Live 24! Padova-AlbinoLeffe, il giorno dopo: è tutto finito, e nel peggiore dei modi

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Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Io penso di rimanere al cento per cento, ho un contratto e non vedo grossi problemi, ci incontreremo e poi saprete tutto». Per inquadrare il suo futuro Pippo Inzaghi ha usato queste parole dopo il colpaccio del suo Venezia a Cremona, 2-1 che consentirà di giocarsi la conquista della Supercoppa sabato 27 maggio al Penzo con il Foggia (ore 16.30). Da parte sua il ds Giorgio Perinetti raccoglie l’assist del suo allenatore e fa il punto della situazione. «Penso che per Inzaghi fare la serie B a Venezia sia la cosa migliore, in primis perché potrà dare continuità al suo lavoro, consolidandosi in uno scenario importante come continuerà ad essere quello arancioneroverde. È chiaramente presto per parlare dei prossimi obiettivi, di budget e giocatori, io però i miei ultimi tre campionati di serie B li ho sempre vinti. Questo per dire che conosco la categoria che ci aspetta e so quanto infida possa essere». […] Sul fronte giocatori il dirigente lagunare fa intendere che ci saranno conferme e partenze. «Umanamente il Venezia dovrebbe confermare tutti quanti, perché protagonisti di una stagione eccezionale. Il calcio però non si fa con i sentimenti, qui hanno tutti almeno un biennale (tranne Cernuto per il quale è pronto il rinnovo, ndr) e questo è stato decisivo per far lavorare tutti tranquilli, ma è chiaro che in estate dovremo trovare più di qualche sistemazione». […]

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con la Supercoppa nel mirino. Il Venezia non scherza e dimostra di essere sempre affamato, di essere più che disponibile a ritardare le ferie pur di centrare il triplete. Dopo il successo in campionato e la conquista della Coppa Italia, la formazione di Pippo Inzaghi ha inevitabilmente leggermente rallentato il proprio ruolino in campionato, ma sabato ha già ripreso a macinare vittorie, come ci ha abituati in questa stagione. Un successo a Cremona – nella prima delle sfide per determinare la più forte della categoria – significa la possibilità di giocarsi sabato 27 al Penzo l’ambito trofeo contro un Foggia che sabato 20 ospiterà i grigiorossi. Ma la vittoria ottenuta contro la formazione dell’ex Attilio Tesser – che ha bruciato sul filo di lana quell’Alessandria che pareva essere dominatrice incontrastata del girone A (e lo è stata lungamente) – è ulteriore dimostrazione della qualità dell’organico costruito dal diesse Giorgio Perinetti e della coesione che ci è creata in questo gruppo, cresciuto strada facendo ma apparso quasi subito vincente. Si pensa al Foggia e alla Supercoppa, ma le attenzioni di tutti sono per i due protagonisti principali della rinascita del Venezia: Perinetti e Inzaghi. […]

Ore 20.30 – (La Nuova Venezia) Tre giorni per riprendere fiato. Il Venezia ripartirà mercoledì, giorno fissato per il ritrovo al Talercio e l’inizio dell’operazione Foggia. Non ci sono squalifiche in arrivo, anche l’infermeria per il momento non dà segnali d’allarme in quanto Malomo è sulla strada del recupero, insomma per il confronto con il Foggia, la partita che presumibilmente sarà decisiva per assegnare la Supercoppa, Inzaghi dovrebbe avere ampie scelte a disposizione. […]

Ore 20.10 – (La Nuova Venezia) A San Benedetto del Tronto, la punizione è servita a suggellare il trionfo, a Cremona per mettere in saccoccia i tre punti nel mini girone di Supercoppa. Denominatore comune: i minuti finali di gara. E la firma di Simone Bentivoglio. Vuoi vedere che il Venezia ha scoperto un nuovo re delle punizioni? «No, no» sorride l’interessato «il re delle punizione resta Agostino Garofalo. che oltrettutto ne ha segnata una più di me». E proprio i due specialisti l’altro ieri a Cremona si sono piazzati sul pallone al 42′ del secondo tempo, poi rivelatosi decisivo per le sorti della gara. Una battuta strana, un «colpo d’astuzia» come l’ha definita lo stesso Bentivoglio, con la palla sotto le suole dei grigiorossi. «È stata studiata» osserva il 7 arancioneroverde «perché avevo visto dei video nei quali avevo notato la barriera che tendeva ad alzarsi. Così ho deciso di provare a calciarla in quel modo. Il portiere Galli era ben posizionato ma non si aspettava una battuta del genere». Il Venezia è tornato da Cremona con un altro successo, una gara difficile dove l’alta temperatura ha inciso sul rendimento delle squadre. «La Cremonese è forte» commenta Bentivoglio «ha lottato fino all’ultimo con l’Alessandria nel suo girone, un po’ tutti abbiamo sofferto il caldo. Loro pressavano tanto e dopo la rete del pareggio ci siamo riorganizzati». […]

Ore 19.40 – (Mattino di Padova) È stato il primo week-end di “vacanza” per l’Este, senza impegni tra spareggi e fasi finali. Una salvezza, quella dei giallorossi, che ha anticipato la partenza per le vacanze estive, con una riconferma e qualche punto di domanda per il futuro. Di sicuro mister Michele Florindo ripartirà proprio dalla corte dei Lucchiari, dopo un girone di ritorno in cui ha conquistato dirigenza e tifosi: «Florindo e il suo staff hanno dimostrato grandi capacità tecniche e umane e nel tempo il feeling con la società, già ottimo, è cresciuto sempre di più», conferma il vice presidente Stefano Marchetti, che per gli atestini si occupa pure del mercato. «Giovedì scorso ci siamo trovati e abbiamo raggiunto un accordo per la prossima stagione. Vogliamo dare continuità al percorso intrapreso quest’anno e Florindo, soprattutto nella seconda parte, ha compiuto un ottimo lavoro». Ora tocca al mercato, che sarà improntato sulle riconferme dei giocatori più rappresentativi dell’ultima stagione e l’acquisto di giovani validi, magari dalle società professionistiche della zona: «Per noi era fondamentale ripartire da una certezza, quella dell’allenatore, e in questo senso possiamo considerarci molto più tranquilli», prosegue Marchetti. […]

Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) […] Chi non avesse assistito all’incontro e leggesse solo alcune statistiche, potrebbe pensare che il Vicenza abbia dominato a centrocampo: biancorossi in vantaggio nel possesso palla (54% a 46%), nel presidio della metà campo offensiva (quasi 11 minuti contro poco più di 6), nella precisione dei passaggi riusciti (64% contro 55,2%). Purtroppo, però, il gioco della squadra di Torrente si è impantanato a ridosso del cerchio di centrocampo, con tanti passaggi ravvicinati e orizzontali, mentre il Cittadella appena ha riconquistato palla è ripartito in velocità sulle fasce prendendo d’infilata la difesa biancorossa. I due gol di Vido sono nati proprio così, il primo sulla fascia destra, il secondo sul versante opposto, approfittando della pessima giornata dei terzini Pucino e D’Elia, e degli stessi Adejo ed Esposito meno sicuri di altre volte. […]

Ore 18.50 – (Giornale di Vicenza) Già il Vicenza è retrocesso, ed è una tragedia sportiva. Già la società rischia di scomparire, ed è una tragedia ancora più grave. Se pure la matematica si mette a prenderti per i fondelli, il rischio della crisi di nervi per il tifoso vicentino diventa elevatissimo. […] Entra in gioco in maniera determinante il secondo criterio di valutazione in caso di arrivo a pari punti: la differenza reti generale. Il Trapani vanta un poco lusinghiero -9 (44 gol fatti, 53 subiti), il Vicenza “doppia” i rivali con un siberiano -18 (33 gol fatti, 51 subiti). All’ultima giornata quindi, oltre alla vittoria biancorossa e alla sconfitta granata, dovrebbe ribaltarsi questo conteggio: servirebbero, ad esempio, un successo 5-0 della squadra di Torrente e una contemporanea disfatta 0-5 di quella di Calori; oppure un 2-0 al Menti, ma con una sconfitta del Trapani al Rigamonti per 0-8. Perché teniamo conto di 10 gol complessivi e non dei 9 che attualmente separano le due formazioni? Perché al Lane non basterebbe rendere la propria differenza reti uguale a quella dei siciliani: in caso di parità anche in questo secondo criterio, infatti, si dovrebbe prendere in esame il terzo, cioè quello dei gol fatti, e il Vicenza fin qui ne ha segnati ben 11 meno dei siciliani. […]

Ore 18.20 – (Gazzettino) […] La partita si presentava decisiva per entrambe le squadre con quella berica all’ultima spiaggia per evitare la retrocessione diretta e quella granata doveva vincere per riagganciare i play off. «Un match – riprende Paolucci – da dentro o fuori per entrambe le formazioni Sono quelle situazioni nelle quali non si può sbagliare. È andata bene per noi. Ognuno ha dato il proprio contributo, anch’io penso di aver fatto la mia parte. Ci si allena per questo durante la settimana». Il gruppo si è confermato ancora una volta la vera forza del Cittadella. Le sostituzioni forzate per gli infortuni di Scaglia e Varnier non hanno inciso sulla prestazione dei granata. «Siamo un gruppo collaudato, è più facile integrarsi anche in situazioni impreviste. Chi entra mantiene gli equilibri del nostro gioco. Mi dispiace per il grave infortunio a Scaglia (frattura della tibia destra, ndr), anche Varnier è uscito per una botta in testa. Abbiamo ancora Litteri e altri giocatori fuori. Giovedì a Chiavari con l’Entella dobbiamo mantenere la quarta posizione in classifica. Adesso dipende solo da noi, mentre prima dipendeva anche da altri risultati. La B è questa, niente si può dare per scontato. Prepariamoci per un’altra finale dove ci sarà da lottare con i denti. Vogliamo disputare i play off e non dobbiamo correre rischi». […]

Ore 18.00 – (Gazzettino) Raramente abbiamo visto Stefano Marchetti emozionato come al termine della partita di sabato. Sarà stato per l’enorme striscione esposto in tribuna est con la sua caricatura e l’insistente coro inneggiante al direttore generale. «Non ne sapevo niente, e sono rimasto anche un po’ commosso. Mi ha riempito d’orgoglio, ringrazio davvero tutti». Sarà perché il Cittadella si è ripreso i play off, e adesso gli spareggi sono davvero vicini, o forse perché è la sua ultima stagione in granata? Il direttore generale ancora non si espone sul suo futuro: «È giusto parlare del Cittadella e non di Marchetti. E il mio pensiero è rivolto all’Entella, non ha senso tirare in ballo altre cose adesso, con il campionato nel vivo che potrebbe regalarci un’ulteriore, grande soddisfazione. Per tutto il resto ci sarà tempo». Il diggì ringrazia anticipatamente la squadra. «Questo gruppo è davvero splendido, da due anni sta facendo cose straordinarie. Dopo un grande traguardo raggiunto è facile parlare e distribuire applausi a tutti, e non siamo ancora certi di disputare gli spareggi, così lo faccio adesso: davvero tanti complimenti al Cittadella, che ha dimostrato nei momenti più difficili di essere una squadra sempre unita e compatta». Marchetti rivive la gara con il Vicenza. «Anche nel derby abbiamo dimostrato il nostro valore. I ragazzi hanno subito cercato di fare la partita, e l’hanno interpretata nel modo giusto». […] Un altro motivo di soddisfazione in casa granata è il pubblico. «Splendido, i nostri tifosi sono cresciuti con noi. Ho ravvisato grande partecipazione, è questo che vorrei sempre vedere allo stadio».

Ore 17.40 – (Mattino di Padova) Alla fine l’immagine più bella del derby non viene dal campo ma dalla sala stampa, con Andrea Paolucci che, richiamato dopo un’ottima prestazione, si presenta stringendo in braccio la piccola Calliope, sua figlia, e la tiene con sé per tutte le interviste di rito. Lei è intimidita dall’attenzione e non parla, se non quando le si chiede se il papà è bravo, e così annuisce con tutto il candore dei suoi tre anni. «È il mio portafortuna», sorride il centrocampista del Cittadella, fra i protagonisti della vittoria sul Vicenza, «perché non viene tanto spesso allo stadio, ma quando c’è le cose vanno sempre bene». E papà Andrea bravo lo è stato sul serio, anche perché ha saputo che avrebbe dovuto giocare a pochissimi minuti dalla partita, dopo l’indurimento all’adduttore accusato in fase di riscaldamento da Bartolomei, che doveva essere titolare al suo posto. «In pratica mi sono scaldato in campo, a gara in corso» ammette il centrocampista granata. «Ma è andata bene così, no? L’importante è farsi trovare pronti. In questo caso la gara era particolarmente difficile, perché si trattava di un derby da “dentro o fuori” per tutte e due le squadre». […] Poter contare su una rosa di “tutti titolari”, come ripete Venturato, è stata la vostra forza sia nella passata stagione sia in questa. «È così. Dispiace solo per gli infortuni, che ci stanno tartassando, dalla frattura alla tibia di Scaglia, che ha finito la stagione, al colpo in testa che ha subìto Varnier, a Litteri, che speriamo di ritrovare, allo stesso Benedetti, che ne avrà probabilmente per un paio di settimane». […] «Sappiamo che se vinceremo a Chiavari saremo matematicamente quarti. Daremo il massimo per riuscirci». Avete spedito il Vicenza in Lega Pro, vendicando lo sgarbo di un paio d’anni fa, quando i ruoli erano invertiti. Con Scaglia siete gli unici due superstiti di quella sfida ancora in forza al Citta. «Quando una squadra retrocede non fa mai piacere. Io ci sono passato e ora non posso che fare al Vicenza l’in bocca al lupo per una pronta risalita». […]

Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) La sala stampa del “Bottecchia” pare una sauna, Nicola Pasini e Roberto Candido, come se già non avessero sudato in partita, si passano continuamente le mani sulla fronte. […] «Abbiamo faticato a trovare spazi davanti – ammette Candido – ma più per bravura loro. Usciamo senza grandi rimpianti. Forse avremmo potuto evitare di prendere quel gol in contropiede all’inizio della ripresa, che ci ha tagliato le gambe. Usciamo con la consapevolezza di esserci battuti con grinta per portare a casa un risultato positivo». […] Tra un po’ si aprirà una nuova fase, quella della costruzione del Bassano della prossima stagione. Pasini ha ancora un anno di contratto, mentre Candido è in scadenza. E potrebbe esserci il derby con il Vicenza, retrocesso dopo il ko di Cittadella. «Forse – dice Roberto – i tifosi non aspettano altro. Ora vedremo con la società il da farsi».

Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) […] Valerio Bertotto, che aveva preso il timone della squadra in un momento delicato, non aveva alcuna voglia di entrare in modalità vacanza e tra poco, invece, ci entrerà… Il suo stato d’animo? “Provo molto dispiacere per i ragazzi soprattutto. Hanno disputato questo turno secco come dovevano, con voglia e intensità. Ci siamo arrivati nonostante mille problemi, abbiamo giocato a calcio, non posso imputare nulla”. Solo note positive, dunque? “Sono orgoglioso di questa squadra, che sin dal mio approdo sulla panchina si è messa a disposizione e ha intrapreso un percorso importante. Ce la siamo giocata, non ho rimpianti. Loro hanno trovato quel gol su punizione ma non mi sono sembrati di gran lunga superiori a noi”. L’errore principale? “Non ho visto un Pordenone che ha preso in mano le redini del gioco e un Bassano in difficoltà, anzi. Ai miei posso solo fare un appunto: la latitanza nella circolazione della palla all’inizio. Doveva essere più veloce. Non ricordo situazioni di pericolo”. […] Valigie pronte? “Io volevo lavorare il più possibile…” Il suo futuro? “Vedremo col direttore Seeber nei prossimi giorni. La società sa che cosa penso: a Bassano sto benone e mi piacerebbe portare avanti il mio progetto”.

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Non è andata. Il Bottecchia non porta fortuna al Bassano che questa volta non esce travolto ma solo eliminato. Lo stadio non è gremito come ci si aspetterebbe per due formazioni che si giocano la Serie B. Ma non troppo distante da qui, a Treviso, c’era l’Adunata alpina, appuntamento irrinunciabile per molti. Sul campo le due formazioni non si fanno complimenti. L’inizio è contratto per entrambe, sono molti gli appoggi sbagliati. […] Il Bassano esce a testa alta, ha avuto le sue chance, non ha fatto grossi errori, ma la sentenza la fanno gli episodi meglio gestiti dagli avversari.

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Mauro Lovisa si presenta per primo in sala stampa. «Qui sembra ormai tutto diventato normale lamenta re Mauro -. Invece stiamo facendo cose straordinarie. Siamo agli ottavi di playoff, affronteremo la Giana e potremo arrivare fra le prime 8 della postseason. Eppure Pordenone è ancora fredda. Non parlo dei 1400 che hanno sostenuto la squadra per tutta la partita, ma di quelli che non si sono fatti vedere. Mi auguro che con i lombardi il Bottecchia sia pieno». TEDINO «Questo successo afferma il tecnico è la risposta a tutte le voci di mercato. Noi, io, i miei collaboratori e tutti i ragazzi, abbiamo in mente una sola cosa: portare in alto il Pordenone. Con il Bassano i ragazzi sono stati bravi a cancellare dalla testa quanto fatto durante il campionato. In altri campi, anche molto più importanti, non è stato così e sono arrivare grosse sorprese». […] BURATTO Per Matteo una prestazione con assist per Stefani che ha cancellato tutte le perplessità del pubblico, raramente tenero nei suoi confronti. «Io cerco sempre di dimostrare il mio valore afferma -. Oggi ho cercato di mettere in pratica le indicazioni del mister anche in un ruolo non propriamente mio. Le critiche? Non posso stare simpatico a tutti». STEFANI – Chiusura con il capitano matador. «È la mia prima doppietta e probabilmente afferma sorridendo con modestia anche l’ultima». […]

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il popolo neroverde può cominciare a sognare, ispirato dalla magica doppietta di capitan Mirko Stefani che regala gli ottavi di playoff contro i lombardi della Giana Erminio: andata domenica 21, ritorno mercoledì 24. Glielo concede la concreta prestazione di un Pordenone capace di assorbire le assenze importanti di Berrettoni (stagione finita per lui) e Burrai (squalificato), ma soprattutto l’eliminazione al primo turno di formazioni importanti e ambiziose come Padova, Arezzo e Catania. A conferma del fatto che nella post-season veramente si azzerano tutti i valori.
A decidere il match contro un ostico Bassano sono state due perle di Mirko Stefani. Uno splendido piazzato al 19′ che ha tramortito i giallorossi, partiti con buona lena, e un esaltante contropiede coast to coast al 60′ che li ha definitivamente stesi. Grande merito del passaggio agli ottavi va dato però a Tedino e al suo staff che, preso atto dell’assenza della doppia B, hanno cambiato volto e disposizione tattica al ramarro schierato con un inedito 4-5-1 atto bloccare la corsa degli esterni bassanesi, a proteggere il pareggio che avrebbe comunque promosso il Pordenone e a sfruttare le ripartenze. […]

Ore 15.20 – (Messaggero Veneto) Primo step superato in scioltezza. Il precedente confronto con il Bassano di fine febbraio al Bottecchia, conclusosi con un punteggio tennistico, qualcosa doveva pur significare, ma l’arrivo di Bertotto nella panchina giallorossa, le tre vittorie nelle ultime quattro partite della regular season e le defezioni di Berrettoni e Burrai avevano alimentato una lieve apprensione, se non altro perché le partite, al di là dei valori sulla carta, vanno sempre giocate prima di vincerle. Apprensione che con il passare dei minuti via via svaniva. […] Unico neo della serata, come troppo spesso è accaduto al Bottecchia, l’insufficiente risposta della città. Nessun valore aggiunto in termini di presenze nemmeno dall’appello delle istituzioni in settimana. Inspiegabile per una piazza che sembra non voler godere di un calcio mai visto a questi livelli.

Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Soddisfatto, e parecchio, Bruno Tedino. «In questi giorni in cui circolano voci di mercato sul mio conto (il tecnico pare vicino all’Entella, ndr) – afferma – volevo far vedere quanto ci tengo al Pordenone e come la mia testa sia rivolta a questi play-off. Non era una gara facile, questa: la squadra favorita ha tutto da perdere. Siamo stati bravi a interpretare la partita e a trovare le due reti. Stefani? Non ci sono parole, è una certezza: è un uomo con la “U” maiscuola».Chiusura con il presidente del Pordenone, Mauro Lovisa. «Giornata strepitosa – dichiara -. Adesso ci aspetta la Giana e sarà una partita complicata. Cosa mi auguro? Che nella gara di ritorno ci sia più pubblico di quello visto nella prtita con il Bassano. Ci stiamo giocando la serie B, mi sembrano pochi 1.400 spettatori per un incontro di questa portata». […]

Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Il pallone – come insegnano Oltremanica – lo si porta a casa soltanto dopo avere segnato tre gol. Ma avrebbe dovuto fare uno strappo alla regola, ieri, Mirko Stefani: le sue due reti sono speciali, perché significano il passaggio del turno, rappresentano la prima doppietta in carriera e perché mettono il punto esclamativo ai suoi due anni a Pordenone, sinora di alto livello. «Una gioia enorme – afferma il capitano e difensore neroverde -. Sentivo molto questa partita: in settimana avevo ascoltato tante cose che non mi piacevano. Si è posto l’accento sulle assenze e, per quanto i giocatori out siano importanti, preferivo si parlasse di un gruppo che ce la poteva fare nonostante tutto. Oggi (ieri, ndr) abbiamo dimostrato un’altra volta che squadra siamo. Ho esultato rabbiosamente perché sentivo un maggiore senso di responsabilità – continua -: adesso festeggiamo, ma pensiamo alle prossime partite, perché in fondo l’avventura play-off è soltanto all’inizio». Stefani elogia tutti, in particolare Cattaneo («Quando un giocatore tecnico disputa una perfetta partita a livello di sacrificio bisogna essere orgogliosi»), poi parla dei suoi gol. «La punizione è un colpo che ho sempre avuto – racconta -. Sul secondo mi sono fatto guidare dall’istinto. Poi è stato bravo Buratto che mi ha servito una palla perfetta». […]

Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) Mai dare per morto il Pordenone. Anzi, questo Pordenone. Dopo una settimana all’insegna del pessimismo, con molti tifosi che temevano l’immediata uscita dai play-off visti gli ultimi due ko di fila, la squadra di Bruno Tedino mette a tacere tutti. Con due gol di un capitano Stefani formato Beckenbauer, i ramarri battono il Bassano e avanzano agli ottavi di finale della post-season di Lega Pro, dove incontreranno la Giana Erminio (gara d’andata domenica 21 a Gorgonzola, ritorno mercoledì 24 al Bottecchia). Bastava un pari entro i 90′ per continuare l’avventura: è arrivata una vittoria meritata, figlia di un gruppo nel cui sangue scorre il neroverde – Stefani è il simbolo, considerate le esultanze sui gol – e che ha una consapevolezza tattica tale da sopperire a tre assenze pesanti: difensore centrale (Ingegneri, in panchina ancora non al top), regista (Burrai, squalificato) e seconda punta (Berrettoni, infortunato). La spina dorsale della squadra, di fatto. Troppa polpa per un Bassano niente più che volonteroso, che torna a casa con un altro ko al Bottecchia, il secondo di fila dopo il 6-0 subìto in campionato. Ai vicentini, decimi in classifica al termine della stagione regolare, serve soltanto il successo per continuare il percorso. Per questo, oltre che per Dna, Bertotto schiera una squadra subito propensa a fare la partita: 4-2-3-1 è il modulo, con Grandolfo unica punta davanti a Minesso, Candido e Fabbro. Il Pordenone deve fare i conti con assenze pesanti e con l’atteggiamento dell’avversario, pronto ad attaccare dal 1′. Tedino così opta per un 4-1-4-1, con Suciu davanti alla difesa a occuparsi di Candido, trequarti avversario, Buratto e Zappa sugli esterni per attaccare (poco) e dare copertura in fase di non possesso sfruttando i loro polmoni, visto che i giallorossi, sulle corsie laterali, hanno due giocatori forti. L’inizio è la risultante dei due comportamenti tattici: in mezzo al campo si registra la parità numerica (5 contro 5) e quindi poche occasioni. […]

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Il risultato non ha detto bene all’Abano, ma la prova sì. E mister Luca Tiozzo afferma: «Nessuna delle due squadre meritava di perdere, nessuna delle due ha realmente perso ed entrambe avrebbero meritato di andare avanti. Complimenti alla Triestina, ma complimenti anche ai miei giocatori. Negli ultimi tre anni ho avuto tre grandi gruppi, anzi tre grandi squadre fatte di uomini perchè i gruppi sono quelli che vanno a mangiare la pizza. A fine partita Serafini, che ha giocato in serie A (attaccante della Triestina, ndr), è venuto a farci i complimenti ed è stato bello come ricevere l’applauso dei tifosi della Triestina a fine gara. Una curva simile in serie D non esiste. Sono orgoglioso della mia formazione, che è tra le ultime in categoria a livello di rimborsi spese. Lo dico perchè si parla del budget della Spal e noi siamo un altro esempio in tal senso. La rosa è stata fatta con quattro retrocessi e con due ragazzi finiti tra i professionisti, cioè Ferrante – andato al Brescia a giocare anche al posto di Caracciolo e a segno all’andata contro la Triestina – e Nobile, trasferitosi al Piacenza in Lega Pro. Ogni allenatore sarebbe contendo di questa formazione, imbattuta due volte fuori casa con la Triestina e capace di fare quattro punti sia con il Mestre che con il Campodarsego». […]

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Finisce qui la stagione dell’Abano, che si conferma squadra solida e ostica per tutti, ma – complice un rigore sbagliato – a passare il turno con molta sofferenza è la Triestina, che se la vedrà con la Virtus Vecomp Verona (2-0 sul Campodarsego). Piglio deciso dei padroni di casa in avvio di gara, poi la gara si fa combattuta. Gli organizzati ragazzi di Luca Tiozzo sono aggressivi e abili a ripartire velocemente (complice qualche momento di stacco degli antagonisti) contro una squadra esperta e che prova a giocare di squadra. Partita intensa malgrado il caldo, una delle più serrate viste al Nereo Rocco in questa stagione, ma le palle-gol non fioccano perchè le due duellanti sono accorte in fase difensiva, consce dell’importanza della posta in palio. […] La Triestina sblocca il match al 13′, quando Corteggiano capitalizza da sottomisura (con il suo sinistro) un rimpallo in area al termine di uno spunto di Dos Santos. […] La reazione patavina trova sbocco al 40′ in modo rocambolesco. Pagan calcia un angolo dalla sinistra in modo arcuato e la palla si infila. Spazio allora ai supplementari. Nei primi 15′ Triestina contratta e Abano grintoso. L’episodio che, purtroppo, costa la stagione arriva al 102′: fallo di Consol su Baldrocco ed è rigore, ma Fracaro calcia debolmente di sinistro e Consol blocca in presa. Nei secondi 15′ le squadre sono ormai stanche e senza più schemi, e all’Abano non basta l’orgoglio.

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Alla fine della partita, e della stagione, l’allenatore del Campodarsego Cristiano Masitto prova a minimizzare la sconfitta e certi decisioni arbitrali contestati. «È stata una gara molto tattica, oltremodo difficile perché ci presentavamo con una formazione molto rimaneggiata: l’attacco era dimezzato. In ogni caso abbiamo tenuto sempre bene il campo e siamo stati attenti al possesso palla. Poi sono arrivati gli episodi, su dei nostri errori, che hanno determinato la partita e i playoff. Nelle gare secche purtroppo è così. Per il resto faccio i complimenti ai miei ragazzi perché l’impegno non è mai mancato, durante la partita e nel resto della stagione». Diverso il punto di vista del presidente Daniele Pagin: «Sono rammaricato, sinceramente mi aspettavo di più dai giocatori». Sul futuro della squadra e del tecnico, ancora non si sbilancia. «Ne parleremo in settimana» chiude lapidario. […]

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) L’avventura del Campodarsego ai playoff termina al primo turno, sotto i colpi della Virtus Vecomp ai tempi supplementari. Un risultato maturato dopo oltre 110 minuti brutti e contratti, dove protagonista è stata la noia e per i tiri in porta mancava solo la scritta “cercasi”. […] Nei tempi supplementari gli ospiti vanno presto in pressing, anche perché il pari li estrometterebbe in virtù della posizione più bassa in classifica. […] Nel secondo tempo supplementare arriva l’episodio chiave: Mensah si insinua in area, la difesa si fa sorprendere, lui fa partire un diagonale rasoterra che rimbalza all’interno del palo. Replica immediatamente Beccaro, ma non ha altrettanta fortuna. I padovani si lanciano in avanti alla ricerca del pareggio. Ma i traversoni restano imprecisi. Ormai il gioco è alla deriva e lascia spazio al nervosismo. In contropiede Alba ha l’occasione di raddoppiare su cross di Mensah, la butta a lato. Non sbaglia N’Zè su una successiva ripartenza, con una splendido pallonetto che non lascia scampo a Brino.

Ore 12.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Bindi 5.5; Cappelletti 5.5 (Neto Pereira sv), Emerson 5.5, Russo 5.5; Madonna 5, De Risio 5.5 (Berardocco 5.5), Mandorlini 6 (Bobb sv), Dettori 5, Favalli 5.5; Altinier 5, Alfageme 4.5.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Svanisce sul nascere il sogno del Padova di essere protagonista nei play off. Ed è una eliminazione che brucia tantissimo, aprendo scenari tutti da definire in chiave futura. A nulla sono serviti il ritiro e gli allenamenti a porte chiuse: sotto la calura dell’Euganeo (scellerata la scelta di giocare alle due e mezza di pomeriggio), i biancoscudati hanno pagato dazio di fronte ad un avversario assai più brillante sul piano mentale e fisico. Al contrario Brevi ha mandato in campo un Padova svuotato di idee ed emotivamente fragile, che alla prime difficoltà si è sciolto come neve al sole. Neppure l’ingresso in campo nel finale di Neto Pereira, peraltro ancora a mezzo servizio, è bastato a rianimare la squadra. E il tracollo è stato inevitabile. Solo in avvio la truppa di casa ha dato l’impressione di essere con la testa nella partita. Ma è stato un fuoco di paglia. […] Difficile dopo una delusione del genere rimettere insieme i cocci. Brevi ha finito per essere travolto dalla sua presunzione, dalla scarsissima empatia con l’ambiente e da un’idea di gioco naufragata sul più bello. Colpevoli i giocatori, che alla resa dei conti hanno dimostrato tutti i loro limiti. E sul banco degli imputati non può che finire anche il diggì Zamuner, sia per qualche inappropriata scelta di mercato (Alfageme, De Cenco e Berardocco), ma soprattutto per avere scommesso su Brevi e sulla sua inadeguatezza nel gestire le fasi decisive della stagione. Alla fine dei giochi a restare con il cerino in mano sono Bergamin e Bonetto, che meritano comunque un grazie. Entrambi infatti hanno dato fondo a tutte le risorse, anche economiche, per tenere in piedi il giocattolo, ma nel momento della verità sono stati traditi. E ora sarà dura lenire le loro ferite.

Ore 12.00 – (Gazzettino) «Abbiamo fatto una partita sicuramente molto al di sotto delle nostre capacità e non ci sono scusanti. Lapidario a fine gara Oscar Brevi nell’analisi di novanta minuti in cui il Padova ha giocato sempre con la luce spenta. «Dopo una discreta partenza, durata però solo dieci o quindici minuti prosegue il tecnico – abbiamo fatto troppo poco sotto tutti gli aspetti, dalla cattiveria agonistica alla corsa e fino alla voglia di fare risultato. Non è facile analizzare questo incontro, di certo prendere gol da una rimessa laterale con la squadra schierata è assurdo e in queste partite sono determinanti spesso gli episodi. Siamo andati sotto malamente e alla prima difficoltà abbiamo iniziato a sbagliare, a giocare la palla lunga anziché muoverla velocemente come all’inizio perdendo un po’ di sicurezza, nonostante avessimo ancora tanto tempo per recuperare il risultato e passare il turno». […] Cosa si sente di dire ai tifosi? «Ci dispiace tanto, siamo delusi anche noi, uscire in questo modo dà fastidio. Possiamo solo riconoscere che questa prestazione è stata nettamente insufficiente». Se fosse il presidente si confermerebbe per l’anno prossimo? «Siamo molto legati ai risultati, ma l’analisi va fatta a 360 gradi e non solo su una gara. In partenza abbiamo avuto delle difficoltà, ma poi ci siamo ripresi e abbiamo fatto un campionato importante, con un percorso per molto tempo avvincente, con la difesa a lungo meno battuta del girone e uno dei migliori attacchi. Abbiamo rincorso e siamo stati sempre vicini alle prime, giocandocela fino all’ultimo mese». […]

Ore 11.50 – (Gazzettino) Questa eliminazione inciderà sulle scelte tecniche future? «Bisogna fare delle valutazioni sull’annata. L’impegno c’è stato, ma delle carenze sono uscite anche in questa gara. Nei momenti topici è mancata qualità nel gioco, mi aspettavo di più sul piano del carattere e della personalità». Sul fatto di giocare alle 14.30. «Staff tecnico e medico hanno pensato che fosse la soluzione migliore. C’erano delle motivazioni che sinceramente non ho ancora capito». Quando inizierete a pianificare la prossima stagione? «Per me da domani», ossia oggi. «Sono impegnato in prima persona per creare presupposti di continuità e anche di progetto sportivo. Mi auguro che nelle prossime settimane si trovino quelle condizioni per poter programmare un futuro che rispetti le aspettative della piazza e di tutti noi cercando di fare meglio».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Arriva il presidente Giuseppe Bergamin, si siede al tavolo della sala. Saluta i cronisti, un sorriso. Poi si toglie la giacca e incrocia le braccia. «Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato quest’anno per il Padova. Siamo arrivati fino a qui, ma evidentemente abbiamo dei limiti e li abbiamo dimostrati. L’amarezza è giustificabile, ci aspettavamo un risultato diverso e la possibilità di continuare questo percorso. Ma bisogna guardare avanti, facciamo tesoro di questa esperienza e organizziamoci per il prossimo anno cercando quella struttura generale che ci permetta di essere più bravi». Aggiunge: «È un epilogo amaro. Abbiamo sbagliato un po’ lungo tutto il percorso, nel quale abbiamo fatto cose buone e altre meno. Mi dispiace per l’ambiente, credo che la delusione possa essere sopita sapendo che ci abbiamo messo il massimo dell’impegno e della buona volontà. Dobbiamo essere realisti e andare avanti con fiducia perché questo è stato un anno difficile nel quale ci siamo creati aspettative oltre alle nostre possibilità». […]

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Chiedo scusa ai tifosi per l’ennesima delusione degli ultimi decenni. Pensavo potesse essere l’inizio di un sogno e arrivare almeno a Firenze. Purtroppo non ci siamo riusciti, grazie comunque a chi ci è stato vicino». Fatica quasi a parlare l’amministratore delegato Roberto Bonetto. «Siamo alla fine di un sogno. Speravo che la squadra si riprendesse, non è stato così. Abbiamo fatto un campionato buono fino a un certo punto, però pretendevamo qualcosa di più. Avremmo dovuto fare una partita diversa, avevamo due risultati su tre e abbiamo fatto diventare grande l’Albinoleffe. Sono molto demoralizzato perché abbiamo lavorato e investito parecchio, e raccogliamo solo fumo». […]

Ore 11.20 – (Gazzettino) Forse nemmeno i tifosi sembravano credere nell’attuale Padova. Appena tremila gli spettatori presenti in questo appuntamento dentro o fuori, con la sola tribuna Fattori che risponde in linea con le precedenti partite. Ed è proprio quel settore a chiamare la squadra dalle proprie parti poco prima del fischio d’inizio per caricarla a dovere, ma gli effetti di tale spinta durano solo qualche minuto. […] A fine gara nessuna contestazione, gli ultras restano si fermano nei chioschi vicino alle biglietterie e la gente se ne va delusa a casa. In fondo l’indifferenza può fare più male di mille cori contro.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Quei segnali avrebbero dovuto far capire molto”) È finita subito l’avventura nei playoff di Lega Pro per il Padova. Una “botta” tra capo e collo da lasciare storditi, oltrechè basiti. […] Il Padova di Brevi, è vero, ha chiuso meglio (di una posizione) rispetto a quello di Pillon, ma ha toppato sul più bello e questo flop ridimensiona molto il giudizio sull’annata. Tantopiù quando 12 mesi fa nella stanza dei bottoni si decise per una “rivoluzione” in grande stile, di uomini, strategie ed investimenti economici. Il progetto, affidato alla supervisione di un direttore appena calatosi nel ruolo (unica esperienza precedente quella di Pordenone), lui che sin lì aveva fatto di mestiere l’agente dei calciatori, non ha dato i risultati sperati, come una ciambella riuscita un po’ storta. E il pasticcere (leggasi Brevi, l’allenatore) ci ha aggiunto molto di suo nello sbagliare la cottura finale. Ci sarà tempo per analizzare le cose che non sono andate bene, tuttavia la proprietà e Zamuner hanno commesso, a nostro avviso, un serio errore di valutazione: non hanno colto i segnali, palesi, di un calo impressionante del gruppo a livello mentale, specie quando a Salò, il 2 aprile scorso, si giocò la (grossa) chance di mantenere a – 6 il distacco di punti dal Venezia capolista, atteso poi il 10 all’Euganeo. Sconfitta dalla Feralpi, da lì in poi la squadra andò in corto circuito, ma non s’intervenne subito, lo si fece a torneo finito. Per il futuro, da disegnare con molta attenzione, si prenda atto che la piazza ha bisogno di certezze, e di vivere di entusiasmi. In una parola, merita di più. Sapranno accontentarla, i Bergamin e i Bonetto, con i loro soci? Auguriamoci una risposta positiva.

Ore 10.50 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Bindi 6; Cappelletti 6.5 (Neto Pereira 6), Emerson 5.5, Russo 5; Madonna 5, De Risio 5 (Berardocco 5.5), Mandorlini 6 (Bobb sv), Dettori 6, Favalli 5; Altinier 5.5, Alfageme 4.5.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Per i soliti “fedelissimi” – poco più di 3.000 paganti, un numero al di sotto delle attese – l’idea di centrare l’obiettivo qualificazione, coltivata subito con fiducia anche grazie ad una discreta partenza dei propri giocatori, si è progressivamente spezzata, sino a svanire del tutto di fronte ai… fantasmi materializzatisi sopra lo stadio. Meno di un quarto d’ora discreto, poi inspiegabilmente Mandorlini e compagni in mezzo hanno cominciato a cedere terreno ai loro dirimpettai, l’Albinoleffe ha preso coraggio (e metri), pressando con continuità, raddoppiando le marcature quando era necessario, ma soprattutto correndo di più. E meno male che, giocando alle 14.30 (orario completamente sbagliato, con 27 gradi al momento in cui si è dato il via alle ostilità), il Padova avrebbe dovuto trarne vantaggio, mentre dopo 20’ i brividi (ahinoi) correvano insistenti lungo la schiena dei tifosi, una volta capita l’antifona. […] Annata chiusa, dunque, nel modo peggiore, dopo essere stati a lungo secondi e aver finito il torneo quarti. Per Brevi e per diversi giocatori l’esperienza padovana, a questo punto, può dirsi esaurita.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) I playoff per il Padova? Troppo… brevi, di nome e di fatto, compresa l’allusione (voluta) al cognome dell’allenatore milanese. È già tutto finito, infatti, dopo una sola partita: sogni, speranze, ambizioni. Frantumatisi contro la solidità e la migliore brillantezza – fisica, tattica e mentale – di un Albinoleffe che, al turno preliminare degli spareggi per la promozione in B, si presentava con un solo risultato utile da centrare, per continuare ad andare avanti: la vittoria. Quella vittoria che pure non era indispensabile per Altinier & C., potendo, loro sì, contare anche sul pareggio per proseguire il cammino. Invece, a metà maggio l’avventura della stagione 2016/17 – la seconda in Lega Pro dopo la rifondazione – si è già bell’e che esaurita, con una delusione (e una batosta) difficile da mandar giù. Perché nessuno si sarebbe aspettato un crollo del genere da parte degli uomini di Oscar Brevi (stavolta maiuscolo), arrivati al primo passaggio-chiave del post campionato evidentemente con le batterie più che scariche, diremmo esaurite, prosciugati nelle gambe e nella testa come forse solo a San Benedetto del Tronto (l’11 ottobre scorso) ci era capitato di vedere. Sconfitta senza attenuanti, quella del Padova, surclassato da un avversario che, evidentemente, quando si presenta all’Euganeo e soprattutto lo fa in contesti particolari (playoff come nel maggio 2003, anche allora sancì l’eliminazione della squadra allenata da Frosio), si esalta e diventa micidiale. Una bestia nera che bisognerà evitare il più possibile in futuro. […]

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Lei come se la spiega? «Per ora non ho spiegazioni. Non è facile analizzare una gara del genere: tutto è cambiato quando abbiamo preso il primo gol da una rimessa laterale, con la difesa schierata. Qualcosa di assurdo, siamo andati sotto malamente e non siamo stati bravi né cattivi per riprenderli». […] Dopo questa debacle, si sente ancora l’allenatore del Padova? «Fino al 30 giugno lo sono di sicuro, altre valutazioni non spetta a me farle. Se fossi nella società, farei una valutazione a 360 gradi, è normale che i giudizi siano molto legati al risultato, ma l’analisi per me dev’essere fatta a tutto tondo». Qual è, allora, il suo bilancio della stagione? «Dopo le difficoltà iniziali ci siamo ripresi, abbiamo disputato un campionato importante e siamo sempre stati vicini ai primi posti, sino al calo dell’ultimo mese. Se vado ad analizzare il percorso mio e della squadra, direi che per gran parte della stagione è stato avvincente. È una grandissima delusione per tutti, questo di sicuro, ma non parlerei di fallimento».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’immagine restituita dal Padova contro l’Albinoleffe, e nel complesso dell’ultimo mese e mezzo, è di quelle difficili da commentare. Una prestazione che ha estromesso i biancoscudati dai playoff proprio all’inizio, e che anche l’allenatore Oscar Brevi, infilatosi di fretta nel tunnel degli spogliatoi a fine gara e contestato al pari dei giocatori, fatica ad inquadrare. «Mai mi sarei aspettato di vedere un Padova del genere», il suo laconico commento. «Non eravamo partiti male, il primo quarto d’ora di partita era stato discreto, ma, al di là di quei minuti iniziali, da lì in poi abbiamo fatto troppo poco, sotto tutti gli aspetti. Ci è mancata la cattiveria, ci è mancata la corsa e la voglia di riprendere il risultato. Sicuramente è stata una prestazione molto al di sotto delle nostre potenzialità. Ci spiace che sia finita così, siamo tutti molto delusi».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Molto giù di tono l’a.d. Roberto Bonetto: «Chiedo scusa ai tifosi per l’ennesima delusione degli ultimi decenni. Ci aspettavamo molto di più, è la fine di un sogno. Ora non sono nelle condizioni di fare altre analisi, sono come una pila scarica. Nei prossimi giorni risponderò alle domande sul futuro». Il d.g. Giorgio Zamuner può vantare il rinnovo del contratto, automatico visto il quarto posto conquistato. Ma anche lui aspetta novità: «Mi rimetto alle decisioni della società. Ora provo rabbia e delusione. Cosa non rifarei? Forse prenderei una punta con caratteristiche diverse».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «La società in tre anni ha lavorato con costanza ed impegno, andando anche oltre i propri limiti. Sono stati fatti alcuni errori, ma la nostra coscienza è a posto». […] I tifosi alla fine hanno contestato. «Mi dispiace per l’attaccamento che hanno dimostrato sino alla fine. Io sono uno della piazza, capisco quali possano essere le reazioni. Il pubblico di Padova, a parte la “Tribuna Fattori”, che è un gruppo organizzato diversamente, ha accettato con difficoltà certe decisioni, lasciandosi andare a volte a critiche gratuite. Da parte nostra bisogna essere un po’ asettici, altrimenti non si ha la tranquillità di prendere decisioni che possono risultare impopolari. Io mi sono impegnato in prima persona per creare presupposti di continuità. Mi auguro che anche nelle prossime settimane si trovino le condizioni per poter programmare un futuro che rispetti le aspettative della piazza, cercando di fare meglio».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] «Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con noi, giocatori, staff tecnico e collaboratori», la premessa del presidente del Padova, Giuseppe Bergamin. «C’è dispiacere, ci aspettavamo tutti un risultato diverso, ma evidentemente abbiamo dei limiti. Avrei voluto di più dal punto di vista caratteriale e della personalità in campo. Ma non è colpa di qualche singolo, le responsabilità sono da condividere tutti insieme. Giocare alle 14.30? Una scelta dello staff tecnico e medico, che evidentemente non ha pagato. Ma alimentare polemiche a questo punto serve a poco, bisogna guardare avanti facendo tesoro di questa esperienza e organizzandoci bene per il prossimo anno». Da cosa ripartire? «È stato un anno difficile, ci siamo creati delle aspettative che andavano oltre le nostre possibilità, ma dobbiamo guardare avanti con fiducia e tranquillità».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Delusione, rabbia e amarezza. In spogliatoio a fine partita non è volata una mosca». Basta questa frase di Matteo Mandorlini per descrivere il clima all’interno del Padova. «Ci siamo preparati un anno ed è svanito tutto in un lampo», si rammarica il centrocampista. «Il passaggio del turno era ampiamente alla nostra portata, ma abbiamo commesso errori che una squadra esperta non si può permettere. Peccato, c’erano tutti i presupposti per fare molto meglio. Allo stadio si respirava un bel clima, i tifosi ci hanno sempre sostenuto e, nonostante il calo delle ultime partite, la cavalcata che abbiamo avuto a metà stagione ci aveva consegnato il vantaggio del fattore-campo sia in questo turno che eventualmente in quello successivo. Ma è stato tutto vano». Mandorlini prova a guardare oltre: «Credo che questa piazza e questa società abbiano le risorse per ripartire alla grande il prossimo anno. Spero possa essere così. Io ho ancora un anno di contratto, ma è presto per parlare del futuro». […]




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