Clicca qui per aggiornare la pagina
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Una settimana per l’investitura. Stavolta il casting per la nomina dell’erede di D’Angelo e Bertotto avrà un timing ragionevole partendo da una considerazione: di allenatori liberi ce ne sono un mucchio, ma quelli davvero bravi sono pochi e alcuni sono legati al club di appartenenza. È il caso di Bruno Tedino a Pordenone o di Mauro Zironelli sul punto di rinnovare a Mestre. Sia Tedino che Zironelli sono skipper abituati a marchiare a fuoco ogni squadra. E Bassano necessita di questo tipo di precettore, con cultura tattica, personalità e in grado di assicurare un’identità alla formazione. Resta in piedi l’opzione legata a Mario Petrone, la figura in assoluto più gradita alla piazza e alla tifoseria, anche se, al di là dei buoni rapporti tra l’ex tecnico virtussino e Werner Seeber o Renzo Rosso, non si può parlare di trattativa avviata. Petrone, tra l’altro, rimane nei radar del Padova. […]
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non l’hanno mai visto dal vivo, ma Tedino e il suo staff si sono guardati e riguardati i video del Cosenza e sanno ora praticamente tutto dei lupi della Sila. Ora stanno indottrinando tutto il gruppo a loro disposizione. «Il Cosenza ha raccontato il tecnico neroverde a Tpn è un team costruito benissimo. È reduce da una buona stagione 2015-16. In questa ha patito qualche momento di difficoltà, ma poi si è ripreso benissimo. In mezzo al campo ha qualità importanti e davanti un grande attacco». Vero, ma il Pordenone ha dimostrato in stagione, e anche nei playoff, di non essere da meno. Con la Giana è riuscito pure a scatenare l’entusiasmo dei tifosi. «Ringrazio ancora il popolo neroverde ha ripreso Tedino -. Mi auguro che ci sostenga con lo stesso calore anche mercoledì sera. La squadra ha dimenticato in fretta la soddisfazione del 3-1 ai lombardi – ha assicurato il tecnico -. Doveva farlo per preparare gara uno dei quarti. Per cancellare il gap che sulla carta esiste nei confronti dei cosentini dovremo affrontarli con lo spirito giusto, restando umili e compatti, ma decisi a sorprendere ancora. L’ambiente è bello carico. Giocheranno tutti questa partita, dal presidente ha sorriso Tedino all’ultimo degli addetti ai lavori del De Marchi». La prima dei quarti è una gara che nessuno vuole mancare. Si allenano tutti con grande impegno, a porte chiuse. Misuraca e Ingegneri hanno lavorato a parte, ma saranno sicuramente a disposizione per la sfida delle 20.30.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà un Bottecchia tutto esaurito (già venduti oltre 1300 biglietti, ultimi tagliandi a disposizione tra Bar Libertà e Caffè Nogaredo) a salutare i ramarri mercoledì (20.30), comunque vada ultima gara in casa per la stagione 2016-17. Anche se Tedino e i suoi dovessero passare il turno nella doppia sfida con il Cosenza (ritorno domenica 4 giugno, 20.30, nella Bruzia), semifinali ed eventuale finale verranno disputate al Franchi di Firenze. Il popolo neroverde si sta preparando a omaggiare in modo appropriato i propri beniamini. È stata, anzi è, e auspicabilmente sarà ancora, una stagione fantastica. Migliore addirittura di quella passata, perché il terzo posto d’inizio maggio (per l’oggettivo valore del lotto delle avversarie) è un risultato ben superiore al secondo del maggio 2016. Così come l’aver già raggiunto i quarti oggi (per la nuova struttura dei playoff) è traguardo più lusinghiero della semifinale dell’anno scorso con il Pisa. Ciò che succederà nel prossimo futuro, come cantava Omero nell’Odissea, giace sulle ginocchia degli dei. Non avranno speso una vita in neroverde, come ha fatto Totti in giallorosso, ma meritano comunque un caloroso abbraccio tutti i ramarri per le emozioni che ci hanno regalato nel corso di questi 9 mesi. Non tutti resteranno. Il mercato già impazzisce. Lo agitano sia le società che hanno già concluso la loro stagione che quelle che ancora se la stanno giocando. Fra queste ultime le più organizzate lavorano contemporaneamente su due programmi. È il caso del Parma, una delle superfavorite per la vittoria il 17 giugno. La dirigenza ducale lavora per un 2017-18 in cadetteria, ma si prepara anche al peggio. In caso di un’altra stagione in C avrebbe già messo gli occhi su Rachid Arma, separato in casa con Mauro Lovisa. Per il maghrebino sarebbe in corsa anche il Livorno. Chi sembra invece destinato a giocare in B, indipendentemente dal risultato del Pordenone, è Gianvito Misuraca sul quale avrebbe ora messo gli occhi il Cittadella. Forti possibilità di un posto in cadetteria anche per Andrea Ingegneri: il difensore centrale romagnolo piace a Carpi e Spal. Intenso e allettante sarebbe pure il canto delle sirene provenienti da Reggio Emilia per l’idolo del popolo neroverde: Luca Veleno Cattaneo. Questi sono al momento i ramarri più ambiti, ma anche altri si sono conquistati l’ammirazione d’importanti club di Terza serie. […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino (e con lui Tomei e Buratto) ha già affrontato il Cosenza. E ha perso. I quarti di finale coi rossoblù danno anche un altro motivo al tecnico del Pordenone per superare i rossoblù. Il trainer vuole vendicare il ko rimediato nella finale dei playoff di serie D del 2012, quando allenava il Sandonà/Jesolo: la squadra perse 3-2 coi calabresi sul neutro di Arezzo, subendo il gol decisivo al 94′, quando ormai i supplementari sembravano cosa fatta. Avanti per 2-0 al termine del primo tempo, grazie alle reti dell’ex Tamai e Sacilese Llullaku e a Miniati, il Sandonà/Jesolo si fece rimontare a sorpresa e alla fine chiuse la gara in 10 per l’espulsione di Nichele, che dopo quel match passò proprio al Pordenone. Tedino rimase in biancazzurro per un altro torneo prima di passare alla guida della nazionale under 17, chiamato da Arrigo Sacchi e Maurizio Viscidi.
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Dopo le code del sabato, il buon afflusso della domenica. La corsa al biglietto per l’andata dei quarti di finale dei playoff di Lega Pro tra Pordenone e Cosenza, in programma mercoledì alle 20.30, continua ad essere sostenuta. Anche ieri nell’unica rivendita aperta (sino alle 13), il Caffè Nogaredo di Cordenons, le richieste non sono mancate: circa 200 i tagliandi staccati, dopo gli oltre mille del giorno precedente, in cui era stato preso d’assalto l’altro punto vendita autorizzato, ovvero il bar Libertà a Pordenone. La febbre per la sfida con i calabresi sta dunque salendo alle stelle. E i posti ancora liberi sugli spalti del Bottecchia si stanno via via riducendo. Ormai esaurita la tribuna centrale (a ieri si contavano ancora 5 seggioline disponibili), si sta riempiendo pure la nuova tribuna laterale e la gradinata locale. In altre parole, la capienza di 2. 100 posti a disposizione dei tifosi neroverdi potrebbe essere interamente colmata. E se nel settore ospiti (ad ora una sessantina i biglietti venduti) si registrasse una risposta anche di poco superiore alle 300 unità, si abbatterebbe il record della partita di campionato con il Venezia, quando furono 2.400 gli spettatori al Bottecchia. […] Uno dei primi nodi da sciogliere in chiave Cosenza sarà proprio l’assetto di partenza. Tedino potrebbe confermare il modulo visto con i lombardi oppure tornare al consolidato 4-3-1-2. Quel che è certo è che la formazione neroverde dovrà provare a capitalizzare al massimo il fattore campo, considerando le insidie del ritorno (domenica 4 giugno) allo stadio “Gigi Marulla”, dove potrebbero essere addirittura in 10 mila a spingere la squadra di Stefano De Angelis verso la qualificazione. […]
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Confermarsi in fretta in serie B dovrà essere non un punto d’arrivo, semmai di partenza per alzare, cammin facendo, l’asticella verso altri obiettivi ambiziosi. Maurizio Domizzi vuole continuare a giocare per vincere il più possibile. Lo ha fatto intendere chiaro e tondo al termine della finale di Supercoppa persa con il Foggia. «Io sono in una posizione un po’ particolare ha spiegato riferendosi alle sue 37 candeline che spegnerà tra un mese e mi piacerebbe ritrovarmi nella situazione di un anno fa, quando trovai l’intesa con il ds Perinetti in una manciata di minuti puntando assieme al massimo obiettivo». Il difensore romano contratto alla mano è legato al Venezia anche per la prossima stagione, dopo aver collezionato in quella appena conclusa 33 presenze e 4 reti. «La società starà ragionando da più di un mese sui reali programmi, penso che a breve se ne saprà di più sul futuro. Per età e carriera io penso di poter condividere un confronto con il direttore e l’allenatore, con la giusta chiarezza spero possano ricrearsi le migliori condizioni di lavoro, come quelle che oltre alle vittorie di squadra mi hanno consentito di vincere una scommessa personale, rimettendomi in discussione dalla serie A alla Lega Pro». […]
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Pippo Inzaghi? Non ho segnali di tentazioni ricevute, nel caso però spero resista». Se lo augura Giorgio Perinetti, diesse di un Venezia che per fissare ufficialmente i capisaldi per la prima serie B dopo 12 anni, dovrà attendere il ritorno del presidente Joe Tacopina previsto lunedì prossimo. Al numero uno arancioneroverde spetterà di chiudere ogni possibile telenovela, trovando con Perinetti e Inzaghi una rinnovata intesa sui programmi, per andare oltre il semplice contratto che lega entrambi al Venezia anche per il 2017/18. «Io penso che si andrà avanti così si sbilancia il ds , con la conclusione della stagione ora inizia un nuovo capitolo e già oggi mi vedo con il nostro allenatore. C’è da pensare alla B sotto tutti i punti di vista, tecnico ma prioritariamente strutturale. Bisogna trovare i giusti equilibri interni alla società, con Inzaghi ci confronteremo sulle esigenze del Venezia e le porteremo al presidente». Con il quale il confronto era stato appena abbozzato nelle scorse settimane. «Infatti non si è parlato di budget né di acquisti, avevamo sfiorato i ruoli dove intervenire ma senza fare nomi spiega Perinetti proprio perché il consolidamento del club passa innanzitutto per la disponibilità di strutture adeguate a supporto della squadra. Non è solo una questione di soldi perché sempre, più del quanto si può investire, è fondamentale spendere bene. Faccio un esempio, il Napoli di De Laurentis non aveva vinto la Lega Pro al primo colpo…» Tacopina dovrà trovare un punto di incontro con Pippo Inzaghi sul fronte ambizioni così da convincerlo a resistere ad eventuali chiamate importanti. «Io mi auguro di ripartire da Inzaghi, non vedo perché non debba essere così, anche perché significherebbe non dover accettare un’altra scommessa. Quest’anno il Venezia l’ha vinta, perché Inzaghi e il suo staff hanno contribuito alla crescita del gruppo e dei singoli, così sono arrivati i risultati che abbiamo visto. L’importante, ripeto, è cominciare tutti con le convinzioni giuste, quelle che poi cercheremo di trasmettere ai giocatori come successo l’estate scorsa in due minuti con Domizzi». […]
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Grazie Pippo Inzaghi. A bocce ferme lo ripetiamo, dopo averlo detto a inizio stagione, quando la mano del nuovo tecnico aveva appena portato un tocco di vivacità e il bel gioco che da troppo tempo mancava al Venezia. Adesso c’è da ringraziarlo per la stagione stupenda che ha fatto vivere a tutta la città, alla sua tifoseria, ma anche ai semplici appassionati che al calcio si sono riavvicinati per vedere all’opera una squadra vincente, inarrestabile, capace di entusiasmare. Ha dominato il campionato permettendosi il lusso di alzare la coppa della promozione in serie B con anticipo rispetto alla chiusura del campionato e ci ha anche abbinato la Coppa Italia di Lega Pro, quella manifestazione spesso snobbata a inizio stagione ma che indubbiamente accresce il prestigio della squadra che la conquista. Non è riuscito nel triplete, cedendo la Supercoppa al Foggia, ma nell’ultimo match ha offerto ancora una volta dell’ottimo gioco. […]
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) «Una bellissima sensazione, mi sono emozionato a vedere Venezia e Foggia insieme in campo». Andrea Seno ha assistito in tribuna al Penzo alla partita di Supercoppa di Lega, due squadre a cui è legatissimo, sia per i trascorsi in campo con i rossoneri e con il Venezia prefusione, sia per i ricordi anche da dirigente con gli arancioneroverdi. La sua presenza non è passata inosservata alle decine di tifosi del Foggia seduti anche in tribuna, alcuni lo hanno chiamato per salutarlo e chiedere il selfie durante l’intervallo. «Quel Foggia rimarrà nella storia per sempre» ricorda Andrea Seno, 53 presenze e 2 reti in Serie A con i rossoneri, «l’ultima volta che Foggia ha respirato la Serie A è stato con noi. Anche se sono trascorsi più di vent’anni la trasmissione narrata di quelle stagioni viene trasmessa di padre in figlio anche oggi». Dai ricordi alla partita di sabato pomeriggio al Penzo. «Alla fine, credo che la vittoria del Foggia sia meritata» dice l’ex centrocampista ora 51enne, in Puglia nel biennio 1992-1994 e con il Venezia 1986-1987, «anche se il Venezia nel primo quarto d’ora ha creato almeno tre occasioni da rete clamorose che potevano cambiare l’andamento del match, dopo un avvio più propositivo da parte dei pugliesi. Il calcio è questo, se non segni quando puoi, rischi di venire punito, e puntualmente è accaduto questo. Il gol di Deli ha rovesciato l’inerzia della partita, il Venezia ha accusato il colpo, mentre il Foggia è cresciuto. È stata comunque una bella partita, senza tanti tatticismi, tra due squadre che hanno cercato soprattutto di vincere». […]
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Stavolta il detto “non c’è due senza tre” non ha funzionato ma la stagione del Venezia appena andata in archivio è un bicchiere pieno sino all’orlo: promozione e Coppa Italia, tutti ci avrebbero messo la firma un anno fa. La sconfitta di sabato in Supercoppa con il Foggia spiace ma da oggi s’inizierà a programmare il campionato di serie B. Ci sono dei nodi da sciogliere. Chi rimarrà? Chi farà le valigie? Ci saranno dei cambi all’interno della società? Maurizio Domizzi, vice capitano in campo, ma leader assoluto nello spogliatoio, chiederà chiarezza sui programmi arancioneroverdi. «Un anno fa sono venuto qui» spiega l’ex Udinese «e mi è subito piaciuta la chiarezza: spero ci sia ancora. Ho un altro anno di contratto ma dobbiamo capire quali sono i reali programmi, vedere se il tecnico rimarrà. Certo, mi spiacerebbe giocare per un obiettivo minimo, vista la mia età e con una posizione un po’ particolare. Spero che il Venezia possa rilanciare le sue ambizioni». Dunque tutto sarà rimandato ai primi di giugno, con il rientro in Italia di Tacopina dagli Stati Uniti quando vedrà giocatori e staff tecnico. La base si cui partire è buona, perché il Venezia non solo ha dominato il suo girone ma con chi ha giocato meno non solo è riuscito ad arrivare in Coppa Italia ma pure a vincerla. […]
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Inzaghi sì Inzaghi no. Resta, se ne va, ha già salutato oppure ha scherzato? Vale la pena spiegare la situazione, lasciando poi a fantasia o intuizione di ognuno prevedere cosa possa succedere. Una certezza comunque c’è: fino al 5 giugno non succederà niente, nè in un senso nè nell’altro. Tra una settimana, cioè lunedì 5, è fissato il rientro di Tacopina, e quindi ci sarà un incontro tra i due per pianificare il futuro più prossimo. Se le idee di presidente e allenatore – che l’anno scorso si sono giurati amore non eterno, ma biennale – vanno nella stessa direzione il tecnico resterà al suo posto, altrimenti no. Una questione di programmi, probabilmente, più che di soldi. Anche se rientra nella normalità delle cose che di fronte ad una proposta altamente sostanziosa Pippo Inzaghi come ogni altro suo collega possa essere attirato. Tuttavia se il denaro fosse il motivoprincipale, probabilmente Inzaghi non sarebbe arrivato in laguna, dove ha raccolto qualche interessante bonus legato alla promozione ma non ha goduto di uno stipendio da nababbo. Ora, bisogna verificare, cosa che la Nuova sta facendo, quanta verità c’è nella ridda di voci che danno il tecnico per partente, allettato da una proposta-prospettiva più valida di quella del Venezia. Le recenti dichiarazioni di Squinzi non sembrano così “accoglienti”, anche se un dato di fatto è che il Sassuolo deve trovarsi un nuovo tecnico. E poi? Bari? Cagliari? Genoa? In questo periodo le ipotesi abbondano, ma rimane sempre in piedi il ragionamento di prima: Venezia è una realtà emergente, ha appena iniziato un ciclo, un percorso finora rispettato che ha portato la squadra a vincere due campionato consecutivi. Se davvero Tacopina trova nuovi investitori, il marchio si diffonde, e magari (nota dolente) anche dello stadio si cominciasse a vedere qualcosa di concreto, lavorare per il Venezia potrebbe essere una palestra formativa di grande valore per la carriera di un tecnico. E Inzaghi questo lo sa. […]
Ore 12.30 – (Gazzettino) «Capisco il presidente dell’Abano. Dopo tanti anni che tira la carretta, con una risposta deludente in termini di pubblico e l’amministrazione comunale che gli chiude il campo due volte l’anno, si sarà chiesto: chi me lo fa fare?». L’avevamo lasciato al termine dell’ultima giornata con uno stato d’animo che oscillava tra il sollievo per la salvezza raggiunta e la delusione per un piazzamento non in linea con le aspettative iniziali. Tre settimane dopo Renzo Lucchiari ha ritrovato la grinta di sempre e, a proposito dell’operazione che dovrebbe portare alla cessione del titolo degli aponensi alla Luparense, rivela: «Non più tardi di dieci giorni fa eravamo stati contattati anche noi, come già accaduto altre volte in passato, ma anche questa volta ho risposto no, riconfermando il mio amore per questa squadra e questa città. Ora però mi aspetto che questo mio impegno venga riconosciuto dalle istituzioni, dagli sponsor e dai tifosi, altrimenti si rischia anche qui di chiudere tutto». […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) «È una nuova sfida stimolante. E l’idea che ci sia anche una continuità con Abano mi fa pensare che sia il percorso giusto per me». A parlare è Andrea Maniero, che a stretto giro di posta riceverà ufficialmente da Stefano Zarattini l’investitura di direttore sportivo della nuova compagine che militerà in serie D a San Martino di Lupari. Proprio oggi il patron della Luparense incontrerà il collega Gildo Rizzato dell’Abano per formalizzare un accordo (già sottoscritto un preliminare) in base al quale prima squadra e juniores traslocano in territorio sanmartinaro, mentre il settore giovanile resta ad Abano. «Ho semplicemente messo in contatto Rizzato e Zarattini, poi loro hanno fatto tutto il resto. Il progetto è bello e serio, su base pluriennale. Sono orgoglioso che un presidente come Zarattini abbia pensato a me, e anche che ci sia una continuità con il lavoro svolto ad Abano. Ho visto che a San Martino di Lupari c’è una struttura organizzativa importante, e questo è già un buon punto di partenza. Poi toccherà a tutti noi costruire qualcosa di bello». Ha già pensato al progetto tecnico? «Ho in mente idee molto chiare su quello che mi piacerebbe costruire. Ciascuna decisione sarà comunque condivisa con il presidente e con l’allenatore». A proposito di quest’ultimo, tutto lascia pensare che a guidare la squadra sarà Luca Tiozzo che ha già lavorato con profitto al fianco di Maniero nell’ultima stagione neroverde (quinto posto e play off). Il tecnico si era promesso negli ultimi giorni all’Adriese, pur non potendo firmare il contratto dato che fino al 30 giugno è legato all’Abano, ma a fronte di quest’ultimi sviluppi non ci dovrebbero ostacoli a un dietro front. «Eravamo d’accordo già da diverso tempo che mi avrebbe seguito nella prossima stagione ritenendo che fare insieme almeno un altro anno sarebbe stato utile per la crescita reciproca. Per quanto mi riguarda l’allenatore sarà Tiozzo, ma deciderà lui cosa fare». […]
Ore 11.30 – (Gazzettino) Dopo avere ufficializzato Gianfranco Fonti per la panchina, il Campodarsego mette il primo tassello sul fronte giocatori. Oggi, infatti, è il giorno del rinnovo di Grasjan Aliù, pronto a guidare per la quinta stagione l’attacco biancorosso. «È un piacere essere ancora il capitano di questa squadra: una responsabilità in più che mi accollo tranquillamente». Undici sigilli nel campionato da poco concluso, sedici in quello precedente sempre in serie D. Categoria nella quale il record personale (diciassette) risale a otto anni fa, quando vi esordì con l’Albignasego. E all’epoca l’allenatore dei granata era proprio Fonti. «È un tecnico molto bravo, e in passato ha vinto la serie D. Se vogliamo vincere, è l’allenatore con la giusta esperienza». Non solo però Aliù. Perché il direttore generale Attilio Gementi ha già intavolato una trattativa anche per il rinnovo di Fabio Lauria, bomber quest’anno con ventidue sigilli. «L’abbiamo messo al corrente che ridurremo il nostro budget e che non siamo in grado di competere con le offerte di altre società, ma ci ha detto di voler valutare tutta la situazione dimostrando la volontà di rimanere». Ecco allora proprio Lauria: «Mi sono incontrato anche con Fonti, una chiacchierata per capire cosa si aspetta da me a livello umano e calcistico. Mi è stata prospettata una diminuzione del budget, senza comunque andare a intaccare gli obiettivi della società. Quanto a me, ci sono stati molti interessamenti e mi fa piacere. In particolare ho ricevuto due proposte economicamente più alte di quella del Campodarsego, però voglio valutare a 360 gradi tutte le situazioni che mi si prospettano. Il lato economico è importante dato che questo è il mio lavoro, ma sono molto attento anche all’aspetto umano, organizzativo e societario. A Campodarsego so con chi ho a che fare, e questo è un vantaggio». […]
Ore 11.00 – (Gazzettino) Dopo il rinnovo di Marchetti, la conferma di Venturato diventa ora una formalità. Certo, il diggì si confronterà con il tecnico prima di mettere nero su bianco per un’altra stagione, ma la permanenza di Venturato sulla panchina granata sarebbe stata l’opzione più accreditata anche nel caso Marchetti avesse fatto le valigie. Perché nessuno può mettere in discussione un allenatore che prende per mano una squadra appena retrocessa, la riporta in serie B a suon di record, e finisce per giocarsi i play off alla prima esperienza tra i cadetti. «Nei prossimi giorni parlerò con il direttore, sicuramente ho un’importante riconoscenza verso chi mi ha permesso di allenare il Cittadella. Guarderemo avanti assieme». È l’equivalente di un sì, e non poteva essere diversamente, specie dopo la conferma di Marchetti. «Stefano rappresenta il Cittadella da tanti anni, ha sempre svolto benissimo il suo lavoro. L’avere sposato ancora una volta la causa granata penso sia un riconoscimento importante verso la proprietà e il Cittadella stesso, che è una delle realtà che poggia le proprie fondamenta sui valori morali, che vengono poi trasferiti a tutti anche attraverso persone come Marchetti». […] Il Cittadella non era abituato a ragionare per obiettivi così importanti, forse ha pagato proprio questo. «Può essere, non siamo maturati abbastanza per certi traguardi, e con grande senso di responsabilità, mi prendo le colpe maggiori. Bisogna però guardare anche a tutte le cose buone e positive che ha fatto il Cittadella, che ha disputato un campionato straordinario, e ringrazio tutti i giocatori». Ma Venturato un anno fa si sarebbe mai sognato un Cittadella così bravo? «Era la mia prima esperienza di B, al pari di tanti altri giocatori. Dovevamo dimostrare tante cose, ma dentro ognuno di noi, giorno dopo giorno, covava il desiderio di costruire qualcosa di importante. E così è stato».
Ore 10.30 – (Gazzettino) DE CENCO 5 (768) – Al suo arrivo a gennaio, pur non al top della condizione, ci si attendeva di più e invece il suo contributo è limitato, con due sole reti in campionato. […] FILIPE 5 (613) – La cabina di regia è una delle note meno liete per il Padova. Penalizzato da una tallonite, il brasiliano gioca con scarsa continuità e raramente ai suoi livelli. BERARDOCCO 5.5 (428) – Arriva a gennaio per sostituire il brasiliano, ma vede il campo con il contagocce. GERMINALE 5 (392) – Reduce da un grave infortunio e con un utilizzo solo part time, fatica a incidere e quasi mai il suo ingresso in campo cambia il trend della gara. A gennaio passa al Fano con cui, quasi sempre in campo, segna cinque reti. SENZA VOTO. Troppo poco spazio in campionato per una valutazione attendibile per Boniotti (366 minuti) Tentardini (298), Bobb (130), Fantacci (109) che si è fatto male alla spalla proprio quando poteva scattare il suo momento, Favaro (95), Gaiola (80) e Cisco (57) già diventato beniamino dei tifosi. Nemmeno un minuto per Monteleone, in campo solo in Coppa Italia.
Ore 10.20 – (Gazzettino) CAPPELLETTI 6.5 (3.074) – Per lui si ripetono gli stessi concetti dei compagni, con ottimi momenti in cui si è messo in luce dietro (al centro, ma pure in fascia) e in avanti (due gol, assist e qualche rigore conquistato) e gare poco felici. RUSSO 7 (3.044) – Una chiusura non ai livelli del resto del torneo in cui, oltre a presidiare con sicurezza la porta di Bindi, si dimostra infallibile dal dischetto (sei gol su rigore su sette complessivi, uno dopo la respinta del portiere). ALTINIER 7 (2.867) – Anche quest’anno è il terzo di fila va in doppia cifra e raggiunge quota 14, esaltandosi in campi importanti come Parma e Reggio Emilia e senza battere i rigori, a parte quello fallito con la Maceratese. […] MAZZOCCO 6 (1.812) – Fatica in avvio, poi si ritaglia un discreto spazio, con alti e bassi naturali per la sua giovane età. Per lui un gol a Parma. ALFAGEME 5 (1.743). Da sette nel suo periodo migliore, quando, anche contro avversarie titolate quali Parma e Venezia, fa la differenza e mette in condizione i compagni di reparto con il suo sacrificio, di rendere al meglio. […] NETO PEREIRA 6 (1.559) – Terzo un anno fa per minutaggio, quest’anno, tra infortuni al menisco e problemi muscolari mal gestiti, riduce quasi della metà il suo spazio in campo, con bottino dimezzato da dieci a cinque reti. […] SBRAGA 6 (1.170) – Ecco uno dei giocatori della passata stagione che dovevano rappresentare il punto di partenza da cui ripartire. Le cose sono andate però diversamente e il giocatore ha trovato spazio solo a sprazzi. DE RISIO 5.5 (1.124) – Stesso discorso legato a Sbraga, ma per un intero girone resta ai box per problemi alla caviglia e muscolari; poi fatica a ritrovare la forma e gli standard di un anno fa.
Ore 10.10 – (Gazzettino) […] BINDI 7.5 (3.512 minuti) – È lui in assoluto il più utilizzato dell’intera stagione, ma pure quello con il migliore rendimento. Ha saltato una sola partita e in più occasioni le sue parate hanno fatto la differenza. Esperienza, carattere e personalità al servizio del Padova.
EMERSON 6.5 (3.477 minuti) – Un unico forfait per squalifica e una partita chiusa anzitempo. Per il resto non si è perso un minuto, con una stagione in linea con quella della squadra: inizio difficile, la salita in cattedra per buona parte del torneo e il calo finale. […] DETTORI 7 (3.368 minuti). Qualità da categoria superiori e quattro marcature, ma non solo fioretto, con tanti recuperi e un dinamismo tale da giostrare a tutto campo. Non sempre continuo nell’arco dei 90′, nei momenti bui ha predicato nel deserto. MANDORLINI 6.5 (3.283 minuti) – Il maratoneta del Padova, cresciuto alla distanza e sempre disposto al sacrificio. Per lui pure cinque gol, ma per sua sfortuna tre sono arrivati in gare perse. MADONNA 6.5 (3177 minuti) – Quando sta bene, in fascia destra detta legge; gli capita spesso, ma nel finale di stagione perde brillantezza. FAVALLI 7 (3.103 minuti) – Quest’anno è cresciuto molto, anche in personalità e scelta dei tempi, coniugando bene, con rare giornate a vuoto, la fase di copertura e quella di spinta, come dimostrato dai suoi cinque gol.
Ore 09.45 – Queste le dichiarazioni del presidente Andrea Gabrielli rilasciate a Il Mattino di Padova: “«Abbiamo chiuso il campionato ritornando a giocarci i playoff dopo aver espresso un bel calcio e, a differenza delle ultime volte, non abbiamo dovuto fare i conti con la tensione della lotta per la salvezza. A bocce ferma, dispiace aver terminato la stagione prima di approdare alle semifinali perché, in un certo senso, non abbiamo potuto festeggiare adeguatamente un risultato storico. E, ancor di più, dispiace essere arrivati al momento decisivo con molti giocatori infortunati o non al meglio della condizione. Ciò detto, aggiungo anche che una stagione come questa ci fa capire che, sì, il Cittadella può pensare di poter correre per posizioni più gratificanti, anche se non ci sentirete mai dire che partiamo con l’obiettivo playoff». La serie A spaventa o alletta? «Guardate, non mi metto nemmeno a considerare tutte le differenze che ci sono tra la A e la B, a cominciare dalle infrastrutture e dagli interventi che sarebbero necessari per mettere a norma lo stadio. Dopodiché sono dell’opinione che si debba lavorare per fare bene e possibilmente migliorare, e che non si debbano porre limiti alla provvidenza…».
Ore 09.30 – (Mattino, Stefano Edel) (…) Se due o più soci litigano, prima o poi si arriva alla rottura. È una regola basilare nelle aziende, figurarsi nello sport. Il Calcio Padova è arrivato al dunque della sua nuova vita: perché oggi, alle 17, in sede è convocata una seconda riunione tra gli azionisti della Spa di viale Rocco, dopo quella andata in scena martedì scorso, per decidere quale sarà il futuro del club. Anzi, per essere più precisi, da chi e come si ripartirà nella terza stagione di fila in Lega Pro, dopo il ritorno tra i professionisti nel maggio 2015, al termine della breve parentesi trascorsa tra i dilettanti, in Serie D.
Una cosa sembra sempre più inevitabile, a meno di clamorose quanto improbabili sorprese: Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, (…) romperanno il loro sodalizio. Troppo divergenti le posizioni dell’uno da quelle dell’altro, anzi dagli altri perché, oltre all’a.d., c’è anche il figlio Edoardo, vice-presidente: non c’è più sintonia sul budget economico, sugli obiettivi, sull’organizzazione stessa della società.
Le frizioni, affiorate già ai tempi della D, si sono accentuate soprattutto quest’anno, dopo che, nel maggio 2016, i Bonetto pretesero, e ottennero, che si facesse a modo loro. Anche ieri, all’Appiani,
in occasione delle partite di Under 15 e Under 17, che si giocavano l’accesso alla final four per il titolo italiano di categoria, la B&B biancoscudata, presente al completo, si è ben guardata
dal far trasparire sensazioni diverse rispetto a quanto emerso nelle ultime settimane: Bergamin, con moglie, sedeva da una parte, i Bonetto in un altro lato della tribuna.
Oggi pomeriggio il confronto sarà decisivo. E qui ci può davvero scappare di tutto, perché sia il proprietario della Sunglass di Villafranca che il titolare della Thema di Piazzola dovranno prendere atto che la loro unità d’intenti non esiste più. A livello di “peso specifico” nel Cda il quadro è noto: Bergamin ha il 42% del pacchetto azionario, Bonetto (con il fido socio Beccaro) poco più del 30%, e gli altri tre
azionisti, Poliero, Salot e Pancolini, insieme raggiungono il 28%. Potrebbero essere proprio questi ultimi a spostare l’ago della bilancia verso il presidente o l’a.d. e il vice-presidente. Indiscrezioni della vigilia dicono che, essendo stati portati tutt’e tre da Bergamin, la loro intenzione sarebbe quella di stringere un’alleanza ancora più solida con il patron. Quindi, 70% di quote contro 30%. Ma i Bonetto,
che non hanno alcuna intenzione di mollare, sarebbero pronti a giocarsi la carta di nuovi investitori, in grado di rilevare parte delle azioni in mano a Bergamin e a Poliero & C. Qui si gioca la
partita vera (… ) Un uomo solo, dunque, non più due. (…)