Sveglia all’alba, convocazione plenaria ed esami ad hoc per non lasciare nulla di intentato. È stata una mattinata atipica, quella che ieri ha visto la prima squadra del Padova, al gran completo con l’eccezione di Neto Pereira (il quale sta svolgendo il suo personale programma di riabilitazione a Bologna), presentarsi ad un’ora inedita al Poliambulatorio Arcella. La situazione “di campo” dell’ultimo mese, con il crollo verticale di risultati dopo una grande rincorsa che aveva portato i biancoscudati sino al secondo posto nel girone B, ha lasciato sorpresi un po’ tutti. Problema psicologico? Problema fisico? Squadra arrivata scarica agli scontri diretti come conseguenza diretta proprio della lunga cavalcata? Dopo il pareggio con l’Ancona, nella gara che avrebbe dovuto risollevare l’umore e i risultati del gruppo, si sta cercando in tutti i modi di individuare le cause di una simile flessione. Ed è per questo che alle 7 di ieri tutti i giocatori si sono sottoposti, arrivando digiuni all’appuntamento, alle analisi del sangue programmate dal club. Una procedura standard, che tuttavia da un po’ di tempo non veniva effettuata, e che in una situazione critica come quella attuale assume naturalmente un ulteriore significato.
Ogni giocatore è stato sottoposto al prelievo, con le provette poi consegnate al laboratorio: le analisi saranno in grado di fornire un’ampia gamma di informazioni utili per il monitoraggio dello stato di salute dei singoli. In poche parole: sulla testa dei giocatori si può lavorare solo con l’allenamento, con le parole pronunciate prima, durante e dopo ogni partita, stimolandone la concentrazione – cosa che, purtroppo, nelle ultime uscite non è sempre stata all’altezza – e la cattiveria agonistica. Ma sulle gambe, oltre che con la semplice preparazione fisica, si può lavorare anche a monte: grazie a questi controlli ematici, infatti, lo staff sanitario del Padova verrà messo a conoscenza dei livelli delle sostanze presenti nel sangue di ognuno. L’eventuale carenza di potassio, che può provocare debolezza muscolare o una maggiore incidenza di crampi, o di ferro, riscontrabile in casi di eccessivo affaticamento da sforzo, potrebbe quindi essere compensata a monte, al fine di migliorare ogni aspetto della prestazione dei giocatori.
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)