Un inizio con il freno a mano tirato, ventitré partite con ritmi da promozione e il crollo nel mese di aprile. L’andamento del Padova regala spunti importanti in chiave futura, permettendo di individuare gli aspetti in cui i margini di miglioramento sono più ampi. Dopo otto giornate, e in particolare dopo il ko con la Sambenedettese che sembrava destinata a chiudere l’esperienza padovana di Brevi, si era giocato il 21 per cento del torneo e i biancoscudati viaggiavano al decimo posto con dieci punti all’attivo (due vittorie, quattro pareggi e due ko). Poi è seguito un lungo periodo (60 per cento del campionato) in cui la squadra ha viaggiato alla grande: 52 punti in 23 gare (16 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte), con il solo Venezia appena sopra (53 punti) e tutte le altre (Parma 45, Pordenone 41, Feralpi 39, Reggiana 37) nettamente più in basso. Le ultime sette partite (18 per cento del campionato) in cui il Padova ha rimediato cinque sconfitte, oltre a una vittoria e un pareggio, hanno compromesso la possibilità di arrivare sul podio, con una crisi sfociata nell’immediata eliminazione ai play off.
Interessante l’andamento anche analizzando i bottini conquistati mese per mese, escludendo agosto e maggio (una sola gara) e gennaio (due). A settembre nella classifica parziale biancoscudati ottavi (8 punti su 15), a ottobre sono in vetta con il Bassano (11 su 15), a novembre secondi (9 su 12) alle spalle del Pordenone. A dicembre terzo posto (11 su 18), idem a febbraio (10 su 12, en plein per Venezia e Parma) e di nuovo in vetta a marzo (10 su 12) con Venezia, Samb e e Fano. Da incubo, infine, aprile con un punto su 18 e l’ultimo posto. Con i punti della penultima (5) il Padova avrebbe chiuso il campionato al secondo posto. Nel complesso identici punti conquistati all’andata e al ritorno (33).
[…](Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)