La lunga corsa dei playoff in Lega Pro comincia per il Padova contro l’Albinoleffe. E se molti, temendo un incrocio con le imprevedibili Bassano e FeralpiSalò, hanno esultato quando i biancoscudati hanno “pescato” i seriani nella prima fase, la memoria di altri è sicuramente tornata indietro di 14 anni. Era il 25 maggio del 2003 quando, proprio allo stadio Euganeo, l’Albinoleffe vinse 2-1 davanti a 12 mila padovani, che riassaporavano finalmente il gusto di competere per la Serie B dopo gli anni bui della C/2. La squadra allenata da Frosio, pur vincendo al ritorno per 1-0, non riuscì a passare il turno, mentre i lombardi volarono in finale e poi in cadetteria. In campo, quella domenica, c’era anche Andrea Bergamo, oggi vice di Brevi. «Quel match mi è tornato diverse volte in mente in questi giorni», confessa l’ex capitano. «Il sentimento che mi è rimasto da allora è uno solo: la rabbia. Sono sempre rimasto convinto che, passando, saremmo andati in B, che contro il Pisa in finale avremmo vinto di sicuro. Era il mio ultimo anno da giocatore al Padova, avrei voluto finire con una promozione».
Una partita “strana”, dall’inizio alla fine. Ed è dire poco… «Una domenica difficile da dimenticare. Dopo due minuti andammo in vantaggio con un colpo di testa di Porrini, che superò la linea di 30 centimetri buoni, ma che non fu assegnato. L’arbitro era Rocchi di Firenze, uno che in futuro avrebbe fatto strada, ma che allora non fu sicuramente all’altezza. Andammo sotto per quel famoso gol da centrocampo di Regonesi, poi pareggiammo e subimmo il rigore decisivo, dubbio pure quello, al 90’». Come si è spiegato, negli anni, quella punizione di Regonesi, che rimane ancora oggi una degli episodi più “neri” nella storia del Biancoscudo? «Ero in barriera, la ricordo bene: come partì quella palla da centrocampo, la seguii con lo sguardo. “Ti prego, no!”, pensavo tra me e me, vedendola scendere proprio all’incrocio. Non si possono prendere gol del genere, ma con il senno di poi non è giusto nemmeno gettare tutta la colpa addosso al portiere, Roberto Colombo, che fece comunque un buon campionato. Ragionando a mente fredda, perdemmo quella partita perché l’Albinoleffe ci fece correre a vuoto per tutta la gara, tatticamente non ce la giocammo nel modo giusto».
Detto da chi ha già affrontato partite simili, come si affronta allora una sfida da dentro o fuori? «Con grande attenzione. Non dobbiamo farci condizionare dalle attese: siamo una squadra forte e possiamo giocarcela con tutti. Il calcio è imprevedibile, ma sono sicuro che il Padova darà tutto sul campo e che il risultato sarà positivo».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)