delle (proprie) gambe, a cominciare dai costi. Noi ribadiamo l’appello-richiesta a parlare chiaro. Ne guadagnerete tutti.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La decisione definitiva, perciò, è maturata quando le trattative per portare nella compagine azionaria potenziali nuovi investitori sono tramontate: non appena si è capito che sarebbero rimasti da soli, Bonetto e Bergamin, il patron ha deciso che era ora di prendere in mano la situazione una volta per tutte. «Ho lavorato in questi mesi alla ricerca di una figura imprenditoriale forte che sostenesse un progetto sportivo importante, ma non sono riuscito ad ottenere risultati. Nella riunione di lunedì, perciò, io e Bonetto abbiamo messo sul tavolo le nostre carte, prospettando ciò che avremmo potuto investire per il club. Roberto ha promesso maggiori risorse, nel caso in cui fosse stato lui a condurlo, e a quel punto io ho fatto un passo indietro. Non ho dubbi circa la sua affidabilità e il rispetto degli impegni che si assume: per il bene del Padova è giusto che vada avanti lui. Non volevo correre il rischio di creare situazioni di ulteriore tensione e difficoltà, e vedendo l’impegno che Bonetto si prende, con la prospettiva di un budget superiore, ritengo che la giusta direzione sia quella di un progetto più importante, rispetto a quello che posso proporre io, e da parte dei tifosi spero che ciò venga apprezzato. Ovviamente non conosco quali siano adesso gli obiettivi, sarà lui a deciderli». […] Rimane alla fine quel magone in gola, quella sensazione vissuta per tre anni al timone della squadra della città e che da ieri non c’è più. «Nel momento più drammatico della storia del Padova, tre anni fa, mi sono fatto promotore dell’azione di salvataggio, costruendo una squadra che rappresentasse dignitosamente la città e la fede dei tifosi più veri, quale io mi ritengo. Bonetto è stato l’unico che mi abbia dato appoggio: abbiamo commesso qualche errore, ma crediamo di meritare delle attenuanti. Come presidente ho cercato di essere sempre me stesso, con semplicità, coerenza e onestà. Se ci sarà ancora bisogno di me, ci sarò». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Un’ora e un quarto di conferenza-stampa, per spiegare perché non sarà più il presidente del Calcio Padova. Giuseppe Bergamin parla nella sala riunioni della sua azienda, la Sunglass, a Villafranca Padovana. «A casa mia, dove mi sento a mio agio» , esordisce. Con lui ci sono la moglie Giovanna e il figlio Marco, vicini in un momento particolare. Raccontare le ultime vicende non è facile, nella notte dopo la riunione che, lunedì pomeriggio, ha deciso la svolta epocale del nuovo corso biancoscudato il patron ha dormito solo due ore. E la commozione prende il sopravvento ancor prima che inizi la lettura del lungo discorso che si è preparato. «Voglio ufficializzare quanto è stato definito con i soci», le sue parole . «Abbiamo deciso di cedere a titolo gratuito a Roberto Bonetto parte delle nostre quote azionarie: ora lui detiene il 70% e il governo della società, io il 20, Pancolini e Salot il 5% a testa, mentre Poliero lascia la carica e rinuncia alle quote, pur mantenendo il suo impegno sotto altra forma. Rassegnerò le mie dimissioni da presidente, non assumerò altre cariche operative e lascerò piena autonomia a chi si prende la responsabilità di condurre e gestire la società. Darò le dimissioni da consigliere di Lega, e vedremo se sarò ancora in Cda». A fine incontro, ad alcuni dei presenti, confesserà: «Volevo lasciare del tutto, ma per il bene del Padova…» […] «In una società che funziona bene non decide chi è in maggioranza: alcune scelte sono state prese con qualche contrasto, anche l’estate scorsa, ma sempre concordate. Ci sono stati momenti critici, già allora avevo manifestato la mia insofferenza, non ero più tranquillo e sereno, ma non era il momento adatto per una svolta. Non lo dico per un debito di riconoscenza, ma sono contento di ciò che ho fatto, perché l’ho sempre fatto per il bene del Padova. In una società di calcio è difficile mettere d’accordo più figure che governano, tra me e Roberto c’è sempre stata diversità di carattere e di vedute (la moglie Giovanna è intervenuta per rivelare che i dissidi erano cominciati già nel gennaio 2015, a metà stagione della Serie D, ndr), ma abbiamo cercato finora di tenere unito il club. Sono arrivato a questa decisione quando tutto questo non ha più assicurato serenità all’ambiente, alla società e ai collaboratori, togliendo a me quel divertimento che la passione per il calcio dovrebbe sempre dare. Sono stato io a dare l’aut aut: solo uno di noi due poteva rimanere al timone, non riuscivo più a vivere bene in un ambiente ormai deteriorato. Prima di essere presidente ero un vero tifoso, il che a volte, trascinati come si è dal sentimento, può anche mettere in difficoltà i conti economici. Non rinnego nulla, ma non voglio rovistare nei nostri rapporti: quanto è effettivamente successo tra di noi non credo che sia di pubblico interesse».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quest’ultimo in serata partirà per gli Stati Uniti, dove resterà un paio di settimane prima di rientrare in tempo per assistere alle final four in cui saranno impegnate, a Cesena, Under 15 e Under 17. Anche per questo motivo, ieri, Poliero ha declinato l’invito a spiegare la sua uscita di scena: «Preferirei non fare dichiarazioni in questo momento». Quel che emerge, tuttavia, è che anche l’imprenditore di Bressanvido sia stato indotto a lasciare a causa di alcune incomprensioni con i Bonetto. […] In questi due anni il Padova ha speso circa un milione a stagione per il vivaio, cifra superiore a quella delle altre società di Lega Pro e anche di alcune di categoria superiore. Da quel che filtra, l’investimento sarà ridotto, ma restano da chiarire vari interrogativi. Quanto sarà ridotto l’impegno? Che fine farà il progetto imbastito da Poliero? Verrà abbandonato o si cercherà di proseguire, quanto possibile, sul solco tracciato? […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Se Giuseppe Bergamin ridimensiona sensibilmente le sue quote all’interno della Spa biancoscudata, dimettendosi dal ruolo di presidente, l’unica uscita di scena totale è quella di Massimo Poliero. Ma è un’uscita che fa rumore, per diversi motivi. Il 50enne amministratore delegato della Legor Group era stato il primo imprenditore ad affiancare i due soci fondatori nell’estate 2015, arrivò ad acquisire fino al 20% delle quote e negli ultimi due anni gli era stata affidata la gestione del settore giovanile, del quale era stato nominato presidente. Ironia della sorte, proprio questo pomeriggio allo stadio Appiani è in programma la festa di fine stagione del settore giovanile, che rappresenterà anche la prima occasione in cui i soci si ritroveranno faccia a faccia dopo la riunione di lunedì. Sì, perché se gli oltre 600 ragazzi inizieranno a correre per il campo alle 16. 45, a partire dalle 18 sono previsti gli interventi di Giuseppe Bergamin, che tornerà appositamente dal viaggio di lavoro-lampo in Germania, di Roberto Bonetto e dello stesso Massimo Poliero.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Si chiude un’epoca, di fatto. Con le lacrime agli occhi, con la sofferenza di chi non avrebbe mai voluto compiere questo passo. I segnali degli ultimi giorni, tuttavia, convergevano tutti nella stessa direzione. E cioè che Giuseppe Bergamin, uno dei soci fondatori della rinascita del Padova, avrebbe ridotto il proprio impegno all’interno del club, in assenza di un asso nella manica. Il numero uno della Sunglass non sarà più il presidente del club di viale Nereo Rocco. Potrebbe ricevere la presidenza onoraria da parte di Roberto Bonetto, che salirà al 70% delle quote e che diverrà, di fatto, il nuovo presidente biancoscudato. Il commiato di Bergamin, in attesa della conferenza stampa di questa mattina di Bonetto, è stato carico di sofferenza, con l’unico momento sopra le righe rappresentato dall’intervento della moglie del presidente, che si è lasciata andare a considerazioni non certo tenere nei confronti dell’ad: «Certi soci proprio non mi vanno a genio». Bergamin ha interrotto più volte il suo lungo discorso per l’emozione. Un discorso toccante, preparato per tempo. Fra il riconoscimento al lavoro fatto dal socio («L’unica persona che, di fatto, mi ha dato concreto appoggio e disponibilità») e rivendicazione, con grande umiltà, di quanto fatto («Non volevo lasciare che il club morisse e penso di averlo fatto»), Bergamin ha spiegato che il nuovo assetto prevederà la presenza al 20% della Sunglass come socio di minoranza, affiancata dai soci Pancolini e Salot, entrambi con il 5%. […]