Live 24! Padova-Ancona, -6: i Biancoscudati tornano al lavoro per interrompere la serie nera

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Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) A Forlì, prossimo rivale dei virtussini, domenica sera alle 20.30 al vecchio stadio Morgagni, hanno già la testa al Soccer Team. Per la sfida coi giallorossi, l’ennesima in notturna quest’anno, passa probabilmente l’intera stagione dei romagnoli che si giocano la salvezza. Il tecnico Massimo Gadda, si tiene il punto strappato a Teramo ma guarda già avanti: «In Abruzzo abbiamo disputato un’ottima partita ma adesso voglio vincere col Bassano – taglia corto – prima battiamolo poi vedremo come saremo messi in classifica. Io alla permanenza diretta in Lega Pro senza ricorrere agli spareggi credo eccome. Ma non dobbiamo fare calcoli». […] Nel frattempo l’infermeria si svuoterà : Ruci e Mattia Proietti dovrebbero farcela. Potrebbe riattivarsi pure Trainotti.

Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Nuovamente tornato in sé, Bassano celebra il risorgimento giallorosso con l’impennata di uno stato d’animo finalmente capovolto, al pari della classifica coi virtussini rientrati in griglia playoff e ancora padroni del proprio destino. «Se giochi male più di due partite in un campionato non vinci – ci raccontava l’altro giorno Bertotto – se giochi bene molte di più». […] «Ora il gruppo con un’affermazione così convincente possiede tutta un’altra consapevolezza – argomenta Bertotto – sinora la dimensione caratteriale stava diventando il nostro handicap, c’era palleggio, organizzazione, ma poca cattiveria, adesso c’è anche la ferocia. I miei sono stati bravi a non mollare». Nicola Bizzotto è perentorio. «Vi assicuro che il Bassano c’è sempre stato, anche quando perdeva – recita il capitano – non è stato facile tirare avanti due mesi senza una vittoria, persino quando l’avremmo meritata come a Padova – ma qua nessuno ha mai smesso di crederci». Michael Fabbro, man of the match col Parma allarga l’analisi: «Se vogliamo siamo noi che condizioniamo le partite come nella prima parte di torneo – riconosce – i risultati dipendono da noi e da un gruppo favoloso».

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il muro Stefani è tornato, così il totem del Pordenone ha fermato Caio De Cenco. L’ex di lusso faceva paura. Tornava al Bottecchia dopo aver lasciato un ricordo fatto di tanti gol e di una rovesciata ancora stampata nella mente del popolo neroverde. Era il pericolo pubblico numero uno, rinforzato come si immaginava dall’esperienza di un anno (solare) vissuta in serie B con la maglia del Trapani. […] La partita di Stefani è stata da incorniciare: una quantità industriale di anticipi secchi sugli avversari, l’autorevolezza di qualche settimana fa tornata al servizio del Pordenone e una leadership indiscussa del reparto avanzato. E’ il vero insostituibile della difesa (al suo fianco, è questa la sensazione, potrebbe giocare quasi chiunque) e ora punta dritto alla final four che si giocherà tra le quattro migliori squadre dei playoff a Firenze. «Ci possiamo arrivare – ha detto il capitano del Pordenone dopo la gara contro il Padova – anche se tutto dipenderà dalla nostra condizione fisica e mentale, che dovrà essere al top. Ma la gara di sabato pomeriggio ha detto chiaramente che per noi il bello deve ancora venire. Possiamo assolutamente dire la nostra, perché abbiamo dimostrato di fare bene nelle partite di livello». […]

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Venezia promosso in B con 270 minuti di anticipo. Onore a Pippo Inzaghi e ai suoi leoni di San Marco che hanno dominato da inizio stagione. Onore sin d’ora però anche al Pordenone, indipendentemente da come andranno le ultime tre giornate e i playoff. […] Di chi il merito di questa crescita? Lovisa sabato ha dato la sua risposta. «In primis di una società armonica che lavora in sintonia e non fa mancare nulla a Tedino che deve solo pensare ad allenare». Noi aggiungiamo una tifoseria tranquilla e una critica che, rispetto ad altre location, non ha mai creato polemiche. Ma sopra tutto e tutti di uno staff di prima qualità che sabato ha offerto il suo capolavoro. Se Salvatore Burrai è stato il migliore in campo, fuori dal rettangolo impossibile non riconoscere il grande lavoro di preparazione dello spareggio fatto da Bruno Tedino, Carlo Marchetto e Andrea Toffolo. Gara preparata benissimo. Efficaci in particolare i raddoppi sugli esterni patavini per evitare i cross in area. Un’autentica partita a scacchi con il matto dato ai colleghi della panca patavina. Compendio del lavoro di due intere stagioni. Se è vero, come ha rimarcato Lovisa sabato, che mai prima Tedino aveva raggiunto risultati come quelli ottenuti nel suo secondo passaggio a Pordenone, è altrettanto vero che i neroverdi non avevano mai raggiunto prima i risultati che stanno ottenendo con la seconda gestione di Tedino (dopo quella poco felice in D fra il 1999 e il 2001) e del suo staff.

Ore 20.20 – (Messaggero Veneto) Il Padova ormai è la vittima preferita del Pordenone. Da quando il club biancoscudato è tornato in Lega Pro (2015-2016) i neroverdi non sono mai usciti sconfitti dal confronto. In bilancio 4 vittorie e un pari: solo con l’Albinoleffe, prossimo avversario lunedì 24 aprile, la squadra cittadina vanta un ruolino di marcia identico. Il primo successo con i veneti risale all’agosto 2015, quando con un gol di Cattaneo il gruppo espugnò l’Euganeo per 1 a 0 nella gara valida per la coppa Italia di Lega Pro. Quindi arrivò il successo di aprile 2016 in campionato, un 2-1 firmato da Pederzoli e Buratto. Infine le affermazioni di quest’anno, il 4-3 dell’andata a Padova (doppiette di Berrettoni e Arma) e l’1-0 di sabato (rigore di Burrai). Nel mezzo il pareggio di novembre 2015 nella città del Santo (0-0). […]

Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) «Il bello deve ancora venire». Cita Luciano Ligabue al termine di Pordenone-Padova il capitano neroverde, Mirko Stefani. Visto ciò che la squadra sta esprimendo nelle ultime gare, i tifosi devono credergli: settimo risultato utile di fila e secondo posto a una sola lunghezza, i ramarri sono candidati a un finale di stagione in crescendo e a playoff da assoluti protagonisti. «Noi ci crediamo – afferma il difensore trentino –. Siamo in un ottimo periodo e partite come queste mi danno grande fiducia in relazione al futuro. Con il Padova ho visto solidità, attenzione: mi è sembrato di rivedere la partita con la Casertana l’anno scorso, quando ai quarti della post-season vincemmo 1-0 su rigore interpretando i 90’ in un modo simile. Sono giornate così che mi fanno capire tante cose, perché abbiamo dimostrato che sappiamo attaccare ma anche difenderci. Di sicuro posso dire che questo Pordenone vuole recitare da protagonista». […] Intanto il capitano del Pordenone si dichiara dispiaciuto per i cori offensivi partiti in direzione di Mandorlini, “reo” la scorsa estate di aver lasciato i ramarri per approdare ai biancoscudati. «È l’unico dispiacere della serata – chiude Stefani –. Matteo non meritava il trattamento che gli hanno riservato, soprattutto perché ha dato tutto per la causa. La sua scelta è comprensibile, ci può stare nel mondo del calcio e dello sport».

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Non può passare inosservato il campionato di Bruno Tedino, terzo nel girone B di Lega Pro alla guida del “suo” Pordenone a quota 65 punti. Come non può non essere visto il rendimento del biennio, con ben 130 “gettoni” accumulati in 69 gare. Così, sul tecnico dei neroverdi, più di qualcuno ha posato gli occhi. Soprattutto nella categoria superiore. Indiscrezioni, infatti, dicono che in serie B la Virtus Entella voglia il trainer dei ramarri, famoso ormai per il rendimento e in particolare per il gioco brioso che dà alle sue squadre, sempre propositivo e con più soluzioni. I liguri (di Chiavari, Genova) avrebbero fatto un sondaggio su Tedino, che potrebbe così lasciare Pordenone in anticipo rispetto alla scadenza del contratto (giugno 2019). […] Allenare in B è sempre stato un suo obiettivo. Non solo: andrebbe a lavorare in una realtà ideale per lui, cioè tranquilla e senza particolari pressioni, proprio come Pordenone, dove si è rilanciato a livello di club “pro” dopo l’esperienza a Coverciano. […] Occhio però anche a un’altra soluzione, cioè Padova: non è escluso che Giorgio Zamuner, dg biancoscudato, torni all’assalto dopo il tentativo andato a vuoto l’anno scorso. Con 4 ko filati, Brevi si è giocato la panchina per la prossima stagione. Lo può salvare solo un playoff di assoluto spessore. Altrimenti può tornare in quota l’idea Tedino, già elogiato da Zamuner in sala stampa dopo il 90’ di Pordenone-Padova sabato scorso. Insomma, potrebbe essere un’estate molto calda, per il “maghetto” – come lo chiama Lovisa – neroverde.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Di profeti in patria ce ne sono pochi. Nel calcio ancora meno. Evans Soligo è una di quelle eccezioni che valgono la pena di essere raccontate. Lui, 38 anni, zingaro del calcio per gran parte della carriera, torna a casa, vince due campionati di fila con la squadra della sua città e porta la fascia di capitano. «Partire per vincere e confermarsi non è mai facile. Siamo stati bravi, abbiamo avuto la costanza di rendimento e di risultati che gli altri non hanno avuto. Il mister (Inzaghi) e il direttore (Perinetti) assieme alla società hanno allestito una rosa importante con 25 giocatori dello stesso livello. Nei momenti più importanti del campionato quando gli altri hanno rallentato noi abbiamo accelerato. Poi siamo riusciti a mantenerci in testa. Certo non avremmo mai pensato di trovarci a 4 giornate dalla fine a poter chiudere i conti anche matematicamente come è successo. Questo vuol dire che l’impresa è stata immensa. Sapevamo la forza del Parma, del Padova ma anche del Pordenone, Bassano e Feralpisalò ma, malgrado, il gruppo nuovo, abbiamo acquisito consapevolezza e la forza per arrivare fino in fondo». […] Soligo e Inzaghi. «Quando ho saputo che era lui ho pensato che il presidente volesse fare le cose in grande stile e dar vita ai progetti e alle promesse fatte alla città. Lui è un vincente, la sua carriera lo ha dimostrato. Anche da allenatore ha fame di vittorie, di confermarsi e continuare a migliorarsi e vincere. Ci ha trasmesso la giusta mentalità: non lascia nulla al caso, come prepara le partite in ogni minimo dettaglio. Speriamo resti per dare continuità al progetto». Soligo e Tacopina. «Il presidente sta facendo un grossissimo lavoro. Sta ridando vita ad una piazza che negli ultimi 10 anni ha subito dei traumi, con progetti iniziati e poi morti sul nascere. Sta lavorando a 360 gradi compreso il progetto per lo stadio che deve essere accompagnato anche dai risultati. Un ambizioso concreto». Soligo e i compagni di squadra. «Un gruppo con cui è stato facile legare. Brava la società ad aver scelto dei grandi giocatori e delle ottime persone. E’ stato quasi automatico legare sapendo dell’importanza dell’annata». Soligo e la B. «Un campionato in cui bisogna avere equilibrio, non bisogna buttarsi giù nelle difficoltà ed esaltarsi tropo quando vanno bene. La costanza è quella che paga sempre. Un campionato diverso ma che come sforzo si avvicina a quello di Lega Pro. Io? A 38 anni non sono ancora stanco. Conto di esserci».

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sarà un giusto mix di esperienza e gioventù. Così il presidente Joe Tacopina immagina il Venezia che l’anno prossimo cercherà gloria nella tanto attesa serie B. Finora le poche voci riguardano il tecnico Pippo Inzaghi, nel mirino del Verona (in corsa per tornare in A ma Fabio Pecchia non ha convinto del tutto), c’è chi dice addirittura della Fiorentina, ma oggi come oggi legato al Venezia anche per il 2017/18. In entrata finora l’unica voce riferiva di un interessamento del Venezia per il portiere Pegolo, bassanese classe ’81 del Sassuolo in serie A. Dell’attuale organico quasi tutti i giocatori sono sotto contratto almeno anche per la prossima annata, con l’unica eccezione del difensore Cernuto, bandiera in scadenza il prossimo 30 giugno ma per il quale il ds Perinetti ha già annunciato il rinnovo a furor di popolo su pressing dei compagni. Tutti gli altri, invece, la scorsa estate avevano firmato un contratto biennale fino al 2018, tranne Pederzoli che il Venezia aveva strappato al Pordenone mettendo sul tavolo un triennale fino al 2019. Come si sa però il centrocampista piacentino è stato tagliato a gennaio per far posto all’arrivo a Falzerano: la situazione è stata comunque ben gestita da Perinetti tant’è che il Venezia non è incorso in alcuna ammenda (a differenza ad esempio dal Parma con l’esubero dei portieri Frattali-Bassi), ma con Pederzoli è chiaro si andrà alla ricerca di un’intesa per la risoluzione del contratto. […]

Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una data da cerchiare in rosso sul calendario: mercoledì 26 aprile alle ore 17 il Venezia proverà a rimontare lo 0-1 maturato in finale di Coppa Italia a Matera, mettendo un altro trofeo in bacheca dopo la vittoria del campionato. Filippo Inzaghi ha concesso tre giorni di riposo alla squadra, che riprenderà ad allenarsi domani in vista della trasferta in programma domenica prossima a Gubbio. La vera domanda è se Inzaghi schiererà i cosiddetti «titolarissimi» al Barbetti, o se al contrario farà turnover mettendo in campo la miglior formazione nel ritorno di Coppa. In caso di 1-0 per il Venezia si disputeranno due tempi supplementari di 15 minuti ciascuno. Qualora nel corso dei supplementari le squadre avessero segnato lo stesso numero di reti, quelle segnate dalla squadra ospite avranno valore doppio, in caso contrario si andrà ai rigori. Quest’anno la squadra che solleverà la Coppa verrà considerata allo stesso modo delle seconde classificate, saltando il primo turno dei playoff. La Supercoppa sarà un passaggio successivo, ogni scalino andrà fatto senza guardare troppo in là. […]

Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Soligo, è quasi un sogno? «Ho 38 anni, ho questa squadra e questi colori nel cuore, ho sofferto, dato e ricevuto tanto. Questo trionfo è la soddisfazione più bella, non credevo che avrei vissuto una gioia di questo tipo». Però, quando firmò per il Venezia, forse intuì che in laguna potesse nascere qualcosa di grande… «E’ vero, quando mi trovai davanti il direttore Perinetti la prima volta non sapevo che dietro di lui ci sarebbe stato Tacopina. Ma mi bastò la sua presenza: uno come lui che scendeva in serie D significarva che qualcosa di grosso bolliva in pentola». Siete partiti con una tifoseria molto disorientata. Sabato il Penzo contava seimila presenze. Secondo lei è un buon risultato? «So che c’è chi si sarebbe aspettato maggior seguito, ma quando viene distrutto tutto per tre volte, poi diventa difficile ricostruire. La società ha lavorato tantissimo sulla credibilità, vedere il Penzo pieno è stata una gioia per chi, come me, ha vissuto tutto sulla sua pelle. Penso che le cose miglioreranno ancora». […] Quale partita, sotto il profilo della prestazione personale, ricorda ora con maggiore affetto? «La vittoria di Reggio Emilia. Segnai e fu un gol decisivo, di meglio davvero non potevo chiedere». Quante possibilità avete di vincere la Coppa Italia? «Le possibilità ci sono e sono concrete. Spetta a noi giocarcele nel modo migliore, ma come ha detto il mister vogliamo prenderci tutto, anche la Coppa e la Supercoppa per mettere la ciliegina su un anno già indimenticabile». Le piacerebbe rimanere anche il prossimo anno? «Certo che mi piacerebbe rinnovare il contratto… Ma la società deve fare le proprie scelte con assoluta tranquillità, so bene di avere una certa età… Eppure qualcosa penso di averlo dimostrato anche a 38 anni, vero?».

Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Oggi sapremo se la prossima partita di campionato, quella che vedrà il Venezia fresco di promozione impegnato sul campo del Gubbio, verrà anticipata a sabato 22 aprile. La possibilità si spiega con il fatto che il Matera, avversario del Venezia mercoledì 26 nella finale di ritorno di Coppa Italia, ha chiesto l’anticipo della partita di campionato sul campo della Casertana per avere un giorno in più di recupero energie, opportunità della quale vuol usufruire anche il Venezia. Attesa per oggi la risposta della Lega Pro, assieme alla comunicazione dell’eventuale orario. […]

Ore 17.30 – (La Nuova Venezia) L’entusiasmo, la voglia di vincere, la certezza di aver lavorato bene e il conforto dei risultati non faranno perdere la testa al Venezia. Le idee sono proiettate nel futuro, ma il futuro va costruito su basi solide. E la Serie B è un campionato che vive in una dimensione totalmente diversa dalla Lega Pro, dalla quale il Venezia esce trionfatore. Concetti chiari, quelli che Giorgio Perinetti, responsabile dell’area tecnica della società guidata da Joe Tacopina scandisce nella prima intervista post promozione. State già lavorando per il futuro? «Qualsiasi cosa si fa in funzione del futuro. Veniamo da due anni di successi» spiega il braccio destro di Tacopina, uomo d’esperienza che sul mercato è anche “la mente” dell’avvocato americano, «ed è ovvio che si voglia dare continuità a questi risultati. Un grande lavoro che non va vanificato». Tradotto in pratica…? «Intanto la stagione non è finita, ci sono ancora due obiettivi da centrare sul campo (Coppa Italia e titolo italiano di categoria, ndr), poi ci riuniremo per pianificare i prossimi programmi. Capiremo quali sono le intenzioni del presidente e le strade da percorrere. Il progetto biennale annunciato da Tacopina nel 2015, al suo arrivo a Venezia, è stato centrato in pieno, ora le cose cambiano e nessuno vuol farsi trovare impreparato». In altre parole, va rivisto il budget. La B è altra cosa. «Perfetto. Quello stanziato per vincere questi due campionati era appropriato, la proprietà ha fatto bene i conti ed è stata puntualissima nei suoi impegni. Ora dimentichiamoci della Lega Pro e pensiamo con i numeri della serie B. Cosa, o quanto, serve? «Serve buon senso, realismo e naturalmente sostanza. Una Serie B da primi posti, puntando subito alla Serie A, costa il doppio. A volte capita il caso della neopromossa che si ritrova ai vertici, ma è un caso. Se volete il mio parere dico che sarebbe un errore puntare subito alla Serie A. Meglio costruire le basi, fare una-due stagioni di assestamento, una buona B senza rischiare, e poi l’altro gradino verso l’alto. L’anno prossimo ci troveremo di fronte grossi club, compresi quelli che scenderanno dalla A con il “paracadute” e sarà dura competere con loro». […]

Ore 17.00 – Qui Guizza: assente Alfageme.

Ore 16.40 – Qui Guizza: lavoro in palestra per Neto Pereira.

Ore 16.20 – Qui Guizza: squadra in campo, lavoro atletico per i Biancoscudati.

Ore 16.00 – Qui Guizza: Biancoscudati a colloquio col presidente Bergamin in spogliatoio.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Va detto subito, a scanso di equivoci: ad essere sinceri il Vicenza non meritava di perdere. E la Pro Vercelli non ha fatto nulla per vincere, però alla fine ha vinto. E questa è la cosa più preoccupante e che non lascia per nulla tranquilli, in vista di un finale di campionato che si annuncia molto, molto complicato per la causa biancorossa. Intanto la panchina di Pierpaolo Bisoli è davvero a forte rischio. Ieri, subito dopo la partita, il ds Antonio Tesoro — l’unico a parlare davanti a microfoni e taccuini visto l’immediato silenzio stampa — ha spiegato che si sarebbe affrontata la questione. E subito è iniziata una lunga riunione tra i vertici della società. A ieri sera nessun comunicato ufficiale ma tra i nomi del possibile sostituto del tecnico ci sono quelli di Pasquale Luiso, allenatore della Primavera biancorossa, di Franco Lerda (esonerato a ottobre proprio in favore di Bisoli) e di Vincenzo Torrente, ex tecnico di Cremonese e Salernitana. Il tempo per recuperare c’è, mancano ancora sei partite: un’enormità con 18 punti da assegnare. Resta da capire se nei giocatori c’è ancora la piena convinzione di potercela fare. Venendo alla partita, ancora problemi di formazione prima del via; agli indisponibili di lungo corso Benussi, Siega e Fabinho e a Gucher, fermato dal giudice sportivo, si aggiunge all’ultimo momento la defezione di De Luca. Aggiungiamoci pure che D’Elia è costretto alla panchina e che Zaccardo nel riscaldamento pre-partita alza bandiera bianca. […] La Sud fischia ma nemmeno tanto, ci saremmo aspettati di peggio. Fuori dello stadio una cinquantina di ultras che fanno sentire la propria rabbia e delusione. Cala il sipario sul Menti: resta da vedere cosa ne sarà del Vicenza in questa stagione davvero nera.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) L’avrebbe bloccata? Respinta meglio? O allo stesso modo? Sono tutte domande che un tifoso si pone quasi in automatico quando vede un gol come quello segnato da Comi ieri e una dinamica che non può scagionare il portiere. C’era Vigorito tra i pali e il numero 22 biancorosso, purtroppo, è incappato in un mezzo incidente. In tribuna, ad assistere al tutto, c’era Francesco Benussi, 35 anni, ormai ex titolare del Vicenza, perché si è dovuto operare al ginocchio sinistro e sarà fuori fino a fine stagione. Benussi ha assistito alla partita in stampelle. «Potrò toglierle tra 7 giorni – ha detto – e poi ricomincerò a lavorare. Sto abbastanza bene». Ieri ha sofferto con i suoi compagni, soffrirà fino alla fine mantenendo ferma e viva la speranza che il Vicenza esca da una situazione complessa. «É molto dura, ma è dura per tutti – ha spiegato – anche per le altre squadre, nostre dirette concorrenti, non sarà semplice salvarsi. Bisogna dare tutto nelle gare che restano». […]

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Il faccia a faccia è durato circa un quarto d’ora. Serrato, intenso, ma civile. I protagonisti fuori dall’ingresso principale del Menti, quando la partita era terminata da tre quasi tre quarti d’ora, sono stati i capi ultras e il direttore sportivo del Vicenza Antonio Tesoro, circondati da circa centocinquanta tifosi che si erano raccolti all’esterno dello stadio, attendendo l’arrivo di giocatori e dirigenti biancorossi. […] I due interlocutori si danno sempre del “tu”. «Devi sapere che significato ha questa maglia… e se così fosse non saresti arrivato con tre quarti d’ora di ritardo». Tesoro risponde che ha seguito un iter predefinito, rispondendo prima ai giornalisti della tv e della carta stampata». «Sei sfortunato – viene detto a Tesoro – perchè arrivi dopo dodici anni di schifo…». Così il diesse: «Ma noi siamo anche un po’ sfortunati, pure De Luca s’è fatto male. E comunque questa è una squadra che può salvarsi, ma i suoi valori complessivi sono di medio-basso livello». Il dialogo continua. «Basta, i giocatori devono restituire la maglia sudata». Risposta di Tesoro: «L’impegno, ve l’assicuro, non mancherà». «Io – dice il capotifoso – devo portare questa gente a Benevento. Dammi un motivo, un solo motivo per farli mettere un viaggio. Una risposta». Il diesse del Vicenza dice che l’impegno ci sarà, la squadra lotterà e farà il possibile per portare a casa un risultato positivo». Quindi la domanda su Bisoli. «Resta?». E Tesoro risponde che dopo il confronto con i tifosi deve incontrare un gruppetto di quattro giocatori prima di confrontarsi con la dirigenza e valutare il da farsi. Non è finita. Dai tifosi esce un assist per Pasquale Luiso. «In Primavera c’è questo allenatore che a Vicenza ha lasciato il segno e che sa cosa vuol dire indossare questa maglia…». […]

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Quella di ieri è stata forse l’ultima partita di Pierpaolo Bisoli sulla panchina del Vicenza. La sconfitta interna patita per mano della Pro Vercelli già ieri sera ha indotto la dirigenza a considerare l’idea di esonerare il tecnico. La decisione pareva ormai presa, visto che già da ieri s’è iniziato a valutare i possibili sostituti. I nomi che circolano al momento sono quelli di Franco Lerda e Vincenzo Torrente. In posizione molto più defilata c’è anche Devis Mangia (ultima esperienza sulla panchina dell’Ascoli nel 2015-2016). Non avrebbero poi trovato conferma le voci che porterebbero alla “promozione” di Pasquale Luiso, tecnico della Primavera. Ma per arrivare ai possibili sostituti di Bisoli è necessario spiegare come si svolte le cose in via Schio e dintorni. La società. Ieri non è stato convocato il c. d. a. del Vicenza, come forse ci si poteva aspettare. E non sono stati convocati nemmeno i soci di Vi. Fin., la finanziaria proprietaria del club biancorosso. Anche questa volta, insomma, pare che la decisione definitiva verrà presa dal presidente Alfredo Pastorelli (che aveva lasciato lo stadio Menti proprio sul finire della gara), coadiuvato dal direttore sportivo Antonio Tesoro.Il fronte di Lerda. Il ritorno dell’allenatore piemontese, che era stato esonerato all’inizio di ottobre dopo la sconfitta di Chiavari con l’Entella, è caldeggiato da alcuni dirigenti. Pastorelli e Tesoro però, visto che l’interruzione del rapporto con il tecnico era stata burrascosa, non sarebbero convinti del suo ritorno. Lerda comunque sarebbe stato contattato da alcuni soci. Aspetto tutt’altro che trascurabile: essendo ancora sotto contratto non costerebbe nulla. […]

Ore 13.00 – (Gazzettino) Il Cittadella non ripete l’exploit dell’andata e al Bentegodi ci lascia le penne, complicando anche la rincorsa verso i play off. Non tanto per la sconfitta bensì perché il Verona, vincendo, scava un solco profondo 8 punti tra la terza e le quarte in classifica (sempre Cittadella e Benevento), mettendo così a rischio proprio lo svolgimento degli spareggi-promozione, che a 10 punti di differenza non si farebbero. E con l’ottima stagione del Cittadella suonerebbe come una cocente beffa. La gara dei granata è a due facce: bene nella prima frazione, dove fanno la partita e non meritavano di rientrare negli spogliatoi sotto di un gol, senza acuti nella ripresa, se ci eccettua il tiro dalla lunga distanza di Iunco. Un episodio quasi a sé. Non ci sono sorprese nell’undici iniziale di Venturato, che conferma in blocco la formazione che ha battuto il Benevento: un solo cambio forzato, quello di Pedrelli (squalificato), al suo posto il rientrante Salvi. Il Verona non sta vivendo il suo migliore momento dell’anno, e in campo è visibile la tensione che aleggia tra i giocatori di casa che sbagliano tanti appoggi, anche semplici. E il pubblico non perdona niente, i fischi non risparmiano nessuno. […]

Ore 12.40 – (Gazzettino) «Abbiamo perso l’occasione di giocarci la serie A all’ultima partita». Roberto Venturato non alza bandiera bianca ma, onestamente, riconosce la fine di un sogno, quello di poter agganciare il secondo posto in classifica, quello che garantisce la promozione diretta. Un sogno che forse soltanto l’allenatore granata coltivava, in gran segreto. La realtà dice invece che il Cittadella adesso rischia di non disputare i play off, dal momento che devono restare almeno nove punti di differenza tra la terza e la quarta in classifica. «Mi dispiace per la sconfitta, che conferma i limiti di cui tante volte abbiamo parlato. Siamo una squadra che gioca, che ha una sua identità, che sa stare in campo e disputare un primo tempo importante, ma che perde 1-0 alla fine dei primi 45 minuti. È un dato di fatto, che ci stiamo portando appresso dall’inizio del campionato. È un limite: se fossimo stati in grado di garantire continuità e concretezza alle nostre buone prestazioni, avremmo un’altra posizione in classifica». Venturato non si nasconde: «Lo dico con grande serenità, se riusciremo a maturare nelle rimanenti sei partite gare possiamo vincere contro tutti e in qualsiasi campo. Il dato del Bentegodi, invece, ci dice che il Cittadella ha sbagliato ancora, deve ricominciare tutto daccapo. Riprendersi e lavorare, con grande umiltà, sapendo che per ritagliarci un posto importante al termine del torneo ci sarà da correre molto e diventare più bravi di quanto non abbiamo fatto finora». […]

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) E adesso siamo di nuovo con i playoff a rischio. Perché il Verona, che vince senza entusiasmare, fischiato a tratti dai suoi tifosi, ai quali l’allenatore Pecchia sta andando da tempo di traverso – e non hanno affatto tutti i torti, vista la (scarsa) qualità del gioco proposto – ha agganciato di nuovo il secondo posto (anche se in realtà è terzo, per differenza-reti), approfittando della caduta interna del Frosinone contro il Novara e soprattutto della poderosa frenata che si è registrata alle proprie spalle. Pensate un po’ che il Cittadella era quinto prima del derby di Pasquetta e quinto è rimasto, a pari punti con il Benevento, stoppato anch’esso (a Brescia). Il margine sul Carpi, a quota 51 e nono, è ancora di tre lunghezze, ma tutto questo non va preso come un segnale positivo, anzi: perché se chi è dietro alle prime tre rallenta, impedendo a qualcuno di allungare verso il podio, gli spareggi per il terzo pass utile a salire in A non si fanno più. E a sei giornate dalla fine, con + 8 su campani e granata padovani, Verona e Frosinone possono sperare che la “forbice” si allarghi ancora, magari toccando il divario di + 10 che, regolamento alla mano, annullerebbe la coda tanto attesa del torneo. Per i granata di Venturato è maturata, dunque, la 14ª battuta d’arresto, a spezzare una serie utile di 4 partite (3 vittorie, con Spezia, Latina e Benevento, e 1 pareggio, con la Salernitana), che aveva fruttato 10 punti, e a distanza di un mese esatto (18 marzo) dall’ultimo ko, sul campo dell’Ascoli (2-1 per i marchigiani). Sconfitta amara, perché subìta da un avversario chiaramente impaurito, con la palla tra i piedi che “scottava” e sul quale pesava come una spada di Damocle l’imperativo di non sbagliare, pena un malumore ancora più accentuato da parte di una piazza che soffre terribilmente il ruolo di inseguitore di Spal e Frosinone, quando tutti davano all’inizio la squadra di Pecchia superfavorita per il successo finale. Il rammarico per ciò che poteva essere, e non è stato, è giustificato da diverse cose che non hanno funzionato a dovere: parliamo innanzitutto del solito arbitro insufficiente, il già noto Pinzani (che in passato ha lasciato il… segno sia sul Cittadella che sul Padova), il cui (non) coraggio abbiamo misurato dopo appena 6’, quando ha sorvolato beatamente su un fallo netto ai danni di Chiaretti in area, prima spinto da Caracciolo e poi travolto da Bianchetti mentre stava per calciare a rete. Un intervento scorretto, che solo chi non vuole considerare tale riesce a derubricare in caduta volontaria (del trequartista), tesa ad ingannare il direttore di gara, mentre, rivedendo le immagini, la dinamica appare chiara ed evidente. Morale: Cittadella danneggiato. […]

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Niente scampagnata. Il derby di Pasquetta si rivela tutt’altro che festoso per il Cittadella, anche perché l’impressione è che la squadra di Roberto Venturato abbia perso un’opportunità preziosa per fare punti, contro un Verona apparso insicuro. «Sicuramente è così», conferma il tecnico granata. «Abbiamo perso l’occasione di arrivare a giocarci la Serie A all’ultima giornata di campionato e mi dispiace molto. Questa squadra ha mostrato dei limiti nel corso della stagione, e al Bentegodi sono riemersi. Abbiamo un’identità, sappiamo tenere il campo, ma, nonostante ciò, ci siamo trovati sotto di un gol all’intervallo, dopo una frazione in cui abbiamo prodotto molto e in cui l’Hellas è andata in vantaggio al primo tiro in porta. Per ottenere qualcosa d’importante dobbiamo essere più bravi. Se facciamo questo salto mentale e impariamo a concretizzare il volume di gioco espresso, possiamo vincere contro tutti». «Intendiamoci», prosegue Venturato, «sino ad oggi il nostro è stato un campionato straordinario e questo va scritto ancora una volta a lettere maiuscole, ma abbiamo la voglia di provare a realizzare qualcosa in più. E, per riuscirci nelle sei giornate che mancano, dobbiamo crescere ancora». […] La forbice tra le prime tre e le altre si è allargata a 8 punti. La spaventa l’ipotesi che possano salire a 10, facendo saltare i playoff? «Dipende tutto da noi. Se riusciamo a vincere gli scontri diretti che abbiamo davanti, coglieremo l’opportunità. Siamo artefici del nostro destino». La Spal ormai è irraggiungibile per tutti? «Ha dato continuità ai suoi risultati e merita di essere lassù».

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Luca Valzania ha l’aria delusa. Le sue parole riassumono lo stato d’animo di tutta la squadra. «Nel primo tempo siamo stati condannati da un episodio: uno di noi avrebbe dovuto impedire a Bessa di calciare, andandogli incontro. In più avremmo dovuto sfruttare meglio le occasioni create. Loro sono andati davanti al primo tiro e questo, anche se abbiamo continuato a giocare come sappiamo, ci ha infastidito. Nel secondo tempo, poi, ci sono state parecchie interruzioni e ciò ovviamente ha favorito loro, che già stavano vincendo», il commento del centrocampista del Citta. «Abbiamo preparato bene la partita e si è visto, se il Verona ha faticato a produrre gioco il merito è nostro. Tuttavia, siamo stati puniti quando abbiamo commesso errori. Nelle ultime gare eravamo stati in grado di girare gli episodi a nostro favore, stavolta non lo abbiamo fatto e loro, al di là delle difficoltà che stavano attraversando, sono comunque una squadra che ha qualità e sa approfittare delle opportunità». […]

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Il Verona si aggiudica il derby col Cittadella e «rivede» la serie A. I granata di Venturato, invece, restano saldamente in zona playoff e, risultati alla mano, non patiscono troppo il ko al Bentegodi. Per i gialloblù di Pecchia aggancio operato sul Frosinone, sconfitto a sorpresa in casa dal Novara 3-2. Il vantaggio negli scontri diretti, in questo momento, garantirebbe al Verona la promozione in Ssrie A, mentre la Spal vola via, a quota 67, a più 5 sulla coppia che insegue. Il Cittadella, dal canto suo, per un tempo pare più in palla, ma non riesce a finalizzare e viene infine castigato dallo spessore delle individualità dell’Hellas. La squadra di Venturato mostra buona organizzazione e idee tattiche rodate, crea grattacapi al Verona, ma si arrende per 2-0: come detto non cambia molto in chiave playoff, seppure il margine delle tre davanti si allarghi a 8 lunghezze. Per il Verona, in ogni caso, la vittoria rimette in equilibrio, anche se in parte, la bilancia negli scontri diretti con i granata, vittoriosi 5-1 all’andata al Tombolato. Intanto, il prossimo turno vedrà il Verona a Bari e il Cittadella in casa con il Carpi e tutto ancora in ballo. […] L’Hellas è vivo e dirà la sua per la promozione diretta in serie A fino alla fine, ma il Citttadella di Roberto Venturato è una bella realtà e dal derby non esce di certo sminuito.

Ore 10.50 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “L’anno della verità: doveroso crederci fino in fondo”) Gli ultimi risultati negativi solo in parte sono riconducibili al valore degli avversari, ma si spiegano soprattutto con un disagio tecnico e mentale che ha attanagliato i biancoscudati. In campo si è vista una squadra statica sul piano dell’identità di gioco oltre che prevedibile e bloccata. […] Come uscirne fuori? Tenendo la barra dritta nella compattezza e nell’equilibrio, senza sollevare inutili polveroni. Ne va infatti del futuro della società. Bergamin e Bonetto, per amore del Padova, hanno speso quest’anno anche oltre le loro possibilità (la prossima stagione, se sarà ancora Lega Pro e non entreranno nuovi soci, un ridimensionamento nei costi sarà inevitabile) ed è perciò doveroso provarci e crederci fino in fondo.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Riferimento neanche troppo velato al presidente Mauro Lovisa del Pordenone, nonché un assist al bacio per rispolverare le dichiarazioni pungenti rilasciate sabato dopo la partita al Bottecchia con destinatari proprio i biancoscudati: prima sul gioco sottolineando di non avere visto il Padova effettuare tre passaggi di fila, e poi sul club rimarcando che a differenza del Padova a Pordenone hanno un grande clima in società. «Sono rimasto allibito per le dichiarazioni di Lovisa, un presidente che si permette di andare a guardare in casa degli altri. Noi non ci siamo mai permessi di fare una cosa del genere. È stata una grande caduta di stile, del resto il personaggio è quello. Stendiamo un velo pietoso», conclude Bonetto.

Ore 10.30 – (Gazzettino) «La squadra sta attraversando un momento difficile, e c’è bisogno di fare quadrato. I ragazzi non erano magari fenomeni prima, ma non sono diventati dei brocchi adesso. Bisogna ritrovarsi soprattutto sul piano psicofisico, perché il gruppo è forte e deve credere nelle proprie possibilità. Adesso ci attendono tre partite abbordabili (Ancona e Lumezzane in casa, in mezzo la trasferta con il Sudtirol, ndr) che dovranno servirci per riprendere la forma migliore in vista dei play off». […] Poi l’ad Bonetto aggiunge: «Abbiamo comunque disputato un campionato bello fino a quattro partite fa, con grandi prestazioni e abbiamo dato tante soddisfazioni ai nostri tifosi. Voglio dire che siamo stati dei protagonisti di questo campionato, e ora è inevitabile essere un po’ amareggiati dato che l’appetito viene mangiando. Siamo comunque sempre a quattro punti dal secondo posto, e può succedere anche alle altre formazioni di cadere in un buco nero. Anche se non cerchiamo le disgrazie altrui, ma dobbiamo guardare solo in casa nostra e non fare come qualcun altro che ricopre cariche importanti».

Ore 10.20 – (Gazzettino) «Siamo un po’ amareggiati perché fino a quattro partite fa ambivamo a raggiungere il Venezia. Il sogno l’abbiamo messo nel cassetto, fermo restando che si può sempre riaprirlo». La trasferta con il Pordenone ha certificato che il Padova sta attraversando un periodo di flessione evidente sul piano nella manovra e nei risultati con quattro sconfitte di fila, anche se la stagione è ancora tutta da giocare. Così le parole dell’amministratore delegato Roberto Bonetto, oltre a fotografare lo stato d’animo che si respira in seno alla società, lasciano chiaramente intendere che resta ancora in mano la carta dei play off nell’auspicio appunto di poter riaprire quel cassetto, con tanto di sogno serie B annesso.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Sfido Lovisa a dire se il gioco dei neroverdi sia stato così superiore, perché la squadra di Tedino non ha fatto quello che di solito riesce a dimostrare sul campo e questo è stato per merito del Padova». […] Al di là delle opinioni rimane però un dato: per la seconda gara di fila il Padova non è riuscito ad andare in rete, e non ha dato l’impressione di avere un’alternativa di gioco al lancio lungo di Emerson. «Ma noi siamo sempre stati questi, e senza Neto Pereira e Dettori, i due giocatori con più estro e fantasia di questa squadra, la manovra ne ha risentito. Se guardiamo le ultime quattro partite la situazione non è delle migliori, ma a Pordenone abbiamo fatto una discreta prestazione: è un momento così, rimbocchiamoci le maniche e proviamo a ripristinare quello che avevamo fatto fino a tre settimane fa. La mia sensazione è che comunque sia solo un momento passeggero: non voglio credere che improvvisamente si sia inceppato qualcosa».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Io non ho repliche particolari da fare: quando ho deciso di venire a Padova è stato perché mi era capitata un’opportunità importante, e con il patron mi ero ampiamente spiegato. Lui ci è rimasto male, e ci sta anche che possa gongolare dopo aver vinto sia all’andata che al ritorno contro di noi, ma uno non decide di cambiare squadra perché snobba quella dov’era prima: nella vita si fanno esperienze diverse, l’ho fatto da calciatore e lo sto facendo adesso da dirigente, ma non ci vedo niente di particolare». Sulla partita proprio Lovisa ha sottolineato la pochezza di contenuti del gioco del Padova, per legittimare la vittoria sul campo della propria formazione. «Io penso che sia stata una gara sulla falsariga di quella dell’Euganeo con il Venezia, nella quale nessuna delle due squadre praticamente ha tirato in porta», la replica di Zamuner.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] La sconfitta di Pordenone, magari non netta nella forma rispetto alle precedenti ma ugualmente pesante nella sostanza, ha lasciato però altri strascichi, oltre a quelli di classifica, perché gli affondi del patron neroverde, Mauro Lovisa, hanno provato a colpire nell’orgoglio la truppa biancoscudata. «Nella vita tutto torna: la serietà, l’impegno e le strette di mano», le stilettante di Lovisa. «Questo risultato ripaga la serietà e la linea di che ogni persona segue durante il suo percorso». Un’accusa rivolta non molto velatamente a chi ha compiuto il salto dal Friuli al Biancoscudo, in testa il direttore generale Giorgio Zamuner. «Che la pensi come vuole», la risposta a distanza del dg biancoscudato.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo il tour de force di dieci giorni tra Parma, Venezia e Pordenone, il Padova riprende oggi a lavorare dopo i due giorni di riposo concessi dallo staff tecnico per le festività pasquali. L’appuntamento è fissato per le 16 ai campi della Guizza: i biancoscudati questa settimana potranno lavorare per un giorno in più, dal momento che il prossimo impegno all’orizzonte è quello casalingo con l’Ancona, fissato per le 20.30 di lunedì prossimo, dato che l’Euganeo, tra giovedì e domenica, sarà occupato dalla Padova Marathon. In vista dell’impegno contro i marchigiani, Brevi recupererà dalla squalifica Dettori, mentre probabilmente dovrà ancora fare a meno di Neto Pereira, che al massimo potrà andare in panchina. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) […] Presidente Bergamin, la posizione di Brevi è salda? «Sì, certi discorsi lasciamoli perdere. È stato un campionato fatto di cicli, quasi al contrario di quello che si poteva immaginare. Siamo partiti male, ci siamo rialzati e siamo di nuovo caduti quando sembrava che potessimo decollare. Bisogna ricompattarsi e ripartire». Cosa sta succedendo alla squadra? «Credo ci sia stato un momento negativo, che ci sia stato un contraccolpo psicologico. Ma dobbiamo uscirne tutti assieme. Innanzitutto con un po’ di coraggio in più. Se vogliamo vincere bisogna rischiare qualcosa, anche se dovesse poi arrivare una sconfitta». E’ una critica? «Assolutamente no. Ho fiducia nella squadra, credo che ci si possa rialzare, anche perché ai playoff manca ancora un po’ di tempo e ci sono diverse cose che possono ancora accadere. I bilanci si fanno alla fine». Come ha visto Pordenone-Padova? «Direi che è stata una partita poco spettacolare, penso che anche loro non abbiano fatto molto per vincere» Il presidente del Pordenone Mauro Lovisa ci è andato pesante nel dopopartita… «Sappiamo bene com’è fatto. Non mi sento minimamente toccato dalle sue dichiarazioni, né mi va di rispondere. Passiamo oltre, non vale la pena starci dietro». […]




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