Bentivoglio, innanzitutto: lunedì ci sarà? «Sto bene, mi sono allenato con il gruppo. Dipenderà dalle scelte del mister, ma io sono a disposizione».
[…]Sarà la prima volta da avversario a Padova. Che accoglienza si aspetta? «Sono passati cinque anni. So che i tifosi non saranno teneri nei miei confronti ma chi ha letto bene le carte alla fine si è reso conto che i fatti erano ben diversi da come erano stati dipinti. Non ho mai venduto partite, credo sia emerso con chiarezza. Per la giustizia sportiva, però, sei colpevole fino a prova contraria e io non potevo difendermi». Come valuta l’esperienza in biancoscudato? «Vorrei far capire alla gente che io, dovunque sia andato, ho sempre dato il massimo. Anche a Padova è stato così, il dispiacere è di non essere andati almeno ai playoff: quel Padova era da serie A». Dal Canto la impiegò anche da regista, un po’ come Inzaghi ultimamente… «Vero. Ho giocato anche in quel ruolo, da regista mi trovavo bene come adesso. Anzi, penso che sia il ruolo che calza a pennello per me». A distanza di anni: perché quel Padova si squagliò come neve al sole? «Forse anche perché c’erano tanti giocatori che non erano tranquilli per tutte le vicende che giravano attorno alla squadra. Almeno a me è pesato sentirmi accostato a chi aveva realmente venduto e comprato le partite».
[…]Mai pensato di smettere? «Brutti pensieri sono passati per la mente. Credo che non sia facile per nessuno». Adesso, però, sta conquistando la serie B con il Venezia. Mica poco… «Mancano sette punti e dobbiamo farli. Ho e abbiamo grande rispetto per il Padova, l’unica squadra che ci ha battuto al Penzo. Sarà un bel derby e se mi fischieranno pazienza…».
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)