Padova, l’editoriale di Stefano Edel: “Confronto necessario tra Bergamin e Bonetto, ma si parli chiaro…”

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Una premessa: consiglieremmo a Bergamin e Bonetto di lasciar perdere i social e i “leoni” da tastiera che si dilettano sui vari siti proponendo soluzioni, per il futuro del Padova, fuori da ogni logica o, peggio, fantascientifiche. Parliamo di allenatori e giocatori su cui è esploso il “tam tam” in Rete con largo anticipo rispetto ai tempi abituali. Prima di tutto, cari signori, vengono il Padova e il suo assetto societario. E i ragionamenti su quello che sarà, adesso vanno fatti partendo da una chiarificazione, nella compagine azionaria, quanto mai necessaria dopo quanto è successo negli ultimi mesi. Non è più un mistero – a dire il vero, non lo è mai stato neanche nelle annate precedenti, ma quando lo si sottolineava si veniva additati alla pubblica piazza come fomentatori di zizzania – che i due soci storici del (nuovo) Biancoscudo siano andati raramente d’accordo. Oggi siamo al redde rationem, o l’uno o l’altro: insieme è molto difficile che proseguano l’avventura, dopo un patto triennale esauritosi con il quarto posto nel campionato appena finito, ma con un’amarissima eliminazione al primo turno dei playoff per la Serie B.

[…]

Domani è in programma un summit tra gli azionisti, e forse avremo un primo chiarimento sulle posizioni precise di ognuno. Insistiamo sul “primo”, perché l’impressione è che, a questo incontro, ne seguiranno altri, tesi a capire sin dove ci si potrà spingere nella (ri)definizione di pesi specifici e ruoli. Ci permettiamo di esprimere forti dubbi sul fatto che, dopo liti e discussioni che hanno caratterizzato anche di recente il loro rapporto, B&B ritrovino la sintonia e la compattezza sbandierate a più riprese lungo il cammino, quando le acque, come al termine della passata stagione o dopo le 8 partite iniziali dell’attuale, erano fortemente agitate. Nel Padova, a nostro avviso, deve comandare uno solo, non si può, per quieto vivere, cercare di andare d’accordo così, di facciata. […] Non servono “rivoluzioni”, ma idee e un progetto tecnico su misura. Sin qui si è proceduto con rimescolamenti di strategie imposti ora dall’uno e ora dall’altro. L’abbiamo sempre sostenuto, e lo ripetiamo a maggior ragione alla vigilia di decisioni importanti: ai tifosi padovani si deve parlare chiaro, non cullando sogni o promesse impossibili. E parlare chiaro significa muovere passi proporzionali alla lunghezza delle proprie gambe. Spendendo anche di meno, se necessario. Basta dirlo, appunto.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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