«Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce», diceva il filosofo. Ebbene, il cuore di Enrico Alfonso è diviso a metà tra biancorosso e granata, ma la ragione è sicuramente tutta dalla parte del Cittadella. «Sono cresciuto a Vicenza nel suo periodo d’oro. Avevo 8 anni quando la squadra di Guidolin conquistò la Coppa Italia, tifavo per quei colori e andavo spesso al Menti», racconta il portiere. E adesso, cosa prova alla vigilia della cruciale sfida in programma domani al Tombolato? «Sentimenti contrastanti. Ho molti amici a Vicenza e per quella maglia e quei colori nutro ancora affetto. D’altra parte, ho anche trascorso lì la stagione 2013-2014, in Lega Pro, difficile per molti motivi. Ci sono questioni che non ha senso risollevare ora, ma ricordo con un certo rammarico la mia esperienza in biancorosso». E tra questi sentimenti, quale prevale? «L’orgoglio. Giocherò contro la squadra della mia città, un posto in cui sono conosciuto come persona e come giocatore. Ho voglia di far bene e far vedere quello che mi sono guadagnato in questi anni». Dovessero perdere al Tombolato, gli uomini di Torrente saranno condannati alla retrocessione. «Ma, nel caso, non sarà stata la partita di Cittadella a mandarli in Lega Pro, piuttosto lo scontro diretto che hanno perso con la Ternana nello scorso turno. Io auguro loro di agganciare il treno dei playout», e qui c’è un involontario siparietto comico, Alfonso ci ripensa al volo e si corregge: «Anzi, non posso nemmeno augurare loro questo… Ritrovo il Vicenza nel momento migliore della mia carriera e non posso che pensare a me e alla mia squadra, sperando di portare a casa un risultato importante».
[…]A proposito di playoff: come state vivendo questa situazione? Siete sicuri di terminare il campionato tra le prime otto, qualificati agli spareggi-promozione, sempre che si disputino… «Se salteranno sarà una vera beffa per il Cittadella, che ha vissuto una stagione più che esaltante ripetendo i risultati della sua annata migliore di sempre. Non ci voglio nemmeno pensare, punto solo a dare il massimo. Vediamo quello che accadrà».
[…](Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)