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Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Intanto regular season finita per Massimo Gadda, timoniere del Forlì che ieri il giudice sportivo ha squalificato per tre turni, dopo essere stato espulso nel corso dell’ultima gara a Teramo (0-0), uno scontro diretto per la salvezza. Il referto arbitrale motiva lo stop con un comportamento reiteratamente offensivo nei confronti della terna arbitrale unitamente all’uso di espressioni blasfeme. Salterà ovviamente il match col Bassano che invece non annota appiedati tra le sue fila. E dinanzi alla prevedibile carica agonistica forlivese i virtussini dovranno tenere bene a mente il messaggio che gli ha recapitato Valerio Bertotto dopo la balsamica vittoriona col Parma. «I ragazzi adesso hanno preso consapevolezza finalmente del loro valore – il pensiero del precettore Diesel – e se non ripartiamo da lì alzando ulteriormente i giri del motore, beh, poi saranno cavoli dei miei giocatori. Perchè passeranno dei brutti quarti d’ora… ».
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Nel trittico finale (Forlì, Gubbio e Fano nell’ordine) che attende il Bassano, la partita col Forlì rappresenta il primo osso duro: la formazione biancorossa, invischiata nella zona play out e uscita indenne dallo scontro in casa della diretta rivale Teramo, ora punta ai tre punti per scavalcare gli abruzzesi impegnati a Macerata. Il 2017 ha finora riservato ai forlivesi pochi momenti felici: appena 3 vittorie, a fronte di 5 sconfitte e 6 pareggi. In casa, l’undici prossimo avversario dei virtussini ha conquistato l’intera posta 5 volte, spartendosela con gli avversari in 4 occasioni e cedendola interamente ben 8 volte con 21 reti segnate e 27 incassate (curiosamente quasi l’opposto di quanto prodotto dai giallorossi di Bertotto al Mercante: 27 gol realizzati e 20 subìti). Allenata dall’ex centrocampista e bandiera dell’Ancona Massimo Gadda, la squadra romagnola è la prima del girone per gol incassati nel primo tempo (25 su 52 totali), pur subendone maggiormente nella ripresa. […]
Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Romagna mia per niente, Romagna in fiore ancora meno. Al limite Emilia, un po’ più su, laddove Bassano quest’anno ha sempre strappato qualcosa: 0-0 a Modena (orrido, d’accordo, ma pur sempre un puntaccio in esterna), 1-1 al Tardini di Parma (dopo aver sprecato l’inverosimile per vincere in carrozza) e 1-1 al Mapei Stadium con la Reggiana (agguantato in extremis al termine di un match pilotato ugualmente con grande disinvoltura). E in Romagna invece no, in Romagna sono cominciati i dolori di pancia per Bassano, acutissimi dolori peraltro. Coi giallorossi che si sono squarciati il ventre il 12 febbraio col Santarcangelo (3-0), una passata memorabile, subito derubricata a incidente di percorso non sapendo che era l’inizio della fine. Da quel giorno, solamente atrocissimi schiaffi sui denti, labbrate a ripetizione: 0-2 col Modena, il tracollo scandito dalla sbiancata di Pordenone (6-0), la sbandata interna col Mantova (1-2) e ancora le sconfitte amarissime con Samb (1-0), Venezia (1-2) e Padova (1-0). Amarissime perchè tutte di misura e tutte clamorosamente immeritate. Il resto è storia recente e se la tappa pasquale col Parma ha autografato la rinascita virtussina, il passaggio di domenica sera a Forlì nasconde più trappole che topi, odora di perfida imboscata. […]
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ovviamente tutto cambierà se il Pordenone riuscirà a compiere il miracolo, superando il Parma al fotofinish e conquistando il secondo posto in classifica bissando il risultato dell’anno scorso. In quel caso la squadra di Bruno Tedino non dovrà prendere parte al primo turno dei playoff, che potrà godersi in poltrona davanti al televisore. Al momento però da terzo in classifica il Pordenone guarda alle ultime squadre che oggi comporrebbero la griglia degli spareggi post campionato, e in questo senso le tre partite che restano da qui alla fine della stagione regolare saranno veri e propri test. Gli ultimi turni di campionato proporranno infatti al Pordenone un anticipo di playoff. Materiale buono per testare le forze delle avversarie, per saggiare il loro livello di forma e le motivazioni di tre club che possono teoricamente diventare contendenti dei neroverdi. Le tre sfidanti che incroceranno i loro destini con i neroverdi nelle ultime tre giornate sono tutte papabili avversarie della post-season. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Burrai non nasconde l’obiettivo e l’ambizione dei ramarri. «L’obiettivo – ha affermato Toto – è il secondo posto. Noi ci crediamo. Il Parma è un solo punto davanti a noi e mancano ancora tre partite. Sarebbe già sorride all’idea una posizione di grande prestigio davanti a due autentiche corazzate come Parma e Padova». L’ambizione è taciuta, ma sottintesa. Nato a Sassari il 26 maggio 87, vanta pure tre presenze in serie A vestendo giovanissimo la maglia del Cagliari nella stagione 2006-07 (una in campionato e due in coppa Italia), ha già conosciuto la B a Modena (12 presenze) nel torneo 2013-14. Ritornarvi vestendo neroverde sarebbe una grandissima soddisfazione. La gara di sabato col Padova è stata una sorta di prologo di quello che i ramarri incontreranno nei playoff. «Sì – concorda Salvatore – una partita che sentivamo tantissimo. Abbiamo fatto un buon primo tempo. Poi, una volta in vantaggio, abbiamo pensato a non scoprirci difendendo veramente bene contro una squadra molto fisica con attaccanti fortissimi. Come quelle che troveremo nei playoff». […]
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) «Quando ho fatto la scelta di andare a Venezia, la speranza era quella di vivere un solo anno in Lega Pro, vincere il campionato e fare la B. É andata bene, abbiamo conquistato la promozione addirittura a Pasqua e questa è una piccola-grande impresa. E poi vincere è proprio bello». Maurizio Domizzi si è preso un rischio, ma alla fine ha avuto ragione e adesso si gode il dolce sapore del successo. Il Venezia è in serie B dopo 12 anni e lui ha dato una botta di adrenalina a una carriera che a Udine sembrava destinata a un finale soft. Non è così. Maurizio, vincere non è mai scontato anche quando si hanno i favori del pronostico… «Il nostro girone era complicato, il Parma a gennaio aveva rifatto la squadra spendendo cifre che neanche in serie B. Allora erano a tre punti da noi, poi il divario è lievitato. Vincere il campionato con largo anticipo ti può togliere un po’ di euforia, ma abbiamo fatto qualcosa di importante». Scelta azzeccata e fortunata la sua quella di scendere di due categorie … «Il ragionamento era il seguente: fare un sacrificio accettando la Lega Pro, ma con la prospettiva di salire subito in B. Sono contento». […] Ci racconta l’Inzaghi allenatore? «É totalmente diverso da quando era giocatore. In campo era un opportunista, dava la sensazione di essere poco simpatico. E invece è una persona buonissima, un pezzo di pane. La nostra era una squadra esperta, non aveva bisogno di uno che ci dicesse come giocare, ma che ci martellasse per non accontentarci mai, nemmeno quando avevamo cinque-sei punti di vantaggio. Il mister in questo ha fatto la differenza tra febbraio e marzo». Cose le piace del Pordenone? I neroverdi sono da serie B? «Burrai, Suciu e Misuraca formano il centrocampo più forte del nostro girone. Secondo me la nuova formula, con le final four dei play off che si giocheranno in campo neutro, li favorisce. Sarebbe stata più dura andare, per esempio, a giocare a Lecce». […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Pordenone favorito per la conquista del secondo posto, ma non sarà facile superare il Parma. […] Chi non ha dubbi sul Pordenone è l’ex tecnico di Pavia e Mantova, Riccardo Maspero. «Punto tutto sui neroverdi – afferma –. In questa categoria è la formazione che gioca il calcio più bello. È sempre ben disposta in campo e ha idee: alla lunga avere un’identità paga e non a caso sono arrivati a una lunghezza dal Parma, che viceversa non ha una manovra ariosa e varia. Ho visto solo la ricerca del lancio verso Calaiò per sfruttare gli inserimenti di Baraye. Dico quindi Pordenone e mi auguro sia così: sarebbe il giusto premio per il lavoro svolto da Tedino in questi due anni». Anche per Federico Francioni, ex giocatore del Pordenone, attualmente procuratore, Stefani e soci sono i favoriti per la piazza d’onore. «Sul Parma possono aver pesato le ultime due sconfitte – spiega –. Punto sui ramarri perché stanno benissimo e hanno un gioco con molte soluzioni. Il Padova ormai è spacciato e adesso è una squadra prevedibile, vista l’assenza di Neto Pereira». Leggermente favorito il club emiliano: questa è l’opinione dell’ex tecnico del Bassano Luca D’Angelo (che ha chiuso la sua esperienza in giallorosso dopo lo 0-6 di Pordenone). «I ramarri sono in grande ascesa e l’aspetto mentale è dalla loro – motiva – però il Parma ha un punto di vantaggio. A 270’ dalla fine conta, nonostante le due sconfitte consecutive. La squadra di Tedino è obbligata a non sbagliare più da qui alla fine, se vuole arrivare davanti». Per Luca Piazzi, ds dell’Alto Adige, «il Pordenone non ha un calendario facile: FeralpiSalò, Albinoleffe e Sambenedettese, per quanto già ai playoff, sono difficili da superare. Mi piace molto come giocano i friulani ma per arrivare davanti al Parma bisogna centrare a mio parere tre vittorie». […]
Ore 17.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 17.00 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 16.40 – Qui Guizza: mix tra lavoro atletico e col pallone.
Ore 16.20 – Qui Guizza: lavoro in palestra per Neto Pereira. Tutti presenti gli altri Biancoscudati.
Ore 16.00 – Qui Guizza: termina il doppio colloquio, inizia l’allenamento.
Ore 15.50 – Qui Guizza: ora Biancoscudati a colloquio con mister Brevi.
Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo, a colloquio con Giorgio Zamuner.
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Niente anticipo, Gubbio-Venezia si giocherà regolarmente domenica 23 aprile (ore 16.30). Si attendeva solo l’ufficialità ma ieri, contrariamente alle attese, è caduta l’opzione di far disputare la partita sabato pomeriggio. Tutto era partito con la richiesta del Matera di poter far visita sabato anziché domenica alla Casertana, così da avere un giorno in più per preparare la finale di ritorno della Coppa Italia in programma mercoledì 26 aprile al Penzo (ore 17). Oltre alla Casertana anche il Venezia era d’accordo a scendere a Gubbio con 24 ore di anticipo, ma tutto si è arenato innanzi al no del club umbro che per domenica 23 aveva già lanciato la Giornata rossoblù per i propri tifosi. Intanto dopo il relax extra concesso da Pippo Inzaghi a serie B matematicamente conquistata, gli arancioneroverdi inizieranno questo pomeriggio a preparare il match nella tana di un Gubbio che l’altro ieri, nel posticipo di Pasquetta, ha imposto l’1-1 alla Reggiana al Mapei Stadium.
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «A distanza gioisco anch’io nel vedere la conquista della serie B. Se me l’aspettavo? Certamente sì, potendo contare su un ds come Giorgio Perinetti». È un plauso schietto e sincero quello di mister Giancarlo Favarin, attuale tecnico di una Fidelis Andria in piena corsa per i playoff nel girone C di Lega Pro. Il 24 aprile 2016 toccava a Favarin festeggiare (a Seren del Grappa con 600 tifosi) il 3-3 in casa della Ripa Fenadora, che aveva regalato al Venezia l’addio alla serie D. Quasi un anno dopo, sabato scorso, un altro pareggio (1-1 con il Fano) ha invece sancito il bis altrettanto trionfale stavolta davanti ai 5.895 tifosi del Penzo del team ora guidato da Pippo Inzaghi. «Una parte del mio cuore è lì, non potrebbe essere altrimenti dopo aver vissuto e vinto due campionati di serie D (2012 e 2015, ndr) in una piazza avviata al rilancio» le parole del tecnico pisano, che a fine novembre 2015 era stato richiamato in laguna al posto di Paolo Favaretto. «Sono contento sia proseguito al meglio un progetto che era partito con noi, come mi fa piacere sapere che il ds Perinetti in campo al Penzo abbia ringraziato tutti i protagonisti dello scorso anno. A lui vanno i più grossi complimenti perché non è mai facile vincere due campionati consecutivi». […] «Non lo posso nascondere, avrei preferito essere lì anche oggi ammette con la consueta trasparenza e d’altra parte sono sicuro che me la sarei potuta giocare pure io una stagione veneziana tanto ambiziosa». Una sicurezza dettata dalla qualità dell’organico lagunare. «Alcuni giocatori li avevamo già scelti insieme, Perinetti ha fatto un lavoro davvero super costruendo una rosa con tanti elementi di categoria superiore che già oggi avrebbero potuto fare bene in serie B. Inzaghi ha fatto un grande lavoro ma, ripeto, una rosa come del Venezia ha pochi rivali in Lega Pro e avrebbe fatto lavorare bene anche il cuoco di Milanello». […]
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Ci vediamo più tardi, alle 10 ho l’appuntamento dal barbiere, adesso posso tagliarmi i capelli», dice. Adesso? Scaramanzia, cabala, chiamatela come volete, ognuno aveva qualcosa legato alla promozione in serie B. Il direttore generale del «Venezia F.C.» Dante Scibilia, i capelli. «E’ una cosa che mi porto dentro da quand’ero ragazzino, fino a che non c’è il risultato acquisito, non vado dal barbiere. Scaramanzia…», sorride. Adesso lo può fare senza preoccuparsi troppo. Come può liberarsi, almeno per quest’anno, della sciarpa arancioneroverde in cachemire che non ha mai smesso di indossare, anche quando c’erano 25 gradi. «Il calcio è stressante, ogni partita è quella della vita – confessa – questi piccoli gesti, a cui nessuno crede davvero, ti aiutano ad avere un po’ di tranquillità». E magari a vincere, anche senza spargere il sale in campo come faceva Romeo Anconetani a Pisa. La serie B è un sogno che si avvera, «e pensare che due anni fa non c’era nemmeno la prospettiva di continuare». […] «Una grossa mano ce l’ha data il sindaco prendendosi sulle spalle la responsabilità, portando in porto l’arrivo di Joe». Tutto il resto è storia recente e conosciuta, o quasi. Perché tutte le promesse e l’entusiasmo dell’avvocato newyorchese all’inizio hanno spiazzato anche Scibilia. «Serie B in tre anni, stadio pieno, marketing… Da buon italiano ero scettico, da un lato mi convinceva ma dall’altro mi sembrava una situazione troppo ottimistica. Siamo passati da una situazione in cui non si sapeva con chi parlare a un’altra in cui nell’ambiente erano tutti positivi, e dove il presidente era il primo motivatore. Certo non sono mancai i momenti difficile, in serie D quando il Campodarsego sembrava irraggiungibile e quest’anno quando il Parma si è rafforzato ma la capacità di stare uniti e di fare anche scelte coraggiose ci ha portato a superare tutti gli ostacoli». […]
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Ciccio fa poker, a soli 25 anni. Francesco Cernuto ha festeggiato sabato la sua quarta promozione in sette stagioni. Due con il Treviso dal 2010 al 2012, dalla Serie D alla Serie C/1, due con il Venezia dal 2015 al 2017, dalla Serie D alla Serie B. Due doppiette per il centrale difensivo di Milazzo, testimonianza residua dell’era russa che ha vinto nel biennio a stelle e strisce. Un fedelissimo, tanto che la scorsa estate il Venezia ha potuto inserirlo fuori dalla lista dei 16 over essendogli stato riconosciuto lo status di “giocatore bandiera”. «Sono stati 4 anni incredibili per emozioni, sensazioni, risultati», ha ammesso il difensore siciliano, «da sabato mi sento più libero, oltre che felice. Dalla discesa senza freni alla risalita in pochissimi mesi. Nemmeno il più ottimista tra di noi poteva immaginarlo nell’estate del 2015». Cernuto è uno dei pochi superstiti della promozione in Lega Pro. «Due anni fa ci era stato presentato un progetto ambizioso, lo abbiamo sposato perché ci veniva illustrato da una persona come Giorgio Perinetti. Quando siamo saliti a Piancavallo eravamo senza contratto, ma con la tranquillità dettata dalla presenza del direttore come garanzia». Una splendida cavalcata culminata con la promozione. «L’inizio è stato un po’ in salita, ma c’erano tantissimi giocatori nuovi, da quando è ripreso il campionato a fine gennaio il nostro ritmo ha stroncato tutte le pretendenti alla Serie B. Quando mi sono reso conto della coesione e della compattezza del gruppo, ho iniziato a pensare seriamente che la promozione difficilmente ci sarebbe sfuggita». […]
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Pierpaolo Bisoli non è più l’allenatore del Vicenza. Lo sostituirà con Vincenzo Torrente, ex allenatore della Salernitana da cui è stato esonerato a febbraio 2016. Con uno scarno comunicato poco dopo le ore 17 di ieri il club ha sollevato dall’incarico il tecnico bolognese, che paga un girone di ritorno in cui la sua squadra ha collezionato solo 12 punti. […] Qualche dubbio è venuto ieri mattina quando a Isola Vicentina a dirigere la seduta di allenamento c’era regolarmente Bisoli e il suo staff, anche se la mancanza di comunicati da via Schio che chiarissero la situazione lasciava intuire che la panchina del tecnico di Porretta Terme era ancora alquanto traballante. […] «Il momento è molto delicato e ad oggi il Vicenza giocherebbe i playout – spiega il direttore sportivo, Antonio Tesoro – per questo non possiamo lasciare niente di intentato per centrare la permanenza in B. Purtroppo nelle ultime partite la squadra ha mostrato una debolezza caratteriale e una mancanza di personalità evidente, e quindi ci si augura che una sterzata possa cambiare lo stato delle cose». A provarci sarà Vincenzo Torrente che ieri sera ha raggiunto Vicenza e ha incontrato i vertici del club, per raggiungere un accordo che di fatto è già stato trovato ieri dopo i numerosi contatti telefonici. Torrente, ex allenatore di Gubbio, Bari, Cremonese e Salernitana firmerà un contratto fino al 30 giugno di quest’anno con un rinnovo automatico per la stagione prossima in caso di salvezza. Trattasi, è bene sottolinearlo, di una soluzione quasi disperata, perché a sei giornate dal termine del torneo cadetto che si concluderà il prossimo 19 maggio, le possibilità di intervenire sulla condizione atletica, sull’impostazione tattica e sul gioco della squadra sono molto limitate. […]
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Nuvole minacciose e un venticello sferzante incorniciavano perfettamente il momento vissuto dal Vicenza e dal suo allenatore Pierpaolo Bisoli, puntualmente in campo ieri alle 11 al Morosini dopo una nottata passata in bianco ad attendere una telefonata che gli comunicasse la conferma o l’esonero. Telefonata mai giunta, perché la decisione è stata rinviata al pomeriggio. Così, ieri mattina, il tecnico di Porretta Terme si è regolarmente presentato per l’allenamento: un brevissimo saluto ai giocatori, subito divisi in due gruppi tra corsa sul campo ed esercizi in palestra. Una mezz’ora in tutto, che Bisoli ha trascorso scambiando rare parole con i suoi collaboratori, passeggiando sul prato a capo chino, come se si stesse chiedendo se sarebbe stata o meno l’ultima volta. In disparte, ad osservarlo, anche il ds Antonio Tesoro e il consigliere personale di Alfredo Pastorelli, Claudio Capuzzo. Ora lo sappiamo: è stato questa la sua ultima uscita pubblica come allenatore del Vicenza. […] Ad esonero ufficializzato, Bisoli ha voluto salutare i tifosi vicentini tramite il nostro giornale: «Purtroppo conosco il calcio, in fondo stamattina io lo avevo già capito – ha commentato con un po’ di amarezza -. Ringrazio i tifosi biancorossi con i quali ho instaurato un rapporto speciale, e la società che mi ha dato l’opportunità di allenare in una piazza così gloriosa. Mi rimane il dispiacere di non aver completato il lavoro: ho preso la squadra ultima, la lascio quart’ultima, e resto convinto che nonostante tutto, magari passando dai playout, ma sarei riuscito a conquistare la salvezza». […]
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Nuovo cambio sulla panchina ormai bollente del Vicenza. La scelta alla fine è caduta su Vincenzo Torrente, sarà lui in queste ultime sei giornate a cercare di portare in salvo la barca. L’esonero di Pierpaolo Bisoli era nell’aria già lunedì sera anche se ieri mattina, l’ormai ex allenatore biancorosso, è stato mandato a dirigere la seduta di allenamento ad Isola. La brutta sconfitta rimediata dalla Pro Vercelli, diretta rivale nella corsa per evitare la retrocessione, dopo quella già incassata dal Trapani sempre al Menti, ha segnato il destino di Bisoli, che fino all’ultimo ha sperato di riportare il Vicenza al di sopra della linea rossa, comunque convinto che alla fine ce l’avrebbe fatta a salvarlo. Le ultime sei sfide però se le giocherà un altro, il Vicenza ha deciso che serviva una sterzata, un’altra volta, perché era già successo all’inizio di ottobre con l’arrivo di Bisoli al posto di Lerda. Dopo la delusione, i fischi e la contestazione dei tifosi e l’ennesimo pomeriggio infausto di una stagione tribolata fin dall’inizio, la sensazione che si andasse verso un altro ribaltone in panchina in effetti era stata netta da subito. Ma per prendere la decisione definitiva il presidente Alfredo Pastorelli ha riunito ieri, alle 15, il consiglio di amministrazione del Vicenza. Assenti giustificati i due vicepresidenti Marco Franchetto e Simone Dalla Vecchia. A discutere dunque la delicatissima scelta c’erano il presidente Alfredo Pastorelli, i consiglieri Gianluigi Polato, Stelvio Dalla Vecchia e Leonardo Adamo. Presente anche il direttore sportivo Antonio Tesoro.Tutti d’accordo sull’esonero di Pierpaolo Bisoli ritenuto ormai non più in grado di risollevare le sorti della squadra. […] Un’illusione amara anche per Bisoli che dall’inizio dell’anno e dopo la fine del mercato di gennaio con i relativi cambiamenti in rosa ha visto nettamente peggiorare il rendimento del suo Vicenza (2 soli successi in 15 partite) condizionato, è doveroso ricordarlo, anche da una catena infinita di infortuni. Fino all’allarme rosso suonato nelle ultime giornate, malgrado il colpo isolato a Latina e fino alla decisione che le società prendono quando i risultati non lasciano scampo: paga l’allenatore per tutti!
Ore 12.10 – (Gazzettino) La striscia di quattro risultati utili consecutivi del Cittadella si è fermata al Marcantonio Bentegodi di Verona. Un’occasione persa perché la sconfitta poteva essere evitata. L’episodio che più fa discutere è il netto fallo da rigore, accaduto dopo soli 6 minuti, non rilevato dall’arbitro Pinzani di Empoli. Lucas Chiaretti lo descrive così: «Sono stato buttato giù da dietro, il rigore era sacrosanto, ma il direttore di gara non ha fischiato l’intervento falloso di Bianchetti. Eravamo partiti bene e nei primi venti minuti il vantaggio sarebbe stato meritato. Questo episodio poteva cambiare il corso della partita». Il fantasista brasiliano guarda oltre: «È andata così. Non siamo riusciti a finalizzare le occasioni create con il nostro gioco e abbiamo concesso due tiri a Bessa che hanno determinato il risultato. I nostri limiti li conosciamo, dobbiamo continuare a lavorare per eliminarli». Il suo giudizio sulla stagione in corso resta comunque positivo: «Abbiamo raggiunto la salvezza, che è il nostro primo obiettivo, e siamo a 54 punti in piena corsa per i play off. Ce li stiamo giocando. In questo ultimo mese e mezzo abbiamo fatto cose importanti, dobbiamo guardare con fiducia in avanti perché non deve essere una partita persa a farci perdere le nostre certezze. Restiamo con i piedi per terra, mancano sei partite alla fine del campionato, continuiamo sulla strada che stiamo percorrendo con lo stesso modo di pensare. In questa fase delicata del campionato è fondamentale rimanere sereni». […]
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) «Il rigore c’era. Appena ho stoppato la palla, Bianchetti mi ha buttato giù, spingendomi da dietro. Non so come sarebbe finita la partita, ma era fallo, anche se l’arbitro ha fatto segno di continuare». Lucas Chiaretti non fa marcia indietro. Aveva protestato in campo e, alla ripresa degli allenamenti al Tombolato, conferma le sue sensazioni dopo il ko per 2-0 incassato dal Cittadella al Bentegodi. «Siamo partiti bene, nei primi venti minuti la gara era in mano nostra e quell’episodio avrebbe potuto cambiare il corso del derby». Venturato ha confessato che credeva addirittura nella Serie A diretta. Ci puntavate sul serio? «Sicuramente è un’occasione persa in tal senso. Ma noi dobbiamo rimanere sereni: arriviamo da un mese e mezzo importante e dobbiamo continuare ad esserlo perché mancano ancora 6 partite e ci sono 18 punti in palio. Sino a poco tempo fa si parlava di salvezza e noi l’abbiamo ottenuta con largo anticipo, poi il sogno playoff ha preso vigore e ora ce li stiamo giocando. Adesso non è che una partita persa abbatte tutte le nostre certezze!». Dove siete mancati lunedì? «Il Verona ci ha concesso molto poco. Aveva qualcosa più di noi sul piano della cattiveria, anche se ribadisco che nei primi 20 minuti ci saremmo potuti trovare sul 2-0 senza che ci potesse essere da ridire. Poi loro hanno giocatori che sanno tirare bene da fuori, come Bessa, e ne hanno approfittato». […]
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Non ho mai capito cosa significhi l’espressione giusta condizione mentale o fisica. Per un calciatore professionista questo è il suo mestiere, è come se io mi deprimessi nel fare il mio lavoro. Non è così, ogni giorno e in ogni partita ci sono degli stimoli che devono assolutamente venire fuori. Non credo che ci sia un decadimento sotto questo punto di vista, e non vedo che in prospettiva questo possa essere un problema». I giocatori le hanno detto qualcosa? «No, ho parlato io e loro hanno ascoltato. Magari devono riflettere su quello che ho detto. Poi se c’è qualcuno che vuole parlarmi, sono sempre a disposizione». […] Si è trattato di un richiamo alle responsabilità della squadra e di fare gruppo. «Il gruppo c’è e penso che sia forte. Deve essere mantenuto con questa qualità e con questo spirito di sacrificio che ognuno deve dimostrare, indipendentemente da chi va in campo. Poi le scelte tecniche sono di competenza dell’allenatore e dello staff, pertanto a partire da loro ciascuno si prende le proprie responsabilità».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Da qui in avanti devono dimostrare di essere dei giocatori e degli uomini, e devono prendersi delle responsabilità. Non c’è motivo di deprimersi perché un obiettivo minimo l’abbiamo raggiunto (qualificazione ai play off, ndr), adesso si tratta di migliorarlo ponendocene magari altri proprio per dare risposta alle ambizioni di ciascuno, e per dare un futuro di continuità e di crescita. Essendo giocatori professionisti e responsabili, possono sicuramente prendere atto di quello che ho espresso e vedremo senz’altro i risultati». […] L’obiettivo minimo è stato raggiunto, ma per arrivare nelle condizioni migliori possibili ai play off bisogna risollevarsi anche psicologicamente. «Credo poco a questo discorso».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Una decina di minuti in spogliatoio con la squadra per richiamare i biancoscudati alle proprie responsabilità. Blitz alla Guizza del presidente Giuseppe Bergamin, che è arrivato poco prima della 16 nel quartiere generale biancoscudato quando i giocatori dovevano ancora iniziare l’allenamento. Il patron si è intrattenuto qualche istante con il direttore generale Giorgio Zamuner e con Oscar Brevi, poi tutti dentro nello spogliatoio dove sono stati radunati i giocatori. Al termine del suo discorso, prima di lasciare l’impianto Bergamin si è fermato qualche istante con i cronisti. «Come ho trovato i ragazzi? Penso che siano coscienti di quello che hanno dato e che possono dare».
Ore 10.50 – (Gazzettino) In realtà, è già da qualche tempo che il patron Bergamin è in pressing con Banzato con riguardo a un suo possibile ingresso nella compagine del club di viale Nereo Rocco, anche se al momento non sarebbe stato trovato un accordo per quanto concerne le quote. […] Sull’allargamento della compagine societaria, il fronte sarebbe caldo anche in altre direzioni. Tanto che stando ai rumors delle ultime settimane le attenzioni di Bergamin e Bonetto si sarebbero rivolte anche fuori provincia, in particolare nel trevigiano: a questo proposito i contatti sarebbero stati avviati tramite un intermediario padovano, avvistato insieme al potenziale nuovo socio in occasione delle ultime gare casalinghe dei biancoscudati.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Il Padova è concentrato sul presente, ma guarda anche alle prospettive future della società. Il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto sono sempre alla ricerca di nuovi soci per dare ulteriore linfa alla casse del club, e l’ultimo nome che circola è quello dell’imprenditore padovano Alessandro Banzato (nella foto). Titolare di Acciaierie Venete, azienda leader del territorio, attualmente è impegnato nello sport della nostra città con la carica di vice presidente del Petrarca rugby, fermo restando che è anche un esperto di calcio e ha assistito poco più di una settimana fa al derby con il Venezia allo stadio Euganeo.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Non è ancora arrivato il momento di tornare in gruppo per Neto Pereira, che anche ieri ha svolto un lavoro differenziato in palestra. La sua situazione continuerà a essere monitorata quotidianamente, seguendo le sensazioni del giocatore, ma anche senza forzare i tempi di recupero per cui tutto lascia pensare che salterà anche il prossimo appuntamento con l’Ancona. Del resto il capitano è molto importante nell’economia del gioco biancoscudato essendo in grado di spostare gli equilibri in campo, ed è chiaro che non ha senso rischiare un’eventuale ricaduta muscolare e perderlo magari per un periodo più lungo. […]
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) […] La guida tecnica del Chievo rimarrebbe scoperta: e allora quale miglior soluzione di quella già sposata a Cittadella da parte di Marchetti, che ha tolto Roberto Venturato dalla naftalina, rilanciandolo alla grande alla testa di Iori & C., con i quali ha conquistato la promozione in Serie B dopo una sola annata di Lega Pro e sta ora spingendoli verso i playoff (sempre che si disputino, perché sono a rischio) per il salto in Serie A? Se così fosse, chi si siederebbe sulla panchina granata? Se Zamuner dovesse accasarsi al Cittadella, con ogni probabilità sarebbe Bruno Tedino, l’allenatore del Pordenone terzo in classifica nel girone B, il più accreditato a seguirlo alla corte di Gabrielli. Quel Tedino che, pur legato ai friulani da un contratto in scadenza nel 2019, non sarebbe più convinto a restare con i ramarri per le eccessive ingerenze nell’area tecnica da parte del presidente Lovisa. E in Biancoscudo? La “girandola” di movimenti appena descritta lascerebbe con il cerino in mano la proprietà del Padova, ma senza che nessuno si stracci le vesti. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E il Padova, senza il suo “direttore”? Ne dovrebbe cercare un altro, ma qui si apre una partita delicata, perché in queste settimane – non confermati, ma neppure smentiti – ci sarebbero stati incontri e sarebbero in corso colloqui fra il numero uno Giuseppe Bergamin e un imprenditore del territorio, corteggiato addirittura dall’inverno scorso, interessato ad entrare nella Spa biancoscudata, ma ad una precisa condizione: rilevarne il 51% delle quote, diventando così l’azionista di maggioranza. Nessun altro ruolo, neanche minoritario. […] Per un patto preciso stipulato a suo tempo con Bonetto, tuttavia, prima di cedere parte delle quote o l’intero pacchetto in suo possesso deve parlare proprio con il socio storico (e il discorso, ovviamente, a parti invertite vale anche per quest’ultimo), il quale può o meno esercitare un diritto di prelazione. Ecco perché, dietro le quinte, le grandi manovre sono in corso da un pezzo e potrebbero sfociare in un clamoroso epilogo ai primi di maggio: Bergamin azionista di minoranza o addirittura fuori del tutto dal Padova e Bonetto costretto a trattare con il nuovo personaggio per capire le sue intenzioni e soprattutto discutere con lui la definizione di programmi e strategie. Perché una cosa sembra chiara, al 19 aprile: l’a.d. e il vice-presidente, padre e figlio, non hanno alcuna intenzione di farsi da parte. Tornando al Cittadella e, di riflesso, al Padova, c’è da dire che, se sembra fondata la sensazione del “giro” di direttori descritto all’inizio, la cosa potrebbe determinare un altro… terremoto di panchine venete. […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Disegniamo subito il possibile (insistiamo possibile, non ancora probabile) scenario tecnico a campionato concluso sia in casa del Cittadella (Serie B) che in quella del Padova (Lega Pro): Stefano Marchetti, attuale direttore generale granata, lascerebbe il suo posto, dopo una vita trascorsa nel club dei Gabrielli, per approdare alla tanto sospirata Serie A e accasarsi al Chievo, dove patron Luca Campedelli lo vuole a tutti i costi, dopo aver chiuso, non certamente nel migliore dei modi, il rapporto con l’ex diesse Luca Nember; il ruolo di Marchetti, sotto le Mura, verrebbe ricoperto da Giorgio Zamuner, che quest’anno ha lavorato, con profitto, per il Biancoscudo, costruendo la squadra per Brevi e difendendo poi a spada tratta l’allenatore milanese quando era sull’orlo dell’esonero. Il nome del d.g. veneziano – questo è certo – è l’unico che proprio Marchetti ha fatto ad Andrea Gabrielli come suo successore. I due sono molto amici e, se l’ipotesi si concretizzasse, potrebbe davvero svilupparsi un asse preferenziale tra Verona e Cittadella, considerato che già ora i rapporti sono più che buoni.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Queste le parole del numero uno della società al termine del confronto con i giocatori. «Non ho visto uno spogliatoio depresso: il nostro obiettivo minimo l’abbiamo raggiunto, e non c’è motivo di abbattersi, ma adesso bisogna migliorarlo. Dobbiamo rispondere alle ambizioni di ognuno di noi, da quelle della società a quelle degli stessi giocatori, ed essendo professionisti e responsabili, credo che i ragazzi prenderanno atto di ciò che ho detto, e che ne vedremo i risultati». Il clima nello spogliatoio, al di là della comprensibile delusione per gli ultimi risultati, non è quindi di gente che si senta abbattuta. «Abbiamo fatto un buon campionato e l’aver perso quattro gare consecutive, contro formazioni di un certo livello, non cancella quanto di buono abbiamo dimostrato. Non voglio credere ad un problema mentale: un giocatore lo è di professione, in ogni partita deve assolutamente trovare gli stimoli. Non ho tirato loro le orecchie, il gruppo c’è ed è forte, ma deve essere mantenuto con qualità e spirito di sacrificio, indipendentemente da chi scende in campo».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sguardi bassi, scarsa voglia di parlare, però guai a parlare di crisi o di momento nero. Il Padova ieri pomeriggio si è ritrovato alla Guizza per il primo allenamento settimanale, e dopo le 4 sconfitte consecutive non si respirava certo il clima dei giorni migliori. Nessun discorso di Oscar Brevi in mezzo al campo, nessun riscaldamento alla spicciolata come di solito accade quando i giocatori, un po’ alla volta, escono dagli spogliatoi per due palleggi e il classico “torello” in attesa dell’inizio della seduta. Squadra e staff tecnico hanno ricevuto la visita del presidente Giuseppe Bergamin. Il patron prima si è intrattenuto con l’allenatore e il d.g. Giorgio Zamuner nello spogliatoio dello staff, poi per una decina di minuti ha parlato nello spogliatoio del gruppo, lasciando alla fine il centro sportivo per tornare alle proprie attività. Responsabilità. «Penso che loro siano coscienti di quello che hanno dato e di quello che possono ancora dare, e del fatto che da qui in avanti debbano dimostrare di essere giocatori e di essere uomini, prendendosi le loro responsabilità».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il pensiero fisso si chiama playoff, nonostante le quattro sconfitte consecutive incassate. A Padova, però, la voglia è quella di garantire un futuro solido alla società e, in quest’ottica, ci sono le prime grandi manovre in prospettiva della prossima stagione. La premessa fondamentale è che, a differenza del passato, i conti sono in ordine grazie alla gestione impeccabile di Roberto Bonetto e Giuseppe Bergamin, pronti ad andare fino in fondo rinforzando il pacchetto azionario del club a fine stagione. Già da diverse settimane sono in corso colloqui con il vicepresidente del Petrarca Rugby Alessandro Banzato, amministratore delegato di Acciaierie Venete e ai vertici della provincia di Padova con la sua azienda come fatturato e forza economica. Acciaierie Venete è al quinto posto nel 2015 come dati industriali fra le migliori aziende del territorio. Le prime verifiche hanno evidenziato almeno due incontri fra le parti già avvenuti, per un accordo tutto ancora da definire e da verificare per quota, impegno economico e ruolo. Già in passato Banzato, avvistato allo stadio Euganeo in occasione di Padova-Venezia con Ivone De Franceschi, era stato a un passo dal rilevare il club da Diego Penocchio, ma in quel caso il pesante indebitamento dell’era di Marcello Cestaro aveva fatto saltare la trattativa. […] La buona notizia è che il club di viale Rocco avrà comunque un futuro roseo e che Bergamin e Bonetto potrebbero trovare una sponda importante nell’ottica di un consolidamento del club con l’obiettivo di salire in B.
Ore 08.40 – Lega Pro girone B, la classifica aggiornata: Venezia 78, Parma 66, Pordenone 65, Padova 62, Reggiana 58, Gubbio 54, Sambenedettese 50, FeralpiSalò 49, AlbinoLeffe 47, Bassano 45, Santarcangelo e Maceratese 44, SudTirol 41, Modena 40, Mantova 37, Teramo 35, Forlì 34, Lumezzane 33, Fano 32, Ancona 28. (* = una partita in meno).
Ore 08.30 – Lega Pro girone B, i risultati della trentacinquesima giornata: Modena-Sambenedettese 2-1 (Sorrentino (Sa) al 11′ st, Diop (Mo) al 24′ st, Loi (Mo) al 29′ st), Ancona-FeralpiSalò 1-1 (Gerardi (Fs) al 46′ pt, Momenté (An) al 49′ st), Lumezzane-AlbinoLeffe 1-1 (Speziale (Lu) su rigore al 14′ pt, Di Ceglie (Al) al 34′ pt), Santarcangelo-Mantova 1-2 (Regoli (Mn) al 33′ pt, Sodinha (Mn) su rigore al 18′ st, Cori (Sa) al 38′ st), SudTirol-Maceratese 1-0 (Furlan (St) al 28′ st), Teramo-Forlì 0-0, Venezia-Fano 1-1 (Moreo (Ve) al 38′ pt, Capezzani (Fa) al 11′ st), Bassano-Parma 1-0 (Fabbro (Ba) al 13′ st), Reggiana-Gubbio 1-1.
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