Presidente Giuseppe Bergamin, adesso che i playoff sono arrivati, quale diventa l’obiettivo? «Vincere la partita di domani, innanzitutto. Penso che il quarto posto sia un buon risultato, anche se rimango convinto che si sarebbe potuto fare qualcosa in più: a inizio anno mi ero fatto una mia personale tabella, e rispetto a quella siamo arrivati abbastanza indietro. Abbiamo chiuso a 66 punti, mentre pensavo che saremmo arrivati a 74: non avremmo vinto comunque, ma sarebbe stata un’altra cosa. Ora pensare di porre un obiettivo chiaro è un po’ complicato: i playoff saranno un percorso abbastanza difficile, nel quale interverranno tante variabili ben oltre la qualità tecnica delle singole squadre. Se abbiamo la carica agonistica e psicologica di un certo tipo secondo me possiamo andare avanti, e ovviamente l’obiettivo è fare più strada possibile. Ogni partita sarà una storia a sé, ma arrivare in fondo sarà un’impresa». Diciamo che se il Padova arrivasse alla final four, comunque vada, potrebbe dirsi soddisfatto? «Più in là andiamo e più saremo soddisfatti. Dobbiamo fare un passo alla volta, cominciando dall’Albinoleffe. È importante partire col piede giusto, con una prestazione di un certo tipo che dia convinzione alla squadra e anche a chi la guarda». A questo proposito, non la fa riflettere questa prevendita piuttosto fredda? «Sembra quasi che questa gara venga presa come un aperitivo dei playoff, più che come una partita vera e importante. Io dico che il match di domani ci può aprire le porte ad un grande percorso, e per questo è una partita fondamentale: mi spiacerebbe se non ci fosse un certo tipo di pubblico allo stadio».
[…]La squadra ha deciso anche questa settimana di lavorare sempre a porte chiuse. Ha avuto modo di vederla in questi giorni? «Sono stato all’Appiani giovedì e li ho visti belli carichi, uniti, tutti nelle migliori condizioni. Mi aspetto una prestazione di alto livello da parte loro, visto anche che quasi tutta la rosa è a disposizione. Magari ci sarà anche Neto Pereira, psicologicamente anche la sua sola presenza in panchina potrebbe farci bene». Crede che la crisi sia ormai alle spalle? «Penso che una vera crisi non ci sia mai stata. Forse eravamo un po’ stanchi, anche psicologicamente, ma la nostra crisi era solo di risultati e non ho mai visto una situazione così allarmante».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)