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Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’ambizione sul campo di migliorare l’attuale stagione, cambiando marcia in modo deciso e fuori dal campo il progetto stadio che, lentamente, prosegue. Passo dopo passo, quasi a fari spenti, un nuovo impianto commisurato alle esigenze dell’attuale realtà, permetterebbe un salto di qualità importante al Bassano di Renzo Ronzo. Certo diverse piazze in Veneto e anche fuori regione sono alle prese con progetti di nuovi stadi, salvo che poi alla resa dei conti si incontrano difficoltà spesso molto difficili da superare. «Tra poco — ha detto il presidente giallorosso Stefano Rosso — sapremo gli esiti dell’analisi di pre-fattibilità sulla sostenibilità del progetto. Questa società se vuole crescere deve poter contare su una struttura diversa rispetto a quella attuale. Mi fa sorridere questa battaglia a tutti i costi sul Mercante, che allo stato attuale è destinato a diventare obsoleto ed inutilizzabile sia per noi che per i ciclisti. Non è una lotta tra sport, semmai la soluzione dovrebbe essere quella di cercare di sviluppare un altro velodromo, non rimanendo aggrappati ad una struttura del passato ma investendo sul futuro con progetti strutturati. La nostra è solo una presa di coscienza, vogliamo sviluppare il nostro progetto investendo sulle strutture, per poter continuare a crescere come società». […]
Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) In alto i calici e pure i cuori per l’atmosfera che si respirava l’altra sera al Civico 130 di Rosà dove Bassano ha brindato con sportivi e simpatizzanti prima del rompete le righe di ieri mattina e il via alle vacanze ufficiali di squadra e staff. Nonostante l’eliminazione precoce dai playoff, sorrisi e distensione, poiché alla fine gli obiettivi minimi e medi sono stati raggiunti. E pazienza se non sono arrivati i traguardi massimi visto che la squadra non era attrezzata per raggiungerli anche se qualcuno dopo la poderosa cavalcata autunnale si era illuso che lo fosse. […]
Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) Queste sono mazzate. Queste sono dolorossime mazzate per i teorici del “tanto vogliono rimanere in Lega Pro”, i dietrologi del “Bassano non vuole salire” o i detrattori secondo cui “la società non ha interesse a rincorrere la B”. Un ferale colpo agli spacciatori di luoghi comuni.Le esternazioni di Stefano Rosso da New York hanno spazzato via qualunque dubbio: «Stiamo pianificando nuovo stadio e centro sportivo e non avremmo mai messo la faccia in certi programmi se non avessimo alle spalle un solido gruppo di persone che ci supporta – si affretta a precisare il pres – lavoriamo per gestire il club in maniera oculata ma sappiamo che tutto questo non può prescindere da determinati investimenti in termini di strutture». E la notizia che ha scosso il popolo tifoso ieri mattina è il cambio di marcia impresso dal Soccer Team. Non più la formazione sbarazzina e spensierata che da monella va all’attacco dell’impero senza prendersi troppo sul serio, ma una squadra consapevolmente pronta a sedersi al tavolo delle big: «Dopo aver riflettuto assieme al direttore generale Seeber – confida Stefano – le linee guida del prossimo campionato saranno quelle di fare qualcosa di più e di meglio rispetto all’annata che si è appena conclusa. E quando dico di meglio non intendo approntare un organico come il Venezia, ma portare ciò che serve a questa rosa e che è mancato in questo torneo. Ovvero malizia, mestiere, esperienza per combinare testa e raziocinio a corsa ed entusiasmo. Perchè vedete, l’obiettivo del Bassano deve essere quello di migliorare sempre, in particolare nella mentalità. Quest’anno, afferrati i traguardi primari, c’era la possibilità di crescere e spiccare il volo, non avevamo alcuna pressione addosso e invece abbiamo finito con l’inabissarci da soli. Vediamo di fare tesoro dell’insegnamento. Faremo cioè investimenti mirati». […] «I miei complimenti a Fedelissimi e al Gruppo Grappa, al nostro zoccolo duro della tifoseria e a chi viene allo stadio e ci sostiene indipendentemente dai risultati, li ho già fatti – puntualizza – i supporter da web li capisco meno. Siamo l’unico posto in cui si difendono sempre i giocatori che vanno via criticando chi invece rimane e si fa il mazzo per la squadra e la società. E dire che altrove è l’esatto contrario. Boh… Meno male che si tratta di una minima parte. E sul derby col Vicenza dico che anche se non c’è la certezza che si possa finire nello stesso girone, da consigliere di Lega mi batterò perchè Bassano, Lane, Padova e Mestre siano nello stesso raggruppamento». Altrimenti che gusto c’è.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mauro Lovisa a fine partita non riesce a nascondere la delusione, anche se poi si mostra fiducioso nella possibilità di ribaltare la situazione mercoledì sera al Bottecchia. «Gara uno è stata segnata da due errori clamorosi. Uno l’ha commesso Arma, in avvio di ripresa, quando da tre metri non è riuscito a cacciare la palla in rete. Rachid anche contro la Giana ha disputato una partita generosa per aiutare la squadra, ma poi fa fatica a far gol. Sottoporta ci vuole più cattiveria. L’altro errore è stata la concessione del rigore. Ho rivisto il filmato e l’intervento di Tomei era pulito. Anzi, mi è sembrato che Marotta, quando si è rialzato, si aspettasse di essere ammonito per simulazione. Bisogna stare molto attenti quando si prende una decisione che potrebbe compromettere il lavoro di un’intera stagione». Lovisa punta il dito anche sui cambi. «Tedino ha provato a dare una svolta alla partita, ma chi è entrato (Martignago, Buratto e Padovan, ndr) non l’ha data. Lo dico sempre: chi subentra deve offrire il massimo, per poi avere il diritto di dire al mister: hai sbagliato scelte. Qui non è stato così». […] Non si dispera per la sconfitta di misura nemmeno Bruno Tedino. «È stata una bella partita, fra due squadre che hanno cercato di superarsi. La Giana ha valori importanti e gioca bene. Noi, consci delle defezioni di elementi di peso nell’economia del nostro gruppo, siamo venuti a Gorgonzola con grande umiltà e coraggio, proponendo un gioco propositivo. Credo che, visto l’andamento del match, non avremmo meritato di perdere». A fine gara l’allenatore è andato sotto il settore dei supporter dei ramarri, una cinquantina, come a Pisa un anno fa. «Sì, per ringraziarli. Con loro abbiamo condiviso tante gioie e poco dolore, sia in casa che in trasferta. Ora spero che in gara due, al Bottecchia, venga tutto il popolo neroverde, a spingerci verso un altro traguardo storico».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Un rigore assurdo fischiato dall’incerto Prontera per un fallo insistente di Tomei su Marotta costringerà il Pordenone a ribaltare in gara due, mercoledì sera al Bottecchia (20.30), l’1-2 subito a Gorgonzola. Raccontiamo subito il fatto avvenuto al 57′. Sull’1-1, frutto di una gara equilibrata, Marotta approfitta di un po’ di confusione nella retroguardia neroverde e di un rimpallo favorevole, presentandosi solo davanti Tomei. Sui piedi del centrocampista lombardo esce prontamente Matteo, che con coraggio e tempismo abbranca la sfera. Poi Marotta finisce a terra. Per Prontera è rigore. Inutili le proteste dei ramarri. Pinardi dal dischetto non fallisce. Decisione penalizzante, risultato però recuperabile mercoledì in un Bottecchia che dovrà essere una bolgia, per spingere i ramarri ai quarti. Raccontato l’episodio determinante e negativo, va ammesso che la Giana non ha rubato nulla. La gara è stata equilibrata, ma i padroni di casa hanno dato qualcosa in più. O meglio: il Pordenone ha dato qualcosa in meno delle sue possibilità. Si può avere un atteggiamento migliore, anche senza uomini importanti come Burrai, Berrettoni e Stefani. Auspicabilmente il capitano sarà al suo posto in gara due. Tedino ha optato anche a Gorgonzola per un attacco a una sola punta e un centrocampo folto, con Suciu registra arretrato. Gli sarebbe pure andata bene, se il fischietto bolognese non si fosse inventato il penalty. Logicamente più coraggioso il 3-4-1-2 di Albè (obbligato a vincere), con Chiarello trequartista alle spalle di Bruno e Perna. […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Una cinquantina i tifosi neroverdi giunti sino allo stadio di Gorgonzola: oltre 300 chilometri non sono poca cosa da sorbirsi, soprattutto se il tempo è incerto e se c’è la diretta su Udinese tv. Atmosfera quasi “dilettantistica” nel paesino alle porte di Milano: nulla a che vedere con la sontuosità del Tardini di Parma, per dire, o dell’Arena Garibaldi di Pisa, presa d’assalto dai supporter dei ramarri un anno fa, con l’occasione anche di fare una visita alla vicina torre pendente, oltre che di assistere a un match di categoria superiore per il prestigio dell’avversario. Ieri, invece, i pochi pordenonesi sono arrivati alla spicciolata, attendendo pazientemente fuori dei cancelli dell’impianto sportivo della Giana Erminio, che li ha aperti appena un’ora prima del fischio d’inizio. Tribuna accogliente, campo piccolo ma perfetto: nulla da dire sull’organizzazione della società biancazzurra, comunque. […]
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Anche nella tana della Giana Erminio è Mauro Lovisa il primo a entrare in sala stampa. Il presidente è amareggiato per il risultato, ma tutt’altro che demoralizzato. E attacca subito: «Dobbiamo essere più cattivi davanti». Cinque parole che sintetizzano al meglio il suo pensiero. Condivisibile, perché al di là delle assenze – in particolare quella di Berrettoni in attacco – la squadra neroverde è parsa un po’ molle rispetto al solito. «Abbiamo fallito a inizio ripresa – argomenta il patron del Pordenone – un’occasione incredibile con Arma a tre metri dalla porta. Questo ragazzo, ultimamente, non riesce più a segnare. E poi il calcio è così: pochi minuti dopo è arrivato quel rigore che ci ha punito oltre i nostri demeriti. Un episodio che non vorrei commentare, ma che devo giudicare clamoroso. Si vede bene dalle immagini tv che l’uscita di Tomei non era fallosa. In partite come questa ci si gioca un anno intero di lavoro, bisogna stare attenti, non si possono decidere le gare così. Il loro attaccante pensava di beccarsi il giallo per simulazione… Ma rimango sereno, perché abbiamo tutte le possibilità e le potenzialità per ribaltare la situazione e qualificarci. Sarà fondamentale la spinta dei nostri tifosi, mi aspetto un Bottecchia pieno, una bolgia, un gran tifo. Davanti al nostro pubblico saremo diversi rispetto a oggi». […] La palla passa a Tedino, senz’altro meno arrabbiato rispetto a Lovisa. «Abbiamo giocato – afferma – una grande partita, nella quale forse abbiamo sbagliato qualche gol di troppo. Per cui non posso rimproverare nulla ai ragazzi, qui se non entri in campo con la giusta determinazione rimedi quattro sberle. Una gara giocata a viso aperto, un match tra due pugili senza guardia. La Giana è una bella realtà, in campionato ha sconfitto squadre come Livorno, Cremonese e Alessandria, oggi l’ha dimostrato. Siamo stati umili e coraggiosi, nonostante le pesanti defezioni che lamentavamo. Volitivi e propositivi, sinceramente credo non meritassimo di perdere, al di là del rigore dubbio». […]
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Gorgonzola amaro per il Pordenone, di sicuro indigesto. La frase è un po’ scontata, vero, eppure rende nel migliore dei modi la sensazione del Pordenone alla fine della partita nella cittadina alle porte di Milano. Non tanto per il risultato in sé: la sconfitta di misura è ribaltabile con una vittoria mercoledì sera al Bottecchia, con qualsiasi risultato, visto il migliore piazzamento in campionato rispetto ai rivali. Ciò che dispiace è il modo in cui arriva il rovescio, frutto di una buona prova della Giana, ma soprattutto di un episodio dubbio, quello del rigore decisivo. E per le pesanti assenze forse dei tre uomini più importanti, Burrai (squalificato), Berrettoni e Stefani, rivelatesi determinanti. Tedino schiera un 4-1-4-1 simile a quello che una settimana fa aveva imbrigliato il Bassano, con le varianti di Ingegneri al centro della difesa e Bulevardi esterno destro di centrocampo al posto di Buratto. La Giana conferma il suo 3-4-1-2, con Perna in attacco ad affiancare il temuto bomber Bruno al posto dell’infortunato Gullit Okyere. […] Finisce così, tra l’esultanza del pubblico locale. Ma Tedino corre subito sotto la curva neroverde, come un anno fa a Pisa: è finito soltanto il primo tempo, mercoledì al Bottecchia sarà, dovrà essere un’altra storia.
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Primi movimenti verso la serie B, la vittoria della Lega Pro allunga i contratti in casa-Venezia. La conquista della promozione avrà questo effetto per alcuni giocatori lagunari, a partire da Bentivoglio, Facchin e Fabris, i quali vedranno automaticamente prolungato il loro contratto di un anno rispetto al termine originario del 30 giugno 2018. Stessa scadenza è già fissata anche per il ds Giorgio Perinetti e per il tecnico Pippo Inzaghi (per quest’ultimo è previsto nero su bianco un bonus-salvezza in serie B), ma la loro posizione diventerà ufficiale presumibilmente nella prima metà di giugno, in quanto il presidente Joe Tacopina tornerà in città lunedì 5 per riprendere i faccia a faccia della definitiva chiarezza. Peraltro Tacopina potrebbe rendere note anche delle novità a livello di organigramma societario, dopo che il Ceo Ted Philipakos si è congedato su Twitter: «Ho abbandonato la mia posizione nel Venezia Fc – il suo tweet -. Sono davvero orgoglioso della nostra storia di crescita. Esperienza straordinaria. I veneziani sono fantastici. Amo molto i miei amici e collaboratori. E i tifosi, il cui orgoglio e passione mi hanno ispirato tutto l’anno». Oltre ai tre già citati Bentivoglio, Facchin e Fabris sono blindati fino al 2019 anche gli innesti di gennaio Zampano e Falzerano, mentre dal 1. luglio Caccavallo (arrivato in prestito temporaneo dalla Salernitana) sarà tutto del Venezia, impegnato al riscatto dal salto in B. […]
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sarà un Venezia grandi firme anche nella prossima stagione. Perché l’obiettivo anche in serie B è sempre quello di primeggiare, magari in maniera più ragionata rispetto alle spese imponenti delle prime due stagioni della gestione di Joe Tacopina. In arrivo c’è sicuramente un centravanti e il nome che è sempre ai vertici della lista del direttore sportivo Giorgio Perinetti resta sempre quello di Daniele Cacia, pronto a lasciare l’Ascoli nonostante abbia ancora un anno di contratto. L’alternativa risponde al nome di Riccardo Bocalon, il bomber nato a Cannaregio che farebbe carte false pur di tornare a casa ma che ha costi più alti e per il quale l’Alessandria già a gennaio aveva chiesto cifre inavvicinabili. A centrocampo piacciono molto Davide Di Gennaro e Fausto Rossi, una mezzala di corsa perfetta da inserire nella batteria dei centrocampisti da consegnare a Filippo Inzaghi. […] Intanto si stanno intensificando anche i contatti con l’Anderlecht. Fra i nomi esaminati c’è quello di Wout Faes, capitano classe 1998 dell’Under 19 belga, ammirato dal vivo in uno degli ultimi viaggi della dirigenza a Bruxelles e al momento in prestito all’Heerenven. Con lui c’è anche il centravanti Aaron Leya Iseka, classe 1997, nell’attuale stagione in prestito all’Olympique Marsiglia di Rudi Garcia. […]
Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Il Venezia dovrà per forza vincere sabato contro il Foggia per mettere in bacheca anche la Supercoppa e centrare uno storico triplete. Questo perchè ieri il Foggia, nella seconda partita del triangolare, ha battuto la Cremonese per 3-1, realizzando tra l’altro il terzo gol al quarto minuto di recupero. A questo punto, dunque, con la Cremonese che può già cominciare le ferie, Foggia e Venezia hanno tre punti ciascuna, ma i rossoneri pugliesi una differenza reti migliore, avendo vinto per 3-1 contro il 2-1 ottenuto invece dal Venezia due sabati fa allo stadio “Zini”. La squadra di Inzaghi, da parte sua, avrà tuttavia il vantggio del fattore campo, insomma potrà sperare nella spinta del Penzo chiamato all’ultimo appuntamento stagionale. […] Sul fronte del mercato ancora tutto fermo in attesa che terminino i vari campionati, ma il Venezia sta tenendo sotto controllo Fausto Rossi, ventisettenne centrocampista di formazione Juventus, che nell’ultima stagione ha giocato a Trapani in Serie B. Ieri mattina ultimo allenamento della settimana per il Venezia, che riprenderà domani la preparazione in vista della partita con il Foggia. […]
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In quale campionato giocherà il Vicenza la prossima stagione? E’ questa la domanda alla quale tutti, nell’ambiente vicentino, chiedono una risposta in tempi rapidi perché ad oggi l’incertezza regna sovrana. I soci di Vi. Fin. avranno nei prossimi giorni un confronto che si prospetta molto teso, con la speranza che la resa dei conti porti ad una soluzione che consenta al Vicenza di potersi iscrivere al prossimo campionato di Lega Pro. Il monte debitorio della società vicentina è sceso — grazie alla rateizzazione del debito Iva e alla ristrutturazione del debito omologata dal tribunale di Vicenza nel giugno dell’anno scorso — dai circa 18 milioni ereditati dalla vecchia gestione ai circa 9 attuali, ai quali si devono aggiungere le scadenze del 26 e 30 giugno in cui il club dovrà pagare gli stipendi di marzo, aprile e maggio con relativi contributi. Pagamenti che dovranno essere effettuati nei termini, in quanto necessari per completare la pratica di iscrizione al prossimo campionato. Se i soci della finanziaria vicentina riusciranno a far fronte alla prossima scadenza e a far partecipare il Vicenza al campionato di Lega Pro, si saprà nel giro di una decina di giorni. Ma questo in ogni caso sarebbe solo il primo ostacolo da superare, visto che poi ci sarebbe da ricostruire l’organigramma dirigenziale e tecnico, oltre ovviamente al parco giocatori visto che molti della rosa attuale lasceranno Vicenza. per ora hanno le valigie pronte il dg Andrea Gazzoli e il ds Antonio Tesoro ma potrebbe lasciare anche il segretario generale Massimiliano Dibrogni. […]
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Una barca con tante falle, una ciurma carente e un comandante in difficoltà a procedere nella tempesta: ecco cos’era il Vicenza di inizio campionato, colpito 4 volte e affondato anche il primo ottobre a Chiavari. L’armatore Alfredo Pastorelli, non potendo rimettere mano all’equipaggio fino alla riapertura del mercato di gennaio, come accade spesso in casi analoghi dopo sette partite ha provato ad avvicendare l’uomo al timone: via senza troppi complimenti Franco Lerda, declassato nel giro di pochi mesi da salvatore della patria a capro espiatorio, ecco da Porretta Pierpaolo Bisoli, smanioso di rimettersi in gioco dopo un campionato tra luci e ombre (con mancata riconferma) a Perugia. Fin da subito il nuovo allenatore si propone con toni spicci e schietti, a partire dal campo di allenamento: tanta corsa perché c’è da aumentare il minutaggio («Non entro nel merito del lavoro svolto prima di me, ma in questo momento non arriviamo all’ora di gioco») e flessioni punitive per chi commette errori sottorete o perde la partitella finale. Un approccio da “sergente maggiore” che, dopo qualche titubanza iniziale, ricompatta e ricarica la squadra, che nel frattempo beneficia anche della crescita di condizione di chi non aveva svolto la preparazione estiva (Adejo, Esposito, D’Elia, Giacomelli, Rizzo, più tardi anche Zaccardo). Bisoli compie alcune scelte tecniche diverse rispetto al suo predecessore: su tutte quella di Bellomo, ripescato dai margini del gruppo per divenire il riferimento irrinunciabile del gioco offensivo, mentre tra i giovani trovano spazio prima Zivkov e poi Orlando. […]